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Autore: MaJo_KiaChan_    27/08/2014    3 recensioni
Salve a tutti!
Questa è la mia prima fanfiction su questo fandom, spero vi piaccia!
Parla di tutto ciò che accade prima della famosa light novel Ojamajo Doremi 16, ovvero quello che è successo alle medie.
Ci sarà ovviamente Doremi e forse anche le altre ragazze!
Buona lettura!
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doremi Harukaze, Tetsuya Kotake
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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≈ Ojamajo Doremi Before Sixteen ≈
 
Capitolo XV: Gelosia?

La scuola è ricominciata ormai da poco più di un mese. Inizialmente, stare in classe con Tetsuya è stata dura: non sapevo come comportarmi dato che ormai sapevo che nutriva dei sentimenti per me, ma poi ho sentito la necessità di prestare più attenzione a lui (certo l’imbarazzo c’era ancora, ma non potevo evitarlo per sempre.) L’ho osservato durante le lezioni, quando giocava a calcio nel cortile scolastico e all’ora di pranzo.
È stato difficile non dare nell’occhio o fargli suscitare qualche sospetto, tuttavia ho potuto notare delle cose che prima non sapevo. Sembra che quando è agitato, durante le interrogazioni ad esempio, si porti ogni tanto la mano destra fra i capelli, percorrendo la testa fino alla nuca. Oppure quando gioca a calcio e sbaglia un passaggio si morda sempre il labro inferiore.
Altra cosa che ho notato è che a mensa scarta i fagioli. Credo non gli piacciano per niente.
<< Ah… >> sospiro pesantemente. Tutto si fa più difficile quando si è coinvolti nell’amore.
Ora sono al terrazzo della scuola. C’è la pausa merenda, quindi chi vuole può stare fuori dall’aula, in cortile o anche qui. Solo che sul terrazzo ci vengono in pochi. È per questo che mi piace: posso rimanere sola con i miei pensieri e, ultimamente, ne ho davvero bisogno. Ricordo che con le altre ci venivo spesso alla vecchia scuola per chiacchierare. Mi mancano da morire. Se solo fossero qui, a quest’ora avrebbero potuto consigliarmi cosa fare, dato che non ne ho la più pallida idea.
Mia madre dice di dare retta al cuore, ma che significa? Ah, perché sembra tutto un enigma? Comincio a pensare che forse era molto meglio se continuavo a vivere la mia vita senza sapere niente di niente di ciò che provava Tetsuya per me.
Mi appoggio alla ringhiera con le braccia, il freddo metallo è così rovinato dal tempo. C’è perfino un po’ di ruggine qua e là. Mi sporgo piano e guardo nel cortile scolastico: delle studentesse forse del primo anno stanno correndo un po’ per tutto il campo da calcio, sono così felici.
All’improvviso sento un rumore brusco. Mi guardo intorno, colta di sorpresa.
<< C’è qualcuno? >> chiedo, leggermente spaventata.
Non si fa avanti nessuno e per un attimo credo di aver fatto una figuraccia. Ma dai, chi vuoi che ci sia!
<< Solo io. >> la voce proviene da un angolo nascosto della terrazza.
Alla luce del sole posso finalmente riconoscere la figura che mi spiava. Un momento, ma quello è << Kotake? >> Resto un attimo confusa. << C-che cavolo ci facevi lì dietro? >>
<< Ehm, ecco… >> Sembra leggermente nervoso e si passa una mano fra i capelli corvini. << Niente. >>
Alzo un sopracciglio. << Ah, no? >>
Si avvicina e si appoggia alla ringhiera con la schiena. << È solo che sei così strana ultimamente. >> volta lo sguardo, incrociando i miei occhi. Mi mordo un labbro. Magnifico, e io che credevo di non aver destato sospetti. Sono proprio una scema!
Non parlo, mi stringo solo nelle spalle tenendo lo sguardo fisso sulla gonna della divisa.
<< Allora? >> chiede, è veramente preoccupato.  << Dai, che succede? >>
<< Non lo so. >> dico in un soffio.
<< Che vuoi dire? >>
