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Autore: Yumeji    03/09/2014    2 recensioni
“Ha cambiato le regole del gioco” ciò che Kirigiri aveva detto era vero
Ancora una volta Monokuma ha stravolto le vite degli ultimi studenti della Kibougamine, è venuto meno alle sue stesse regole - ha ucciso un innocente al posto di un colpevole -, e ciò solo per farli cadere in una Disperazione ancora più profonda.
Ogni atto del preside orso persegue la disperazione, i ragazzi proveranno presto sulla loro pelle quanto questo desiderio può spingere alla follia lo stesso Burattinaio, e rimpiangeranno amaramente gli "incentivi" che Monokuma gli proponeva.
Perché, se prima solletticava i loro desideri (libertà, denaro, ecc..), ora punta al cuore. Nessuno verrà risparmiato.
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Prologo - concluso
Parte I - conclusa (I / V)
Parte II - conclusa (VI / XI)
Parte III - (XII / ???)
Genere: Generale, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naegi Makoto, Oowada Mondo, Togami Byakuya
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo III



- Cosa è accaduto..?- era la prima volta che il volto di Kirigiri gli appariva tanto espressivo, attraversato da un naturale sentimento di meraviglia e confusione, lo sguardo leggermente spalancato, quasi fosse rimasta abbagliata da una qualche luce rimanendone momentaneamente accecata. Naegi pensò che probabilmente quella sarebbe stata la sua prima e ultima occasione di coglierla in un simile stato, così impreparata a celare i propri sentimenti, peccato solo che non potesse goderselo. Sul momento era troppo impegnato a scampare dalla furia di una gothic con la mania del gioco d’azzardo, trovatasi a diventare, a propria insaputa, la protagonista di una doujinshin hentai dai forti contenuti bondage, scritta come opera originale da Yamada e pervenuta nelle sue mani per puro caso (sfortuna).
- Nu... nulla! - negò l'evidenza Makoto con le lacrime agli occhi e il segno dello schiaffo di Asahina ancora ben vivido sulla guancia, "perché sono finito coinvolto in un simile disastro?" si chiedeva nel superare di corsa la ragazza e svoltando a sinistra, dirigendosi verso la stanza dell'inceneritore. "Perché Yamada l'ha dato a me?" con la coda dell'occhio guardò alle proprie spalle e intravide Celestia, lo stava inseguendo, sempre avvolta da quell'aura violacea colma di intento omicida, Owada non poteva mettere mani su una donna e non era riuscito a frenarla.
Il povero Naegi avvertì un brivido di terrore attraversarlo lungo tutta la spina dorsale, quella ragazza lo terrorizzava, e istintivamente strinse ancor di più tra le braccia l'opera incriminante.
"- Master Makoto Naegi, l'affido a te! -" glie l'aveva lanciata l'otaku tirandola fuori dallo zaino, quando ormai tutti e tre avevano capito che non potevano nulla per fermare la rabbia cieca della ragazza,
"- Eh..? Aspetta! Non sarà?!-" da bravo ingenuotto Naegi afferrò il plico di fogli (racchiusi in un pacchetto), che Hifumi gli passò e troppo tardi comprese di cosa si trattasse,
"- Si, è la mia opera d'arte... Master Makoto Naegi, è lei il predestinato, l'unico che può distruggerla-" gli rivelò Yamada con voce seria, quella che usava per dare patos alle proprie parole,
"- Perché cacchio mi passi la patata bollente!?-" aveva cercato di replicare, ma la presenza della Ludenberg alle sue spalle gli mise un tale terrore in corpo da farlo scappare fuori dalla cucina come una lepre inseguita dai cani.
Aveva sperato di non essere rincorso dalla ragazza, ma a quanto pareva, più che a vendicarsi di Yamada, era la doujinshin a premere a Celestia. Voleva impossessarsene prima che altri potessero vederla, questo era il suo principale obbiettivo, poi ovviamente si sarebbe accanita sull'otaku per punirlo in modo lento e molto, molto, doloroso.
L'unica fortuna di Naegi era che fosse toccato a lui essere il bidello per quella settimana e aveva quindi a disposizione la chiave dell'inceneritore, ci avrebbe gettato dentro l'opera di Yamada e "chi si è visto si è visto", senza alcuna prova a confermare il misfatto forse l'otaku avrebbe persino avuto uno sconto della pena. Anche se questo Makoto lo credeva improbabile, per lo meno agendo in quel modo la rabbia di Celestia si sarebbe smorzata.
"Ma allora perché sto scappando?" ragionò rendendosi conto di non aver motivo per fuggire alla gothic, infondo si stava premurando di cancellare ciò che la metteva in imbarazzo (umiliandola in quella maniera assai indecorosa), se le avesse spiegato cosa aveva intenzione di fare non ci sarebbero stati problemi. Si era detto così Naegi, ma un'altra occhiata alla ragazza alle sue spalle lo fece desistere da qualunque intento di darle una spiegazione.
"No, se mi fermo mi ammazza!" ne era sicuro, era troppo infuriata, non lo avrebbe ascoltato.

Owada osservò la scena incapace di agire in alcun modo.
Aveva ben pensato di seguire Celestia, dopo che era partita per rincorrere Naegi, credendo di poter fare qualcosa per bloccarne la furia ingiustificata nei confronti del ragazzo, ma aveva sbagliato i suoi conti.
