Libri > Maximum Ride
Segui la storia  |       
Autore: millyray    28/08/2014    1 recensioni
Pare che finalmente la vita di Max e del suo Stormo stia per prendere una svolta decisamente importante e, forse, persino irreversibile con l'incontro di due ragazze, Jo e Shary, non molto diverse da loro, che sanno cosa significa essere in fuga, rischiare la vita e vivere nella paura.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

LA LUCE DEI MIEI OCCHI

CAPITOLO VENTIQUATTRO

Charley finì di mangiare il suo toast, l’unica cosa che si era preparata per cena visto che la madre era al lavoro e non le piaceva molto mangiare da sola. Quindi si era preparata solo un piccolo spuntino per non dover sopportare lo stomaco brontolante tutta la notte.

Fece un po’ di zapping in tv non trovando niente di interessante, come al solito. Facevano di nuovo le vecchie puntate di Beverly Hills, che ormai aveva visto tutto e le avventure di Brenda, Brendon e dei loro amici le conosceva a memoria. Odiava fare le stesse cose che aveva già fatto una volta, era come uno spreco di tempo per lei.

Alla fine, però, decise di spegnerla perché la stava veramente facendo rincitrullire e cominciò a passeggiare avanti e indietro per la casa, non sapendo bene che fare e trovando noiosa qualsiasi cosa le venisse in mente. Un paio di volte si fermò pure davanti allo specchio per rimirarsi, così, senza motivo e i suoi occhi scuri come la notta le restituirono lo sguardo in un paio di occhi cerchiati dalla matita nera e spiccanti su un volto pallido. Anche quella sera era vestita di nero, come sempre, un paio di jeans lunghi e leggeri, fatti apposta per le estati californiane, e una maglietta a maniche corte con un teschio disegnato al centro. I capelli lunghi e scuri erano sciolti sulle spalle. Non si era mai preoccupata per il proprio aspetto, si vestiva come le piaceva e basta, anche se qualcuno poteva giudicarla un po’ male. Molti dicevano che fosse dark ed effettivamente sì, poteva sembrare, ma lei non si chiamava in alcun modo. Che bisogno c’era di farlo? Era una persona come un’altra, con i propri gusti e le proprie idee.

Ogni persona ha dei gusti diversi e, se dessimo un nome ad ognuna di queste persone soltanto in base ai gusti che ha, diventerebbe una cosa veramente incasinata. Come se già il mondo non fosse abbastanza incasinato di per sé.

Si decise, infine, a salire in camera sua, magari le sarebbe venuta l’idea per comporre qualche canzone con la chitarra oppure cazzeggiare su internet.

Salendo le scale, però, voltò il capo verso la porta della camera di sua madre che si trovava in un angolino e, perciò, era piuttosto oscurata perché la luce non arrivava fino a lì. Non seppe esattamente perché ma, decise di darci un’occhiata. Era da un po’ che non ci entrava. Da piccola ci veniva spesso, invece, per dormire nel lettone accanto alla madre e le piaceva un sacco stare abbracciata a lei. A volte si immaginava di avere anche un papà, così da poter dormire in mezzo a loro due che le scaldavano i piedini. Questo, prima di scoprire che gran bastardo fosse in realtà suo padre.

Abbassò lentamente la maniglia della porta ed entrò in punta di piedi come se ci fosse qualcuno che dormiva e lei non volesse svegliarlo. Si guardò un po’ intorno, notando il letto sfatto e i due comodini ai lati pieni di piccoli oggetti che non avevano ancora trovato un loro ordine. Sua madre era disordinata proprio come lei.

Si voltò verso il grande armadio di noce, aprendo le ante e dando una scorsa ai vestiti. Amy si vestiva in modo piuttosto sobrio, semplici jeans e una T-shirt che, a differenza di quelli della figlia, erano colorati, ma ogni tanto incappò anche in qualche vestito elegante che metteva molto raramente, forse solo per andare ai pranzi o alle cene di Natale dei nonni, nella qual casa, se non ti vestivi come ti vestiresti per andare in un ristorante rinomato, ti sentivi come un agnello in mezzo ai lupi. Persino Charley era costretta a mettersi un vestito o una gonna.