Ah, non voglio che si preoccupi! Devo essere quella di sempre altrimenti avrà ancora più sospetti. Incurvo le sopracciglia e cerco di sorridere << Ah, tranquillo. Non è successo proprio niente. Niente di niente, davvero. >>
<< Sicura? >>
<< Sicurissima! Eheh… >> esclamo grattandomi nervosamente la nuca.
<< E dai, non fingere. >> mi ammonisce << So riconoscere quando lo fai. >>
Emetto un sonoro sbuffo. È così determinato: i suoi occhi sono così penetranti e vogliosi di saperne di più. Diamine, che situazione! Non posso mentire, ma neanche rivelargli tutto. Dovrò restare vaga: << È che è un periodo strano. >> ammetto abbassando lo sguardo. << Ma non è nulla. >>
<< Guarda che se vuoi puoi parl- >> lo anticipo.
<< Oh, sembra che la campanella sia suonata! >> improvviso. << Bene >>, batto le mani, << Credo sia meglio andare. >>
Lui non se la beve e si mette davanti a me. Prima sposta lo sguardo a terra, ma poi lo rialza deciso. << Io… non so che cosa ti sta succedendo e vorrei aiutarti. >> sussurra << Ma non vuoi proprio parlarne, giusto? >>
Annuisco debolmente, ma credo che non l’abbia notato. Tengo il volto fisso sulle mani unite, perdendomi nei miei pensieri. È proprio vero: Tetsuya è cambiato, è maturato; non sembra più il ragazzino delle elementari, quello che faceva di tutto per farmi degli scherzi o prendermi in giro, anche se so che lo faceva per attirare la mia attenzione.
Sospira piano, dispiaciuto per non potermi aiutare di più...
Non voglio che si senta come se non mi fidassi di lui.
<< Senti, io…! >> esclamo mettendo accidentalmente un piede sulla piccola pozzanghera a terra, finendo col cadere di sedere. << Ahi, che botta! >> possibile che faccia sempre qualche danno? Lui è cambiato, ma io resterò sempre-
 << La solita Dojimi. >> mi aiuta ad alzarmi.
<< Oh, la divisa! >> dico osservando la gonna blu bagnata dall’acqua piovana.
<< Che è successo? >> chiede lui, poi capisce. << Ahahah! Ora sembra che tu te la sia fatta sotto! >>
Che imbarazzo… Rettifico! Se pensavo che fosse cresciuto, beh non lo è proprio. << Taci, Kotake! Se solo ti fosse capitato a te sai che risate che avrei fatto! UFF! >>
<< Ah, sì? Guarda qua. >> mi dice lui. Ma che fa? Sembra stia cercando qualcosa quando si avvicina ad un’altra pozza d’acqua. << E op! >>
<< Sei impazzito?! >> lo guardo sorpresa. Ha fatto la stessa cosa di quando eravamo sulle scalinate del tempio alle elementari. << Potevi farti male! >>
<< E no, ora ridi. >> esclama lui, ancora a terra.
<< Cosa? >>
<< Avevi detto che se fossi caduto avresti riso. >> questa poi…! Lo aiuto a rialzarsi, ma appena in piedi comincia a farmi il solletico sulla pancia.
<< Ahahah~! Smettila! >> rido come non mai.
<< Certo che solo così sai fare un sorriso, eh? >> continua con il suo gioco << Prometti che non farai più quella faccia? >>
<< Quale, ahahahah, faccia? >>
<< Quella triste, di poco fa. >>
<< Cosa? >> in quel momento smette di farmi il solletico ed assume un volto serio.
<< Beh, sì insomma… >> tentenna << Non voglio che tu ti senta giù di morale. >>   
Sorrido, chiudendo gli occhi. << Sai, mi sento già meglio! Grazie, Tetsuya! >>
<< Ma io non ho fatto niente. >>
<< Sbagli. >> lo rassicuro << Hai fatto molto per me. >> dico riferendomi un po’ anche a tutte quelle volte in cui mi sono trovata in difficoltà e lui c’era, c’era sempre.
Il corvino sorride grattandosi piano la guancia destra. Poi arrossisce un po’, ma senza darlo a vedere.
<< Anche perché ora saremo in due a dare nell’occhio non appena entreremo in classe! >> sorrido al sol pensarci.
<< Ah, ecco perché! >> ride anche lui, divertito << Dai, andiamo a fare questa figuraccia e togliamoci il pensiero! >>
Annuisco felice e con appoggio reciproco ci dirigiamo all’interno dell’Istituto.    
                                                                                        
***
 
Qualche giorno dopo.
 