“Com’è che l’ha definita Yamada?” si chiese ricordando come il buta-otaku avesse cominciato a farneticare colto dal panico più totale:
“- Ihh! Lady Celestia Ludenberg si è trasformata in un boss di livello 52! È la crudele e folle entità vendicatrice che si trova alla fine del labirinto, intoccabile ed inavvicinabile fino a quando non ha concluso il suo sanguinolente compito –“
“Si, era qualcosa del genere” convenne, dubbioso su cosa dovesse fare, ancora fermo davanti alla porta della sala mensa a guardare l’angolo dove Naegi e la gothic erano scomparsi. Non poteva abbandonare Makoto, riflette, ma non poteva nemmeno toccare una ragazza…
Era giunto al suo nodo gordiano, ad un dilemma esistenziale irrisolvibile.
- Owada, vedo che sei uscito dal tuo isolamento – la voce di Kyouko lo colse di sorpresa, distogliendolo dai suoi problemi d’etica personale,
- Uff… il moccioso mi ha trascinato per mezza accademia per cercare quella serpe di Togami – spiegò laconico, sbuffando seccato, eppure non appariva tanto infastidito come voleva sembrare,
- In realtà sembra che tu ti stia divertendo – osservò lei, e appariva divertita a sua volta, con quel leggero sorriso enigmatico ad incurvargli le labbra sottili,
- No, non mi sto…- cercò di negare, ma non riuscì farlo, perché comprese che Kirigiri aveva ragione.
“Mi sto divertendo?” si ritrovò stupito a pensare, non lo credeva possibile, non con tutto quel senso di colpa che gli grava sulle sue spalle, eppure, aveva finito con il comportarsi normalmente, recuperando le vecchie abitudini nel rivolgersi a Naegi e Yamada. “Cosa sto facendo?!” si rabbuiò infuriandosi con sé stesso, si stava atteggiando come se nulla fosse successo.
Stava insultando la memoria dei compagni morti a causa sua!
- Il mio non voleva essere un rimprovero - puntualizzò Kirigiri notandone il repentino cambio di atteggiamento. Nulla sembrava fuggire ai suoi occhi o alle sue orecchie. - … e, anzi (per quanto possa valere per te la mia opinione), non credo che tu debba continuare ad importi una qualche punizione per gli atti che hai compiuto. Hai già ricevuto la sentenza di colpevolezza e la tua condanna è stata proclamata: sei costretto a vivere; Monokuma ha deciso cosi -
- E ti sembra giusto? - sbottò il motociclista alzando la voce, non la stava guardando, sembrava invece non riuscire ad affrontarne lo sguardo, teneva la testa china, il volto scuro,
- Si, perché non credo nella pena di morte, e di certo non penso che un pazzo come Monokuma possa annoverarsi il diritto di fare una scelta simile - sta volta Owada si sentì obbligato a cercarne il viso, lei rimaneva sempre impassibile, indecifrabile, e neppure in quel caso faceva eccezioni.
“Perché mi stai dicendo questo?” si chiedeva mentre la sua bocca diceva:
- E allora Leon, o il prossimo che si troverà al mio posto (perché di sicuro ricapiterà), pensi davvero che la mia punizione rispetto alla loro non sia ingiusta!? - sapeva di avere un espressione spaventosa, colma d’ira e frustrazione, ma non poteva farci nulla.
- Ai miei occhi tu sei semplicemente stato fortunato, nient’altro, e di questo nessuno può fartene una colpa - sentenziò e una nota di gelo si perse nell’aria, - Avevi un amico come Ishimaru che non solo ti conosceva bene (nonostante il breve periodo che avete trascorso insieme), ma era disposto a tutto pur di salvarti. Ti ha costretto ad affrontare una condanna ben peggiore di quella ti era prevista, e se lo ha fatto, arrivando sacrificando se stesso, è solo perché era certo che tu avresti trovato il modo di redimerti. Di ripagare quelle vite che per te si sono spente -
- Redimermi..? Stai scherzando?! - il petto cominciò a dolergli in maniera insopportabile, - Non c’è nulla che io possa fare per rimediare a quello che ho fatto… a quello che ho causato! Niente di ciò che farò potrà mai cancellarlo! -
- Questo è vero - ammise Kirigiri, per nulla intimorita dalle urla furenti del motociclista, sapeva che Owada non sarebbe divenuto due volte preda del medesimo errore, - … ti porterai questo peso per il resto della vita. Però puoi comunque scegliere -
- Se aspettare di essere ucciso da qualcuno o farla finita da me? - ironizzò con un'espressione amara, con quel dolore che non scompariva,
- No. Puoi scegliere tra: sprecare questa seconda opportunità che ti è stata data, rendendo inutile il sacrificio di Ishimaru; o farla fruttare, in modo che le morti di coloro che hanno creduto in te non siano del tutto vane - c’era un pizzico di accusa nella sua voce, Mondo non fatico ad udirlo, era piuttosto palese per qualcuno abituato come lei a nascondere le proprie emozioni, - … E, fidati, rinchiudendoti nella tua stanza a farti dilaniare dai rimorsi farai solo il gioco del Burattinaio - furono parole dure, potenti come un calcio nello stomaco, abbastanza per lasciare Owada senza fiato. Non aveva modo di replicare. Sapeva che aveva ragione, Kirigiri sembrava averla sempre, qualunque cosa la sua bocca pronunciasse. Il motociclista però non poteva dirglielo, non era l’orgoglio a fermarlo (bhè… forse in parte), era la sua incapacità di perdonarsi, non solo per le sue colpe, poiché mai per l’intera durata della sua esistenza ci sarebbe riuscito.
