Anime & Manga > BeyBlade
Segui la storia  |       
Autore: Kaiyoko Hyorin    03/09/2014    2 recensioni
[Estratto dal primo capitolo]
Non fece in tempo a realizzare quell'unico fugace pensiero che ella si accorse di avere i suoi occhi scuri puntati addosso, cosa che ne aumentò drasticamente la soggezione che provava nei suoi confronti ed a stento riuscì a impedirsi di sussultare nuovamente, preda di un imbarazzo senza pari.
“P-perché mi fissa in quel modo?!”
[Fine Estratto]
Era iniziato come un lavoretto di revisione e invece mi sono ritrovata a stravolgere completamente la trama, creando qualcosa di nuovo ed inaspettato! Ad oggi è l'opera più lunga che abbia scritto e spero che il risultato sia valso lo sforzo, augurandomi che risulti comunque una lettura gradevole, a prescindere! Vi auguro una buona lettura!
Attenzione: aggiunto OOC per il cambiamento caratteriale a cui i personaggi vanno incontro nel corso dell'intera storia, in accordo con la trama, senza comunque arrivare ad uno "stravolgimento" nel vero senso della parola; quindi non spaventatevi!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Unione d'affari'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


11. Lavoro di squadra


Erano trascorse dodici ore da quando Yukiko si era svegliata madida di sudore nel proprio letto.
Sorprendentemente Kei quel mattino le aveva rivolto la parola a colazione, anche se soltanto per iniziare a parlare di cosa fare riguardo i loro genitori e la situazione in cui li avevano cacciati, concordando con lei sulla necessità di informarsi sullo stato attuale delle cose.
La mora aveva chiamato sua madre per informarsi sulla conclusione dell'affare in cui erano invischiate le rispettive aziende ed aveva scoperto che avevano ancora un po' di tempo. I due ragazzi ne stavano discutendo in quell'istante proprio nella stanza di lei, seduti sul pavimento.
– Dobbiamo farci venire subito in mente qualcosa – stava dicendo la nightblader, che dava segni di nervosismo.
Al contrario di lei, il dranzerblader riusciva a dare prova del suo perfetto autocontrollo anche in quel momento delicato, sfoggiando la sua solita indifferenza. Difatti non le rispose, limitandosi a riflettere attentamente, chiuso nel proprio silenzio. All'esterno il sole aveva già percorso 2/3 della parabola che tracciava ogni giorno nel cielo, cosa che in pratica voleva dire che erano circa le 3 del pomeriggio.
– Ci sarà pure qualcosa che possa convincere tuo padre a non voler rilevare la nostra azienda! – sbottò all'improvviso Yukiko, fissandolo con ostinazione.
Lui di rimando le lanciò un'occhiata di sufficienza.
– Non credi che se ci fosse quest'eventualità non ci troveremmo in questa situazione?
– Sì, però...
– Per quanto mi riguarda non mi interessa affatto che la vostra società venga o meno rilevata, il vero problema è la condizione imposta da tua madre – lo disse con assoluta freddezza, senza peli sulla lingua, cosa che sembrò quasi scandalizzare la sua interlocutrice.
– Che.. che freddo..
– Umphf – sbuffò lui di rimando, fregandosene altamente.
Seguì una nuova pausa di silenzio che durò diversi minuti, durante i quali il blader questa volta si distrasse a guardarsi attorno. Non aveva mai prestato troppa attenzione all'interno della stanza di una ragazza, ma era abbastanza incuriosito dagli effetti personali della giovane Natsuki. L'ambiente difatti non era particolarmente disordinato: il letto era fatto, la porta-finestra spalancata a far entrare un po' d'aria a smuovere le tende e le carte poste sulla scrivania. Sugli scaffali accanto al televisore erano stati disposti alcuni libri, una serie di CD e DVD e quello che sembrava un piccolo stereo, di quelli portatili provvisti di.. sì, eccolo lì, il microfono abbinato. Inarcò un sopracciglio, giusto un istante, prima di darsi la pena di far sparire quell'accenno di stupore dal proprio viso, giusto in tempo per evitare che la moretta lo notasse.
– Ehi Kei.. – lo richiamò, inducendolo a sollevar gli occhi scuri sul suo volto serio – ..che intenzioni hai riguardo la società di tuo padre? Sei tu a volergli succedere o è quel che vuole lui?
La domanda lo lasciò un momento spiazzato. Riflettendo sulla domanda, gli salì il familiare quanto intenso senso di contrarietà che ormai provava ogni volta che si soffermava a pensarci.
– Fosse per me non ci penserei due volte a mollare tutto – affermò incrociando ambo le braccia sul petto, abbassando leggermente il capo. Eppure non poteva limitarsi a quello come risposta, nemmeno con sé stesso, così si prese la briga di rifletterci più attentamente di quanto non avesse fatto in precedenza, aggiungendo – ..ma nel corso degli anni sono cambiate molte cose. L'impero costruito da mio nonno ha subito un cambiamento radicale dopo la sua morte e mio padre, per riscattare il buon nome della nostra famiglia, ha messo mano alle questioni burocratiche e finanziarie della società attuando cambiamenti che hanno modificato profondamente l'azienda – era stato difficile per suo padre, dopo aver saputo degli affari loschi del vecchio capofamiglia, accettare quanto scoperto e rimediare, ma in qualche modo c'era riuscito, cosa che se non altro gli faceva meritare un minimo di considerazione da parte del dranzerblader. Sbuffò dal naso, concludendo – Alla fine non posso lasciare semplicemente che tutti i suoi sforzi vadano in fumo.
