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Autore: blackmiranda    29/08/2014    4 recensioni
*INCOMPIUTA* Sette anni dopo la battaglia contro Deep Blue, una nuova minaccia si profila all'orizzonte. C'è solo un problema: le Mew Mew hanno definitivamente perso la loro mutazione e non possono più trasformarsi. Di conseguenza, Ryou è costretto a creare una nuova squadra di combattenti.
Riusciranno le nuove ragazze a sopportare il peso della loro missione e ad uscire a testa alta dal confronto con Ichigo, Minto, Retasu, Purin e Zakuro? E chi c'è dietro a questi nuovi attacchi alla Terra?
I nostri eroi saranno costretti ad affrontare un passato dimenticato e un futuro incerto, riscoprendo, passo dopo passo, l'amicizia e l'affetto che li legavano un tempo.
(Anche se dall'introduzione può non sembrare, in questa storia sono presenti tutti i personaggi dell'anime, più qualche "new entry". Mi impegno a dare a tutti loro il giusto spazio, magari sotto una luce diversa).
Era incredibile come nessuno di loro tre fosse riuscito ad essere immune al fascino di quelle umane ibridate. Cosa avevano mai di così speciale, da farli cadere ai loro piedi in quel modo vergognoso? Che diamine di sortilegio avevano gettato su di loro?(Cap.28)
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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15. Reunion

 


“Ragazze.” Il tintinnio della forchetta da dolci contro il bicchiere di vetro zittì quasi istantaneamente le cinque giovani donne. Keiichirou sorrise. “Vorrei proporre un brindisi per festeggiare questa riunione. Sono passati sette anni da quando la nostra avventura è finita e ognuno di noi ha ripreso a vivere la propria vita, eppure adesso siamo di nuovo tutti qui, come se nulla fosse cambiato. E tutto questo lo dobbiamo a voi, ragazze, perché senza di voi nessuno di noi oggi sarebbe qui. Ancora una volta, grazie. Grazie a tutte voi. Non esistono stelle più brillanti di voi cinque.” Sollevò il bicchiere pieno di champagne. “Alle Mew Mew!”

“Alle Mew Mew!” fecero tutti in coro. Ichigo batté le mani. “E un applauso anche ai nostri due cervelloni, perché senza di loro Mew Mew non lo saremmo mai diventate!” esclamò, le guance rosse per la gioia, il caldo e l'alcol.

Un lungo applauso si levò nel Café. Purin si mise a urlare: “Evviva! Evviva!”

“Purin-chan, credo che tu abbia bevuto abbastanza, per oggi!” disse Retasu ridacchiando.

“Sciocchezze! Anzi, bisogna stappare un'altra bottiglia!” disse la ragazza mettendosi a girare su se stessa.

“Attenta a dove metti i piedi!” si lamentò Minto scostandosi.

“Oh, non essere sempre così rigida, Minto!” la rimbeccò Purin. “Ti ricordi degli spettacoli che facevo per i clienti? Adesso so far roteare venti piatti contemporaneamente, lo sapevi?” aggiunse ridacchiando.

Minto alzò gli occhi al cielo, sorridendo suo malgrado.

In quel momento gli altoparlanti del locale, che solitamente diffondevano musica classica e rilassante, presero vita e iniziarono a sputare una serie di note acute e velocissime.

“Oh, Ryou ha fatto funzionare il mio iPod!” esclamò Ichigo posando su un tavolino il bicchiere vuoto.

“Sì, e me ne sto già pentendo...” disse lui facendo una smorfia. “Ma che razza di musica ascolti di solito?”

“Come, non ti piace?” scherzò lei facendogli la linguaccia.

“Oh, io la conosco!” intervenne Purin prendendo a saltellare a ritmo. “Mangiamo un po' di fragole...” intonò con voce squillante.

Con parfait, torte, riso soffiato, sarai felice se li mangerai tutti!” si aggiunse Ichigo, prendendola per mano e iniziando a saltellare con lei.

