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Autore: denny81    26/08/2014    2 recensioni
e se harlock e il suo equipaggio esiliati dalla terra dagli illumidas dopo una battaglia fossero finiti in un buco nero?
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I due amici rimasero a lungo stretti in un caldo abbraccio, i loro volti erano rigati dalle lacrime ma, nessuno dei due si vergognava dell’aspetto che stava fornendo: né il fiero Harlock né il piccolo, dolce Toshiro.
Harlock, finalmente, si sciolse dall’abbraccio e, con voce stentorea, esclamò: “Come hai fatto a trovarmi, mio piccolo amico? “
Toshiro, anche lui ripresosi dall’emozione, disse: “E’ solo grazie a questi due nuovi amici che sono riuscito a ritrovarti”.
Costoro, anche loro visibilmente emozionati, si fecero avanti. Il primo a presentarsi fu Tochiro: io mi chiamo TooruUkawa” e strinse calorosamente la mano dell’avo di Harlock; stessa cosa fece Harlock medesimo, presentandosi col nome di Karl Schneider. Quando però anche lui strinse la mano di Phantom. F. Harlock II,  in quel preciso istante, i due sentirono come una forza misteriosa che li attraeva l’uno all'altro. I due restarono interdetti per alcuni secondi; poi si lasciarono.
Toshiro li interruppe da quello strano, idilliaco momento e disse: “I due hanno una storia assurda ma credimi, amico mio, è assolutamente autentica! ti spiegherò tutto più tardi, con calma.Ora dove possiamo riposarci?”
Harlock disse, in tono gentile: “Naturalmente sarete miei graditi ospiti al castello” ed indicò  ai tre la via da seguire insieme a lui, uno scosceso pendio che li condusse alla sua magione.
Una volta giunti al castello, Harlockcondusse il suo cavallo alle scuderie; dopodiché accompagnò i suoi nuovi ospiti in un immenso salone con al centro un solido e grande tavolo di legno finemente intarsiato con dei ghirigori artistici. Alle loro teste risplendeva, come tante stelle nel firmamento, uno splendido e luminoso lampadario in cristallo di Boemia. La sala era decorata con fini arazzi rossi del tardo Medioevo su cui campeggiava lo stemma di famiglia. Alle pareti facevano bella mostra alcuni quadri raffiguranti gli antenati del casato di Harlock.
I tre si accomodarono per la cena, che Harlock ordinò appositamente per festeggiare l’incredibile avvenimento. Il padrone di casa enunciò: “Tra poco miei cari conoscerete la mia ragione di vita: ciò che mi ha fatto sopravvivere agli orrori della guerra”.
Fu, in quel momento che apparve lei nella stanza: ovvero, una donna bellissima, di alta statura, con lunghissimi capelli corvini  che, lisci e splendenti, le scendevano fino alla schiena. La bella signora volse i suoi bellissimi occhi color  hazel verso gli astanti. Costei era munita, al contempo, di leggiadria muliebree di fierezza. L’incarnato di un pallore etereo ne esaltava l’aristocratica bellezza.
La donna si avvicinò al castellano che, con galanteria, le prese la mano e la baciò.
“Mio caro, chi sono i nostri ospiti?”
Harlock rispose: “Iris ti presento Toshiro, il mio carissimo amico di cui ti ho tanto parlato. E loro  sono i due amici che ci hanno fatti rincontrare”.
La donna, con sorpresa di tutti (tranne che del marito), si avvicinò a Toshiro e gli diede un bacio fraterno sulla guancia. Poi disse: “Grazie per tutto ciò che hai fatto per mio marito” poi si rivolse agli altri due per stringere la loro mano: quando, tuttavia, strinse la mano di Karl(/Harlock) ebbe la stessa sensazione del marito.
Il gruppo cenò e dopo il padrone di casa li invitò nel suo studio per un po’di conversazione. Lo studio di Harlock era meraviglioso, arredato con molto buon gusto: vi era un secretaire  di mogano in stile XVIII secolo finemente lavorato con fregi a forma di gigli,  una poltrona con drappo rosso con a fianco un’enorme libreria piena di volumi, sull’altro lato della stanza vi erano un divano  a tre posti con  poltroncine con un fine e delicato tavolinetto in legno e cristallo. In fondo vi era una vetrinetta stile LuigiXVI con all' interno bicchieri di cristallo di Boemia e liquori di ogni genere.
Harlock aprì la vetrina e servì agli ospiti un ottimo brandy invecchiato. Poi disse: “Prima che voi mi raccontiate la vostra storia,vorrei raccontarvi la mia, se permettete”.
Prese dalla vetrina un bicchiere per sé; dalla stessa trasse una bottiglia di pregiato merlot, lo versò e agitò dolcemente il bicchiere per poi sorbirlo.
