Se questa è la
prima volta che leggete questa storia, mi piacerebbe che sappiate alcune cose a
riguardo. Diciamo che questa storia è una completa rivisitazione della saga di
Harry Potter, questo perché una nuova protagonista si aggiunge al già famoso
trio, e tutto ciò che riguarda la storia del mago più famoso è visto attraverso
i suoi occhi e sotto il suo giudizio. Per i primi quattro anni che frequentano
ad Hogwarts, ho cercato di rimanere fedele alla storia di base, anche se
qualche volta, ho preferito modificare qualche piccolo passo, perché la
protagonista interagisse meglio con gli altri personaggi e non risultasse
troppo secondaria. Dal quinto anno in poi, però sarà tutta farina del mio
sacco, perciò, se siete del parere che la storia possa risultare un po'
pesante, quello che vi chiedo è di continuare a leggerla, almeno finché non
troverete quello che in realtà poi, è la vera storia. In effetti il mio scopo
iniziale era proprio quello di far iniziare questa storia da quella che vedrete,
è la fine, ma poi mi sono chiesta che effetto avrebbe avuto leggere una storia
di cui non si conosceva l'inizio, così alla fine sono stata costretta ad
iniziare dal principio (scusate il gioco di parole, ma credo che così mi sia
spiegata meglio...). Per rendere la storia un po' più emozionante poi, ho
alternato il presente ai ricordi, in modo anche da dare qualche piccola
anticipazione per quella che dovrà essere il vero racconto. Con questo vi
auguro buona lettura, e spero di ricevere dei vostri commenti. Mi farebbe molto
piacere sapere cosa ne pensate di questa fanfic... penso che potrebbero anche
migliorarmi in qualche modo, sia che siano positivi, sia che negativi.
Voglio
ringraziare la mia amica Luna Malfoy, che mi beta-legge la storia prima di
pubblicarla, e che mi minaccia ogni giorno affinché io mi sbrighi a
continuarla... ^_^'
Ryta
Holmes
Il mio
destino e' qui con te
Dalla finestra le luci notturne di Londra splendevano, illuminando
il viso di una donna. Calde lacrime le scendevano dagli occhi castani, e mentre
si lasciava trasportare dalla lieve brezza di fine estate, si immerse nei
ricordi… ricordi lontani… ricordi tristi e felici… ricordi di una vita legata
ad un destino…
Capitolo 1
Dalla spiaggia al binario 9 e 3/4
-Parte prima-
Il sole risplendeva con i suoi raggi su una spiaggia della Cornovaglia. L’estate era ormai al culmine, e il caldo era insopportabile, perciò la famiglia Holmes, aveva deciso di trascorrere l’ennesima giornata al mare. La loro abitazione si trovava nella periferia della cittadina di Penwith, un piccolo centro abitato sulle coste della Cornovaglia.
Gli Holmes conoscevano un luogo un po’ isolato, nascosto da alti scogli, dove la frenesia e il caos delle spiagge in piena stagione, erano irraggiungibili. La piccola baia era diventata da qualche tempo il nascondiglio della loro figlia più grande, Ryta.
Ryta aveva undici anni, e come tutti i bambini di quell’età, nel
mese di settembre, avrebbe dovuto iniziare a frequentare gli studi delle medie
inferiori, ma in quel periodo non voleva pensare alla scuola, perché
innanzitutto era estate e non voleva rovinarla con pensieri tristi e poi perché
a scuola non aveva una vita semplice…
Ora si trovava in acqua, cullando il corpo magro e slanciato tra le onde e lasciando che la sua lunga chioma castana galleggiasse ondeggiando e specchiando dei particolari riflessi rossicci. Ryta amava il mare, trascorreva gran parte della giornata in acqua e usciva soltanto quando la sua pelle non resisteva più, o sua madre non le urlava dalla riva di venire fuori. Scrutava il cielo con i suoi occhi di un castano scuro, con curiosità, nella speranza di vedere qualche uccello particolare, o di scorgere una forma strana di nuvola, nonostante le immagini fossero sfocate per via dell’ assenza degli occhiali che nascondevano sempre i suoi occhi.