– Molto maturo e responsabile da parte tua, principino.
Una vena gli comparve pulsante fra i capelli d'argento e scoccò un'occhiataccia alla ragazza che gli sedeva di fronte, già pronto a fulminarla, quando si accorse che quell'ironia che ne aveva caratterizzato il tono era soltanto un modo per sdrammatizzare. Sul suo viso aveva un delicato sorriso e il suo sguardo di smeraldo era puntato verso il pavimento, come se si sentisse a disagio. Così il dranzerblader deviò il proprio, deciso più che mai a far finta di niente. Il silenzio che seguì venne presto riempito nuovamente dalla voce di lei che, sommessa, prese a parlare.
– Da quando mio padre è scomparso è stata mia madre a prendersi cura della N.C. Ricordo ancora l'appartamento in cui vivevamo quand'ero una bambina – la sentì ridere, ma era un suono velato di nostalgia, cosa che lo indusse a far scivolare nuovamente lo sguardo su di lei – ..all'epoca non avevamo molti soldi, l'azienda era molto piccola e noi dovevamo arrangiarci come potevamo, ma non era male. Soltanto da due anni a questa parte gli affari sono andati così bene da poterci permettere una casa più grande e tutta una serie di comfort di cui prima non sapevo nemmeno potessimo aver bisogno. E tutto questo è nato dall'impegno che mamma ha messo nel non voler far scomparire il ricordo di mio padre – sulle labbra le nacque un debole sorriso – Ancora oggi utilizziamo la stessa macchina di allora e continueremo a farlo finché probabilmente non cadrà a pezzi... ma va bene così, per quanto mi riguarda, mi aiuta a ricordare da dove siamo partite. Ho sempre saputo che un giorno avrei preso il suo posto e mi sarei occupata io stessa degli affari della nostra famiglia e l'idea non mi aveva mai infastidita. Ai miei occhi mia madre era la persona più forte e affidabile del mondo e ho sempre sperato di poter essere come lei.. – l'atmosfera delicata che si era creata, nata dai sentimenti che le parole della mora trasmettevano, venne incrinata dalla piega che prese il suo breve monologo, mentre la voce di lei si faceva meno morbida e molto più tagliente, inquietante quanto il sorriso che le si formò a contrarle il volto in una smorfia di furore represso – ..ma quella maledetta ha osato stravolgere ogni cosa. Me la pagherà per avermi incastrata in questa cosa, non le permetterò di buttare la mia vita alle ortiche.
Il cambiamento improvviso e l'aspetto quasi demoniaco d'ella fecero suo malgrado correre un brivido gelido lungo la schiena di Kei, che si ritrovò con la bocca talmente secca da non riuscire nemmeno a deglutire. Quasi sussultò, quasi, nel momento in cui l'erede dei Natsuki si alzò di scatto in piedi, dirigendosi verso la sua scrivania.
– Dobbiamo fare delle ricerche e raccogliere dati – annunciò quella con decisione, degnandolo di metterlo a conoscenza di ciò che le passava per la testa. Lui per contro non si mosse ma attese che continuasse da sé, cosa che fece dopo essersi messa a sedere sul letto e aver acceso il suo notebook – L'unica possibilità che abbiamo per convincere i nostri genitori a ripensarci è metterli di fronte agli svantaggi che porterà quest'unione – mentre parlava sembrava caricarsi di nuova determinazione, la quale le si rifletté negli occhi verdi puntati sul monitor – ..e per farlo abbiamo bisogno di informazioni e di far leva sui timori delle rispettive parti – alzò di scatto il capo, fissandolo – Tu ti occuperai della Hiwatari, mentre io della Natsuki. Una volta raccolte abbastanza informazioni e preparato un discorso, indiremo un incontro delle due presidenze e daremo il via a una riunione ufficiale. Non potranno ignorarci.
Il povero dranzerblader si rimise in piedi, curandosi di non lasciar trasparire una sola emozione mentre ripassava brevemente la strategia messa in piedi dalla mora. Soltanto una volta che fu nuovamente in piedi si concesse di risponderle.
– Direi che è un buon piano – concesse alla fine – ma non abbiamo molto tempo.
– Allora direi di metterci in moto sin da subito – esordì lei, digitando qualcosa sulla tastiera – ..contatterò l'ufficio d'amministrazione della N.C. e mi farò mandare per e-mail tutti i dati riguardanti l'andamento dell'azienda negli ultimi anni e li metterò a confronto con la situazione economica del paese.
– Avrai bisogno anche di un bilancio delle azioni sul mercato. Di questo me ne posso occupare io.
– Perfetto. Ah, recupera anche i dati sulle recenti attività finanziarie della vostra organizzazione.
Kei annuì, avviandosi verso la porticina che collegava direttamente le due stanze contigue. Non era una cattiva idea in fin dei conti quella di indagare sugli affari delle due società: prima o poi avrebbero dovuto occuparsene direttamente, perciò non sarebbe stato strano che si informassero e seguissero gli affari di famiglia già in via preventiva. Inoltre, se potevano scoprire qualcosa che avrebbe poi fornito loro un vantaggio, perché no?