Ciò di cui non si poteva perdonare era di essere ancora vivo.

Doccia. Doccia. Doccia. Si ripeteva mentalmente Togami, fissandosi su quell’unico desiderio cosi che la sua mente non vagasse per altri pensieri. Doveva smetterla di rimuginare o rischiava di commettere qualche passo falso. Se qualcuno avesse solo minimamente sospettato della verità che in quel momento lo attanagliava, sarebbe stata la sua rovina. Senza quella protezione, quella barriera che la più colossale delle menzogne gli aveva creato attorno, sarebbe rimasto completamente nudo, inerme, di fronte a chi poteva tramutarsi nel suo assassino.
Morire non era nei suoi piani, non dopo che aveva reso realtà la propria bugia, non prima di aver conquistato il mondo con il potere datogli dalla stirpe Togami.
Lui era il prescelto... "Basta! Devo solo pensare a farmi una doccia!" si ordinò scuotendo la testa, cercando di scacciare da essa ogni elemento molesto. Uno strano evento però lo distrasse da quel obbiettivo, un'immagine inconsueta gli si sarebbe palesata a breve davanti agli occhi, cambiandone in piani.
Mentre entrava nella parte della Kibougamine dove si trovavano i dormitori le orecchie  dell'ereditiere furono subito invase dal pianto disperato di Naegi, seguito dal terribile grido di una voce che, sul momento, non riconobbe, ma che ne urlava il nome.
"Cosa stanno combinando quelle scimmie decerebrate?" si chiese tra l'incuriosito e lo scioccato, un espressione sul volto che però non lasciava trapelare nulla se non un certo fastidio.
La giacca della divisa, tenuta ripiegata su un braccio, gli scivolò a terra, "Kirigiri e Owada?" li intravide davanti all'entrata della mensa, e istintivamente si tenne lontano dai loro sguardi, cosi da non farsi notare. Non sapeva bene perché lo fece, ma non vedeva di buon occhio una conversazione tra quei due, che si stavano dicendo?
"Non è... Kirigiri abbia scoperto qualcosa?" stava diventando paranoico, se ne rendeva perfettamente conto. "Calma, Byakuya. Calma. Ricordati cos'hai imparato. Autocontrollo e mente fredda" trattenne il respiro aguzzando l'udito, doveva capire di cosa stessero parlando.
Non dovette però faticare molto, Owada iniziò ad urlare:
- CREDI CHE NON LO SAPPIA?!? - il biondo sussultò, sorpreso da una simile reazione, sentendosi come assordato dalla sua voce, - Era questo il suo obbiettivo quando ha accettato la proposta di Ishimaru! - continuò, e l'ereditiere non faticò a fare i propri collegamenti "Stanno parlando di Monokuma, o comunque di chi lo controlla”, voleva saperne di più, ma ormai il discorso era chiuso. Kyouko lo aveva notato e le sue labbra si erano sigillate, lo fissava con un occhiata gelida, forse persino sospettosa, ma con quel volto imperscrutabile era difficile da dire. Lei non sembrava aver reagito in alcun modo alla rabbia di Owada, e questo seccò un poco Togami che, invece, si era spaventato.
- Ma sarà vero che è solo per questo? - parlò la ragazza continuando a guardare nella sua direzione, senza mai distogliere lo sguardo dal suo, stava pensando ad alta voce e questo di solito era lo stratagemma che usava per fare riflettere il piccolo Naegi, cosi da fargli cominciare a percorre il suo stesso ragionamento. "Cosa hai in mente?” si stupì Togami, chiedendosi se lo stesse mettendo sullo stesso piano di quel moccioso, sentendosene immediatamente offeso, ".. se pensi che mi getterò famelico sull'osso che mi hai appena lanciato come quel cagnolino innamorato del tuo amichetto, allora non mi conosci affatto Kirigiri". Fece una smorfia con le labbra, raccogliendo finalmente la giacca da terra, una scusa come un’altra per non dover continuare ad affrontare quegli occhi indagatori. Temeva riuscissero a leggergli dentro, che la specialità della misteriosa ragazza priva di titolo fosse quella di collegare tutti i pezzi, ogni frammento di menzogna, per svelare la verità che dietro ad essa si celava, fino a quel momento (durante i processi di classe, spalleggiando Naegi), questo compito gli era riuscito fin troppo bene.
- Penso che il burattinaio, approfittando di come si è svolto l'ultimo processo, stia escogitando qualcosa di diverso da tutto ciò che ha fatto fin'ora - annunciò Kyouko ed era ormai chiaro anche ad Owada di non essere più il suo interlocutore, ma che si rivolgeva alla figura del ereditiere appena entro in scena.
- Oh, finalmente spunti fuori serpe - lo salutò il motociclista, e Togami si chiese quando gli avesse attribuito quel soprannome (non che in fondo non lo trovasse azzeccato per se stesso, su questo doveva essere sincero), -... il moccioso ti stava cercando, era preoccupato - lo avvertì.