Quel giorno le capitò di notare sopra la sua testa, un gufo che
volteggiava. Era strano trovare un uccello di quel genere da quelle parti, soprattutto in pieno giorno,
e la cosa la colpì molto. E di certo non si aspettava che il gufo iniziasse a
seguirla quando decise di uscire dall’acqua, per far notare anche alla madre
quel fatto insolito.
"Mamma, guarda in cielo, c’è un gufo!" esclamò la ragazzina
rivolta verso la donna, intenta a leggere tranquillamente una rivista. Annah Holmes,
una donna sui trentacinque anni, con la capigliatura corvina e gli occhi
identici a quelli della figlia, alzò
lo sguardo verso di lei e poi verso il cielo.
"Che strano… non è normale che si aggirino da queste parti." rispose la donna piuttosto sorpresa.
Alle due donne si aggiunsero il signor John, il padre di Ryta, e il piccolo di casa, Josh. Il signor Holmes aveva quattro anni in più rispetto alla moglie, era brizzolato e gli occhi di un castano molto chiaro illuminavano il volto in quel momento confuso. Josh era molto simile a suo padre, il visetto di sette anni da piccola peste e l'aria allegra tipica dei bambini di quell'età.
In pochi attimi si ritrovarono tutti e quattro a fissare quello strano gufo e a stupirsi, quando questo, dopo alcuni volteggi, planò fino ad atterrare vicino alla piccola Ryta.
La ragazzina notò che aveva una lettera nel becco, piuttosto grossa e forse di carta pergamena, data la consistenza. L'uccello non le dette il tempo di reagire che già le aveva consegnato tra le mani la missiva ed era volato via, seguito da un verso acuto.
Ryta aveva osservato per un po' la strana creatura prendere il volo, poi però la curiosità di sapere cosa contenesse quella lettera, aveva prevalso sulla sua meraviglia e aveva preso a studiare attentamente il messaggio, prima di aprirlo.
Era davvero strana, si ritrovò a pensare, non appena aveva letto l'indirizzo scritto in eleganti caratteri verdi. Come diavolo era possibile che sapessero che si trovasse in spiaggia in quel momento?
Girò
la lettera per guardarla dall'altro lato. Era stata chiusa con un particolare
sigillo a
forma di H, contornato da quattro animali che a prima vista sembravano un
leone, un tasso, un serpente e un corvo. La aprì con cautela, sempre più
stupita e dopo aver
estratto un foglio anch’esso di pergamena giallastra, lo lesse.
Direttore: Albus Silente
(Ordine di Merlino, Prima Classe, Grande Esorcista,
Stregone Capo, Supremo Pezzo Grosso, Confed. Internaz. Dei Maghi)
Cara signorina Holmes,
siamo lieti di informarLa che lei ha diritto di frequentare la
Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà l’elenco di
tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie.
I corsi avranno inizio il 1° settembre. Attenda l’arrivo
dell’ incaricato che il 31 luglio la accompagnerà a Diagon Alley per comprare
l’attrezzatura.
Con ossequi,
Minerva McGranitt
Vicedirettrice
Ryta lesse il contenuto più e più volte, ma ogni volta ci capiva
sempre meno. Dette la lettera a sua madre, che la lesse ad alta voce, senza
tralasciare esclamazioni di stupore, e cambiamenti di voce ad ogni parola.
"Ma… allora questo significa che…" Ryta in un primo momento si
era quasi spaventata, ma dopo qualche minuto per raccogliere i pensieri e per
arrivare ad una conclusione, si rese conto di quello che realmente voleva dire
quella lettera.
"... sono… una maga!" concluse con fare entusiasta.
Quella reazione non piacque alla
madre, che fece una smorfia di rabbia e lasciò cadere sulla sabbia la
lettera.
"Questo scherzo è proprio di cattivo gusto!!" aggiunse con tono indignato.
"Potrebbero evitare di prendere in giro così la gente!" concordò il signor Holmes ponendo fine all’argomento.
