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Autore: alessiacroce    04/09/2014    15 recensioni
"Riemersi con la testa e presi di nuovo fiato, ma Harry era pesante, non ci riuscivo. Mi chiesi se sarebbe stato meglio non averlo mai conosciuto. Tutto questo sicuramente non sarebbe mai successo. Adesso non starei per morire. Adesso lui non starebbe per morire."
Genere: Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Trailer ufficiale:
 http://www.youtube.com/watch?v=w8YIoKs97YQ

Capitolo 16
 


Ebbi la tentazione di fermarlo e chiedergli che stesse succedendo, ma non lo feci.
Chiusi le tende della finestra e arrancai verso il letto. Proprio in quel momento qualcuno bussò.
Sentii la voce di mia madre chiamarmi da dietro la porta.
 
“Entra” dissi.
 
Mamma socchiuse la porta e si affacciò.
 
“Tutto bene, tesoro?” mi chiese, corrugando la fronte.
 
“Tutto bene” ripetei le sue stesse parole.
 
Si avvicinò al letto e fissò la mia caviglia gonfia. Era leggermente migliorata rispetto a prima.
 
“Ti fa ancora male?” mi domandò, come se nel giro di qualche ora la caviglia dolorante potesse guarirsi da sola.
 
“Secondo te?” ribattei, alzando gli occhi al cielo.
 
Lei annuii pensierosa, voltandosi.
 
“Sta per arrivare il medico, sarà qui nel giro di pochi minuti”
 
Dopo di che si chiuse la porta alle spalle, accennando un debole sorriso.
Restai stesa a fissare il soffitto, le braccia incrociate dietro la nuca.
Ripensai alle parole di Harry. Al suo sguardo sofferente mentre stava percorrendo il vialetto di casa.
Sapeva qualcosa?
Perché aveva affermato che sarebbe stato possibile che qualcuno avesse ucciso mio fratello o lo avesse spinto a suicidarsi di proposito?
Dovevo assolutamente parlargli, chiarire questo argomento. Non potevo fare finta di niente, era ovvio che c’era qualcosa sotto.
Qualcosa di grosso.
Presi in mano il cellulare, cercai il numero di Harry in rubrica e feci partire la chiamata.
 
“Il numero da lei chiamato al momento può essere occupato o non raggiungibile. Richiami più tardi o lasci un messaggio dopo il bip…”
 
Spensi la chiamata.
Magari stava chiamando qualcuno o era giù al porto, là c’era sempre poco campo.
Avrei riprovato più tardi.
 
“È permesso?”
 
Mi girai di scatto verso la porta.
Gli occhi sorridenti e rassicuranti del dottore mi guardarono da dietro l’uscio.
 
“Entri pure, dottore” lo feci accomodare.
 
Lui mi si avvicinò lentamente e si sedette accanto a me.
 
“Sono giorni difficili questi, eh Less?” mi chiese, anche se più di una domanda sembrava un’affermazione.
 
“Già” mormorai, abbassando lo sguardo.
 
Sentii il suo sguardo comprensivo su di me.
Mi strofinò una mano sulla schiena.
 
“So che è difficile, Less. Col tempo vedrai che passerà… il tempo risana le ferite, no? So che sei una ragazza forte. È una brutta perdita, quello che è successo è terribile, ma lui ti vorrebbe felice”
 
“Felice?!” scoppiai, all’improvviso “per cosa dovrei essere FELICE?! Mio fratello ieri si è suicidato e io dovrei far finta di niente, sorridere ed essere felice?!”
 
“I-io non intendevo…” replicò il medico.
 
“No, lei intendeva proprio questo! No, non sono forte, ok?! Ho appena perso una delle persone più importanti nella mia vita e dovrei fregarmene solo perché Liam mi vorrebbe felice?! MA CHE NE SA LEI?! Come si fa ad essere felici dopo quello che è successo?! L’unica cosa che voglio fare è piangere fino a consumarmi, non me ne frega un cazzo del resto!” urlai, tra le lacrime.
 
“Less, calmati!” intervenne all’improvviso Patrick, spalancando la porta della mia stanza “Che succede qui?”
 
“Niente” risposi, asciugandomi velocemente le guance bagnate.
 
“È un brutto periodo, si stava solo sfogando” aggiunse il dottore, con tono tranquillo “dai, Lee, guardiamo come sta la tua caviglia”
 
Dopo di che mi sorrise, come se non fosse successo nulla.
Lo guardai diffidente.
Mi toccò la caviglia, scrutandola con occhi attenti per qualche secondo. Mia madre e Patrick se ne stavano appoggiati allo stipite della porta, guardando il lavoro del medico.
 
“Direi che non è niente di preoccupante, una leggere slogatura. Prendi gli antibiotici che adesso ti prescriverò e tienila al riposo, non serve fare i raggi, non c’è niente di rotto. Nel giro di pochi giorni sarai come nuova” affermò, alla fine.
 
“Grazie dottore” miagolò mia madre.
 
“Si figuri” disse lui, sorridendo “stammi bene, Less”
 
Dopo di che mi rivolse uno sguardo strano, si girò e si avviò fuori dalla stanza.
I miei lo accompagnarono giù, mentre io fissavo la ricetta dei medicinali che avevo in mano.
Tutti nomi di cui non sapevo il significato e non mi interessava scoprirlo. Basta che funzionino.
 
“Less, ci sono le tue amiche giù in salotto. Sono appena arrivate. Le faccio salire?” si riaffacciò nella mia camera mamma.
 