O una manciata di altri frutti...

Kiwi, dolcetti e pesche, mi piace davvero la frutta!

Minto e Retasu si scambiarono un'occhiata perplessa, mentre Zakuro se la rideva sotto i baffi e Ichigo e Purin continuavano a cantare, imperterrite. Ryou si portò una mano alla fronte.

Anche solo essere molto dolce lascerà qualcosa da desiderare...” cantò Ichigo con gli occhi che brillavano.

Mettici sopra il tuo topping preferito, se non ce l'hai vai a fare shopping! Dai ragazze, anche voi!” aggiunse Purin, le trecce bionde che schizzavano a destra e a sinistra.

È à la mode?

Oh, grazie!” fece Purin inchinandosi.

Zakuro si fece avanti all'improvviso, lasciando Minto e Ryou a bocca aperta. “Voglio qualcosa di croccante, qualcosa dolce e acerbo andrebbe bene lo stesso. Ho sempre voglia di dessert, mangiamo quanto vogliamo!” cantarono tutte e tre assieme. Zakuro era perfettamente intonata, la voce dolce e soave.

Minto diventò rossa come un peperone, ma dopo un paio di respiri profondi intonò anche lei: “Voglio provare tutto!

“Ah, ma allora le conosci anche tu, le parole!” la stuzzicò Ichigo prendendola per mano. “Dai Retasu, anche tu!”

La ragazza si mise a ridere. “L'emozione sale...

A volte...

Il cuore batte forte...

Voglio sperimentare molti tipi di amore!” finirono tutte insieme, scoppiando in una fragorosa risata. Ichigo si asciugò una lacrima che le era spuntata senza alcun preavviso. “Oh, ragazze.” disse con il fiatone. “...vi voglio bene.” aggiunse andando loro incontro a braccia aperte.

Fu l'abbraccio di gruppo più lungo ed emozionante che fecero dopo il giorno in cui tutto era finito e Ichigo era tornata in vita tra le braccia di Masaya.

“Non so come ho fatto a stare senza di voi in tutti questi anni.” confessò la ragazza con voce soffocata.

“Ichigo, non starai mica piangendo?” borbottò Minto cercando di nascondere che anche i suoi occhi erano lucidi.

In sottofondo era partita una nuova canzone, un po' più tranquilla della precedente, ma nessuna delle ragazze aveva più voglia di cantare. Rimasero abbracciate in silenzio, a versare qualche lacrima con il groppo in gola e il naso che colava, come delle bambine.

Tutte, a loro modo, avevano temuto che le cose non sarebbero più state le stesse, che qualcosa si fosse spezzato per sempre, e forse in realtà era così. Tuttavia, quel magico momento non era stata un'illusione. Erano tornate indietro nel tempo, si erano immerse nei ricordi delle loro vite passate, forse più facili di quelle attuali, forse no: era difficile dirlo.

Non era uno di quei concetti che necessitano di lunghi e complessi ragionamenti: era una cosa semplice, immediata, spontanea, come tutti i sentimenti più forti della vita.

Era un'emozione di gioia un po' pazza e un po' senza senso, come la canzone che avevano cantato tutte insieme. E non c'era proprio altro da aggiungere.

 

***

 

Masaya rimase in disparte per tutta la durata della festa: non voleva rovinare quel momento di felicità mettendosi in mezzo. Sapeva benissimo quanto fosse importante per Ichigo riabbracciare le sue vecchie amiche. Gli aveva confidato i suoi dubbi e le sue preoccupazioni durante il viaggio, come faceva sempre, e lui aveva cercato di rassicurarla come meglio poteva.

Era certo che in qualche modo le cose sarebbero andate per il meglio, ed eccola lì, davanti ai suoi occhi, la conferma di tutto ciò: cinque ragazze che non si vedevano da sette anni ma che avrebbero potuto essere sorelle da quanto si volevano bene. Era incredibile come un sentimento che si crede sopito da tempo possa ripresentarsi prepotentemente da un momento all'altro, rifletté tra sé e sé sorridendo.

