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Autore: ErzaTitania08    01/09/2014    2 recensioni
Belle French è la ragazza più gentile e dolce della città, che si preoccupa sempre degli altri. Cosa deciderà di fare quando suo padre, Maurice, verrà arrestato per debiti? L'unica soluzione è accettare un accordo dall'uomo più temuto della città.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Ruby/Cappuccetto Rosso, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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UNA STANZA IN PIU' DA PULIRE

Pensare che andando a scuola avrebbe incontrato quel ragazzo che l'aveva quasi violentata le dava il voltastomaco. Avrebbe dovuto denunciarlo. Ma si convinse che non era consapevole di quel che aveva fatto. Era ubriaco fradicio e non era padrone delle sue azioni. Per questa volta avrebbe lasciato perdere, ma se l'avrebbe infastidita nuovamente di certo sarebbe andata al commissariato. Se suo padre ne fosse mai venuto a conoscenza avrebbe distrutto la vita a quel ragazzo. Cosa che per altro aveva già fatto il signor Gold.

Quello che era successo sarebbe rimasto tra lei, Gold e Gaston. Non l'avrebbe raccontato neanche alle sue migliori amiche, con le quali non aveva segreti.

Finita la prima ora di lezione Ruby e Mary-Margaret le si avvicinarono. 

"Belle sabato iniziano i saldi. Shopping sfrenato?" chiese allegra Ruby.

Le sarebbe servito passare un pomeriggio con le amiche distraendosi da tutti quei pensieri che le vorticavano in testa senza mai fermarsi, ma non poteva. In settimana, alla mattina andava a scuola e al pomeriggio doveva lavorare dal signor Gold. Gli unici giorni in cui poteva studiare erano sabato e domenica. Non poteva trascurare la scuola. Doveva riuscire ad ottenere una borsa di studio. L'unica sua possibilità di andare al college.

"Vorrei tanto ma devo studiare. Posso solo nel weekend." 

"Quell'uomo ti sta rovinando la vita" disse irritata Mary-Margaret che di solito riusciva ad essere solo calma e gentile.

"No non è così. Insomma lui..lui è.." decise di non continuare la frase come voleva. Cosa avrebbe detto alle sue amiche. Che provava affetto per quel mostro. Non era il momento.

"Intendo dire che io e mio padre siamo in debito con lui. E voglio pagarlo com' è giusto che sia." disse tranquilla.

"Sai potresti chiedergli qualche giorno di pausa." affermò Ruby.

"Non glielo concederebbe mai" ribattè Mary.

"Si hai ragione. Quell'uomo non farebbe mai favori alla gente." concluse Ruby.

"Non dire così." sussurò Belle con un velo di tristezza, non riuscendo a trattenersi.

"Cosa hai detto? Non abbiamo sentito?" chiesero le ragazze incuriosite.

"Niente. Parlavo tra me e me." 

La prof entrò in quel momento e tutti tornarono al loro posto. Una nuova lezione cominciò.

Gaston non si vide per tutta la mattinata. In giro si diceva che era a casa malato con la febbre. Ma Belle sapeva bene che in realtà era a casa per i lividi che Gold gli aveva procurato con il suo bastone. Se non fosse stata in grado di fermare Gold a quest'ora Gaston sarebbe morto.

 

Anche quel pomeriggio avrebbe dovuto recarsi a casa del signor Gold e non al suo negozio. 

Suonò più volte il campanello ma nessuno rispose. Eppure erano le tre spaccate.

Non poteva certo andarsene. Magari era uscito qualche minuto. Decise di recuperare uno dei libri che aveva in borsa e di leggere qualche pagina.  

Si sedette sui gradini e s'immerse nella lettura.

Il terzo giorno tornò il messo e raccontò: "Nuovi nomi non sono riuscito a trovarne, ma ai piedi di un gran monte, alla svolta del bosco, dove la volpe e la lepre si dicono buona notte, vidi una casetta; e davanti alla casetta ardeva un fuoco intorno al quale ballava un omino quanto mai buffo, che gridava, saltellando su di una sola gamba:

 

"Oggi fo il pane,

la birra domani, e il meglio per me

è aver posdomani il figlio del re.

Nessun lo sa, e questo è il sopraffino,

Ch'io porto il nome di Trem.."

 

"Cosa stai facendo davanti alla mia porta?" la interruppe Gold.