Byakuya non faticò ad intuire di chi parlasse, Makoto era l'unico cosi idiota da temere per l'incolumità degli altri in una situazione disperata come la loro.
Più che altro cominciò a chiedersi perché Fukawa non gli fosse ancora venuta incontro, urlando qualcosa del tipo: "o mio cavaliere bianco"; adesso che si trovava, già da alcuni minuti, in un luogo pubblico facilmente accessibile. Forse la sua personale stalker aveva cominciato a perdere colpi, o forse era ancora la personalità di Genocide ad avere il sopravvento e la serial killer non lo riteneva un soggetto interessante..(?) Non era però il caso di perdersi a riflettere su quella pazza, doveva semplicemente ritenersi fortunato a non averla incontrata per tutta la giornata.
- Non è di vostro interesse sapere come occupo il tempo..- fu l'elegante "fatevi i fatti vostri e non rompetemi" che Togami gli elargì senza troppi complimenti, il tono infastidito, quasi si fosse trovato a scambiare due chiacchiere con una manciata di moscerini irritanti. Istintivamente, ad una risposta tanto acida e arrogante Owada strinse i pugni, il desiderio impellente di realizzare il suo proposito di rifilargli un gancio dritto sui denti. - Comunque, mi è sembrato di sentire Naegi urlare - continuò il biondo con fare vago, non fece domande, non dovevano credere che lui provasse per uno qualunque di loro un qualche particolare interesse, però il fatto lo incuriosiva. Se inseguito si fosse trovato il cadavere di Naegi non voleva certo essere l'unico a presentarsi al processo senza un'idea chiara dell'accaduto.
- Celestia lo sta inseguendo...- rispose Kirigiri, la quale era all'oscuro delle motivazioni per cui la gothic volesse fare la pelle a Makoto. Neppure lei chiese alcunché, semplicemente, il suo sguardo si spostò su Owada, l'unico a detenere le risposte che entrambi cercavano.
- è tutta colpa di Yamada - si limitò ad informarli il motociclista, per nulla intenzionato ad entrare nei dettagli: primo perché Kirigiri era una ragazza ed era convinto che certi "argomenti" non dovessero essere toccati in sua presenza (erano premure che non avrebbero dovuto neppure sfiorarlo, visto il soggetto a cui erano rivolte, ma era una questione di principio); secondo perché Togami gli stava sulle scatole e piuttosto di fargli un favore avrebbe preferito il linciaggio da parte di Celestia, - che in quel momento era invece subito da Naegi.
- Quindi, Naegi si è fatto coinvolgere come un allocco - concluse Togami con un sorriso derisorio sul volto e, per quanto non gli piacesse il tono con cui si era pronunciato, Owada non poté replicare, era vero.
- C'è... c'è pericolo? - la voce di Yamada li colse impreparati, spuntando timidamente dalla porta della mensa, forse, udendosi chiamato in causa aveva finalmente deciso di palesare la sua immensa mole.
Non aveva un bell'aspetta (ancora meno del solito), tremava, aveva la fronte ricoperta di sudore freddo, il fiato corto ed era pallido come un fantasma, nonostante la stazza, più vicina a quella di un orso, sul momento sembrava avere qualcosa di simile ad un criceto spaventato.
- No, hai ancora qualche secondo prima che venga a chiedere la tua testa - non fu molto rincuorante Owada, non che ne avesse l'intenzione, l'otaku però non sembrò udirlo, distratto da altro.
- Oh, ci sono anche Lady Kyouko Kirigiri e Master Byakuya Togami...- sembrò riprendere un po' di coloro nel vedere i due compagni, - vi credevamo dispersi - commentò con un espressione divertita, si riprendeva in fretta,
 - Avevamo di meglio da fare che perdere tempo con voi - fu l'ennesimo commento aspro del biondo occhialuto, il quale si rese conto di essere rimasto invischiato in una discussione che non aveva più alcuna intenzione di portare avanti, finché Fukawa non si vedeva all'orizzonte aveva l'idea di approfittarne per recarsi in tutta tranquillità nella propria stanza per farsi quella doccia tanto agognata.
Con l'arrivo di Yamada era arrivato il momento dei suoi saluti.
- La vostra presenza (e forse anche quella di master Makoto Naegi), avrebbe però fatto comodo qualche ora fa'..- commentò il grassone sospirando, deprimendosi come se gli fossero sorti alla mente brutti ricordi,
- Perché è forse accaduto qualcosa?- si fece subito interessata Kirigiri,
- Bhé... credo che tutti, meno Master Byakuya Togami probabilmente, sappiano che questa mattina Lady Aoi Asahina non si sentisse molto bene -
- Si, infatti ricordo di non averla vista in mensa - confermò lei,
- Naegi mi aveva accennato qualcosa poco fa'- si aggiunse il motociclista, e questo sottolineò ancor di più il silenzio di Togami, il quale era indeciso se chiudere subito la questione come una stupidaggine ed andarsene senza troppi complimenti o rimanere a sentire cosa Hifumi avesse da dire.