Ma
Ryta sembrava non
volersi arrendere. Raccolse la lettera, la ripulì dalla sabbia e la tenne
stretta a sé.
"Ma mamma, aspetta con le tue conclusioni! E se non fosse uno scherzo? E se
fosse tutto vero? Se io veramente fossi una strega?"
"Non dire stupidaggini Ryta, i maghi non esistono! Non penserai
che vengano proprio a te a dirti che hai dei poteri magici…" replicò la donna
in tono ironico.
"E allora come lo spieghi il fatto che tutti i miei compagni di classe mi prendano in giro perché secondo loro sono strana? Ragiona, ti sei dimenticata di tutte le volte che mi è capitato qualcosa di insolito, che nessuno è riuscito a spiegare? Quando sono caduta dallo scoglio alto cinque metri, e non mi sono fatta niente, anzi, tutti mi hanno visto rallentare mentre cadevo! L’hai scordato? E quella volta che stava per arrivarmi la mazza da crichet in faccia, e si è fermata magicamente! Sono tutti fatti che si spiegherebbero se questa lettera fosse vera!" urlò Ryta mentre fissava con insistenza il volto della madre che pian piano si mostrava sempre più ragionevole.
Abbassò lo sguardo sentendo il coraggio venirle meno. "Io… io
non so se posso fidarmi, ma se fosse tutto vero, sono sicura che potrei essere
più felice! Pensaci un attimo, mamma! Frequento una scuola dove tutti mi
prendono in giro e mi fanno soffrire, e molti mi evitano proprio perché mi
credono “strana”. Io non ne posso più di vivere così…" concluse Ryta con voce
rotta da alcuni impercettibili singhiozzi, mentre alcune lacrime le scivolavano
lungo le guance. La madre, vedendola così determinata, si raddolcì mentre il
padre le posò una mano
sulla spalla.
"E va bene! Qui c’è scritto che un mago incaricato ti verrà a prendere tra quindici giorni, per farti visitare questa…" iniziò la donna prendendo la lettera e leggendo il nome che non ricordava "… Diagon Alley. Noi lo attenderemo: se entro il trentuno Luglio, non sarà qui, allora piccola mia, dovrai rinunciare a questo sogno, ma… se dovesse venire… beh, allora ci penseremo. Ora goditi questi giorni, e non essere impaziente. Io sinceramente non ci credo molto, perciò ti consiglio di non illuderti troppo; ne potresti soffrire…" la signora Holmes fu abbracciata dalla figlia che non si seppe trattenere per la gioia. Si sentiva ancora confusa, ma il pensiero che forse una nuova vita l’avrebbe attesa, sembrava cancellarle ogni dubbio; e con il cuore in gola e una grande speranza, si preparò ad attendere due lunghissime settimane.
* * *
La mattina del trentuno Luglio, la piccola Ryta si svegliò all’alba, nel caso chi fosse venuto a prenderla, non avesse trovato nessuno in piedi. Dormivano ancora tutti infatti, quando lei già in cucina, preparava la colazione. La sua precauzione fu inutile comunque, perché non si fece vedere nessuno.
Non stava più nella pelle, e nonostante la madre le avesse detto di
non illudersi, lei era convintissima che quel giorno qualcuno sarebbe andato da
lei per darle la conferma che fosse tutto vero. Ryta attendeva impaziente in salotto davanti alla
porta, ed ogni tanto spiava fuori dalla finestra gemendo ogni volta che vedeva
il vialetto vuoto.
Il giorno avanzava sempre di più, e il sole si fece sempre più caldo. Ryta avrebbe voluto essere in acqua in quel momento, ma la ragione e il cuore erano entrambi concordi nell’attendere. La madre si affaccendava per mettere ordine in casa e ogni tanto spiava la figlia che fremeva sempre di più. Erano le dieci quando il carattere della ragazza prese il sopravvento e spazientita aprì la porta.