Stare a scuola d’autunno non è per niente facile. Devi vestirti a strati e portarti sempre dietro un ombrello, dato che il tempo cambia continuamente. O almeno così è stata questa settimana.
<< Uffa, ieri ha piovuto tutto il giorno e oggi invece c’è il sole? >> mi accascio con la testa sul banco. Perfino il tempo sembra confuso quanto me.
<< Però devi ammettere che non si sta tanto male. >> si gira dal suo banco, Nanako.
<< Lo so, ma mi sta mandando in tilt questo meteo. >> porto una penna sulle labbra, cercando di farla stare in equilibrio.
<< Beh, meglio il sole che grandine e neve. >> anche Marina, alla mia destra, si aggiunge al discorso. << Almeno le piantine della scuola non si rovineranno. >>
La penna cade.
<< Tieni davvero tanto alle piante, eh? >> lei sorride annuendo. Ricordo come se fosse ieri quando, in terza elementare, un nostro compagno di classe si era fatto in quattro per proteggere le aiuole sul giardino della vecchia scuola. Era anche un modo come l’altro di far pace con Marina, dato che avevano litigato. E pensare che girava voce che tra quei due fosse sbocciato qualcosa! << Hihi, >> sghignazzo. << A proposito, come vanno le cose con Takao-kun? Ieri vi ho visti parlare soli soletti. >> faccio un sorriso malizioso.
Lei scuote la testa, arrossendo un po’. Poi mi dice << Siamo sempre stati solamente degli buoni amici, ci vediamo ogni tanto, ma niente di che. Cioè, a me lui piace, ma sono troppo timida per confidarglielo. Inoltre mi ha detto che alle superiori vuole scegliere un liceo importante. A quanto pare, quindi, saremo in scuole diverse. >> inclina il viso verso il basso.
<< Capito… >> annuisco. Le metto una mano sulla spalla. << Non devi esserne triste. >>
<< Cosa? >>
<< Vedrai, andrà tutto bene. Sono sicura che se la vostra è una forte amicizia durerà, anche se siete lontani. >> So benissimo cosa sta passando la mia amica. << E poi, sono certa che troverai il momento adatto per dirglielo. >>
Lei mi sorride caldamente. << Grazie, Doremi-chan. >>
<< Arriva il sensei! >> esclama un ragazzo.
Sbuffo, voltandomi verso la finestra. Il bagliore del sole è così forte che mi costringe a socchiudere gli occhi.
Mi sarei fatta volentieri un bel pisolino, ma proprio in questo momento è entrato in aula il professore.
<< Fantastico… >> sussurro senza farmi sentire.

 
***
      
Finalmente è ora di educazione fisica! Non sono stata mai felice di fare questa materia come oggi. Non ce la facevo davvero più con quella voce irritante dell’insegnante di matematica. Almeno così starò un po’ all’aperto.
Nell’aula in questo momento non c’è nessuno: si stanno tutti cambiando negli spogliatoi. Tra poco ci andrò anch’io, ovviamente, << Se solo riesco a trovare quella dannata tuta! >>. Frugo per la terza volta nello zaino, ma sembra proprio che l’abbia dimenticata a casa.
<< Ahh~! Ora chi glielo dice al professore? >> esclamo con i lacrimoni. << Se mi faccio vedere in divisa scolastica mi manderà in punizione! >>
A malincuore decido comunque di andare in cortile, insieme al resto della classe.
 
***
 
<< Oh, eccoti Doremi-chan! >> esclama un’altra mia compagna di classe, Makoto. << Ma dov’è la tua tuta? >>
<< Ti prego, non me lo ricordare… >> sussurro. Poi mi guardo intorno << Non vedo il sensei. >>
<< Non è presente oggi. >> si avvicina Sujiyama, << Sembra che abbiamo un’ora libera~! >>
AH, finalmente! Per una volta posso dire di essere la ragazza più fortunata del-
<< Un momento. >> mi fermo all’improvviso. << Ma quelli giocano lo stesso a calcio. Si può? >> indico Tetsuya e gli altri.
<< A quanto pare… >> alza le spalle il castano.
 
***
 
Passare l’ora di ginnastica a chiacchierare e a non far niente è stato davvero rilassante. Ora c’è la pausa merenda, sarà meglio andare.
 