“Allora, come te la passi?” gli chiese di punto in bianco Shirogane. Reggeva nella mano destra il bicchiere semivuoto.

Masaya sorrise, sorpreso. Non aveva mai avuto un gran rapporto con il ragazzo a capo del Progetto μ e il fatto che fosse venuto a parlargli non poté che fargli piacere. “Io sto bene, ti ringrazio. Tu piuttosto, come va con questi nuovi attacchi alieni? E con le nuove Mew Mew?”

“Per ora la situazione è sotto controllo.” rispose Shirogane, laconico. Masaya notò come il suo sguardo restasse fisso sulle cinque ragazze nonostante stesse parlando con lui. “È incredibile essere di nuovo tutti qui.” disse, cercando di interpretare i pensieri del biondo.

“Già.” fece lui finendo lo champagne in un unico sorso. “Senti, so che questo probabilmente non è né il luogo né il tempo ideale per chiedertelo, ma...hai avuto delle visioni, ultimamente? Hai fatto sogni strani?” Si girò a fissarlo con quei suoi occhi azzurro cielo, un'espressione grave dipinta sul volto.

Masaya rimase di sasso. Non si sarebbe mai aspettato una domanda del genere. Cercò di ricomporsi: il sorriso gli era morto sulle labbra. “Io...” Tentò di ricordare, ma non gli vennero in mente nessun sogno premonitore, nessuna voce che lo chiamava nel buio, dicendogli di svegliarsi. “...no, non ho fatto nessun sogno del genere.” disse sforzandosi di suonare convinto.

Shirogane non distolse lo sguardo. “Non dobbiamo scartare nessuna ipotesi, nemmeno la più remota. Spero che tu capisca.”

Masaya annuì. “Ma certo. Se la situazione dovesse cambiare, io...ti avvertirò subito, Shirogane. Hai la mia parola.”

Il ragazzo fece un cenno d'assenso. “Grazie, Aoyama.” disse congedandosi.

Ichigo gli si avvicinò subito dopo, raggiante. “Assaggia uno di questi, sono ottimi!” esclamò cacciandogli in mano un pasticcino.

Il ragazzo gli diede un morso, sovrappensiero. “È...davvero ottimo.” disse, anche se si era già scordato che sapore avesse.

A Ichigo non sfuggì il suo improvviso malumore. “Amore, che succede?” gli chiese, toccandogli un braccio.

Masaya sospirò. “Non è niente, davvero. Vai dalle tue amiche, ne parliamo dopo.”

Lei corrugò la fronte. “Sei così pallido...ti senti male? Vuoi un po' d'acqua?” chiese preoccupata. “Se vuoi andiamo a casa.”

Lui scosse la testa, sorridendo. “Non pensarci neanche. Sto bene, ho solo avuto un capogiro. Sai che non reggo bene l'alcol. Ma adesso sto benissimo.” insistette. Non voleva farla preoccupare, non voleva rovinare quei bei momenti per un fantasma che aveva cessato di esistere da anni.

Ichigo sembrava incerta. “Sei sicuro?”

“Al 100%.” disse dandole un lieve bacio sulle labbra. Lei sorrise. Masaya amava il suo sorriso, più di qualsiasi altra cosa al mondo. Giurò a se stesso per l'ennesima volta che non avrebbe permesso che quel sorriso si spegnesse.

Non di nuovo.

Keiichirou entrò in sala spingendo un carrello su cui troneggiava una torta alla panna da cui spuntavano almeno una decina di frutti diversi, a colori alterni, che richiamavano quelli delle ragazze.

Ichigo lanciò un gridolino di gioia, ammirando la torta estasiata.

“Un'altra delle tue splendide creazioni!” si complimentò Zakuro, di ottimo umore.

Minto si passò una mano sullo stomaco. “Se avessi saputo che c'era anche la torta non mi sarei rimpinzata di pasticcini...” gemette.