Prese dall’ appendiabiti un vestito azzurro che le arrivava poco sopra le ginocchia e se lo poggiò addosso per vedere come le sarebbe stato. Era piuttosto carino, anche se lei lo avrebbe preferito nero. Non se lo provò comunque, perché avrebbe potuto strapparlo e non le andava poi di avere guai con la madre.

Richiuse l’armadio sistemando i vestiti  e si diresse verso uno dei comodini per curiosare un po’ nei cassetti, come una bambina piccola che cerca di trovare dove si nascondono le caramelle senza farsi beccare con le mani nel sacco. Controllò l’orologio e constatò che la madre sarebbe arrivata fra meno di due ore, perciò aveva ancora tantissimo tempo.

Rovistando tra fogli e varie cartelle, trovò, nel fondo, delle fotografie e un piccolo libricino di stoffa marrone chiaro  chiuso semplicemente da un elastico un po’ consunto. Si mise a scorrere le foto, notando che erano state fatte parecchio tempo fa: alcune ritraevano la madre da piccola con i genitori, oppure che giocava o ballava, o magari insieme ad un amichetta. Le più recenti, invece, la rappresentavano già adulta con la piccola Charley in braccio.

Quelle foto le guardò piuttosto in fretta, senza soffermarsi più di tanto ad osservarle, anche perché le pareva di averle già viste. Ad un tratto, però, ne notò alcune che attirarono parecchio la sua attenzione e le fecero iniziare a battere il cuore più forte. C’era sua madre, piuttosto giovane, poteva avere due o tre anni più di lei, quindi già adolescente, insieme ad un altro ragazzo della sua età. Erano stati fotografati in momenti piuttosto intimi, che si baciavano, che si guardavano intensamente negli occhi, che si divertivano insieme in spiaggia.

La ragazza le rivoltò per scoprire qualcosa di più e, sul retro di ogni fotografia, oltre alla data, ogni volta diversa chiaramente, c’erano anche due nomi, Amy e Bob.

La madre non le aveva mai parlato di suo padre anche se Charley, da piccola, glielo aveva chiesto spesso, cercava sempre di evitare quell’argomento. Finchè non le aveva confessato che il padre l’aveva abbandonata quando aveva scoperto di essere incinta di lei e allora la ragazza non le aveva più chiesto niente, non solo perché sapeva che l’argomento la faceva soffrire, ma anche perché non voleva più saperne niente di quel bastardo.

Quindi, oltre a non conoscerlo, non sapeva nemmeno come si chiamasse né quale fosse il suo aspetto.

Però, guardando la foto di quell’uomo… non sapeva perché ma, le veniva da chiedersi se fosse lui…

Finchè, non incappò in una foto che le tolse tutti i dubbi. C’era sempre quel ragazzo abbracciato a sua madre che presentava già una vistosa pancia di circa sette mesi, segno che era ormai incinta di lei.

Allora, significava che era quel Bob suo padre. Lo guardò attentamente, come a volersi imprimere ogni minimo dettaglio del suo viso. Aveva gli occhi scuri, segno che lei li aveva ereditati da lui visto che quelli della madre, invece, erano azzurri come il ghiaccio. Portava i capelli neri leggermente lunghi e, in più di qualche foto, aveva la coda. Aveva i lineamenti piuttosto marcati e duri e non sembrava un tipo che sorridesse spesso. Come lei d’altronde.

Le venne una certa agitazione e uno strano senso di ribrezzo al pensiero che lei fosse molto più simile a lui, sia fisicamente che caratterialmente.

Quell’uomo era un bastardo e un coglione, aveva abbandonato una ragazza di soli diciassette anni ed incinta, comportandosi da vero stronzo che, una volta combinato un guaio, non sa assumersi le proprie responsabilità. Lei non era così, non si sarebbe mai comportata a quel modo.

