11. Lavoro di squadra
Erano trascorse dodici ore da quando
Yukiko si era svegliata madida di sudore nel proprio letto.
Sorprendentemente Kei quel mattino le
aveva rivolto la parola a colazione, anche se soltanto per iniziare a
parlare di cosa fare riguardo i loro genitori e la situazione in cui
li avevano cacciati, concordando con lei sulla necessità di
informarsi sullo stato attuale delle cose.
La mora aveva chiamato sua madre per
informarsi sulla conclusione dell'affare in cui erano invischiate le
rispettive aziende ed aveva scoperto che avevano ancora un po' di
tempo. I due ragazzi ne stavano discutendo in quell'istante proprio
nella stanza di lei, seduti sul pavimento.
– Dobbiamo farci venire subito in
mente qualcosa – stava dicendo la nightblader, che dava segni di
nervosismo.
Al contrario di lei, il dranzerblader
riusciva a dare prova del suo perfetto autocontrollo anche in quel
momento delicato, sfoggiando la sua solita indifferenza. Difatti non
le rispose, limitandosi a riflettere attentamente, chiuso nel proprio
silenzio. All'esterno il sole aveva già percorso 2/3 della parabola
che tracciava ogni giorno nel cielo, cosa che in pratica voleva dire
che erano circa le 3 del pomeriggio.
– Ci sarà pure qualcosa che possa
convincere tuo padre a non voler rilevare la nostra azienda! –
sbottò all'improvviso Yukiko, fissandolo con ostinazione.
Lui di rimando le lanciò un'occhiata
di sufficienza.
– Non credi che se ci fosse
quest'eventualità non ci troveremmo in questa situazione?
– Sì, però...
– Per quanto mi riguarda non mi
interessa affatto che la vostra società venga o meno rilevata, il
vero problema è la condizione imposta da tua madre – lo disse con
assoluta freddezza, senza peli sulla lingua, cosa che sembrò quasi
scandalizzare la sua interlocutrice.
– Che.. che freddo..
– Umphf – sbuffò lui di rimando,
fregandosene altamente.
Seguì una nuova pausa di silenzio che
durò diversi minuti, durante i quali il blader questa volta si
distrasse a guardarsi attorno. Non aveva mai prestato troppa
attenzione all'interno della stanza di una ragazza, ma era abbastanza
incuriosito dagli effetti personali della giovane Natsuki. L'ambiente
difatti non era particolarmente disordinato: il letto era fatto, la
porta-finestra spalancata a far entrare un po' d'aria a smuovere le
tende e le carte poste sulla scrivania. Sugli scaffali accanto al
televisore erano stati disposti alcuni libri, una serie di CD e DVD e
quello che sembrava un piccolo stereo, di quelli portatili provvisti
di.. sì, eccolo lì, il microfono abbinato. Inarcò un sopracciglio,
giusto un istante, prima di darsi la pena di far sparire
quell'accenno di stupore dal proprio viso, giusto in tempo per
evitare che la moretta lo notasse.
– Ehi Kei.. – lo richiamò,
inducendolo a sollevar gli occhi scuri sul suo volto serio – ..che
intenzioni hai riguardo la società di tuo padre? Sei tu a volergli
succedere o è quel che vuole lui?
La domanda lo lasciò un momento
spiazzato. Riflettendo sulla domanda, gli salì il familiare quanto
intenso senso di contrarietà che ormai provava ogni volta che si
soffermava a pensarci.
– Fosse per me non ci penserei due
volte a mollare tutto – affermò incrociando ambo le braccia sul
petto, abbassando leggermente il capo. Eppure non poteva limitarsi a
quello come risposta, nemmeno con sé stesso, così si prese la briga
di rifletterci più attentamente di quanto non avesse fatto in
precedenza, aggiungendo – ..ma nel corso degli anni sono cambiate
molte cose. L'impero costruito da mio nonno ha subito un cambiamento
radicale dopo la sua morte e mio padre, per riscattare il buon nome
della nostra famiglia, ha messo mano alle questioni burocratiche e
finanziarie della società attuando cambiamenti che hanno modificato
profondamente l'azienda – era stato difficile per suo padre, dopo
aver saputo degli affari loschi del vecchio capofamiglia, accettare
quanto scoperto e rimediare, ma in qualche modo c'era riuscito, cosa
che se non altro gli faceva meritare un minimo di considerazione da
parte del dranzerblader. Sbuffò dal naso, concludendo – Alla fine
non posso lasciare semplicemente che tutti i suoi sforzi vadano in
fumo.