- All'ora di pranzo però sembrava essersi già ristabilita del tutto, alcuni di noi, difatti, la trovarono mentre cercava di uscire dalla mensa alla chetichella dopo essersi sbafata una vasta quantità di ramen e ciambelle... -
- Non è proprio il pasto di qualcuno che si sente male - commentò Owada, un espressione che sembrava esprimere tutt'altro che un apprezzamento per il genere di pranzo che la ragazza si era scelta.
Ramen e ciambelle non erano proprio un accoppiata vincente.
- Chi è che l'ha trovata?- volle i dettagli la scrupolosa Kyouko,
- ehm....- ci dovette riflettere un momento, - Io, Lady Celestia Ludenberg, Hagakure e Oogami - elencò, - comunque non è questo il punto!- si affrettò a specificare, - Abbiamo intuito subito che Asahina avesse mentito ad Oogami sulle sue condizioni di salute. Questo ha messo in allarme Lady Celestia Ludenberg che ha insistito sul motivo per cui avesse fatto una cosa simile... Ehm, eravamo tutti curiosi e allo stesso tempo sospettosi - confessò, ma di certo non era da biasimare, dopo tutto ciò che stava accadendo divenire diffidenti verso il prossimo era il minimo che potesse accadere. - ... abbiamo insistito fino a quando Lady Aoi Asahina non ha ceduto e alla fine ha confessato di aver assistito ad uno strano fatto la scorsa notte (ha dovuto ammettere di aver violato il coprifuoco) -
- Che tipo di fatto? - cedette seccato Togami, non riuscendo a trattenersi, era estenuante ascoltare il racconto dell'otaku, sembrava dilatarsi volutamente solo per fargli perdere tempo!
- Credo che si possa definire un "evento soprannaturale": ha detto di aver visto un fantasma -
E per un momento calò il gelo.
- Tsk.. i troppi zuccheri le hanno causa delle allucinazioni -
- I fantasmi sono semplici frutti delle menti deboli, gli shock che ha subito di recente e la stanchezza accumulata le hanno provocato delle visioni -
- è per una stupidaggine simile che mi davi per morto? -
Hifumi si stupì di trovarsi parata davanti una simile barriera ideologica, nessuno dei tre aveva dubitato neppure per un secondo che il racconto di Asahina fosse una semplice sciocchezza. Un poco se ne sentì rammaricato, pensava che con le sue doti di narratore potesse almeno causare un brivido di terrore nei suoi compagni, ma a quanto sembrava la convinzione che "i fantasmi non esistono" era troppo radicata in loro perché fosse possibile.
- Si... si, era certo che Lady Kyouko Kirigiri e Master Byakuya Togami avrebbero trovato qualche spiegazione plausibile (la vostra presenza avrebbe di certo calmato Hagakure)- ammise grattandosi sorridente dietro la nuca, smorzando un leggero imbarazzo, - ... però Lady Aoi Asahina era cosi convinta di ciò che aveva visto, continuava a ripetere di non esserselo sognata. Per questo, sotto le sue insistenze e per essere sicuri che non ci fosse nulla, abbiamo deciso di perlustrare il luogo dell'avvistamento: lo spogliatoio del bagno grande - continuò a spiegare, - Ci siamo recati lì e abbiamo perlustrato, ma come era ovvio non c'era alcuna traccia di presenza ectoplasmica - sbuffò sollevando le spalle, quasi ne fosse rimasto amaramente deluso.
- Ma è successo dell'altro mentre eravate lì?- lo colse Kirigiri a bruciapelo rivolgendogli una domanda che non si aspettava, facendolo sussultare,
- Co..cosa te lo fa pensare, Lady Kyouko Kirigiri?- si ritrovò in difficoltà Yamada, sistemandosi nervosamente gli occhiali,
- Da come ne parlavi prima sembrava che fosse accaduto qualcosa di terribile - osservò e l'otaku si sentì colto in flagrante,
- Bhé... ecco, è stato lì che Lady Celestia Ludenberg ha scoperto la mia opera, mi era scivolata dallo zaino e cosi... - confessò,
- Opera..? - lo guardò lei confusa, non sapeva di cosa stesse parlando,
- Ma si, la mia doujinshin hen...!- Owada intervenne appena in tempo per tappargli la bocca, dandogli un "amichevole" scappellotto dietro alla nuca che lo lascio per qualche momento dolorante piegato su stesso, a tastarsi la testa tra lacrime e una serie di imprecazioni.
- Non è il genere di informazione che potrebbe tornarti utile - commentò Togami assistendo insensibile alla scena, intuendo però ciò che il motociclista voleva evitare di divulgare (come hobby Yamada crea delle doujinshin hentai con protagoniste le sue compagnie di classe… Sopratutto per il bene dell'otaku era meglio tacere).
- Tutto il racconto su questo "fantasma", non sembra avere alcuna utilità - sottolineò, - ma sono comunque intenzionata ad ispezionare il luogo dell'avvistamento - si premurò di avvisarli Kirigiri, per quanto una testimonianza potesse apparire inservibile o comunque poco veritiera per un caso, era suo dovere verificarla. Non si poteva mai sapere cosa si celasse dietro ad un avvenimento improbabile. Forse, avrebbe trovato una nuova pista, una svolta nelle indagini che l'avrebbe portata ad un gradino più vicino alla sconfitta del burattinaio, alla loro fuga da quelle mura.