***
 
Finisco quasi subito di mangiare e poi torno in cortile. Non ho voglia di restare da sola in terrazza. L’altra volta lì c’era anche Kotake e non vorrei proprio incontrarlo. Non per niente, anzi. Quel giorno mi ha fatto sollevare un po’ il morale, ma non so perché da quella volta quando lo vedo sento qualcosa nello stomaco. È una sensazione strana, così evito di fare altre figuracce avendolo attorno.
Tuttavia le mie aspettative di non incontrare quel fanatico del calcio, vanno a farsi benedire. Ruoto gli occhi al cielo. Perché in questo periodo lo incontro sempre quando non voglio?
Giro l’angolo. Beh, probabilmente vorrà ancora fare due tiri in porta (come se non gli fosse bastata un’intera lezione).
Lo osservo da dietro un albero dal fusto molto largo. Da qui posso passare inosservata, o almeno spero.
Oh, eccolo lì. Sapevo che sarebbe andato a calciare quel benedetto pallone.
Il cortile è così pieno di studenti, spero nessuno mi veda. Uh, ma quelle ragazzine sono così basse! Che carine, forse sono del primo anno… ma certo! Sono le stesse che avevo visto dalla terrazza. Sembrano così legate, beate.
D’improvviso una di loro si stacca dal gruppo, indicando alle altre qualcuno all’interno del campo da calcio. Ma non c’è nessuno a parte-
<< Non mi dite che… >> mi sporgo più in avanti per cercare di vedere meglio se effettivamente stesse indicando quella testa quadra di Tetsuya. Rimango sconcertata, ma capisco che sta veramente indicando verso lui.
Non appena le altre osservano il ragazzo in questione rimangono a bocca aperta, arrossendo una dietro l’altra.
<< Puah! No, adesso questa me la devono spiegare. >> sussurro. << Come si fa a trovare attraente uno come- >>
Decido di osservarlo con più attenzione, e stavolta non devo distrarmi con dei futili particolari. Voglio provare a vedere meglio il ragazzo che è diventato. Voglio capire se mi piace veramente.
Il vento che gli scompiglia i capelli, il suo sorriso quando fa goal, quegli occhi così pieni di vita…
Mi strofino nervosamente gli occhi. Ma è davvero lui?
<< Eh, sì. >> rimango imbambolata a fissarlo ancora per un bel po’. Da quando è diventato così carino? Calcia un altro goal in porta e poi alza lo sguardo, si è accorto che lo stavo fissando. Alza un sopracciglio.
Oh, no. Mi ha visto, mi ha visto, mi ha visto~!
Mi giro di scatto con la schiena all’albero. Le pupille dilatate, il cuore che non ha mai battuto così tanto in vita mia…
<< Che cavolo mi succede?! >>
 
***
 
Corro come un’ossessa dentro scuola e mi barrico all’interno dei bagni femminili, chiudendo velocemente a chiave la porticina.
Porto le mani alle tempie, facendo ampi movimenti circolari come per calmarmi, ma con scarsi risultati. << Non è possibile, non è possibile, non è possibile… >> sussurro, nervosa.
D’improvviso qualcuno bussa alla porta della toilette.
Non rispondo subito, dato che nella mia testa ormai c’è solamente l’immagine di Tetsuya che mi guarda interrogativo e quelle ragazzine che quasi svengono solo a vederlo.
Altre immagini, altro bussare.
<< Ma perché lo seguo dappertutto ultimamente? >> dico a bassa voce dandomi un pugnetto sulla testa. << Sono stata una scema, è ovvio che si è sentito osservato. >>
Le mani fra i capelli tirano così tanto, possibile che non riesca a calmarmi?
<< Ehi, un attimo: è lui quello che mi capita sempre davanti! >> affermo decisa, poi di nuovo l’ansia mi affligge. << Però mi sono nascosta io dietro a quell’albero per osservarlo… >>       
Altri rimpianti, altro bussare sempre più forte.
<< Certo che quella faccia poteva benissimo risparmiarsela! Non mi pare di essere sembrata una stalker! >>
 
_ TOCK, TOCK, TOCK!!!_      
 
<< Ehi! >> fa una vocetta acuta. Possibile che debba stare qui dentro solo perché ho dei risentimenti? Andiamo, devo reagire!
<< Ma non c’è nessuno allora? >>
<< TI SEMBRA CHE SIA LIBERO?! >> dico aprendo la porta del bagno, ritrovandomi davanti una ragazzina dai capelli lunghi e castani che mi guarda spaventata. Richiudo a chiave e quella scappa via urlando.
Incrocio le braccia, offesa più che mai, ma poi mi rendo conto di quello che ho fatto. Ma che mi prende…? Non era questo che intendevo per reagire. Ah, certe volte sono un disastro.
Sblocco la serratura ed esco dai bagni.
 