– Molto maturo e responsabile da
parte tua, principino.
Una vena gli comparve pulsante fra i
capelli d'argento e scoccò un'occhiataccia alla ragazza che gli
sedeva di fronte, già pronto a fulminarla, quando si accorse che
quell'ironia che ne aveva caratterizzato il tono era soltanto un modo
per sdrammatizzare. Sul suo viso aveva un delicato sorriso e il suo
sguardo di smeraldo era puntato verso il pavimento, come se si
sentisse a disagio. Così il dranzerblader deviò il proprio, deciso
più che mai a far finta di niente. Il silenzio che seguì venne
presto riempito nuovamente dalla voce di lei che, sommessa, prese a
parlare.
– Da quando mio padre è scomparso è
stata mia madre a prendersi cura della N.C. Ricordo ancora
l'appartamento in cui vivevamo quand'ero una bambina – la sentì
ridere, ma era un suono velato di nostalgia, cosa che lo indusse a
far scivolare nuovamente lo sguardo su di lei – ..all'epoca non
avevamo molti soldi, l'azienda era molto piccola e noi dovevamo
arrangiarci come potevamo, ma non era male. Soltanto da due anni a
questa parte gli affari sono andati così bene da poterci permettere
una casa più grande e tutta una serie di comfort di cui prima non
sapevo nemmeno potessimo aver bisogno. E tutto questo è nato
dall'impegno che mamma ha messo nel non voler far scomparire il
ricordo di mio padre – sulle labbra le nacque un debole sorriso –
Ancora oggi utilizziamo la stessa macchina di allora e continueremo a
farlo finché probabilmente non cadrà a pezzi... ma va bene così,
per quanto mi riguarda, mi aiuta a ricordare da dove siamo partite.
Ho sempre saputo che un giorno avrei preso il suo posto e mi sarei
occupata io stessa degli affari della nostra famiglia e l'idea non mi
aveva mai infastidita. Ai miei occhi mia madre era la persona più
forte e affidabile del mondo e ho sempre sperato di poter essere come
lei.. – l'atmosfera delicata che si era creata, nata dai sentimenti
che le parole della mora trasmettevano, venne incrinata dalla piega
che prese il suo breve monologo, mentre la voce di lei si faceva meno
morbida e molto più tagliente, inquietante quanto il sorriso che le
si formò a contrarle il volto in una smorfia di furore represso –
..ma quella maledetta ha osato stravolgere ogni cosa. Me la pagherà
per avermi incastrata in questa cosa, non le permetterò di buttare
la mia vita alle ortiche.
Il cambiamento improvviso e l'aspetto
quasi demoniaco d'ella fecero suo malgrado correre un brivido gelido
lungo la schiena di Kei, che si ritrovò con la bocca talmente secca
da non riuscire nemmeno a deglutire. Quasi sussultò, quasi,
nel momento in cui l'erede dei Natsuki si alzò di scatto in piedi,
dirigendosi verso la sua scrivania.
– Dobbiamo fare delle ricerche e
raccogliere dati – annunciò quella con decisione, degnandolo di
metterlo a conoscenza di ciò che le passava per la testa. Lui per
contro non si mosse ma attese che continuasse da sé, cosa che fece
dopo essersi messa a sedere sul letto e aver acceso il suo notebook –
L'unica possibilità che abbiamo per convincere i nostri genitori a
ripensarci è metterli di fronte agli svantaggi che porterà
quest'unione – mentre parlava sembrava caricarsi di nuova
determinazione, la quale le si rifletté negli occhi verdi puntati
sul monitor – ..e per farlo abbiamo bisogno di informazioni e di
far leva sui timori delle rispettive parti – alzò di scatto il
capo, fissandolo – Tu ti occuperai della Hiwatari, mentre io della
Natsuki. Una volta raccolte abbastanza informazioni e preparato un
discorso, indiremo un incontro delle due presidenze e daremo il via
a una riunione ufficiale. Non potranno ignorarci.
Il povero dranzerblader si rimise in
piedi, curandosi di non lasciar trasparire una sola emozione mentre
ripassava brevemente la strategia messa in piedi dalla mora. Soltanto
una volta che fu nuovamente in piedi si concesse di risponderle.