Doveva esaminare la scena con i suoi occhi, era l'unico modo in cui avrebbe potuto trovare delle risposte.

Togami la osservò andarsene e per un momento fu indeciso se seguirla, sperando di ottenere magari qualche informazione. Il ricordo però dell'enorme problema che doveva ancora risolvere lo colpì come un calcio nello stinco, "Merda! Ho perso troppo tempo!" si ritrovò a digrignare i denti, prendendosela con se stesso.
Ormai non poteva più concedersi una doccia, doveva tornare in palestra e...
- Ohi, dove hai intenzione di nasconderti di nuovo serpe?- la voce di Owada lo fermò quando era già  sulla porta. Ora, cosa voleva quella testa a pannocchia da lui? Pensò sentendosi montare dentro un'irritazione sempre maggiore, doveva starci attento o rischiava di abbassarsi ai livelli di quel teppista, urlando e sbraitando come un ossesso.
- Non sono affari tuoi, ho da fare - non riuscì a trovare altro modo per dirglielo, di solito per quanto schietto era più sottile, ma l'irritazione gli annebbiava il cervello. Era in una situazione di forte stress, e quando si trovava sotto pressione (per quanto in realtà dovesse esserci abituato), gli diveniva difficile ragionare lucidamente. Qualcosa nel suo animo aveva cominciato a graffiare, urlare e contorcersi dal desiderio di uscire, sentimenti che da tempo ristagnavano silenziosi nel suo petto si risvegliavano dal lungo letargo a cui li aveva costretti, per risollevarsi e scontrarsi l'un l'altro in una battaglia che, prima ancora di avere un vincitore, avrebbe portato alla totale distruzione del erede dei Togami, di Byakuya.
- Ecc-o... io me ne andrei...- annunciò timidamente Yamada, la voce ridotta ad un sussurro, sudando come un maiale, non ci teneva proprio a fare da spettatore ad una simile scena, si sentiva al quanto a disagio. Gli altri due, fortunatamente, non sembravano prestargli alcuna attenzione, quindi ne approfittò, tirando fuori una rapidità impensabile per la sua stazza, e svanì verso i dormitori.
- Bene, non è mia intenzione farti perdere tempo..- fece il motociclista con un marcato sarcasmo, il volto livido di una rabbia a stento trattenuta, - volevo solo chiudere un conto in sospeso - specificò e lo scricchiolio delle sue nocche causò un campanello d'allarme nella testa del biondo,
- Tsk... io non ricordo di aver tratto alcun un debito nei tuoi confronti - schioccò la lingua, recuperando un poco di quell'altezzosità che solitamente lo rivestiva,
- Oh, non riscuoto per me, ma per il piccoletto -
"piccoletto, piccoletto, piccoletto..." cominciò a riflettere velocemente Togami, "se Naegi lo chiama moccioso, allora piccoletto è, no! Era.."
- Non ti sembra da ipocrita prenderti un simile diritto quando sei stato tu ad uccidere Fujisaki?- si sistemò gli occhiali con un gesto studiato, sapeva di aver posto domanda sciocca (o per lo meno lo intuiva).
- Per l'appunto, se l'ho ucciso io, perché ti sei preso la briga di agghindare in quel modo il suo cadavere!? - lo aggredì, non ancora fisicamente, ma la rabbia che gli sputò contro non lasciava dubbi che da lì a poco si sarebbe rifatto,
- Mi sembrava di averlo già detto. Era un caso noioso, avevo solo idea di renderlo più interessante e allo stesso tempo era un buon modo per testare il campo per un eventuale futuro -
- Ma ce l'hai un po' di rispetto per i morti?!-
- Rispetto..? - sorrise, quella parola sembrava averlo divertito, -  Stiamo parlando di un cadavere, un semplice contenitore vuoto, privo di alcun valor..-
- Sei proprio un bastardo -
- Tu…-
Non lo vide. Il pugno che lo colpì, lo colse del tutto impreparato.
Avvertì solo il rumore dello schiocco delle nocche contro la sua guancia, un fastidio dove la pelle era stata colpita e già cominciava ad arrossarsi, alla fine, non gli fece poi cosi male.
“Togami non li sa proprio tirare i cazzotti”, pensò Owada in quel momento di perfetta calma che precedeva l'esplosione. Quel damerino da strapazzo aveva osato colpirlo, ma si poteva essere più idioti? C'era da dubitare che avesse mai partecipato ad una rissa, mentre le membra del super ultra motociclista fuorilegge liceale erano già state temprate da infiniti scontri.
- Tu non osare più chiamarmi in quel modo! - gli intimò l'ereditiere in tono autoritario e spavaldo, ma la voce risuonava tremante, non per paura (come se avesse ragionato: "o merda sono fottuto"), - Con chi credi di avere a che fare?! - continuò e, a quel punto, accadde qualcosa di inusuale.
Piuttosto di scagliarsi contro di lui e pestarlo a sangue, Mondo si frenò e cominciò a riflettere.
Qualcosa lo bloccava. C'era un che di strano e di terribilmente familiare nell'improvviso cambio di atteggiamento di Byakuya.
Owada conosceva bene quel miscuglio di emozioni che stava riversando all'esterno simile ad un fiume in piena. Probabilmente, se lui stesso non avesse raggiunto il punto di rottura solo pochi giorni prima, non si sarebbe mai reso conto di cosa stesse accadendo al ereditiere.