"BASTA, SONO STANCA!!! QUANDO ARRIVERA’ QUALCUNO, SI può SAPERE!?!" urlò tanto forte da far spaventare tutti coloro che si trovavano nelle vicinanze. Sembrava che avesse chiamato quel 'qualcuno', perché non appena ebbe chiuso la porta sbattendo, il camino iniziò a tremare. Subito tutti si avvicinarono, mentre Ryta fece una corsetta per raggiungere la famiglia. In un secondo dal focolare uscì una nube enorme di cenere e poi sbucò fuori una persona, completamente sporca dalla testa ai piedi.
"Cof… cof… scusate, non è stata..cof… una buona
entrata!" esclamò l’uomo tossendo per la fuliggine che aveva aspirato. Dopo aver ripreso fiato,
questi si alzò sorridendo a tre persone totalmente incredule, che a bocca
aperta non emettevano segni di vita. Ryta invece, era entusiasta e non sembrava
per niente sorpresa! Anzi, dopo essersi guardata intorno e aver notato la confusione
che aveva creato nel salotto lo strano individuo, gli porse la mano
allegramente.
"Era ora che arrivasse! Piacere, io sono Ryta Holmes!" fece raggiante all’uomo. Questi la osservò dapprima confuso, quindi sorrise forse riconoscendola. Tossì ancora un paio di volte, decidendo di dedicare la sua attenzione alla manica della lunga veste blu scuro che indossava ed estrarne qualcosa di lungo e stretto. Un bacchetta!, pensò Ryta emozionata.
"Molto piacere Ryta, ma adesso se vuoi scusarmi devo rimediare al caos che ho combinato e devo anche darmi una ripulita…" le spiegò poi il mago, agitando quell'oggetto così strano e pronunciando alcune parole che suonarono un po' come 'Gratta e netta'.
Un
attimo dopo la cenere era scomparsa da tutto il salotto e la stanza era tornata
linda e pulita come prima. Il mago ripulì anche se stesso, mostrandosi
finalmente in tutte le sue caratteristiche. Era un uomo magro e alto, con i capelli rossi là dove non era
stempiato ed un’espressione bonaria in volto.
La signora Holmes era a dir poco allibita, ma si riprese
velocemente quando la figlia le strattonò la manica della camicia per
richiamare la sua attenzione.
"Hai visto mamma? Esistono davvero!" mormorò Ryta non
trattenendosi più dalla gioia.
"Scusate per l’improvvisata, ma credo mi stiate aspettando…" l'uomo si schiarì la voce e si preparò come se dovesse fare un lungo e serio discorso. "Mi presento, il mio nome è Arthur Weasley, sono il Direttore dell’Ufficio per l’Uso Improprio dei Manufatti Babbani e lavoro al Ministero della Magia, ma oggi sono stato incaricato di accompagnare la signorina Ryta Holmes nel mondo di cui presto farà parte! Lo so che forse troverete tutto così strano, ma spesso famiglie che non hanno poteri come voi, generano maghi e streghe e noi abbiamo il compito di far conoscere loro il mondo a cui appartengono per metà."
Fece una piccola pausa, prima di riprendere con tono più solenne. "Signore e signora Holmes, non so se abbiate capito molto di quello che vi ho detto, però sappiate che dovete essere fieri perché vostra figlia è destinata a diventare un’ottima strega, perché è stata scelta dalla più prestigiosa scuola di magia, che è Hogwarts. I corsi inizieranno il primo settembre, ma prima di allora tutti gli studenti devono avere l’attrezzatura necessaria per affrontare un anno scolastico, dall’uniforme ai calderoni per le pozioni. Io oggi, devo portare vostra figlia a Diagon Alley perché è lì che tutti maghi si riforniscono. Devo avere però, il permesso da parte vostra, sia per oggi che per l’anno che dovrà frequentare, che per gli altri sei…" concluse sorridendo incoraggiante.
Sia John che Annah Holmes
compresero ben poco di tutti i termini che quel signore così stravagante aveva
utilizzato ma un concetto però fu abbastanza chiaro.
"A-aspetti un momento… in pratica Ryta andrà in quella scuola per
sette anni?" domandò il signor Holmes confuso.