– Direi che è un buon piano –
concesse alla fine – ma non abbiamo molto tempo.
– Allora direi di metterci in moto
sin da subito – esordì lei, digitando qualcosa sulla tastiera –
..contatterò l'ufficio d'amministrazione della N.C. e mi farò
mandare per e-mail tutti i dati riguardanti l'andamento dell'azienda
negli ultimi anni e li metterò a confronto con la situazione
economica del paese.
– Avrai bisogno anche di un bilancio
delle azioni sul mercato. Di questo me ne posso occupare io.
– Perfetto. Ah, recupera anche i dati
sulle recenti attività finanziarie della vostra organizzazione.
Kei annuì, avviandosi verso la
porticina che collegava direttamente le due stanze contigue. Non era
una cattiva idea in fin dei conti quella di indagare sugli affari
delle due società: prima o poi avrebbero dovuto occuparsene
direttamente, perciò non sarebbe stato strano che si informassero e
seguissero gli affari di famiglia già in via preventiva. Inoltre, se
potevano scoprire qualcosa che avrebbe poi fornito loro un vantaggio,
perché no?
Quando il giorno fatidico arrivò, li
trovò nervosi ma decisi, con la documentazione pronta per essere
esposta ai destinatari di quell'evento.
– Kei, sei pronto? Dobbiamo andare,
non abbiamo più tempo! – la nightblader, preda dell'agitazione,
non si curò nemmeno di bussare ma fece irruzione nella stanza del
ragazzo con la cartellina sottobraccio – L'elicottero sta
aspettando!
Trovò il dranzerblader fermo di fronte
allo specchio con un'espressione strana in viso, quasi una smorfia,
mentre cercava di annodarsi la cravatta.
– Sei sicura che conciato così
avremo più possibilità di convincerli? – le chiese lui,
seccamente, senza nemmeno guardarla. Subito dopo con uno strattone
sciolse l'intreccio che gli stava venendo fuori, che era tutto meno
che il nodo di una cravatta.
Yukiko si lasciò sfuggire un sorriso e
uno sbuffo divertito a quella scena e gli si avvicinò con poche e
rapide falcate, i tacchi delle scarpe che rintoccavano sul pavimento
ad ogni passo.
– Fidati. Bisogna dare una buona
impressione di sé se si vuole essere presi sul serio.. il mondo
degli affari si basa principalmente sulle apparenze – gli disse
lei, fermandoglisi di fronte – Su, fammi vedere, faccio io.
Kei sbuffò ma ruotò appena su sé
stesso, permettendole di armeggiare con la stoffa scura della
cravatta. Si era vestito in maniera formale, con camicia bianca e
completo grigio piombo, spronato dalle rassicurazioni della mora a
dimostrare a suo padre che poteva essere un uomo affidabile e serio,
se non altro quando si parlava di affari di famiglia. Era stato
questo a convincerlo, ma già sembrava dell'idea di lasciar perdere,
cosa che suscitò nella nightblader un mezzo sorriso divertito.
– Com'è che sai come si annodano
'ste trappole?
– Ne ho anche io un paio da qualche
parte, nel mio vecchio armadio – le rispose lei, cercando di
terminare in fretta il suo operato. Così vicina poteva facilmente
captare l'odore del suo dopobarba e percepì le proprie gote iniziare
a tingersi di un primo rossore, cosa che la fece deglutire. Tentò di
ignorare il fatto che stesse allacciando la cravatta ad un ragazzo e
spazzò via con un imbarazzato fastidio l'ideale impressione di sé
stessa come una di quelle mogliettine stucchevolmente amorevoli che
passavano alla televisione. Fino a quel momento la compagnia del
blader era stata quasi una costante, mentre entrambi lavoravano a
stretto contatto al progetto comune, che era per l'appunto evitare
che lei finisse proprio in un ruolo del genere. Finalmente riuscì a
stringere l'ultimo giro della cravatta e, dopo aver stretto il nodo
con attenzione affinché il tessuto non si sgualcisse, glielo
posizionò sotto il colletto della camicia – Fatto.
Si affrettò a fare un passo indietro,
dando uno sguardo sommario al suo “compagno di squadra”,
inspirando nuova aria fresca prima di constatare che, comunque,
faceva la sua figura persino in quegli abiti.