Non si era neanche resa conto dell'arrivo dell'uomo, che zoppicando le si pose davanti.

Non riuscì a capire l'espressione di Gold. Aveva la luce del sole negli occhi e vedeva solo il suo profilo.

"Sto leggendo, come si può ben vedere." scherzò chiudendo il libro.

Gold notò lo zaino pieno di libri.

"Deduco che sei un lettrice accanita."

"Leggere è la mia passione. Posso viaggiare in luoghi lontani e misteriosi, vedere cose meravigliose e leggere le avventure di personaggi fantastici e coraggiosi. Vorrei farne parte." disse con occhi sognanti.

"Ti conviene smettere di leggere e riempirti la testa di quel veleno. Non potrai mai far parte di un simile mondo." affermò senza ritegno.

La ragazza balzò in piedi.

"I libri non sono veleno. Sono conoscenza. Sono un modo di sfuggire alla realtà e raggiungere almeno per un pò un posto migliore." ribatté Belle stringendo a sè il suo libro.

"Dovresti smetterla di rifugiati nei libri e affrontare la realtà." disse Gold facendosi largo verso la porta. "E la realtà è che hai un'intera casa da spolverare oggi" sghignazzò aprendo la porta di casa alla giovane.

 

Si poteva benissimo notare che quella casa non veniva spolverata da tempo. In ogni dove c'erano strati e strati di polvere. Sembrava infinito quel lavoro. Quanto avrebbe voluto passare un pomeriggio con le amiche o anche solo a studiare. Tutto sarebbe stato meglio di quello sfruttamento. Per pulire quelle stanze ci sarebbero volute almeno una decina di domestiche e non solo una.

A Gold non sembrava importasse molto di tenera la casa in ordine. Allora per quale motivo l'aveva voluta con sè?

A metà pomeriggio, poco prima dell'ora del tè, Gold si presentò per controllare il lavoro della ragazza.

Belle si fermò per un istante per rivolgersi all'uomo.

"Perché mi ha voluta qui?" domandò curiosa.

"C'è sporcizia ovunque, come puoi notare" rispose.

"Si lo noto, ma non sembra le importi molto." fece una pausa.

"La verità è che si sente solo. Qualunque uomo si sentirebbe solo in una casa così grande" continuò.

Gold si fece pensieroso.

"Ma io non sono un uomo. Io sono una bestia, come tutti dicono." scherzò.

"Lei è un uomo. Io vedo del buono nel suo cuore. Solo che non lo vuole ammettere a sè stesso." 

Gold fissò la ragazza in silenzio. Non riusciva a distaccare i suoi occhi da quelli di lei. Così azzurri come il cielo.

"Vieni con me" le disse in attesa di essere seguito.

Salirono numerose scale prima di arrivare a destinazione.

L'uomo aprì la porta di quella stanza misteriosa al termine delle scale, invitando Belle ad entrare. 

La ragazza rimase senza parole. Era una delle biblioteche più belle che avesse mai visto. Tutti quei libri. Quel profumo di pagine che aleggiava nell'aria. Era come ritrovarsi all'interno di un sogno.

"Non eccitarti troppo. Per te vuol dire una stanza in più da pulire." disse sghignazzando.

"È bellissima" riuscì a dire Belle.

"Ci sono più libri di quanti riuscirei a leggere in tutta la mia vita." sorrise.

"Spero tu pulisca più velocemente di quanto leggi allora." scherzò.

"State facendo tutto questo per me?" chiese diretta.

Gold non le rispose. Fece finta di non averla sentita e continuò a parlare come se niente fosse.

"È meglio che non veda più un singolo granello di polvere." disse voltandosi verso la ragazza che ancora gli sorrideva.

"Perché ridi? Parlo sul serio."

Belle gli si avvicinò senza timore e lo abbracciò, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Sentivano i loro cuori battere all'unisono. 

La ragazza gli si allontanò.

"Lei non è quello che credevo. E ne sono felice." 

Gold rimase senza parole davanti a quella confessione. 

"Vado a preparare il tè." disse Belle lasciando la stanza, senza mai smettere di sorridere.

Quella ragazza. Quella ragazza era diversa. Sapeva guardare oltre alle apparenze. Sapeva vedere il buono in tutti. Quella ragazza era diventata importante per lui.

