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Autore: Yutsu Tsuki    03/09/2014    2 recensioni
Dal primo capitolo:
“Osservando il suo volto, si accorse di una cosa. Tutti quegli anni passati dietro a due spesse lenti rotonde gli avevano fatto dimenticare di quanto belli fossero i suoi occhi. Erano di un verdeacqua chiaro, ma intenso, quasi luminoso. Si avvicinò ancora allo specchio e allungò la mano, come per poter afferrare quel colore che era un misto fra il cielo azzurro senza una nuvola ed un prato fresco d'estate.
Voleva toccarli, sfiorare quella luce e immergersi in essa, ma venne bruscamente interrotto dalle urla di sua sorella: — Keeeen! Vieni a cena, è prontooo!
Si allontanò in fretta dalla sua immagine riflessa. Per un attimo restò senza parole. Era rimasto affascinato dal suo stesso volto. Poi scoppiò a ridere, rendendosi conto dell'assurdità della cosa.
Aprì la porta della stanza gridando: — Mi chiamo Kentin!! — e corse in cucina.”
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dolcetta, Kentin, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3


Rivincita







Soddisfatto della sua azione, si staccò da Ambra ed osservò compiaciuto la faccia stralunata di Candy. Alcuni dei presenti lo guardavano con espressione interrogativa, altri tornavano ad occuparsi dei propri interessi. Strizzò l’occhio alla ragazza che un tempo amava, poi tirò fuori dalle tasche un sacchettino di biscotti, ne mise uno in bocca e si girò per andarsene. Era sicuro che avrebbe fatto salire la gelosia in lei, ma in quel momento non c’era nient’altro da dirle o farle vedere, quindi uscì in cortile per respirare un po’ d’aria fresca.
Si sedette su una panchina, le braccia aperte e appoggiate sullo schienale. Respirò a pieni polmoni. Era davvero soddisfatto di se stesso. Non lo era mai stato prima. Chiuse gli occhi per godersi i raggi del sole.
Dopo neanche un minuto un'ombra gli negò la luce. Aprì gli occhi, turbato, e vide un'Ambra raggiante.
— C-ciao. Sei nuovo? — si era completamente dimenticato di averla mollata in corridoio.
— Ehm... no. Cioè, sì! — decise di mentire. Anche se non era del tutto una bugia. Certo, era nuovo, ma tutti lo conoscevano. O almeno, avrebbero dovuto.
— Senti... ecco, per quel bacio di prima... — Ambra si interruppe, aspettandosi delle spiegazioni da Kentin, che però non arrivarono — ...Lo sapevo che eravamo fatti l'uno per l'altra! — esclamò d'un fiato la ragazza, euforica come non mai.
A Kentin veniva da ridere: Ambra era totalmente ceduta al suo fascino. Se pensava che il motivo del suo ritiro dal Dolce Amoris, ed il conseguente miglioramento di se stesso era stato proprio lei, non sapeva se deriderla per il suo errore o se ringraziarla. In entrambi i casi, scelse di continuare a prendersi gioco della biondina ancora per un po', almeno fino a quando avesse scoperto chi era lui veramente.
— Ahah, si hai ragione! — esclamò, beffardo.
— Allora stiamo insieme?
— Sì, d'accordo.
Non era affatto preoccupato delle conseguenze che il suo gesto avrebbe potuto provocare, soprattutto perché di certo non aveva nulla da perdere.
Lasciò che Ambra si sedesse accanto a lui, appoggiandosi sotto il suo braccio, e aspettò la fine dell'intervallo.
Mentre stavano per tornare in classe lei gli chiese: — Ah, come ti chiami?
— Kentin — disse lui tranquillamente.
— É un bellissimo nome! Io sono Ambra. — E aspettò una sua risposta. Ma Kentin si limitò ad annuire, perché si ricordava benissimo che un tempo tutti, compresa Ambra, lo prendevano in giro per il suo nome.
Forse quella di accettare di essere il ragazzo di Ambra non era stata una buona idea, ma quando in classe incrociò lo sguardo imbarazzato di Candy, si ricordò della sua reazione al bacio con la bella bionda. Pensò che il suo obiettivo principale era sempre quello di dare una lezione a lei, e quindi si sedette con calma sulla sua sedia, non prima di averle sorriso lentamente.
La faccia di Candy si faceva sempre più preoccupata ad ogni minuto che passava.
Si sta pentendo di non essersi mai interessata a me. Ora sa che é troppo tardi! Non solo non é riuscita a mettersi con me, ma é pure stata battuta da una cretina come Ambra! Questi pensieri scorrevano svelti nella mente di Kentin, e gli infondevano una gioia immensa.
Ma era giusto quello che stava facendo? Non era stato un po' troppo crudele verso le due ragazze? Certo, di Ambra non gli importava, ma Candy era pur sempre il suo grande amore d'infanzia, la ragazza a cui avrebbe dato tutto, a costo di renderla felice.