– Possiamo andare – voltò
letteralmente sui tacchi, recuperando la cartellina che aveva
appoggiato da parte per aiutare il dranzerblader e avviandosi quindi
verso la porta. Lei dal canto suo si era scelta una camicia bianca a
sua volta, con maniche lunghe e piccole arricciature sulle spalle e
dietro la schiena, che ben si infilava sotto una gonna blu scuro a
tubino che le arrivava appena sopra le ginocchia, con un piccolo
spacco laterale sul lato sinistro. A coronare il tutto, scarpe con un
tacco non più alto di 6 cm e uno chignon in cui aveva raccolto i
propri capelli in modo da non far risaltare le punte colorate.
Non avrebbe potuto pretendere tanto
dall'altro se non si fosse data la pena di fare la stessa cosa.
Uscirono entrambi in corridoio,
dirigendosi con decisione verso le scale che li avrebbero condotti
sul retro della casa, nello spiazzo nel quale era atterrato già da
alcuni minuti il loro mezzo di trasporto.
Li avrebbero fatti desistere. Non
potevano fallire.
La riunione si stava tenendo
all'interno della residenza estiva degli Hiwatari, come la definiva
suo padre. Era una palazzina di tre piani che affacciava sulla baia,
in una delle più belle località turistiche del Giappone. Ad
attenderli sul tetto avevano trovato l'immancabile e servizievole
William, che poi li aveva condotti dabbasso, in un salotto arredato
in stile moderno, provvisto di sedie in pelle nera ed un lucido
tavolo bianco. Avevano avuto anche a disposizione un enorme
televisore per illustrare la loro presentazione ed ora, entrambi i
ragazzi, erano costretti ad attendere in piedi fuori dalla porta.
Kei si era allentato la cravatta,
cercando in quel modo di allentare anche la propria tensione in
quell'attesa snervante. Avevano fatto del loro meglio, avevano
attinto persino dalle loro conoscenze personali sulle rispettive
aziende per dare spessore al loro discorso, perciò non potevano non
aver lasciato il segno. Eppure il dranzerblader non riusciva a
smettere di sudare, sebbene se ne stesse con la sua espressione più
seria e indifferente appoggiato al muro che delimitava il corridoio.
Quando finalmente vennero richiamati
dentro, la mora gli fece segno di rimettersi a posto quella trappola
intorno al collo e lui strinse nuovamente il nodo, prima di seguirla.
La linea delle sue spalle tradiva un moto di agitazione che si
rifletteva anche nella posa delle braccia, ritte lungo i fianchi,
mentre lo anticipava di qualche passo. Non poteva biasimarla: l'idea
era stata sua e si era data molto da fare, sia per quanto riguardava
l'elaborazione delle informazioni raccolte, sia l'esposizione.
Nemmeno lui si era sentito troppo tranquillo quando era arrivato il
suo turno di affrontare lo sguardo critico ed enigmatico del padre.
Ed ora il momento della verità era
arrivato.
– Abbiamo raggiunto un nuovo
accordo.. – la prima a intercedere fu la signora Natsuki, alla
quale succedette l'uomo che le sedeva accanto.
– Tutto ciò che ci avete illustrato
era già stato preso in considerazione e accuratamente soppesato da
entrambi – il tono freddo e deciso del signor Hiwatari smorzò
quasi totalmente ogni loro speranza e Kei si ritrovò a corto di
fiato – ..pertanto non ritirerò la mia offerta per la N.C.
Il gelo calò sulla stanza.
– Tuttavia – esordì di nuovo la
donna, sfoggiando un debole sorriso – ..abbiamo convenuto di
rimandare la conclusione dell'accordo, ma ad una condizione –
l'inflessibilità di quelle parole si trasmise sia dal suo tono di
voce, sia dallo sguardo, che a turno si posò sui due blader – Tu,
Yukiko, dovrai seguire un corso di formazione professionale da
manager aziendale presso la Hiwatari ed inizierai uno stage della
durata di un anno alla N.C.
– Mentre tu, Kei – si introdusse
suo padre – presiederai ad ogni riunione della Hiwatari da ora in
avanti ed affiancherai la giovane Natsuki presso il suo stage
formativo – a quella notizia il dranzerblader inarcò un
sopracciglio, preso totalmente alla sprovvista – Sarai sotto la
diretta supervisione della signora Natsuki qui presente ed una volta
terminato, mi affiancherai attivamente nella gestione degli affari di
famiglia.