“Non preoccuparti, se non riesci a finire la tua fetta la finisco io!” disse Purin sfregandosi le mani.

Kei iniziò a tagliare la torta, mentre la porta del locale si apriva tintinnando.

Tutti si girarono a guardare chi fosse, quando una ragazza dai capelli corti spuntò sull'uscio, impacciata e infreddolita. “Ehm...scusate, non volevo interrompere. Ripasso domani.” disse vedendoli tutti lì.

“Suika-chan!” la salutò Keiichirou. “Vieni, prendi una fetta di torta, ce n'è abbastanza anche per te!”

La ragazza non sembrava molto convinta. “Coraggio, entra!” la invitò Retasu, facendole segno di venire avanti.

Suika obbedì, chiudendosi la porta alle spalle. Kei le sorrise. “C'è una persona che voglio presentarti. Le ragazze le conosci già,” disse indicando Retasu, Purin, Minto e Zakuro, “ma Ichigo è la prima volta che la vedi, dico bene?”

Ichigo si fece avanti. “Piacere di conoscerti, Suika. Ho sentito molto parlare di te.”

Suika fece un piccolo inchino. “È un piacere anche per me, Ichigo-san.” disse arrossendo un pochino.

“E questo è Masaya Aoyama, il mio ragazzo.” aggiunse la ragazza, prendendolo sottobraccio. Masaya e Suika si scambiarono un saluto. La ragazza non avrebbe potuto avere più di quindici anni, considerò lui, e quel taglio di capelli molto corto la faceva sembrare ancora più giovane. Aveva gli occhi allungati e l'aria intelligente.

“Suika? Che ci fai qui?” fece d'un tratto Ryou, che si era assentato per qualche minuto.

“Ho pensato di tornare qui dopo essere stata dalle altre.” rispose lei mentre Kei le passava un piatto con una grossa fetta di torta sopra. “Sai, a fare rapporto.”

“Ah, bene. E come stanno?”

Suika punzecchiò la torta con la forchetta. “Meglio, credo. Sumomo però ha la febbre alta, non credo ce la farà a lavorare domani.”

Ryou annuì. “Non c'è problema, basta che si riprenda al più presto.” Le rivolse un sorrisetto di incoraggiamento. “Tu stai bene?”

La ragazza parve rilassarsi un po'. “Sì, me la cavo. Grazie per l'interessamento, Shirogane.”

Ryou la oltrepassò senza dire altro. Masaya prese Ichigo da una parte. “Credo sarebbe una buona cosa se le parlassi un po'. Potrebbe imparare molto da te.” le disse a bassa voce.

Ichigo annuì. “Lo credo anche io.”

Suika stava mangiando la torta in piedi, da sola. Ichigo la raggiunse. “Vedo che Ryou è sempre molto espansivo.” esordì.

La ragazza fece un mezzo sorriso. “Era così anche con voi?”

“Molto peggio. Io non facevo che litigarci.” confessò lei, agguantando una fetta di torta. “Ma sotto sotto ha un cuore d'oro. Ci mette solo un po' di tempo a manifestarlo.” aggiunse addolcendosi.

Suika osservò il ragazzo in silenzio.

“Allora,” fece Ichigo dopo qualche momento, “come ti trovi ad essere una Mew Mew?”

 

***

 

Erano le sei di sera quando la festa finì. Il cielo si era tinto di blu e nel locale i dolci erano stati tutti mangiati, neanche fosse passato uno sciame di locuste.

“Voi andate a casa, ci pensiamo Ryou ed io a pulire.” li aveva congedati Keiichirou.

Suika era talmente piena che non sarebbe riuscita a mangiare neanche un boccone, quella sera a cena. Uscita dal Café, l'aria pungente le bruciò le guance, facendola lacrimare.

“Fa freddo, eh?” disse Ichigo indossando i guanti. Suika annuì, rabbrividendo. “Non vedo l'ora di tornare a casa.” confessò.