 

Nonostante avesse tutto il potere che desiderasse il lavoro del sindaco non era affatto semplice. La cosa che odiava fare maggiormente era passare intere giornate a leggere e firmare varie carte, contratti, mandare mail, insomma passare ore e ore dietro la scrivania senza mai potersi alzare.

Quel pomeriggio era stato proprio una di quelle giornate. Non vedeva l'ora di tornare a casa dal suo figlioletto.

Finalmente era arrivata la tanto attesa ora di lasciare l'ufficio. Spense il computer, ritirò diversi documenti nel cassetto della scrivania e prese il giaccone dal porta cappotti. Non fece in tempo ad uscire, che il telefono suonò. La sua assistente era andata via poco prima, quindi avrebbe dovuto rispondere direttamente lei. Sbuffando tirò su la cornetta. 

"Salve sono il sindaco Mills, come posso aiutarla?" chiese cordialmente.

"Regina sono Sidney." disse una voce maschile.

"Sidney cosa vuoi? Stavo andando a casa. Spero sia importante." 

"Mi avevi detto di sorvegliare Gold. E l'ho fatto." disse orgoglioso di sè.

"Hai trovato qualcosa che possiamo utilizzare contro di lui?" chiese improvvisamente interessata.

"Ho scoperto che ha assunto una domestica. La figlia delle signor French, Belle." si fermò.

Regina lo esortò a continuare.

"La ragazza mentre tornava a casa e stata aggredita da un ragazzo. Gold si è presentato e ha difeso la giovane. Poi l'ha accompagnata a casa." 

"Ma non mi dire." disse sorridendo la donna.

"Ho voluto avvertirti perché, come tutti sappiamo, Gold non aiuta nessuno. Ma se questa ragazza fosse importante per lui? Io credo che farebbe uno strappo alla regola per lei." 

"Sei stato bravissimo Sidney." 

"Dovere" rispose l'uomo semplicemente.

Regina riagganciò sogghignando. Forse aveva trovato un'arma da usare contro Gold. Ma prima doveva esserne certa al cento per cento.

"Belle French" sussurrò.

Spense le luci e lasciò l'ufficio.

 

Sabato si stava avvicinando e Belle non aveva ancora trovato il modo di chiedere a Gold un giorno libero in settimana per poter studiare, e così poter andare a fare shopping con le sue amiche. 

Il venerdì precedente fortunatamente Gold le chiese della scuola, dando alla ragazza la possibilità di attivare l'argomento "giorno libero".

"Come vai a scuola?" le domandò guardandola sistemare l'argenteria.

"Ma la cavo." disse mentre lucidava un coltello.

Sentendo Gold non proferire altra parola continuò.

"Diciamo che m'impegno più che posso per poter ottenere una borsa di studio per il college." 

"Visto che lavori tutti i giorno qui, ti sarà difficile trovare il tempo di studiare?" domandò curioso.

Belle passò a lucidare una forchetta.

"Studio nel weekend. Solo che non trova mai tempo per uscire con le amiche. Quella è la parte peggiore. Ogni tanto tutti hanno bisogno di svagarsi." disse sorridendo a Gold.

L'uomo si fece pensieroso e per diversi secondi non parlò.

"Facciamo un'accordo." affermò avvicinandosi alla ragazza.

Belle appoggiò le posate e si girò verso il suo interlocutore.

"Io ti lascio una settimana libera se tu accetti di passare il prossimo sabato come me." disse porgendo la mano a Belle.

"Mi sta chiedendo un appuntamento?" domandò sorridente.

"Ehm no. Non sarà un appuntamento. Mi serve solo una persona che mi accompagni a firmare dei documenti".

"E avete bisogno di me per firmare dei documenti?" chiese mettendosi a braccia conserte.

"Si. Mi servi come..come..testimone" disse poco convinto.

Alla ragazza quella storia non quadrava, ma decise di crederci. Tese la mano verso quella di Gold.

"Accetto l'accordo." 

SPAZIO AUTORE:
Buongiorno Oncers^^ anche il quarto capitolo è concluso! Ma quando è carino Gold che chiede un appuntamento a Belle?!** certo lui non vuole ammetterlo, ma lo capirebbe anche un Gaston che si tratta di un appuntamentoxD Chissà cosa succedera quel giorno? Magari potrebbe esserci un bacio? Si vedrà nel capitolo cinque^^
Baci:*:*  
Ps: come sempre vi ringrazio per i commenti:) siete adorabili**

 

  
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