Una diga si era rotta, sotto la pressione sempre maggiore dell'acqua, e adesso ciò che conteneva inondava ogni cosa la circondasse. Era in quel modo che Owada aveva finito con il prendersela con l'indifeso Chihiro, ed era una fortuna che a Togami fosse accaduto con lui (qualcun altro avrebbe potuto esagerare con l'autodifesa a finire con l'ucciderlo inavvertitamente).
"Sei uno bastardo fortunato" pensò il motociclista nel rifilargli un pugno nello stomaco, - era stato cosi impegnato a continuare ad inveirgli contro da non pensare minimamente di difendersi, - lo lasciò momentaneamente privo di fiato e piegato in due dal dolore.
Prima di tutto, c'era il bisogno che il biondo si desse una calmata, o rischiava davvero di fare qualche pazzia, in più, Owada non era il tipo da ricevere senza ricambiare il pensiero. Certo, il fatto che l'ereditiere perdesse i sensi subito dopo non era nei suoi piani, era davvero delicato il damerino, e neppure l'immediato arrivo di Naegi, il quale era miracolosamente scampato alla furia cieca di Celestia e che, trovandosi Owada con di fronte il corpo inerme di Togami, per quanto fiducioso fosse nei confronti del motociclista, non poté non pensare al peggio.
- Aiutami, lo portiamo in infermeria - Owada sapeva che sarebbe stato inutile cercare di spiegargli l'accaduto, troppo complicato. Odiava le complicazioni.
- Che.. che è successo?- gli chiese Makoto cercando chiarimenti, correndogli subito affianco,
- Dopo. Adesso lo portiamo in infermeria - insistette, facendosi passare un braccio di Togami intorno alle spalle e indicando a Naegi di fare lo stesso,
- Pe-perché sei ferito?- esclamò lui stupito, notando il segno rossastro che l'altro aveva sul viso.
- Dopo -



In infermeria.
Lo aveva travolto un camion, ne era certo. Non importava che dentro ai corridoi dell'accademia i camion non riuscissero a passare, Togami era sicuro di essere stato investito. La testa e lo stomaco gli dolevano in maniera impressionante, aveva la nausea e, quando apri gli occhi, sprovvisti degli occhiali, il mondo oltre che annebbiato e confuso gli sembrò vorticare tutto intorno a lui. "Eppure quell'imbecille di Owada mi ha colpito solo lo stomaco.." convenne abbandonando l'idea dell'automezzo quanto il suo cervello, ripresosi dalla batosta iniziale, ricominciò ad ingranare. Non si capacitava allora di quella ferita alla testa, su cui era stato già fatto un sottile bendaggio, né capiva come fosse arrivato fin lì, sul letto dell'infermeria... Perché era in infermeria giusto? Non aveva ancora visitato i nuovi luoghi accessibile dopo l'omicidio di Fujisaki, la credeva una perdita di tempo, aveva preferito raccogliere i dettagli dagli altri, andando poi a visitare solo le aule che gli interessavano, l'infermeria però non era una di queste. In fondo il loro obbiettivo era di ammazzarsi a vicenda, a cosa mai potevano servirgli dei bendaggi? Dubitava che se avessero tentato di ucciderlo sarebbe stato in grado di medicarsi da solo o che quel compito se lo prendesse qualcun altro. Non ne vedeva l'utilità in una gara di omicidi.
Al contrario dei suoi presupposti però, qualcuno si era preso cura di lui... e ciò era qualcosa di stupefacente. Si riconosceva come un perfetto cinico bastardo, pochi avrebbero avuto pietà per la sua persona (visto che in quel luogo la mano dei Togami non sembrava raggiungerlo), e se fosse stata Fukawa a trovarlo (magari nelle vesti di Genocide Sho), avrebbe fatto la fine della rana vivisezionata.
- Togami!- lo chiamò Naegi aprendo la porta dell'aula, ovviamente non poteva essere altri che lui il buon samaritano, all'apparenza stupito di trovarlo sveglio, - Ecco... ti senti bene? T-ti fa male da qualche parte?- lo stupore iniziale del ragazzo lasciò presto largo ad un senso di nervosismo e di leggero panico.
- Si, la testa - gli indicò la nuca osservandolo con uno sguardo accusatore, non sapeva esattamente di cosa lo accusasse, ma aveva scoperto essere un buon metodo per far capitolare i pessimi bugiardi come Makoto,
- Mi... mi dispiace! Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace!! - cadde nella più completa confusione il ragazzino, cominciandosi ad inchinare ad una tale velocità che per poco non andò a sbattere la testa contro alla ringhiera in metallo del letto. - Eri più pesante di quel che credevo, p-po i sono inciampato e...- tacque smettendola con tutti quegli inchini, che cominciavano a procuragli un leggero giramento di testa, e lo fissò dritto negli occhi con aria colpevole e profondamente dispiaciuta (per quanto non riuscisse a celare una punta di divertimento per la situazione), - ... e ti ho fatto cadere facendoti sbattere la testa contro lo stipite della porta - confessò.
- Idiota - fu il secco e lapidario commento con cui concluse la conversazione Togami, troppo stanco e malandato per pensare a qualche insulto meno popolare e più aristocratico. Era arrivato al punto, bastava.