***
 
<< Sono a casa! >> finalmente, non avrei resistito un minuto di più in classe.
<< Bentornata, Doremi! >> fa papà dal salotto, scostando lo sguardo dal giornale.
<< Dove sono Poppu e la mamma? >> gli chiedo, avvicinandomi.
Gira un’altra pagina del quotidiano, e poi mi risponde: << Tua madre ha accompagnato Pop a comprarsi un nuovo vestito, sai per la recita che terranno alla sua scuola. >>
<< Ah, già! >> sorrido ricordando quando quella peste me lo aveva detto. Era così felice. << Beh, immagino che non ci metteranno poco. Se mi cerchi sono in camera mia. >> Lo saluto e salgo al piano di sopra.
 
***
 
Il giorno dopo.
 
<< AAAAH! >> urlo, saltando per la millesima volta dal letto. << Dannate ragazzine! Ma perché faccio sempre lo stesso sogno?! >>
Mi massaggio il fondoschiena, provando a rialzarmi. << Che ore saranno? >> Osservo con occhi assonnati la sveglia sul comodino e alzo le sopracciglia accorgendomi che sono appena le cinque del mattino. << Cosa?! >>
Non è possibile, mi ero risvegliata dieci minuti fa! E sempre per lo stesso dannato incubo.
OK, non dormo più. Basta, non posso permettere al mio subconscio di avere la meglio! Resterò sveglia fino a domani mattina!
 
E tre minuti dopo… sono ricaduta nel mondo dei sogni!
 
Mi ritrovo nel cortile scolastico, è pieno di gente. Sono nascosta dietro un albero dal tronco largo…
<< Un momento. >> esclamo all’improvviso << Questa scena l’ho già vista! >>
Le ragazzine del primo anno corrono tutte verso Tetsuya urlando e abbracciandolo. << Ok, questa cosa non era successa ieri… >> chiudo gli occhi. Sento un nervo pulsare sulla testa, ma cerco di calmarmi.
D’improvviso ne sento una esclamare << Kya~! Kotake-san, quanto sei bello! >>
Sgrano gli occhi, stringendo nervosamente le mani in pugni. Le nocche diventando quasi bianche data la pressione esercitata. << Ok, devo rilassarmi… non c’è niente di male. Anche io andavo dietro Igarashi, e lui era più grande di me! >>
Faccio un respiro profondo, la cosa sembra calmarmi, ma poi la stessa ragazzina che ha urlato poco prima dà un bacio sulla guancia di Tetsuya e lui arrossisce vistosamente, cercando di togliersele tutte dai piedi.
<< Anf… anf… >> il mio respiro diventa più agitato. Possibile non riesca a stare calma?
“Lo stanno soffocando, Doremi. Devi fare qualcosa. Subito.” Mi ricorda la mia vocina.
Esco dal mio nascondiglio, oramai la rabbia prevale su di me. << Oh, voi quattro! >> urlo andando nella loro direzione. Il corvino mi guarda confuso, loro, invece, indispettite.
<< Chi sei tu? >> fa la castana. Ehi, ma quella è la stessa dei bagni della scuola!
<< E che vuoi da noi? Non vedi che siamo impegnate? >> esclama un’altra, dai capelli biondi legati in alto da una coda. Le altre due rimaste si limitano a copiarla.
Non ci vedo più e finisco con l’urlare: << Smettetela di tormentarlo! >> mi sposto davanti a Kotake.
<< Semmai smettila tu! >> si mette in mezzo una più bassa, con gli occhiali.
<< Già, noi facciamo quello che ci pare. >> la affianca una coi capelli corvini e corti.
<< Questa poi! >> esclamo << Come vi permettete di trattarmi così? Sono più grande di voi. >> incrocio le braccia, chiudendo gli occhi.
<< E allora? >> dice la castana << Non significa niente. E poi scusa sei gelosa, tesoro? >>
<< Io non sono gelosa di nessuno! >>
<< No? E allora perché non vuoi che ci avviciniamo a lui? >>
E finiscono tutte a ridere.
<< FINITELA! >> urlo, risvegliandomi nel letto. Non ci credo: non sono riuscita a restare sveglia neanche per un po’? Uff, le coperte sono ormai disfatte e per terra. << Guarda qua che ho combinato… >>
Porto i piedi scalzi sul pavimento freddo. Mi alzo e cerco di sistemare alla meglio il letto, ma un capogiro improvviso mi blocca, facendomi cadere a terra.
Il cuore batte ancora fortissimo, non so più che fare. Sarà la terza volta, stanotte, che faccio sempre lo stesso sogno… o incubo.
<< Perché sono così nervosa? Tengo davvero tanto a lui che non voglio che nessuno gli si avvicini neanche in sogno? >>
Porto una mano sulla testa, percorrendola fino alla nuca.
<< Questo gesto. >> mi sorprendo. << L’ho osservato così tanto… >> abbasso lo sguardo a terra.
 << Oh, santo Cielo! Doremi, tutto bene? >> non mi ero per niente accorta che mia madre fosse entrata in camera. Socchiudo gli occhi, infastidita per la luce.
<< Beh, sì. Sono solo caduta dal letto, ahi, ahi. >>
<< Mi farai prendere un colpo prima o poi, sai? >> mi sgrida lei. << Ma che è successo? Hai fatto un urlo poco fa! >>
<< Non era niente. Solo un incubo. >> mi aiuta ad alzarmi e ci sediamo sul materasso. Stiamo diversi minuti così: lei che mi accarezza i capelli sciolti e io appoggiata con la testa sul suo petto. È l’unica in grado di farmi calmare in un solo istante.
Dopo poco mi bacia la fronte: << Se hai bisogno di qualcosa chiamaci, ok? >> annuisco e mi abbraccia. Se ne va chiudendo la porta dietro di sé, anche se dalla sua espressione capisco chiaramente che è ancora preoccupata. La camera torna scura e buia.
Comincio a pensare di stare impazzendo. Andiamo, non posso sognarmelo ogni tre secondi, per di più sempre con lo stesso stormo di ragazze dietro! Quelle lì mi danno un fastidio… e non so neanche perché!
“Forse non vuoi che qualcuno si appiccichi a lui.”
<< Figurati, è impossibile! >> sussurro a me stessa. Poi ci ripenso meglio: forse quel che sto provando è…
“Gelosia?”
Rimango impietrita per averlo solo pensato.
 << Se lo sono… >> sussurro, << Vuol dire che mi piace. >>
Sgrano gli occhi, non posso credere di averlo detto. Forse mi è sempre piaciuto, ma non me ne sono mai accorta. Comincio a ripensare a tutte le cose passate insieme e poi, per chissà quale motivo, sorrido, sentendo le guance in fiamme.
<< Sto delirando… >> mi butto di schiena sul letto, distendendomi come prima. Porto il cuscino in faccia, cercando di frenare questo calore che sento sulle gote, ma con scarsi risultati.
Il buio e la stanchezza dominano su di me e finisco per l’addormentarmi di nuovo. Non so perché ma stavolta ho la netta sensazione che non farò altri incubi.