“Dovete sapere che dopo la mia cattura fui portato nientepopodimeno che al “Nido dell’aquila” al cospetto di Hitler e Himmler in persona. I due cominciarono con un fastidioso monologo sulla razza ariana su quanto fossi fortunato a essere tedesco e, tentarono di convincermi a tornare a combattere per il Reich. Quando mi rifiutai di farlo, Hitler andò su tutte le furie e minacciò di mandarmi davanti a un plotone di esecuzione. A quel punto intervenne Himmler che disse: “MeinFϋrher,  io avrei un’idea migliore per lui. Vediamo se dopo il mio trattamento cambierà idea”. Mi spedirono quindi in un campo di concentramento chiamato Dachau presso l’omonima cittadina qui in Germania, a pochi chilometri da Monaco di Baviera. La zona era ricavata da un’ex fabbrica di munizioni della Grande Guerra. La zona era paludosa, il clima era umido e nebbioso: insomma, un inferno qui in terra. Solo dopo la guerra venni a sapere che ce ne erano tanti altri, di campi così. Al mio arrivo percorsi una larga strada curata, la Lagerstrasse, al termine del quale vi era una porta chiamata la “Porta dell’ inferno”: all' interno di essa c’era un arco con su scritto “Il lavoro rende liberi”, una mera menzogna per illudere i prigionieri. Arrivato al campo, fui subito bastonato come era prassi. Molti dei miei poveri compagni non sopravvissero già solo alla bastonatura. Poi venni spogliato, rasato e privato di ogni mio effetto personale e legato mani e piedi ad un gancio per tutto il giorno. Venni quindi rinchiuso per qualche giorno in una specie di tugurio che aveva solo una fessura per far vedere gli orrori perpetrati ai danni dei prigionieri… un giorno vidi uccidere un uomo a colpi di calcio di fucile da parte di un soldato delle SS. Ma fu da lì, dalla feritoia di quell’orribile cella, che vidi per la prima volta la mia Iris. Bellissima e fiera, nonostante la magrezza ed i capelli rasati. Me ne innamorai subito. Subito dopo la mia liberazione dal tugurio, fui mandato insieme agli altri nella baracca di lavoro dove assemblavamo armi. Le condizioni erano disumane vivevamo in 60 in baracche che a malapena ne potevano contenere 30. Poi c era la famosa infermeria dove vedevamo entrare i prigionieri per non vederli mai uscire più. C’era un fetore insopportabile… a poco a poco vidi morire molti dei miei compagni di sventura in tutti i modi possibili ed immaginabili, ma io resistevo e nella mia testa pensavo come ho potuto combattere per questi mostri: era la mia unica ragione di vita, assieme ad Iris. Poter sopravvivere per raccontare tali indicibili orrori”
Toshiro, Karl  e Tooru, tutti e tre commossi e con le lacrime agli occhi, lo pregarono di continuare dicendo: “E poi come sei riuscito a fuggire?”
Harlock riempì di nuovo il suo bicchiere e ricominciò a raccontare la sua toccante storia: “Gli Alleati erano ormai vicinissimi al campo ed i Nazisti, per nascondere le tracce degli orrori commessi, stavano massacrando tutti i prigionieri; arrivato il turno di Iris e di altre donne per la fucilazione, io mi ribellai insieme ad altri prigionieri e riuscimmo a salvarle. Dopo arrivarono gli Alleati e finalmente fummo liberati, curati e rifocillati. L’orrore indicibile era finito. Molti ex prigionieri si vendicarono sui loro aguzzini, linciandoli, e gli Alleati non li fermarono. Alla fine la popolazione della cittadina di Dachau fu costretta a vedere gli orrori perpetrati dai nazisti e addirittura a seppellire i corpi di quei poveri sventurati, in mezzo a un fetore indescrivibile di cadaveri in putrefazione
Harlock si interruppe di nuovo, visibilmente commosso;poi continuò: “Dopo io stesso subii un processo essendo io un ex ufficiale ma venni assolto visto che, alla fine, mi ero ribellato al Regime;  infine, tornai a casa con la mia Iris”
I tre amici erano commossi, calde lacrime sgorgavano copiose dai loro occhi. Il primo a parlare fu Toshiro: “Amico mio, ne hai passate di brutte ma finalmente ci siamo ritrovati!” si alzò e corse ad abbracciare l’eterno amico che ricambiò con calore. Poi si sciolsero da quell’idilliaco momento e, finalmente, fu il momento delle spiegazioni di Karl e Tooru.
Harlock rimase sbigottito dalla spiegazione dei due ma, fidandosi ciecamente di Toshiro che glieli aveva presentati, esclamò:“E’ una storia davvero incredibile, quasi stento a credervi,  ma se pure voi lottate perché questi orrori non si ripetano più neppure nel lontano futuro, allora voglio aiutarvi anch’io. Avrete a disposizione il mio castello”
Tooru e Karl si alzarono e strinsero commossi la mano di Harlock, professandosi onorati del suo aiuto.
Nel frattempo, in un angolo sperduto della Foresta Nera, le spie che avevano visto atterrare lo spacewolf tornarono a fare rapporto. A riceverli vi era un uomo incappucciato di cui non si intravvedeva il volto.
Le spie cominciarono a parlare: “Comandante, abbiamo visto atterrare uno strano velivolo  con a bordo tre uomini: abbiamo scoperto che costoro erano alla ricerca di Phantom Von Harlock.
Il misterioso uomo voltò le spalle alle spie e con le mani incrociate dietro la schiena profferì: “Uno strano velivolo, dite? Questo potrebbe essere un problema per noi e, per i nostri Alleati; il nostro progetto potrebbe risentirne. Teneteli sotto stretta sorveglianza”
Gli uomini fecero un saluto militare; poi se ne andarono. Rimasto solo, il tizio si versò da bere in un bicchiere un liquido ambrato; dopodiché parlò, tra sé e sé:”Harlock, maledetto, non riuscirai a rovinare i miei piani!” e, con un gesto di rabbia, strinse il bicchiere mandandolo in mille pezzi. 

^NOTE DELL ‘ AUTORE^
E cosi alla fine i nostri eroi, si sono incontrati con il capitano che: ha subito sulla sua pelle gli orrori della guerra che, io ho edulcorato un po’. Ringrazio come sempre chi recensisce, segue, o semplicemente legge la mia storia grazie di cuore DENNY 81 
  
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