“Si, falle pure salire” risposi, rigirandomi il foglietto tra le dita.
 
Allie, Lucy e Sylvie entrarono come furie nella stanza con occhi lucidi.
 
“Oh, Less” esclamarono in coro, prima di abbracciarmi una ad una.
 
Io rimasi immobile, non sapendo come comportarmi.
 
“Ci dispiace così tanto per quello che è successo” esordì Lucy “oggi non eri a scuola e ci siamo preoccupate, poi girava voce che… si, insomma… tuo fratello si fosse suicidato”
 
“È una cosa bruttissima” sussurrò Allie.
 
“Noi, siamo qui per te, se hai bisogno… siamo solo passate a vedere come stavi ed a farti un po’ di compagnia” concluse Sylvie.
 
Ammiccai un debole sorriso.
 
“Mi fa piacere che siate venute” mormorai.
 
***
 
“Ragazze, scusate se vi disturbo, ma vi posso portare qualcosa? Non so, dei biscotti, del thè” mia madre entrò cautamente nella stanza.
 
Le mie amiche fecero segno di non voler niente così mia madre ritorno in cucina.
 
“Quindi tu credi che tuo fratello sia stato assassinato?!” esclamò, con voce stizzita, Allie, dopo aver ascoltato il mio racconto su ciò che era successo negli ultimi due giorni.
 
“Shh, parla a bassa voce” rimproverai la mia amica “non ho detto che sono convinta, dico solo che c’è una possibilità. Harry sa qualcosa e quando mi ha chiesto se secondo me Liam poteva non essersi ucciso ma che qualcuno lo avesse assassinato sembrava nascondere qualcos’altro sotto quelle parole. Io voglio sapere cosa”
 
Le mie amiche mi fissarono con occhi spalancati.
Probabilmente erano rimaste sconcertate dalla mia idea di pensiero.
Non era da escludere niente.
 
“Ma hanno accertato che si è trattato di un caso di suicidio” replicò Sylvie.
 
Riflettei per qualche secondo prima di rispondere.
 
“Nulla è veramente accertato. L’hanno visto mentre si uccideva? Non penso proprio. Pensateci un attimo” mormorai “quanto è facile sparare ad una persona, eliminare le proprie impronte sulla pistola e poi mettergliela in mano, inscenando così un finto suicidio”
 
“Ma qui non si tratta di una sparatoria, qui si tratta di farmaci. Sai, molti si suicidano così, avvelenandosi. È più probabile quindi che sia stata una sua decisione farla finita” affermò Lucy, che fino ad allora non aveva emesso parola.
 
Mi presi la testa tra le mani.
Gli occhi mi si inumidirono.
 
“I-io non trovo ragione per cui Liam abbia voluto uccidersi” singhiozzai “certo, si comportava in modo strano ma…”
 
Non riuscii a concludere la frase, non sapendo che altro aggiungere per giustificare la mia ipotesi.
 
“Ehi, Less, ci siamo noi qui con te”
 
Le mie amiche mi avvolsero in un abbraccio di gruppo.
Sapevo di poter contare su di loro.
Sapevo che, qualunque cosa fosse successa, loro sarebbero rimaste.
 
“Questo brutto periodo lo passeremo assieme, non ti lasceremo da sola” sussurrò Lucy, accarezzandomi i capelli.
 
“Grazie” mormorai, stringendomi a loro.
 
Tutte e tre sorrisero, prendendomi le mani.
Le guardai, pensierosa.
Dovevo prendere una decisione.
Indagare meglio o lasciar perdere.
Lasciare perdere sarebbe significato ignorare le parole di Harry, il suo pianto, ignorare i sospetti che stavano accrescendo, sempre più, dentro di me.
No, non era concepibile.
 
“Sentite, ragazze” esordii “non ci riesco. Non riesco ad ignorare tutto questo. Io credo che ci sia qualcosa sotto. Qualcosa che forse nemmeno riusciamo ad immaginare. Le parole di Harry mi hanno sconvolto ma, in parte, anche fatto riflettere. Io voglio andare a fondo in questa storia, voglio saperne di più. Liam era mio fratello e, se veramente gli fosse successo qualcosa, voglio scoprirlo, fargli giustizia. Probabilmente ora nemmeno mi crederete, ma io non mi arrendo. Questo è solo l’inizio. Devo scoprire quello che gli è successo”
 
Presi un lungo respiro, dopo aver detto quello che pensavo.
Con o senza loro io avrei cominciato a cercare, a indagare meglio su questa faccenda.
 
“No, non devi scoprire che gli è successo” affermò decisa Sylvie.
 
Dobbiamo scoprirlo tutte insieme” aggiunse Allie.
 
“Siamo con te, Less” concluse Lucy.
 
Le guardai sorridendo.
 
“È finito il tempo di piangere, adesso è ora di agire”


 

Spazio Autrice.

Ciao a tutti c:
allora, ecco qui il sedicesimo capitolo.
in questo capitolo non c'è molta azione, è per lo più riflessivo, un momento di pausa per far prendere un po' di fiato alla nostra povera Less.
Sarò breve ahahah
allora, grazie mille ( come ripeto ogni santa volta ) a tutti quelli che stanno seguendo la mia storia, la mettono tra le preferite o la recensiscono, siete davvero in tanti, mi fa piacere.
Spero che questo capitolo vi soddisfi e vi spinga ad andare avanti con la lettura, come avete finora fatto.
detto questo, mi dileguo
se avete bisogno potete contattarmi qui o su twitter (@aspettamiharry)

un bacio x

-Alessia

  
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