"Sì, e poi sarà pronta per vivere come un vero mago, e integrarsi nella società!" esclamò deciso il signor Weasley, mentre osservava con aria curiosa il televisore nel salotto. I signori Holmes ci pensarono un attimo, poi guardarono la figlia e notarono che aveva un’espressione a dir poco entusiasta. Con una profondo sospiro e con una miriade di preoccupazioni e di dubbi, acconsentirono.
Ryta si lasciò andare agli urli di gioia e abbracciò entrambi i genitori e il fratello Josh, che non aveva ancora capito nulla.
Qualche minuto dopo salutò i genitori ancora increduli, e si preparò a trascorrere una fantastica
ed interessante giornata…
**************
Quel giorno… lo ricordava come se
fosse stato ieri! Eppure erano trascorsi anni ormai… Visitare Diagon Alley era
stata la sua prima esperienza nel mondo dei maghi, e poi ne erano seguite tante
altre… ma quella fu anche la prima volta che…
**************
Ryta viaggiò attraverso il suo camino. Il signor Weasley le spiegò che aveva aperto la rete anche con il suo, almeno per quella giornata, e le indicò anche cosa doveva fare, per non uscire dal camino sbagliato. Il viaggio, fu un po’ scomodo e violento, ma in pochi secondi, furono a Diagon Alley.
Quando uscirono dal pub “Il Paiolo Magico”, Ryta si trovò davanti ad una lunga via, molto movimentata: maghi e streghe di ogni età e di ogni tipo, camminavano o correvano da un negozio ad un altro, altri parlavano o urlavano.
C’era una tale confusione, che in un primo momento gettò Ryta nello sconforto, ma non appena iniziarono a passeggiare per quel grande viale, tutto le sembrò vivace e straordinario.
"Allora Ryta, per prima cosa dobbiamo andare nella banca dei Maghi
Gringott, dove cambieremo i soldi Babbani che hai con quelli dei maghi, e poi…"
iniziò il signor Weasley, distrattamente prima di essere interrotto dalla
ragazzina.
"B-babbache?!" fece la ragazzina sconvolta.
"Babbani, Ryta! Noi maghi chiamiamo gli esseri umani che non posseggono poteri in questo modo." spiegò pazientemente il suo accompagnatore.
Ryta ci pensò un attimo con un’espressione contrariata.
Durante il tragitto, superarono negozi molto strani, che vendevano oggetti sconosciuti e
misteriosi, ma che fecero fremere ancora di più la piccola Ryta dalla
curiosità. Riuscì a frenare l’impulso di fiondarsi sulla vetrina dove erano
esposti dei manici di scopa, perché il signor Weasley le aveva detto che erano
giunti a destinazione.
Furono accolti da due folletti piccoli e brutti, che Ryta osservò con meraviglia, mentre entravano. Il signor Weasley le spiegò che la banca era gestita da quelle creature e osservandoli, la ragazza immaginò che dovessero essere molto furbe, se gestivano l’unica banca esistente tra i maghi.
All’entrata fu subito colpita dalla sfarzosità e dalla grandezza misteriosa del luogo. Anche dietro ai banconi si trovavano gli stessi folletti, che con fare scaltro, parlavano o osservavano i loro clienti.
Il signor Weasley si avvicinò ad un bancone e dopo averne salutato uno, prese i soldi che gli Holmes gli avevano dato in custodia per la figlia, e li cambiò in monete di bronzo, d’argento e qualcuna anche d’oro, che più tardi Ryta conobbe come Zellini, Falci e Galeoni.
Avevano quasi raggiunto l'uscita, quando incrociarono un gigante che fece sbigottire Ryta; aveva il volto ricoperto da una barba nera e cespugliosa, come i suoi capelli, e si notavano a malapena dei grossi ma dolci occhi neri e la linea della bocca che celava un sorriso. Il gigante accompagnava un ragazzino forse della sua stessa età, molto magro, con i capelli nerissimi tutti spettinati, e con gli occhiali che nascondevano gli occhi di un verde intenso.