Masaya le raggiunse. “Da che parte vai? Possiamo accompagnarti.” propose. Era un ragazzo estremamente gentile, pensò Suika. Non c'era da stupirsi che lui e Ichigo stessero insieme da così tanto tempo.

“Di là.” rispose lei. “Devo costeggiare il parco.”

“Andiamo, allora.” fece allegramente Ichigo prendendo per mano Masaya.

Si incamminarono, salutando Purin e Retasu che andavano dalla parte opposta, un po' barcollanti. “Spero che arrivino a casa sane e salve.” ridacchiò Ichigo scuotendo la testa.

Suika sorrise. Le piaceva quella ragazza. Era espansiva ma anche molto dolce, e non l'aveva fatta sentire a disagio nel corso del pomeriggio, nonostante tutte le domande che le aveva fatto. C'erano molte domande che avrebbe voluto farle a sua volta, e quello le parve un buon momento. “Ichigo-san?” la chiamò, girandosi a guardarla.

“Dimmi, Suika-chan.”

“Oggi Ichijiku e io abbiamo parlato di cosa vogliono dire per noi queste battaglie. Ichijiku crede che ognuna di noi dovrebbe trovare una ragione profonda per cui voler combattere. Se posso chiedere...qual era la tua, di ragione? Per cosa combattevi, nel profondo?”

La ragazza parve colpita da quel quesito. “Wow, questa...è una bella domanda.” Sembrò rifletterci per qualche istante. “Penso che ognuna di noi abbia una risposta diversa, e credo sarebbe bello se lo chiedessi anche alle altre. Per quanto mi riguarda, la risposta è semplice.” disse appoggiandosi a Masaya. “Era l'amore a farmi andare avanti, giorno per giorno.”

Il ragazzo le passò una mano dietro le spalle, sorridendo. “Anche per me è stato così.”

Suika arrossì, chiedendosi se non stesse facendo da terzo incomodo. D'altronde, si erano offerti loro di accompagnarla...

“E tu, Suika? Qual è la tua ragione profonda?” le chiese Masaya dopo un po'.

La ragazza abbassò lo sguardo. “Ancora non ne sono sicura.” ammise facendo una smorfia.

“Qual è la cosa che ami di più al mondo?” chiese Ichigo guardandola in volto.

Suika ci pensò su. “La mia famiglia, direi. I miei gatti. A loro voglio un mondo di bene.” disse infine. “Ma non so se sia abbastanza.”

Ichigo sorrise. “Lo sarà, vedrai. Non esiste motivazione migliore dell'amore, quando si tratta di difendere la Terra. Perché non siamo mai così forti quanto lo siamo avendo qualcuno che amiamo da proteggere.”

La ragazza annuì, sospirando. Si sentiva un po' più leggera. Promise a se stessa che non avrebbe mai dimenticato quelle parole, e che l'indomani le avrebbe ripetute alle altre, per infondere loro un po' di coraggio in più.

Mentre circumnavigavano il parco, si alzò un venticello gelido. Per strada non c'era nessuno, a parte loro tre. I lampioni si accesero con un ronzio, spandendo la loro luce gialla sul marciapiede.

“Mi è davvero mancata, questa città.” disse Ichigo in tono malinconico.

“Londra però dev'essere bella, no?” chiese Suika. “Io non ci sono mai stata.”

“Allora prima o poi dovrai visitarla.” fece Masaya. “Ti ospitiamo noi se vieni.”

Suika stava per ringraziarlo dell'offerta, quando un insistente bip proveniente dalla sua borsa la fece sobbalzare.

Masaya e Ichigo la guardarono perplessi scavare nella borsa in fretta e furia. “Che succede?” chiese lui, ammutolendosi quando lei estrasse la spilla per la trasformazione: era quella a fare rumore, e tutti e tre sapevano bene cosa significasse.

“Credo sia meglio che ve ne andiate da qui.” disse Suika guardandosi nervosamente attorno.