Quando il giorno fatidico arrivò, li trovò nervosi ma decisi, con la documentazione pronta per essere esposta ai destinatari di quell'evento.
– Kei, sei pronto? Dobbiamo andare, non abbiamo più tempo! – la nightblader, preda dell'agitazione, non si curò nemmeno di bussare ma fece irruzione nella stanza del ragazzo con la cartellina sottobraccio – L'elicottero sta aspettando!
Trovò il dranzerblader fermo di fronte allo specchio con un'espressione strana in viso, quasi una smorfia, mentre cercava di annodarsi la cravatta.
– Sei sicura che conciato così avremo più possibilità di convincerli? – le chiese lui, seccamente, senza nemmeno guardarla. Subito dopo con uno strattone sciolse l'intreccio che gli stava venendo fuori, che era tutto meno che il nodo di una cravatta.
Yukiko si lasciò sfuggire un sorriso e uno sbuffo divertito a quella scena e gli si avvicinò con poche e rapide falcate, i tacchi delle scarpe che rintoccavano sul pavimento ad ogni passo.
– Fidati. Bisogna dare una buona impressione di sé se si vuole essere presi sul serio.. il mondo degli affari si basa principalmente sulle apparenze – gli disse lei, fermandoglisi di fronte – Su, fammi vedere, faccio io.
Kei sbuffò ma ruotò appena su sé stesso, permettendole di armeggiare con la stoffa scura della cravatta. Si era vestito in maniera formale, con camicia bianca e completo grigio piombo, spronato dalle rassicurazioni della mora a dimostrare a suo padre che poteva essere un uomo affidabile e serio, se non altro quando si parlava di affari di famiglia. Era stato questo a convincerlo, ma già sembrava dell'idea di lasciar perdere, cosa che suscitò nella nightblader un mezzo sorriso divertito.
– Com'è che sai come si annodano 'ste trappole?
– Ne ho anche io un paio da qualche parte, nel mio vecchio armadio – le rispose lei, cercando di terminare in fretta il suo operato. Così vicina poteva facilmente captare l'odore del suo dopobarba e percepì le proprie gote iniziare a tingersi di un primo rossore, cosa che la fece deglutire. Tentò di ignorare il fatto che stesse allacciando la cravatta ad un ragazzo e spazzò via con un imbarazzato fastidio l'ideale impressione di sé stessa come una di quelle mogliettine stucchevolmente amorevoli che passavano alla televisione. Fino a quel momento la compagnia del blader era stata quasi una costante, mentre entrambi lavoravano a stretto contatto al progetto comune, che era per l'appunto evitare che lei finisse proprio in un ruolo del genere. Finalmente riuscì a stringere l'ultimo giro della cravatta e, dopo aver stretto il nodo con attenzione affinché il tessuto non si sgualcisse, glielo posizionò sotto il colletto della camicia – Fatto.
Si affrettò a fare un passo indietro, dando uno sguardo sommario al suo “compagno di squadra”, inspirando nuova aria fresca prima di constatare che, comunque, faceva la sua figura persino in quegli abiti.
– Possiamo andare – voltò letteralmente sui tacchi, recuperando la cartellina che aveva appoggiato da parte per aiutare il dranzerblader e avviandosi quindi verso la porta. Lei dal canto suo si era scelta una camicia bianca a sua volta, con maniche lunghe e piccole arricciature sulle spalle e dietro la schiena, che ben si infilava sotto una gonna blu scuro a tubino che le arrivava appena sopra le ginocchia, con un piccolo spacco laterale sul lato sinistro. A coronare il tutto, scarpe con un tacco non più alto di 6 cm e uno chignon in cui aveva raccolto i propri capelli in modo da non far risaltare le punte colorate.
Non avrebbe potuto pretendere tanto dall'altro se non si fosse data la pena di fare la stessa cosa.
Uscirono entrambi in corridoio, dirigendosi con decisione verso le scale che li avrebbero condotti sul retro della casa, nello spiazzo nel quale era atterrato già da alcuni minuti il loro mezzo di trasporto.
Li avrebbero fatti desistere. Non potevano fallire.


