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Autore: Itsakira    28/08/2014    2 recensioni
Una sbronza colossale può farti vomitare i tuoi sentimenti senza nemmeno rendertene conto; può spingerti a fare la chiamata più stupida che, da sobrio, non avresti mai fatto. Oppure ti aiuta a trovare una scusa quando ti manca e non sai come dirglielo. E chi sta dall'altra parte, è davvero disposto a passare la notte in bianco per te?
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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« Questa storia non ha un inizio e non ha una fine, quindi non so proprio come raccontartela a dire il vero, ma mi hai domandato cos'è successo l'altra sera e non trovo niente che mi impedisca di risponderti. C'è questa ragazza - una ragazza qualunque, capelli scuri e occhi due buchi neri, sempre ben vestita, borsa firmata al braccio e orgoglio da vendere; insomma, la classica perfettina e stronzetta che incontri nella tua vita almeno una volta e che finisce col rovinartela senza muovere un dito, perchè fai tutto tu. C'è questa ragazza, dicevamo, che sette notti mi fa mi ha chiamato, nel cuore della notte, senza preavviso, così: mi sono ritrovato a sentir squillare il cellulare e, leggendo il suo nome sul display - un nome da bastarda, come puoi immaginare - ho risposto subito incuriosito dalle sue intenzioni. Ansimava, ma non come se fosse eccitata, no, te lo giuro, non mi guardare così! So benissimo come si fa, in quei casi. Ansimava come se soffrisse. Potevo sentire altra gente urlare e ridere, ma lei respirava a fatica e io non sapevo cosa dire.
"Lu..?" ho provato a chiamarla, ma il suono che sentii dopo fu un conato di vomito e ragazze che chiamavano il suo nome, senza fermare la ridarella.
A quel punto avrei voluto chiudere la chiamata, che potevo farci se si sentiva male? Non avevo mica una medicina a portata di mano. Ma lei disse, balbettando: "Ti prego, Josh, vienimi a prendere" e io, senza nemmeno pensarci su, sono corso ad aiutarla. Arrivato sul posto da lei indicato, mi sono guardato intorno, e non c'era. Sì, proprio così: di Lu nessuna traccia. Ho chiesto persino al barista, e niente. Il giorno dopo l'ho incontrata in città. Era vestita tutta agghindata. Una così non te la immagini ubriaca, piuttosto ti da l'impressione di una astemia o quasi, di una che piuttosto assaggia vini pregiati e va a letto solo con gente importante, e invece no. Comunque, mi ha visto, mi ha guardato con aria da sufficenza e ha detto "Beh, che hai da guardare?", così me ne sono tornato a casa pensando a quanto sarebbe stato bello mandarla a fanculo e frequentare qualcun'altra. Comunque, le chiamate notturne si sono verificate altre quattro volte, e tutte finivano allo stesso modo. Io andavo dove lei mi diceva, e non la trovavo mai. Mi sentivo un'idiota, soprattutto perchè ho realizzato che erano assurde vendette per quello che ho fatto, un mese fa, quando abbiamo rotto. Il fatto è che lei riusciva sempre a fottermi, in quei giorni. Come facevo a resistere alla sua irritante (e adorabile!) vocina mentre mi chiedeva aiuto? Improvvisamente volevo essere il suo eroe, e lei lo sapeva. Sembra quasi che la separazione abbia avuto effetti collaterali per me e benefici per lei, perchè sento il bisogno di vederla, di ascoltare i suoi problemi, di aiutarla a farle passare la sbronza, quando serve. Comunque, dicevamo, l'altra sera mi ha chiamato, come al solito, tutta preoccupata, e fatta, soprattutto. Biascicava cose senza senso. Parlava di stazioni, di programmi tv, di biancheria intima, di spazzole...ma ho ascoltato proprio tutto. Poi ha detto quella frase, quella formuletta magica. "Ho bisogno di aiuto, Josh, ho bisogno di te. Vienimi a prendere." e io, per tutta risposta, mi sono infilato di nuovo sotto le coperte.
Lu ha cominciato a piangere, ma io ero irremovibile. Le ho chiesto perché mi chiama solo quando è sballata, e il suo fiume di parole si è arrestato di botto. Potevo immaginarla in quel momento in modo preciso senza difficoltá: toccarsi i capelli e modersi il labbro senza sapere cosa dire. Ho aspettato, al telefono, in silenzio.
Ho aspettato e aspettato. »
« Non capisco dov'è il problema. Lei è solo una donna viziata e snob, che a volte si lascia andare. Tutte hanno un segreto, e il suo è questo. Lo sai bene. »
« 
Ed è quello che ho pensato anch'io, mille volte, per togliermela dalla testa. »
« 
Vai al punto, Josh. »
« Il resto sai già com'è andato a finire, se di fine si può parlare, ma davvero non mi pento di non averla raggiunta, quella notte. Quella mia assenza era proprio meritata. Non era sbronza, nè fatta, ne ero sicuro. Era solo scema. E stronza. E bellissima.
E la cosa buffa sai qual è?
Che lei crede di avermi spezzato il cuore, mentre solo adesso penso di aver capito di averne uno.
Invece sono convinto di averla ferita io.

Solo che lei, ancora, non lo sa. »



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La storia di Josh e Lu l'ho scritta di getto, senza nemmeno rileggere per bene ogni frase, ascoltando gli Arctic Monkeys in "Why'd you only call me when you're high?". Non so se considerarla una fan fiction, visto che ho trovato spunto solamente dal titolo e mi sono fatta guidare dalla musica.
Spero vi piacerà, perchè ho scritto in un modo che non avevo mai fatto prima. Recensite, recensite!

Itsakira.
  
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