Poi, però, le venne un dubbio: ma come poteva averla lasciata se in alcune foto c’erano loro due abbracciati e felici quando lei era già incinta?

Qui qualcosa le puzzava. Che quel Bob e suo padre non fossero la stessa persona? O che sua madre le avesse mentito perché magari era successo qualcosa di peggio?

No, adesso era troppo curiosa e non si sarebbe messa il cuore in pace finché non avesse scoperto la verità.

Finalmente arrivò all’ultima foto e ciò che vide la lasciò senza fiato ancora più di prima, facendole battere il cuore a mille e sentire le farfalle nello stomaco. C’erano due neonati in una culla. Erano ancora in ospedale, dopo essere appena nati, si capiva dalle camicette che indossavano e dai braccialetti al polso.

La ragazza voltò la foto e i nomi che lesse le fecero spalancare la bocca: Charlotte e Adam.

Ma che significava? Chi era quel bambino accanto a lei nella culla? Perché era chiaro che uno dei due bambini era lei. Ma l’altro? Aveva un fratello gemello? Ma com’era possibile? Perché sua madre non le aveva detto niente?

Un sacco di emozioni e sensazioni diverse la pervasero e non aveva la più pallida idea di che fare. Soltanto quel nome lo vorticava per la testa.

Adam.

Adam.

E poi c’era Bob.

Bob e Adam.

Ma che significava?

Sparpagliando le foto a terra davanti a lei in un gesto di rabbia, afferrò il libricino di stoffa e lo aprì alla prima pagina. Scoprì, dalle date e dalla dicitura Caro Diario, che si trattava del diario segreto della madre.

Cominciò a sfogliarlo, fregandosene della privacy e dei segreti della donna, saltando solo alle pagine che più la interessavano. Non faticò a trovarle, evidentemente quel libretto era stato riempito solo durante l’adolescenza di Amy.

Caro Diario,

oggi ho conosciuto un ragazzo fantastico! Si chiama Robert e ha due anni più di me. Frequenta l’ultimo nella mia scuola e me lo ha fatto conoscere la mia amica Valery. È veramente molto gentile oltre ad essere proprio un bel ragazzo. Mi ha accompagnata fino all’aula portandomi la borsa.

Spero di incontrarlo ancora, mi piacerebbe conoscerlo meglio.

Oppure ancora…

Caro Diario,

oggi sono uscita con alcuni amici di Valery e c’era anche Bob. È proprio come avevo detto,  è un ragazzo fantastico. Abbiamo parlato molto, mi ha raccontato della sua famiglia dicendomi che ha perso il padre quando aveva solo otto anni. Mi è dispiaciuto moltissimo, si vede che gli manca una figura paterna. Io invece gli ho raccontato un po’ di me e mi ha detto che gli piace il mio sorriso.

Oddio, gli piace il mio sorriso! Ti rendi conto?!

Anche lui è proprio bello e mi piacciono molto i suoi capelli lunghi, mi piacerebbe poterglieli accarezzare.

Non faccio altro che pensare a lui e vorrei tanto poterlo vedere di nuovo. Pensi che mi sia innamorata?

E ancora…

Caro Diario,

io e Bob stiamo insieme!! Oddio! Stiamo insieme! Ancora non ci credo!!

Mi ha invitata ad uscire sabato e siamo andati al cinema e subito dopo a mangiare una pizza. Ci siamo divertiti un mondo e il film era fantastico, lui mi ha tenuta abbracciata tutto il tempo. Infine mi ha baciata e mi ha detto che gli farebbe piacere se diventassi la sua ragazza. Io naturalmente gli ho risposto di sì e, se lui non mi fosse stato lì davanti con il suo incredibile sorriso sghembo, credo che mi sarei messa a saltare dalla gioia.

Adesso a scuola non faremo altro che stare insieme quando non avremo lezione.