L'ereditiere si alzò, aveva ancora un compito da finire e non aveva idea di quanto tempo fosse rimasto k.o., preferì però non investigare per non procurarsi un altro motivo di stress, si rendeva conto di aver raggiunto il limite... Era arrivato a colpire Owada come un perfetto imbecille (quello era un esperto nel darle!). Un Togami non perde mai il controllo, non si comportava a quel modo. Se qualcuno al di fuori, nel mondo esterno, lo avesse scoperto, non riusciva ad immaginare quale punizione il patriarca della famiglia (non l'aveva mai chiamato padre o papà), potesse infliggergli. Sapeva solo per certo che non sarebbe stata piacevole.
- A...aspetta! Non alzarti cosi velocemente!- lo riprese Naegi, la cui voce per un momento rimbombò nella testa dell'ereditiere mentre un senso di vertigini lo coglieva, per una volta Makoto sembrava aver fatto un osservazione assennata. Veloce il castano lo aiuto a sorreggersi e a sedersi sul letto, - Non è una ferita grave, ma le ferite alla testa intontiscono spesso -
- Cos'è sei un esperto di botte in testa? - aveva ritrovato il suo sarcasmo, era un buon segno,
- Io no, ma Owada si - rivelò, facendogli intuire che la benda usata per avvolgergli la fronte ferita era un lavoro del motociclista.
- Peccato, questo avrebbe spiegato molte cose - ironizzò e fece qualcosa che notoriamente sembrava contrario alla sua natura, tanto che Naegi credette che il colpo alla nuca forse era stato più forte di quanto avesse immaginato, rise.
Non che Makoto non lo avesse mai visto sorridere, ma era la prima volta che ne udiva la risata. Non aveva nulla di quel sorriso di scherno che spesso gli aveva riservato, né dell'espressione arrogante con cui solitamente si elevava sopra a tutti loro, sicuro della potenza dei Togami.
No, era una risata era aperta, divertita... sincera.
Tardi Byakuya si rese conto del proprio errore, e il silenzio che seguì non fece che pesare ancora di più sulle sue spalle.
Era stato così terribilmente frustrato per l'intero arco della giornata che alla fine, per non piangere, era scoppiato a ridere. Una valvola di sfogo risalente agli anni della sua prima infanzia. Un Togami non si sarebbe mai permesso un espressione cosi volgare, con essa aveva inavvertitamente creato un largo foro su quella maschera che stentava a tenere insieme. Sopratutto da quando Monokuma aveva scoperto che...
- Ohi, Toga! - Mondo giunse simile ad uno tsunami: prima fece tremare la stanza come un terremoto facendo tuonare potente la voce; poi invase l'infermeria come un onda inarrestabile. Entrambi i ragazzi vennero colti alla sprovvista dal suo arrivo, lo guardarono confusi, non capendo perché sembrasse tanto sconvolto. Cosa gli era preso?
- Dimmi dove sei stato oggi?! - assalì immediatamente il biondo, non lasciandosi neppure il tempo di riprendere fiato, doveva aver corso,
- Ma cosa ti..? - cercò di replicare l'ereditiere, ma al momento Owada non poteva accettare un "ma cosa ti frega" da parte sua, era una faccenda terribilmente seria. Byakuya lo comprese nell'incrociarne lo sguardo, quando il ragazzo lo afferrò forte per le spalle,
- Parla, cosa hai fatto per tutto il giorno?- insistette con più veemenza,
- Owada, è forse accaduto qualcosa? - la voce di Naegi fu però sormontata da un familiare annuncio registrato.
*Dlin... dlon... dlin*
-E' stato appena trovato un cadavere, che gli studenti si preparino,
tra poco si terrà il Processo di Classe - la voce di Monokuma ebbe la capacità di far gelare l'aria.
Era accaduto un'altra volta.
Con un panico crescente Naegi volse lo sguardo verso l'ereditiere affianco a sé, "possibile che..?"
Nessuno l'aveva visto per tutta la giornata, facile capire su chi sarebbero caduti i sospetti.
"Merda..!" inveì Byakuya tra sé e sé, i denti stretti, il volto stanco e sconvolto.
Cosa aveva fatto?!


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Finalmente, sono riuscita a concludere questo capitolo..! Cavolo, è stato un scalata non da poco xD xD , avevo promesso di rivelare il segreto di Togami (il quale, non temete non è nulla di cosi complicato, anzi, lo ritengo abbastanza banale <.< , per quanto per lui sia sconvolgente), ma a questo punto credo che verrà fuori al processo.
In più penso che tutti abbiano già intuito chi sia la vittima, e forse ì più attenti hanno già capito dove si trova ^^ , cmq, il processo di classe inizierà e si concluderà nel prossimo capitolo ^^
Cmq da questo punto in poi parte anche alla rivalsa di Owada, basta pensieri deprimenti (per lui almeno xd )!
NB:  Finalmente si cocludo i preliminari, la storia ha finalmente comincito a muoversi... credo che più o meno mi rimangano 6 capitolo per cocluderla, spero che continuerete a seguirmi!
Un saluto a Miss Yuri cosi gentile da lasciarmi sempre un commento e qualche (molti) consiglii <--- li aprezzo molto
bye ^3^/
  
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