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Autore: Unragazzoincredibile    26/08/2014    3 recensioni
Il giovane Harry Potter è catapultato negli Hunger Games, dove dovrà affrontare molte avversità per cercare di sopravvivere
un'introduzione degna della Salani Editori
(WIP) spero piaccia, ho cercato di essere il più accurato e minuzioso nei dettagli e cercherò di continuare su questa linea, mantenendo la trama di base di "Hunger Games" ma con il metodo di scrittura di "Harry Potter"
Buona Lettura ^_^
N.d.a. a causa del """"""""""""""""""""""""""magnifico """""""""""""""""""""""""" HTML del sito, ci sono degli spazi tra le righe che non ci sarebbero dovute essere, però non intacca molto la lettura, ma mi da un fastidio tremendo
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Cho Chang, Harry Potter, Hermione Granger, James Potter | Coppie: Cho/Harry, Harry/Hermione
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza | Contesto: Nessun contesto
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Crossover Harry's Games cap.3

3. i sogni nel treno

 

Si era appena assopito.

Tutto ciò che aveva intorno si era appena oscurato quando una voce gli diceva «alzati».

Si trovava per terra, ma non sul pavimento di gomma del treno, si trovava su un pavimento completamente bianco. Gli faceva quasi lacrimare gli occhi. Decise di alzarsi e ciò che si trovò davanti gli fece quasi perdere l’equilibrio. Chi si trovò davanti più che altro.

Era se stesso.

Gli stessi occhiali, gli stessi occhi verdi gli stessi capelli neri ribelli, ma non la stessa faccia sconvolta. Il sosia aveva una faccia aggressiva, quasi arrabbiata.

Harry era chiaramente sconvolto. Non capiva cosa stesse accadendo e l’unica cosa riuscì a scandire fu «Che cosa vuoi da me?».

«Parlare» fu la risposta del sosia, perfettamente immobile a due metri da Harry.

«Di che cosa? Della mia morte imminente? »

«Esattamente»

«E cosa vorresti dire al riguardo? Sappiamo entrambi che verrò ucciso a sangue freddo! » si stava arrabbiando.

«Molto probabile, se continui a pensarla così, ma se ci pensi un po’ di più vedrai che abbiamo più possibilità di quante ne credi. Certo, non sarà facile e indolore, ma vedi… per esempio sai maneggiare un’arma»

Era vero, quando suo padre lo portava a lavorare con lui gli faceva utilizzare l’ascia per tagliare la legna. Dopo un paio d’anni era diventato particolarmente abile e suo padre ammise che neanche lui riusciva a maneggiare l’ascia in quella maniera.

«Ok, e con questo? Credi che mi faranno utilizzare un’ascia? E anche se la utilizzassi, a che mi servirebbe contro quelli che utilizzano spade e archi?»

«E chi ha detto che dobbiamo utilizzare un’ ascia? »

«…ok e se poi riesco a trovare un arma? Non so combattere! Mi faranno a pezzi!»

«Credici»

«Cosa?»

«Credici» ripeté il sosia «se non ci provi, non puoi sapere se sarai squartato o ti salverai».

Questo qui è pazzo pensò Harry

«E non sono pazzo!» aggiunse il sosia

Mi legge nel pensiero? Pensò agitato Harry

«Sono il tuo pensiero, imbecille»

«Come puoi esserlo? Io non penso o credo a una sola parola di ciò che dici!»

«In realtà lo sai, nel profondo del tuo io» rispose il sosia «nel profondo ci vuoi provare, nel profondo sai che anche se è difficile ci vuoi provare, una parte di te non vuole deludere Dennis, Cho, la mamma e il papà!»

Harry stava per piangere. Quelle parole lo colpirono nel profondo. Se ne rese conto solo ora. Lui voleva rivederli, tutti quanti. Si era sacrificato per Dennis per morire al suo posto come aveva insinuato suo padre? NO, CERTO CHE NO!

Aveva visto piangere Cho per lui e si sarebbe lasciato uccidere per farla piangere ancora? NO, CERTO CHE NO!