Non fecero in tempo a muoversi che una figura uscì dagli alberi al di là della strada. Sembrava una grossa conchiglia viola, alta sì e no due metri, con delle protuberanze mollicce che spuntavano a tratti dalla fessura centrale.

Suika si trasformò non appena la vide. Il Chimero parve accorgersi della sua presenza, nonostante non avesse occhi di alcun tipo da nessuna parte. Fece per scagliarsi addosso alla ragazza, che però lo scansò senza troppa fatica.

“Troppo lento, temo!” esclamò mentre il suo cuore accelerava i battiti. Improvvisamente si sentiva euforica. Si chiese se non fosse il suo istinto animale che prendeva sempre più il sopravvento ogni volta che si trasformava...

Il Chimero girò su se stesso, fluttuando a qualche metro d'altezza, e tornò alla carica.

Suika richiamò la propria arma. “Ribbon star light!” scandì sicura di sé, mentre il mostro veniva investito da un'ondata di luce. La Mew Mew esultò tra sé e sé, salvo poi accorgersi che il nemico non sembrava per nulla ferito.

Non è possibile, l'ho colpito in pieno!, pensò incredula schivando il contrattacco all'ultimo secondo.

“È la sua corazza, Suika!” gridò Ichigo da dietro un lampione. “Non gli farai niente finché rimarrà chiuso dentro la conchiglia!”

Suika rotolò su un fianco, rialzandosi prontamente in piedi. “Ma come faccio a farlo uscire?” si domandò cercando di non perdere la calma.

Il Chimero non la perdeva di vista. Sembrava che il suo unico attacco consistesse nell'andarle addosso, ma non era mai abbastanza veloce per riuscire a prenderla. Andarono avanti così per un po', e Suika iniziò a perdere la pazienza. “Si può sapere cosa vuoi?” sbottò stringendo lo scettro bianco e rosso in mano. “Non ho tutta la sera a disposizione!”

Come in risposta al suo appello, il mostro iniziò a far uscire le sue protuberanze rosee dal guscio.

“Colpisci adesso!” la esortò Masaya. Non se lo fece ripetere due volte.

Ribbon...star light!

Il Chimero emise un grido acutissimo, segno che doveva avergli fatto male. Suika si dovette tappare le orecchie con le mani per paura che quel grido le bucasse i timpani.

Il mostro prese a tremare, sbatacchiando di qua e di là. “Un altro colpo e dovrei farcela.” disse tra sé e sé la ragazza, più determinata che mai.

Improvvisamente, il Chimero si mise in verticale e iniziò a rotolare su se stesso nella sua direzione. Suika lo schivò per l'ennesima volta...per poi accorgersi che non era lei che voleva.

“Ichigo! No!!” gridò Masaya con tutto il fiato che aveva in gola.

La ragazza urlò mentre il Chimero-mollusco la avviluppava, immobilizzandola.

“No!” esclamò Suika, sentendosi mancare. “No, lasciala stare, lei non c'entra niente!” Corse in avanti, ma il mostro si levò in aria prima che riuscisse a raggiungerlo.

Ichigo gridò e scalciò mentre il Chimero continuava a salire, portandola con sé. Suika non poté far altro che corrergli dietro a perdifiato, il cuore che le stava per scoppiare nel petto. “Ichigo-saaan!”

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutte! Ebbene sì, sono finalmente riuscita ad aggiornare. *Si levano cori angelici*

Cosa posso dire, a parte che non ho intenzione di lasciar perdere questa storia? Ah, che la prima parte mi ha fatta piangere. Ho tanta nostalgia dei tempi in cui guardavo l'anime in tv...mi sento così vecchia... T.T Ci ho messo davvero il cuore in questo capitolo, e spero che si senta.

La canzone che cantano le ragazze all'inizio l'avete riconosciuta? Sarebbe la traduzione italiana (non so quanto accurata, non conosco il giapponese) della sigla finale dell'anime di TMM, Koi wa à la mode. :3

Al prossimo capitolo, dunque. Un abbraccio a chi ha letto. ^^

 

   
 
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