"Oh ciao Arthur, anche tu a lavoro?" fece il gigante. Ryta
notò che la voce era perfetta per la
sua stazza, ma anche se era enorme, non sembrava affatto cattivo, anzi destò
molto interesse nella ragazza.
"Ciao Hagrid… sì, come vedi anch’io sto accompagnando un nuovo
studente, ma ora dobbiamo andare, abbiamo ancora tanto da fare!" spiegò il
signor Weasley sorridendo, mentre Ryta era impegnata ad osservare il ragazzino
accompagnato dal gigante. Doveva avere la stessa espressione che aveva avuto lei, quando era entrata nella banca. Rise
bonariamente per la sua espressione buffa.
"Ho capito, beh, allora ciao!" i due si salutarono.
"Bene Ryta, io direi di incominciare dalla bacchetta!" la
ragazzina controllò la lunga lista restando sbigottita per la grande quantità
di oggetti che dovevano comperare.
SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA
DI HOGWARTS
Uniforme
Gli studenti del primo anno dovranno avere:
Tre completi da lavoro in tinta unita (nero)
Un cappello a punta in tinta unita (nero) da giorno
Un paio di guanti di protezione (in pelle di drago o simili)
Un mantello invernale (nero con alamari d’argento)
N.B. Tutti gli indumenti degli allievi devono essere
contrassegnati da una targhetta con il nome.
Libri di testo
Tutti gli allievi dovranno avere una copia dei seguenti testi:
Manuale degli Incantesimi, volume primo, di Miranda Garrula
Storia della Magia, di Bathilda Bath
Teoria della Magia, di Adalbert Incant
Guida pratica alla trasfigurazione per principianti, di Emeric Zott
Mille erbe e funghi magici, di Phyllida Spore
Infusi e pozioni magiche, di Arsenius Brodus
Gli animali fantastici: dove trovarli, di Newt Scafandro
Le Forze Oscure: guida all’autoprotezione, di Dante Tremante
Altri accessori
1 bacchetta magica
1 calderone (in peltro, misura standart 2)
1 set di provette di vetro o cristallo
1 telescopio
1 bilancia d’ottone
Gli allievi possono portare anche un gufo, OPPURE un gatto, OPPURE
un rospo.
SI RICORDA AI GENITORI CHE AGLI ALLIEVI DEL PRIMO ANNO NON E’
CONSENTITO L’USO DI MANICI DI SCOPA PERSONALI.
Ryta fu accompagnata verso un negozio, con un’insegna molto vecchia, dove con caratteri che forse una volta dovevano essere dorati, c’era inciso: “Olivander: Fabbrica di bacchette di qualità superiore dal 382 a.C.”.
Venne accolta da un uomo piuttosto avanti con gli anni. Questi le spiegò che ogni bacchetta sceglieva il proprio mago e non il contrario, perciò dopo averle preso le misure non solo del braccio, ma un po’ di tutto il corpo, le fece provare diverse bacchette prima di trovare quella giusta.
Dopo una ricerca snervante, alla fine Ryta fu scelta da una bacchetta di legno di betulla, lunga dieci pollici e mezzo, flessibile, e con una piuma di fenice all’interno. La ragazzina uscì trionfante dal negozio, dopo aver sentito il signor Olivander, che proclamava che con quella bacchetta, avrebbe fatto grandi cose. Questo Ryta lo sperava davvero! Essere all’altezza di quella nuova vita non sarebbe stato facile, ma lei non si sarebbe arresa tanto facilmente.
Successivamente si diressero al Ghirigoro, il negozio dei libri, e poi per
altri negozi dove comperarono vari ingredienti per le lezioni di pozioni, un
telescopio e un baule per contenere tutto quello che aveva comprato. Era
pomeriggio inoltrato, quando si diressero all’Emporio del Gufo.
"Allora Ryta, puoi scegliere tra un gufo, un topo, un pipistrello, o un gatto, da portare con te ad Hogwarts!" spiegò il signor Weasley mentre mostrava la vetrina del negozio alla ragazzina.