Avrebbe lasciato i suoi nella disperazione di aver perso un figlio? NO, CERTO CHE NO!

«Grazie» mormorò Harry al suo sosia. «Grazie di avermi fatto capire che devo almeno provarci!».

«Naturale, se non ci pensa il tuo subconscio, chi dovrebbe fartelo capire?» rispose ridendo il sosia.

Harry stava per ridere di rimando ma il pavimento cominciò a girare vorticosamente.

Non era il pavimento, era tutto ciò che vedeva che diventava solo un turbinio di colori finché non divenne tutto buio.

Alla fine cominciò a vedersi qualcos’altro, l’interno di una casa.

Non era una casa, era una villa.

Harry non ne aveva mai vista una ma qualcosa dentro di se lo sapeva.

Era arredata in maniera impeccabile, con enormi mobili di legno intarsiato della migliore qualità.

Ogni 2 o 3 metri c’erano enormi colonne di marmo, con motivi che ricordavano la storia di Posovia.

E, rivolto a un’enorme finestra chiusa c’era un uomo.

Alto, completamente calvo, con la pelle di un bianco cadaverico, vestito con uno smoking gessato.

Non si vedeva il volto, perché era girato, ma sembrava allarmato.

Si sentì la porta della stanza aprirsi.

«Peter, ti stavo proprio aspettando.» disse l’uomo. Aveva una voce fredda e inumana.

«Da-Davvero, mio signore?» rispose con voce acuta e tremola l’uomo appena entrato. Era un uomo basso e tarchiato, con la faccia da topo e con orride cicatrici. La mano sinistra sembrava essere fatta di platino.

«Perché mi voleva v-vedere, signore?» riprese.

«Perché la cosa di cui ti avevo raccontato è successa, Peter, proprio un’ora fa.» rispose l’uomo sempre con la voce fredda.

«E sai esso cosa comporta vero, Peter?» chiese voltandosi. Aveva il volto stretto, quasi serpentino, con due fessure per narici. Gli occhi di uno scarlatto fittissimo, con delle pupille che assomigliavano fin troppo a quelle di un gatto. Le mani, che sembravano due grossi ragni bianchi, erano unite per le punte delle dita.

Era il Presidente Riddle.

 «lo sai, vero?» continuò con la sua voce fredda.

«I-Io… s-si lo so, mio signore» rispose Peter.

«Bene» riprese Riddle «perché non avrei voluto ripetere per l’ennesima volta il piano. Anzi, il piano non ha importanza, l’importante è che il ragazzo deve morire»

Sentito questo, Harry scattò in piedi, sudato come non lo era mai stato nella sua vita.

James prese un colpo a vederlo alzarsi in quel modo. «Che ti è preso figliolo?»

A Harry stava esplodendo la testa, proprio dove aveva la cicatrice.

«S… Solo un incubo, papà» rispose

«Oh… capisco» disse James «Vabbe’ siamo quasi arrivati, sarà meglio svegliare Rubeus, non credi Minerva?»

«Si, credo sia il momento» rispose la McGranitt

«Chi è Rubeus?» chiesero in coro Harry e Hermione, che si era appena svegliata anche lei.

«Oh, giusto, è il nostro accompagnatore, Rubeus Hagrid. È da prima che vincessi io che accompagna ogni anno i tributi. Questo però non gli ha affatto giovato all’umore.»

Mentre parlavano una gigantesca figura si alzava barcollando da alcuni sedili più avanti. L’unica cosa che si vedeva era una montagna incredibile di peluria che gli scendeva dalla testa, non sembravano neanche capelli. Era vestito con un enorme pastrano marrone e, su per giù, era alto 2 metri e mezzo e grande quanto tra persone messe una di lato all’altra. Girandosi mostrò una folta peluria, che gli arrivava quasi allo stomaco, come barba.

«be’, neanche voi mi giovate all’umore, » disse burbero «non è facile addormentarsi con voi due che vi strillate l’uno con l’altro manco foste acerrimi nemici»

 

 

   
 
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