 
 
ANGOLO AUTRICE:
E dopo un po' di ritardo, ecco a voi il quindicesimo episodio! xD
Finalmente Doremi ha capito cosa prova per Tetsuya! Non sapete quanto è stato difficile scrivere questo capitolo specie la parte finale, perché non volevo che cadessero nell'OOC. Devo dire che non sono tanto convinta del risultato, ma spetta a voi giudicare. Spero di non aver fatto scemenze perché volevo carcare di scrivere qualcosa di decente dato che ci stiamo avvicinando sempre di più alla fine! Già sento che mi mancherà questa storia! T^T
A proposito, il sedicesimo capitolo è quasi fatto e non vi dico che emozione è stata scrivere la fine di questa fanfiction. Non so però se sarà davvero davvero l'ultimo perché volevo inserire un pezzo per descrivere quello che avviene dopo la fine della storia e credo che ci sarà un epilogo.
Non è ancora certo, ci devo ancora pensare. Intanto se volete potete commentate questo capitolo! ^o^ Fatemi sapere cosa ne pensate: ogni vostra recensione mi scalda il cuore, davvero.
Vorrei anche ringraziare tutti voi che state leggendo da bravi lettori silenziosi, chi ha messo nelle seguite, preferite, ricordate e chi mi è sempre stato vicino. Inoltre un grazie anche a DioMagoPrescelto99 che ha iniziato a leggere la fanfiction da poco e che sta recensendo pian piano i capitoli. *^* Sono senza parole.
Al prossimo capitolo intitolato "La lettera!" *w*
Stay Tuned! ;)

MaJo_KiaChan_


 
  
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