– Al termine di questo periodo
rivaluteremo la questione alla luce della nuova situazione economica
– aggiunse la madre di Yukiko, intrecciando ambo le mani di fronte
a sé, sul tavolo – ..se davvero credete di poter gestire le
rispettive aziende separatamente, dovrete dimostrarlo entro la fine
del prossimo anno.
Ce l'avevano fatta: erano riusciti a
farsi ascoltare ed avevano guadagnato abbastanza tempo per ribaltare
la situazione. Yukiko tuttavia non era convinta: non erano riusciti a
far loro cambiare idea, nonostante tutto, ma era anche vero che
quell'assurda e pericolosa convivenza stava per giungere al
termine, senza dubbio con il sollievo del dranzerblader.
– Questo significa che posso tornare
a casa con te?
Le sue speranze vennero stroncate sul
nascere, evaporate come neve al sole, dalla risata che scaturì dalle
labbra di quella che avrebbe dovuto essere sua madre.
– Uhuhuh.. ma no cara, perché
dovresti? Dopo tutta la fatica che ho fatto per farti avere le tue
cose..
– Non c'è ragione perché tu non
rimanga da noi, tanto più che pare proprio che la tua influenza
abbia giovato a mio figlio! Dopo oggi sono ancor più convinto che
saresti la mia nuora ideale! – si unì il padre di Kei, terminando
a sua volta in una risata contenuta.
– Come..? – la nightblader assunse
ogni colore possibile. Non poteva credere alle proprie orecchie e si
ritrovò ad appoggiarsi ad una sedia per evitare di cadere, le
ginocchia improvvisamente deboli.
Nemmeno il dranzerblader rimase
imperturbabile alla notizia, spalancando gli occhi scuri e rimanendo
immobile come una statua, talmente rigido che si sarebbe ipotizzato
potesse andare in pezzi al minimo tocco.
– Be', cara Natsuki, direi che la
questione è risolta – continuò il signor Hiwatari in direzione
della presidentessa della N.C. – ..propongo di pranzare tutti
insieme e poi, se vuole, posso accompagnarla a visitare le splendide
spiagge di cui vanta questo tratto di costa!
– Che splendida idea! Yuki-chan,
perché non vieni anche tu? Yuki-chan..?
Inutile, ormai Yukiko captava la voce
di sua madre come un eco lontano, un sussurro sbiadito, perso in quel
mare di incredulità che le aveva isolato ed annebbiato la sfera
cognitiva.
Nella mente una sola frase: “Non è
possibile!”
E nell'aria risuonò un rintocco
funebre.
...continua
[ANGOLO AUTRICE]
Eccomi qui! Come promesso vi regalo un nuovo capitoletto <3 contenti?
Mi spiace solo che questo stia più un capitoletto di transizione che altro, ma spero vi siate comunque divertiti a leggerlo *_* fra poco si entra nel vivo! Sono emozionatissima, voi no?? Be' certo, se la piccola Yuki riuscisse a sopravvivere agli shock a cui va incontro piuttosto spesso ne vedrete delle belle. Vi anticipo che mi sono rivista qualche puntata di Beyblade (mamma mia non mi ricordavo praticamente più nulla!! Quanti anni dall'ultima volta che avevo fangirlato sull'originale Kei Hiwatari e il suo favoloso sorrisetto saccente!) e che mi sono lasciata ispirare anche da quelle nella mia raccolta di informazioni. Raccolta per cosa? Ah, lo vedrete. Per ora non aggiungo altro perché vi saluto e vi preannuncio che il prossimo aggiornamento lo vedrete fra sabato e domenica. Purtroppo non posso prima, starò via qualche giorno (Ah, così te ne vai in vacanza! nd Kei -.-) Ahaha sì esatto mi hai beccata. Vacanza-studio! Buon resto della settimana a tutti voi!!
Angolo ringraziamenti:
Prima di lasciarvi ringrazio pubblicamente Silmeria e Keyra per continuare a deliziarmi delle loro recensioni <3 vi lovvo e scusate se questa volta non vi ho risposto singolarmente ma ne approfitto in questo angoletto per dirvi che non posso che essere contenta del fatto che il precedente capitolo vi sia piaciuto così tanto! Mi ci sono messa d'impegno u.u
Detto ciò, un bacione a tutteH!
Kaiyoko