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Autore: Delena85    29/08/2014    5 recensioni
Lilian ha vent'anni e vive con suo padre, frequenta la facoltà di medicina e spera, un giorno, di diventare proprio come lui. Ha gli occhi di sua madre e lo stesso colore di capelli, ma di lei non sa nient'altro, tutto ciò che la riguarda è avvolto nel mistero. Suo padre non la nomina mai e l'unica volta che ha provato a chiedere spiegazioni la sua risposta è stata:
“Un giorno o l’altro ti parlerò di me e tua madre… e, forse, tutto ciò che hai sempre pensato di me cambierà"
Per anni ha atteso con pazienza che quel giorno arrivasse ma ora è stanca di aspettare, vuole risposte e le avrà!
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Prologo:

“Un giorno o l’altro ti parlerò di me e tua madre… e, forse, tutto ciò che hai sempre pensato di me cambierà” era questo ciò che le aveva detto una sera di molti anni prima suo padre, quando Lily aveva provato a chiedere di lei.
Aveva annuito docilmente, gli aveva baciato la guancia come ogni notte ed era andata al letto insieme a Carmen, la sua vecchia governante. Le  era stato fin troppo semplice immaginare che suo padre fosse troppo stanco per parlarne. Aveva solo sette anni ed era troppo piccola per capire quanta malinconia e quanto rimpianto nascondessero quelle parole. Nonostante tutto non aveva più fatto quella richiesta, aveva atteso, ma quelle parole avevano continuato a riecheggiare nella sua mente, come monito perenne che le ricordava ogni giorno di non sapere nulla, o quasi, sulla donna che l’aveva messa al mondo.
Ma Lily era cresciuta e con il tempo, anche quella frase di suo padre, che all’inizio le era apparsa così banale, si era arricchita di mille sfumature diverse, avvolgendo in un alone di mistero tutto ciò che riguardava il suo passato. Logorata dal bisogno di sapere, aveva cominciato a studiare i suoi gesti con attenzione, e con costernazione si era accorta di tanti piccoli dettagli che prima non aveva mai nemmeno immaginato.
In passato aveva visto in lui solo suo padre, John Monroe, un uomo retto e forte, cardiologo affermato dal carisma eccezionale, capace di ammaliare centinaia di luminari con la sua parlantina e affascinare ogni donna che avesse avuto la fortuna di incrociare il suo cammino. Un uomo fin troppo bello per la sua età, con i suoi capelli castani, leggermente venati di bianco, e gli occhi d’ambra più magnetici che avesse mai visto.  
Ma ora nascosto sotto la superficie Lily vedeva molto di più.
Vedeva le rughe addensarsi sul suo volto al più piccolo accenno alla sua giovinezza, gli occhi farsi vacui e tristi di fronte ad una giornata di pioggia, la bocca assumere una linea dura quando qualcuno accennava al suo lavoro e la solitudine che, nonostante i successi, avvolgeva la sua figura. Mai una donna che durasse per più di qualche anno, né un amico che non fosse un collega di lavoro, né tantomeno la voglia, o la necessità di cercarne.
John Monroe era un enigma, un concentrato di sarcasmo e ironia che impediva a chiunque di scorgere la sua vera indole. E seppur con lei diventava un’altra persona, dolce e premuroso, Lily era stanca di tutti quei silenzi.
Fermamente decisa ad avere delle risposte, attraversò il lungo corridoio del primo piano di villa Monroe, raggiungendo la biblioteca. Ogni giorno, finito il suo turno in ospedale, John si rinchiudeva lì avvolto nel silenzio a fare Dio solo sa che cosa. Nessuno osava interromperlo,  né entrare senza il suo permesso, era la sua stanza, il suo rifugio dal mondo, un mondo che aveva perso di interesse ai suoi occhi ormai da molto tempo. Lily era l’unica ad aver libero accesso ma bussò ugualmente prima di entrare, annunciando la sua presenza.
John era seduto alla sua scrivania, la cravatta gettata su una sedia insieme alla giacca e la camicia sbottonata alla base del collo. Quando la vide apparire sull’uscio, con i capelli sciolti sulle spalle come un torrente dorato e gli occhi blu spenti, inarcò le sopracciglia con disappunto.
“Lily che ci fai qui?” le chiese dolcemente invitandola con un gesto della mano a chiudere la porta.
La ragazza scrutò il suo volto fermo mentre, impassibile, la studiava dalla testa ai piedi, passando per i suoi Jeans strappati, fino alla maglietta rossa con la scollatura rotonda, arrivando poi al viso preoccupato. E non rispose, il suo coraggio e la sua risolutezza sembravano essersi dissolti nel nulla. E lui lo sapeva, la guardava e non diceva niente, per concederle il tempo di riaversi, ma lei continuava a restare in silenzio.
Proprio come sua madre! Pensò, sentendo subito dopo una fitta lancinante al petto.
“Allora piccola che succede?” insistette nel vano tentativo di distogliere la mente dal pensiero di lei.
“Volevo solo salutarti” mentì avvicinandosi a lui, gli sfiorò la fronte con le labbra e il suo profumo famigliare, forte e deciso, misto a un vago sentore di ospedale, le ridonò un po’ di calma.
 “Davvero? I tuoi occhi dicono il contrario”
Lily sollevò gli occhi di scatto incontrando i suoi, non aveva mai capito come facesse a leggere con tanta facilità i suoi stati d’animo. Era come un libro aperto per lui, e John leggeva dentro di lei senza aver il bisogno nemmeno di sfogliare le pagine.
Sospirò sconfitta e con un pizzico di esitazione prese posto su una delle sedie di fronte alla scrivania
“Papà, voglio che mi parli della mamma!” snocciolò tutto d’un fiato.
Il mondo fermò la sua folle corsa e il cuore di John rallentò fin quasi a spegnersi, il momento che aveva temuto più di tutti alla fine arrivato, ma lui era pronto ad affrontarlo? Era pronto a dire a sua figlia ciò che era accaduto vent’anni prima?
Si alzò dalla sedia e cominciò a camminare nervosamente per la stanza, aprì le imposte e lasciò che l’aria fresca d’autunno entrasse a rischiarare la nebbia fitta dei suoi pensieri. Si sentiva perso, confuso, erano anni che non parlava più di lei, non la nominava nemmeno, aveva paura persino di ascoltare il suo nome pronunciato dalla sua voce. Il dolore era ancora lì, sepolto sotto gli strati di sarcasmo e indifferenza che con ostinazione aveva accumulato nel corso degli anni, per proteggersi da se stesso, e John non era ancora abbastanza forte per affrontarlo.
Lily lo guardava stupita, non lo aveva mai visto in quello stato, lui che le era sempre apparso imperturbabile e freddo stava mostrando una debolezza che lei non pensava potesse avere. E per un attimo si pentì di ciò che gli aveva chiesto.
“Papà non importa, posso aspettare” azzardò poco convinta
“Vuoi davvero ascoltare questa storia?” le chiese lui ignorando le sue ultime parole.
“Sì”
John si lasciò sfuggire un sospiro rassegnato, si volse incrociando per un istante gli occhi di sua figlia, poi prese posto nuovamente sulla sua poltrona e, lasciando vagare lo sguardo nel vuoto, cominciò quel racconto che per anni aveva ripetuto nella sua mente, in attesa di quel giorno.
   
 
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