Oddio, la vita è proprio fantastica. L’amore è fantastico!

E poi, dopo qualche altra pagina…

Caro Diario,

è ormai circa un anno che io e Bob stiamo insieme e siamo innamoratissimi. Oggi però ho anche litigato con Valery, proprio sul suo conto perché ha iniziato a dirmi che non mi devo fidare di lui e che è solo un ragazzo falso. Io non lo so che le è preso, forse è solo gelosa, come mi ha detto Bob. Comunque, è riuscita a rovinarmi il buon umore. Meno male che ho il mio fantastico ragazzo che mi ha detto che questo sabato mi farà una sorpresa.

Chissà dove mi porta.

Finchè…

Caro Diario,

sono disperata, non so che fare.

Oggi ho scoperto di essere incita. Non so come dirlo ai miei, ho paura che mi uccidano. Papà come minimo lo farà, ma non prima di aver fatto a pezzettini Bob. Lui però mi ha detto di non preoccuparmi, che ci avremmo pensato insieme. Io mi fido di quello che dice, ma non riesco a smettere di piangere e pensare che non sarò una brava madre per questo bambino che mi sta crescendo in grembo.

Saremmo dovuti stare più attenti.

Che cosa faccio adesso? Che faccio?

Finalmente la ragazza arrivò alla fatidica pagina, quella che le svelò anche l’ultimo dei suoi dubbi.

Caro Diario,

ho scoperto che sono incinta di due gemelli. Ci pensi? Due gemelli.

Non so se riuscirò a mantenerli come si deve tutti e due ma non mi preoccupo perché Bob ha promesso che mi sarebbe rimasto per sempre accanto e che non mi avrebbe mai lasciato. E poi ci sono anche i miei genitori. Papà è ancora un po’ arrabbiato con me, soprattutto perché Bob non gli è mai piaciuto molto, ma gli passerà, ne sono sicura. Mamma ha già iniziato a cucire le tutine.

Io invece sto pensando ai nomi. Il padre di Bob si chiamava Adam, perciò mi piacerebbe chiamarlo così. La femminuccia invece non lo so.

Ma ho ancora tempo per pensarci.

P.S. il dottore da un po’ di tempo mi mette degli aghi in pancia con del strano liquido. Non so cosa sia ma ha detto che è per non far prendere strani malanni ai bambini. Lo ha trovato Bob questo ginecologo, quindi, io mi fido.

Il diario si concluse lì, con quell’ultima pagina, sebbene ci fossero altri fogli bianchi. Ma la madre sembrava non averlo più scritto, forse perché non aveva potuto. Oppure voluto.

Charley lanciò il diario dall’altra parte della stanza facendolo sbattere contro al muro, stizzita e piena di collera.

Come aveva potuto sua madre mentirle? Credeva che si dicessero tutto e invece, a quanto pareva, non era così.

Adam. Bob. Dov’erano? Chi erano?

 

 

MILLY’S SPACE

Ciao, scusate se non mi sono fatta sentire per un po’, ma ho passato due settimane in Croazia e proprio non avevo la possibilità di aggiornare.
Ma eccomi qua e con un capitolo, a mio dire, succulento. Va be’, vi lascio ma ricordatevi di lasciarmi una recensione, anche perché a volte faccio errori di cui non mi accorgo e vorrei me li segnalaste.
E magari mettete un like alla mia pagine facebook.
https://www.facebook.com/MillysSpace

MAXBARBIE: allora, intanto ti ringrazio per avermi segnalato l’errore. Sono così distratta a volte… a volte? Ma che dico?? Lo sono sempre!! Devo farmi controllare : ( va be’, dai. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Se ci sono altri errori, segnalameli pure. Bacioni.

AXXX: 50 sfumature di grigio?? Quella non è una storia d’amore >.< spero ti sia piaciuto anche questo capitolo che entra un po’ nel mistero. Spero di risentirti, un bacio.  M.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Maximum Ride / Vai alla pagina dell'autore: millyray