La riunione si stava tenendo all'interno della residenza estiva degli Hiwatari, come la definiva suo padre. Era una palazzina di tre piani che affacciava sulla baia, in una delle più belle località turistiche del Giappone. Ad attenderli sul tetto avevano trovato l'immancabile e servizievole William, che poi li aveva condotti dabbasso, in un salotto arredato in stile moderno, provvisto di sedie in pelle nera ed un lucido tavolo bianco. Avevano avuto anche a disposizione un enorme televisore per illustrare la loro presentazione ed ora, entrambi i ragazzi, erano costretti ad attendere in piedi fuori dalla porta.
Kei si era allentato la cravatta, cercando in quel modo di allentare anche la propria tensione in quell'attesa snervante. Avevano fatto del loro meglio, avevano attinto persino dalle loro conoscenze personali sulle rispettive aziende per dare spessore al loro discorso, perciò non potevano non aver lasciato il segno. Eppure il dranzerblader non riusciva a smettere di sudare, sebbene se ne stesse con la sua espressione più seria e indifferente appoggiato al muro che delimitava il corridoio.
Quando finalmente vennero richiamati dentro, la mora gli fece segno di rimettersi a posto quella trappola intorno al collo e lui strinse nuovamente il nodo, prima di seguirla. La linea delle sue spalle tradiva un moto di agitazione che si rifletteva anche nella posa delle braccia, ritte lungo i fianchi, mentre lo anticipava di qualche passo. Non poteva biasimarla: l'idea era stata sua e si era data molto da fare, sia per quanto riguardava l'elaborazione delle informazioni raccolte, sia l'esposizione. Nemmeno lui si era sentito troppo tranquillo quando era arrivato il suo turno di affrontare lo sguardo critico ed enigmatico del padre.
Ed ora il momento della verità era arrivato.
– Abbiamo raggiunto un nuovo accordo.. – la prima a intercedere fu la signora Natsuki, alla quale succedette l'uomo che le sedeva accanto.
– Tutto ciò che ci avete illustrato era già stato preso in considerazione e accuratamente soppesato da entrambi – il tono freddo e deciso del signor Hiwatari smorzò quasi totalmente ogni loro speranza e Kei si ritrovò a corto di fiato – ..pertanto non ritirerò la mia offerta per la N.C.
Il gelo calò sulla stanza.
– Tuttavia – esordì di nuovo la donna, sfoggiando un debole sorriso – ..abbiamo convenuto di rimandare la conclusione dell'accordo, ma ad una condizione – l'inflessibilità di quelle parole si trasmise sia dal suo tono di voce, sia dallo sguardo, che a turno si posò sui due blader – Tu, Yukiko, dovrai seguire un corso di formazione professionale da manager aziendale presso la Hiwatari ed inizierai uno stage della durata di un anno alla N.C.
– Mentre tu, Kei – si introdusse suo padre – presiederai ad ogni riunione della Hiwatari da ora in avanti ed affiancherai la giovane Natsuki presso il suo stage formativo – a quella notizia il dranzerblader inarcò un sopracciglio, preso totalmente alla sprovvista – Sarai sotto la diretta supervisione della signora Natsuki qui presente ed una volta terminato, mi affiancherai attivamente nella gestione degli affari di famiglia.
– Al termine di questo periodo rivaluteremo la questione alla luce della nuova situazione economica – aggiunse la madre di Yukiko, intrecciando ambo le mani di fronte a sé, sul tavolo – ..se davvero credete di poter gestire le rispettive aziende separatamente, dovrete dimostrarlo entro la fine del prossimo anno.


