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Autore: Black Iris    27/08/2014    1 recensioni
I Nephilim sono sia angeli che umani, sono tra le razze più ripudiate dal mondo, ma dalla loro esistenza dipende il destino del mondo. Il mondo è sull'orlo dell'apocalisse, l'inferno sta per riversarsi sulla terra, ma loro possono fermarlo, loro e gli angeli che si sono ribellati al paradiso.
Una famiglia stana e particolare: sei Nephilim fratelli, un padre angelo e una madre... magari meglio lasciare la sorpresa.
Buona lettura a tutti!
^_^
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ammon era nella sua armatura scura, con le corna da montone che sporgevano dall’elmo. Aveva lo sguardo fisso su di una sola città: Friburgo. Si osservò la schiena, l’unica ala gli cadeva dolcemente sulla schiena, come se stesse riposando. La contrasse e la aprì, aveva un’ala da demone nerissima, con le venature rosse e almeno due metri solo quella. Peccato che fosse una sola. Brandiva l’ascia e la agitava minacciosamente, era impaziente. Friburgo non stava definitivamente dormendo, ma certamente non era sveglia, che ci fossero degli angeli a fare da sentinelle era sicuro, ma assalirli e sgozzarli con facilità, per lui, era altrettanto certo. Dietro di lui un centinaio di demoni con l’armatura e le armi, posizionati e in ordine come prima di una guerra. Ammon fece loro segno di marciare verso la città prescelta e loro lo seguirono.
“Me la pagherai cara per il tuo affronto, Paride, molto cara.”
 
Keiran non riusciva a chiudere occhio, continuava a riflettere su quanto le cose sembravano successe come se fossero state programmate; Julia e la lettera misteriosa erano scomparse insieme e ciò era successo perché un demone si era infiltrato nella città, ma era proprio questo il particolare che non gli tornava. Lui stesso si era occupato di controllare il muro ed era certo che la città fosse al sicuro da qualunque pericolo. Come aveva potuto, quindi, un demone attraversare la città fino a casa di Julia, senza far scattare nemmeno una trappola o senza lasciare tracce? Secondo lui c’era la possibilità che tra di loro fosse una spia.  Ragionò a fondo sul possibile colpevole e alla fine rimase solo con una soluzione, una soluzione che il suo cuore continuava a trattare come inverosimile. Eppure sembrava che Aidan fosse l’unico che poteva aver aiutato il demone. Era l’unico ad aver mantenuto i contatti con Octavian, il che significava che forse neanche lui era molto affidabile, aveva guidato lui l’operazione del muro d’energia e aveva posizionato lui quasi tutte le trappole, per non parlare del fatto che toccava a lui fare da guardia al lato della città dove abitava Julia. Tutto era perfettamente incastrato, e poi c’era quel particolare che lo incolpava più di tutto il resto, il fatto che la lettera fosse indirizzata a lui. Quanto avrebbe voluto combattere la ragione e ascoltare il suo istinto, che gli diceva che non poteva essere Aidan la spia! L’indomani gli avrebbe avrebbe parlato apertamente prima di partire per la caccia e sperava tanto che avesse delle giustificazioni meno vaghe di quelle che aveva dato fino ad allora.
 
Vivian osservava la luce della luna che filtrava dalla finestra della sua stanza, così come succedeva da quando avevano quella casa dispersa nel bosco. Ilaj stava dormendo nella stanza affianco e affianco ancora c’era Adele che mangiava le anime che le aveva preso la mattina. Da quando aveva cominciato la sua cura stava decisamente meglio, gli occhi erano tornati normali e generalmente i suoi discorsi avevano molto più senso, era davvero pronta per una possibile apocalisse, con tutto il potere che aveva assorbito era diventata il demone più potente che avesse messo piede sulla terra.
Come tutte le sere la luce della luna filtrava dalla finestra e lei si compiaceva della sua visione. Prese il libro che stava leggendo prima di incantarsi e lo ripose a posto vicino a tutti gli altri. Aveva addosso un vestito da notte bianco corto fin sopra le ginocchia e aveva i capelli sciolti e arruffati, non si era neanche fatta il bagno. pensò che fosse ora di andar a dormire e riposarsi, visto che l’indomani sarebbero entrati a Friburgo, nella casa dei Nephilim e avrebbero finalmente fatto la loro comparsa, sperando che Paride accettasse un’alleanza contro gli altri demoni. Era così strano pensare che lei a differenza di quelli della sua razza era di animo buono, ma attribuiva questa bontà al gesto che aveva fatto tanti anni fa Ilaj per lei, non solo quando l’aveva salvata, ma anche quando l’aveva rimandata sul mondo dei vivi dall’oblio e non ce l’aveva mai fatta tornare. Attribuiva il suo cambiamento successo centenni fa al fatto che Ilaj si era comportato con lei. “Se tutti i demoni vivessero delle esperienze con dei sentimenti umani anche loro sarebbero buoni” si diceva prima di sdraiarsi.
Appena appoggiò la testa sul cuscino sentì come un rumore di armature in movimento e l’orribile odore del zolfo la fece tossire violentemente. Si alzò allarmata dal letto e si avvicinò alla finestra per vedere cosa succedeva fuori da quella casa. Un esercito di demoni marciava verso Friburgo, davanti a loro una figura di demone allo stadio finale si muoveva fiero, dalla sua schiena una sola ala, la sua armatura nera, la sua figura possente; Vivian non aveva dubbi su chi fosse.
Corse nelle altre stanze a svegliare Ilaj e Adele. Il primo dormiva un sonno profondo, come se non avesse chiuso occhi da quando era morto, mentre la sua padrona, stanca era andata a letto poco prima di lei.
Videro l’esercito marciare a venti metri da terra, camminando come su un suolo e tutti riconobbero la figura che li guidava.
Entrarono a casa, nel seminterrato, dove c’era ancora il rito con cui Vivian era entrata a Friburgo, avrebbero usato quello per avvertire gli angeli, che dormivano beatamente nella città, ignari del pericolo incombente.
  
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