Ryta guardò l'entrata del negozio pensierosa. "Mhmm… sinceramente odio i topi e i pipistrelli, e non mi alletta l'idea di avere un gatto! Perciò, non mi rimane che un gufo. Da quanto ho capito, porta anche la posta, vero?" chiese per conferma.
Il signor Weasley annuì, e accompagnò la ragazza nell'emporio. Non appena entrarono, Ryta notò subito l'esposizione all'interno di diversi gufi e civette. Alcuni erano davvero strani e dai colori più particolari; ce ne era uno addirittura bianchissimo.
Ma tutti quanti, diventarono ordinari agli occhi di Ryta, non appena posò il suo sguardo su di un bellissimo gufo: aveva il piumaggio molto particolare, con dei colori che andavano dal beige al marrone, al blu elettrico; ma la cosa che colpì maggiormente la ragazzina, era il suo sguardo: aveva un portamento fiero, ma sembrava triste e solo.
Ryta stava per avvicinarsi, incantata dallo splendore
di quell’uccello, quando il signor Weasley la riportò alla realtà.
"No Ryta, non avvicinarti a quel gufo! Ti farà del male!"
l'ammonì. La ragazzina si voltò verso la sua guida con aria interrogativa.
Il signor Weasley le rivolse uno sguardo dolce. "Vedi, è qui già da un po’ di mesi, ma nessuno osa più avvicinarsi, perché becca tutti quelli che provano a toccarlo." le spiegò con tono paterno, quindi, credendo che la ragazza avesse compreso e avesse deciso di lasciar perdere quella bestia poco gentile, riprese a parlare con il gestore del negozio.
Ma Ryta, nonostante il monito del suo accompagnatore, continuò a guardare il gufo incriminato. Lo sguardo triste che aveva non faceva altro che invogliarla ad avvicinarsi. Iniziò a fissarlo coraggiosamente negli occhi e l’uccello fece lo stesso. Si osservavano entrambi come ipnotizzati, mentre lei aveva iniziato ad avanzare lentamente e con sicurezza, alzando delicatamente il braccio, per potergli accarezzare il petto piumato. Le ci vollero alcuni istanti, prima di riuscire a toccarlo, ma alla fine il gufo si lasciò accarezzare.
Il signor Weasley fu distratto dalle risate di
Ryta, e voltandosi, con sua grande sorpresa, la vide che accarezzava dolcemente
il gufo che era sempre stato restio alla gente, tranquillamente appollaiato sul
suo braccio.
"Non… non ci posso credere! Ma come hai fatto?!" le chiese sbalordito.
Ryta si voltò sorridendo.
Dopo aver lasciato che l'uccello le becchettasse la mano in segno di riconoscenza, lesse il cartellino con le sue caratteristiche, che portava appeso ad una zampa. Sorrise allegra. "Bene, sei una femmina!" esclamò contenta. "Allora ti chiamerai... Luna... ho sempre desiderato chiamare così un mio animaletto..." volse gli occhi verso la sua guida. "Signor Weasley, è deciso, porterò Luna con me ad Hogwarts!"
L'uomo le sorrise posandole una mano sulla spalla. "Sei una ragazzina straordinaria, Ryta, davvero!"
Dopo
essere usciti dall'Emporio del Gufo, si diressero verso la loro ultima tappa: la boutique di abbigliamento di Madama McClan: abiti per tutte
le occasioni, per comprare l’uniforme scolastica.
Ryta fu accompagnata subito dalla proprietaria, nel camerino delle donne, perché prendessero le misure per l’uniforme. Mentre una signorina le appuntava gli spilli dove il tessuto era troppo lungo, per caso ascoltò la conversazione, che due ragazzi, facevano nel camerino adiacente al suo, quello degli uomini.
Non potè fare a meno di notare, quanto uno dei due esprimesse
superbia e arroganza, e quanto l’altro tentasse di non dargli troppa
confidenza, anche perché Ryta credette che quel ragazzo non sapesse minimamente
di quello di cui l’altro gli stava parlando e, di questo ne era sicura, nemmeno
lei.