Si pentì un pochino del suo piano malefico. Dopotutto Candy era un essere umano: se non aveva amato fisicamente il vecchio Ken, non gliene poteva fare una colpa. E poi anche lui disprezzava il suo aspetto precedente.
Al termine delle cinque ore di lezione Kentin prese la decisione di scusarsi con Candy per il suo comportamento. Aspettò che la classe si svuotasse un po', poi fece per avvicinarsi a lei, ma venne fermato da Ambra: — Ascolta, tesoro, in casa mia non c'é nessuno oggi. Ti va di venire da me? — A quella richiesta il volto di Candy si alterò, e la ragazza raccolse velocemente i libri, per poi uscire dall'aula.
— Insomma, davvero non hai ancora capito chi sono io? — Sbottò Kentin.
Ambra ci pensò un attimo e poi chiese: — Il mio amoruccio?
— No, sono Ken, quell'idiota occhialuto che sfruttavi a tuo piacimento e di cui adesso hai perso follemente la testa! — A quelle parole la confusione si formò sul volto di Ambra. Alcuni degli ultimi compagni che non erano ancora usciti rimasero a bocca aperta, altri ridacchiarono per la figuraccia della giovane.
— M...ma come? N-no, non é possibile — disse lei. Il suo tono di voce da acuto e smielato divenne serio e più basso, come quello di uno che viene preso in giro. Non volendo credere alle parole di Kentin, si mise a scrutare ogni suo minimo dettaglio, dagli occhi verdi alle gambe forti e robuste, dai capelli non a scodella ai pettorali scolpiti.
— Sì invece. Quindi se non ti dispiace non rivolgermi più la parola. — Ho ben altro da fare. E la scaricò sotto gli occhi increduli di lei e dei pochi presenti.
Uscito dall'aula, rincorse Candy, deciso una volta per tutte a sistemare quella storia.
La raggiunse fuori dall'edificio, in cortile.
— Candy aspetta! Anf anf... Volevo...chiederti scusa se ho fatto il cascamorto con Ambra, ma era solo per vendicarmi di lei! — Candy però non capiva. Arrossì per l'arrivo improvviso di Kentin, ma non sapendo come mai si stesse scusando, si limitò a domandare: — Pe...perché ti stai scusando con me?
— Beh, ecco, io pensavo che ci fossi rimasta male...
— Ma se non ti conosco nemmeno? — In realtà le era davvero dispiaciuto, ma non volendo ammettere i suoi sentimenti, si era messa sulla difensiva. Ora però era Kentin a non capire, ma lo sguardo altrettanto confuso della ragazza gli disse che era sincera.
— Non ti ricordi più di me? — chiese, offeso. Candy scosse la testa.
— Ma come? Ci conosciamo da una vita. — Vide lo sforzo nella mente della sua amica, che davvero ignorava la sua vera identità.
Ci fu un silenzio prolungato, poi improvvisamente Kentin si ricordò di una cosa.
Estrasse dalle tasche la bustina di biscotti al cioccolato e ne porse uno a Candy. Lei in un primo momento pensò fosse uno scherzo, poi lentamente la verità cominciò a farsi largo nella sua testa.
Sbarrò gli occhi posandoli su quelli del ragazzo, e disse con un filo di voce: — Ken?
— Kentin — corresse subito lui.
— Wow ma... Come é possibile? Sei irriconoscibile!
— Ho seguito un duro allenamento militare, per questo sono cambiato.
— Non é possibile, ora sei davvero... — Ma si fermò appena in tempo.
Figo, volevi dire? Pensò lui. Sicuramente non era più quel ragazzino ingenuo di un tempo. Oltre che a combattere, aveva imparato a capire i sentimenti altrui.
— ...Davvero diverso — completò Candy. Lui sorrise.
Decise di accompagnarla a casa. Ogni tanto sbirciava il suo volto e quando lei se ne accorgeva arrossiva piano. Questo faceva tremendamente impazzire Kentin, che era davvero soddisfatto dei frutti delle fatiche passate al campo.
Arrivati sotto casa di Candy, non seppe resistere alla tentazione e le diede un bacetto sulla guancia, che per poco non la faceva svenire. Lei lo salutò, emozionata, e salì le scale.
Quella giornata era stata davvero motivante. Quasi tutte le femmine della scuola sbavavano per lui, Ambra era stata rimessa al suo posto, Candy lo aveva finalmente visto come qualcuno di cui essere gelosi. C’era solo un dettaglio che lo preoccupava: la caduta “accidentale” di Nathaniel e Candy. E se lui non fosse l’unico pretendente? Oltretutto anche Castiel era rimasto scosso da quell’episodio.
I pensieri turbinavano nel cervello di Kentin, che era arrivato a casa. Entrato in camera, posò lo zaino e scorse di nuovo la sua immagine riflessa. Ma che me ne importa degli altri, quando ho me? pensò, e si sorrise con ardore.


   
 
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