Ce l'avevano fatta: erano riusciti a farsi ascoltare ed avevano guadagnato abbastanza tempo per ribaltare la situazione. Yukiko tuttavia non era convinta: non erano riusciti a far loro cambiare idea, nonostante tutto, ma era anche vero che quell'assurda e pericolosa convivenza stava per giungere al termine, senza dubbio con il sollievo del dranzerblader.
– Questo significa che posso tornare a casa con te?
Le sue speranze vennero stroncate sul nascere, evaporate come neve al sole, dalla risata che scaturì dalle labbra di quella che avrebbe dovuto essere sua madre.
– Uhuhuh.. ma no cara, perché dovresti? Dopo tutta la fatica che ho fatto per farti avere le tue cose..
– Non c'è ragione perché tu non rimanga da noi, tanto più che pare proprio che la tua influenza abbia giovato a mio figlio! Dopo oggi sono ancor più convinto che saresti la mia nuora ideale! – si unì il padre di Kei, terminando a sua volta in una risata contenuta.
– Come..? – la nightblader assunse ogni colore possibile. Non poteva credere alle proprie orecchie e si ritrovò ad appoggiarsi ad una sedia per evitare di cadere, le ginocchia improvvisamente deboli.
Nemmeno il dranzerblader rimase imperturbabile alla notizia, spalancando gli occhi scuri e rimanendo immobile come una statua, talmente rigido che si sarebbe ipotizzato potesse andare in pezzi al minimo tocco.
– Be', cara Natsuki, direi che la questione è risolta – continuò il signor Hiwatari in direzione della presidentessa della N.C. – ..propongo di pranzare tutti insieme e poi, se vuole, posso accompagnarla a visitare le splendide spiagge di cui vanta questo tratto di costa!
– Che splendida idea! Yuki-chan, perché non vieni anche tu? Yuki-chan..?
Inutile, ormai Yukiko captava la voce di sua madre come un eco lontano, un sussurro sbiadito, perso in quel mare di incredulità che le aveva isolato ed annebbiato la sfera cognitiva.
Nella mente una sola frase: “Non è possibile!
E nell'aria risuonò un rintocco funebre.


...continua

[ANGOLO AUTRICE]
Eccomi qui! Come promesso vi regalo un nuovo capitoletto <3 contenti?
Mi spiace solo che questo stia più un capitoletto di transizione che altro, ma spero vi siate comunque divertiti a leggerlo *_* fra poco si entra nel vivo! Sono emozionatissima, voi no?? Be' certo, se la piccola Yuki riuscisse a sopravvivere agli shock a cui va incontro piuttosto spesso ne vedrete delle belle. Vi anticipo che mi sono rivista qualche puntata di Beyblade (mamma mia non mi ricordavo praticamente più nulla!! Quanti anni dall'ultima volta che avevo fangirlato sull'originale Kei Hiwatari e il suo favoloso sorrisetto saccente!) e che mi sono lasciata ispirare anche da quelle nella mia raccolta di informazioni. Raccolta per cosa? Ah, lo vedrete. Per ora non aggiungo altro perché vi saluto e vi preannuncio che il prossimo aggiornamento lo vedrete fra sabato e domenica. Purtroppo non posso prima, starò via qualche giorno (Ah, così te ne vai in vacanza! nd Kei -.-) Ahaha sì esatto mi hai beccata. Vacanza-studio! Buon resto della settimana a tutti voi!!

Angolo ringraziamenti:
Prima di lasciarvi ringrazio pubblicamente Silmeria e Keyra per continuare a deliziarmi delle loro recensioni <3 vi lovvo e scusate se questa volta non vi ho risposto singolarmente ma ne approfitto in questo angoletto per dirvi che non posso che essere contenta del fatto che il precedente capitolo vi sia piaciuto così tanto! Mi ci sono messa d'impegno u.u

Detto ciò, un bacione a tutteH!
Kaiyoko
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > BeyBlade / Vai alla pagina dell'autore: Kaiyoko Hyorin