Il ragazzo che si esprimeva con un tono di voce annoiato e
arrogante, iniziò a parlare di Hagrid, che Ryta riconobbe come il gigante che
aveva incontrato in banca, di misteriose case e di Quidditch, cose di cui era
completamente all’oscuro. Quando poi iniziò ad affrontare un certo argomento,
Ryta si irritò ancora di più.
"Io non penso che dovrebbero permettere agli altri di frequentare,
non trovi? Loro non sono come noi, non sono capaci di fare quello che facciamo
noi. Pensa che alcuni, quando hanno ricevuto la lettera, non avevano mai
neanche sentito parlare di Hogwarts. Secondo me, dovrebbero limitare la
frequenza alle più antiche famiglie di stregoni" fece quegli con voce
strascicata.
Ryta non ce la faceva più, la rabbia le aveva arrossato il volto, e presto sarebbe esplosa urlando. Come poteva permettersi quel ragazzo, di dire quelle cose? Era inconcepibile! Tutti avevano il diritto di frequentare quella scuola se ne avevano la capacità e tra quelle era ovvio che ci fosse anche lei. La sentiva come un'offesa nei suoi confronti.
Non appena uscì dal camerino, si fiondò verso
quel mago, e comprendendo subito quale dei due fosse, per lo sguardo altezzoso,
gli venne incontro urlando.
"MA SI PUO’ SAPERE CHI TI CREDI DI ESSERE?!" gli gridò contro rossa
in volto. Lo sguardo sorpreso di tutti i presenti, fece sì che Ryta si calmasse
un po’, per poi riprendere con tono acido.
"Come puoi dire che solo i figli dei maghi hanno il diritto di frequentare una scuola di magia! Non credi di esserti montato un po’ la testa?" spiegò meglio, cercando di moderare il tono.
Di fronte alle accuse di Ryta, il ragazzo si spazientì, e le
rispose con tono ancora più arrogante.
"No, come ti permetti tu, a dire certe cose! Se ai figli di Bab- o come cavolo li chiamate, arriva la lettera di convocazione, allora tu non hai nessun potere per impedirlo! Se proprio vuoi prendere in giro qualcuno, fallo a chi si comporta come te, oppure mettiti davanti allo specchio, così è uguale!" ribatté acida.
Dopo questa risposta, al signor Weasley, scappò un risolino, il che fece intendere a Ryta che anche a lui quel ragazzo doveva essere antipatico.
Il piccolo mago non riusciva più a dire
niente: era stato messo a tacere dalla parole di Ryta, perciò mentre l’altro
ragazzo la guardava divertito e più sollevato, lei si diresse verso la cassa, e
salutando la commessa, uscì dal negozio.
Il signor Weasley, ebbe appena il tempo di pagare Madama McClan, e
poi raggiunse la ragazzina recuperando il voluminoso baule che aveva lasciato
nell’ingresso.
"Complimenti Ryta, ti sai difendere veramente bene! Gliene hai cantate davvero quattro a quel ragazzo presuntuoso. Davvero complimenti!" le ripeté allegro.
Ryta si
rasserenò vedendo lo sguardo compiaciuto del suo accompagnatore. Poco dopo si
rese conto che il tramonto aveva già lasciato il posto alla sera, e la
prospettiva che sarebbe dovuta già tornare a casa, la intristì un po’.
Continua…
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Fine prima
parte... in effetti quando ho iniziato a scrivere mi sono resa conto che
risultava troppo lungo, perciò ho deciso di dividerlo a metà. Allora, cosa ne
pensate di questo nuovo personaggio? Non è un tipino un po' particolare? Adoro
come si scaglia contro Malfoy, e anche se per questo ricevo le minacce, non
solo della mia amica Luna Malfoy, ma anche di tutti i fans di Draco, vi avviso
che non mi importa! Cmq non disperate, non sono cattiva e vi assicuro che non
odio Draco Malfoy, ma per adesso dovrete sorbirvelo in questa chiave, poi... si
vedrà! Il prossimo capitolo sarà la seconda parte... mi raccomando,
RECENSITE!!!!
Ryta Holmes