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Autore: Lelusc    05/09/2014    2 recensioni
Ambra è da sola,ha un solo amico e uno stalker che un giorno al mese la molesta con una domanda, a cui lei risponde sempre negativamente,poi però... e così cambierà tutta la sua vita,che lei coraggiosamente aveva protetto da tanto tanto tempo.
Genere: Erotico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi svegliai la sera seguente e accanto a me non vidi Mikael. In un primo momento mi spaventai, ma poi ricordai la sera prima, che dopo esser svenuta, mi aveva portato a casa e ci eravamo messi a dormire abbracciati luna con l’altra. Per fortuna Mikael è una persona molto dolce e particolarmente tollerante con me, soprattutto allora che avevo la mia confusione mentale.

Mi alzai e sistemai il letto, mi cambiai con un abito viola che usavo per casa e scesi di sotto trovandomi proprio davanti Mikael con il cesto del bucato in mano.

“ciao Ambra”

“ciao Mikael”dissi, mentre la porta della stanza di Steven si spalancava .

“Ciao Steven”

“ciao Erik”disse improvvisamente una voce a me, purtroppo, famigliare e di una persona che non faceva parte della mia famiglia, beh veramente sì, ma non per me.

Mi voltai e vidi quello che doveva essere mio cucino.

“Che diavolo ci fai tu qui?!”Gli Chiesi alzando un tantino la voce.

“È vero, scusa, è venuto giusto due minuti fa, voleva parlare con te”disse Mikael alquanto scocciato.

Perchè è scocciato? Che cosa è successo? Che gli ha fatto? Mi chiesi subito.

“Capisco, ma non ti voglio in casa mia e non intendo parlare con te, né tanto meno ascoltarti, quella è la porta, addio” dissi gelida indicandogli con un cenno della mano la
porta per poi andare in sala a prendere una sacca di sangue.

“Che razza di ospitalità offri ai tuoi ospiti? Sei una gran maleducata”ribatté Erik seguendomi.

“Casa in cui entri, ospitalità che trovi, abituati, anzi no, non serve, visto che non entrerai mai più in casa mia e poi tu non sei un ospite, sei un infiltrato. Ti sei praticamente autoinvitato, chi è il maleducato ora, mh?”Gli chiesi guardandolo male.

Non mi rispose, perché sapeva benissimo che avevo ragione.

“ma tu sei mia cugina, quindi essendo parenti, non credo di essere maleducato, ti sono venuto solo a fare una visita”

Sorrisi per la sua trovata. “Ti stai parando il fondoschiena con una scusa”.

“nessuna scusa, sei davvero mai cugina”disse facendo un passo in avanti.

“e va bene, te la do vinta, che cosa vuoi?”

Mi sorrise e questa fu la prima volta, ma quando si accorse di quello che aveva appena fatto, ritornò a guardarci con la sua aria di superiorità e mi rispose acido.

“Sei dura d’orecchi?Voglio parlare con te”

“di cosa?” Gli chiesi con tono neutro.

“di tua madre”

“stop, non voglio parlarne, per me quello è il passato, come lo sei tu”.

Per un attimo mi parve di vedere nei suoi occhi del dolore. Perché? Che ho detto? O meglio che cosa gli è successo?

 “Io sono qui, non sono il passato, esisto, sono il presente e tu sei mia cugina”insistette, mi disse deciso afferrandomi per un braccio, ma senza farmi male.

“Uffa"dissi tirando via il braccio dalla sua presa,infastidita. "Che noioso che sei e ti ripeti anche, vai a dare fastidio alla tua servitù o hai tuoi fratelli invece di seccare a
me”dissi versando il sangue preriscaldato in una tazza.

Si rattristì all’improvviso. “Io sono figlio unico e poi non parlo con la servitù e male farlo”alzai gli occhi cielo, ecco che ritorna pomposo e arrogante, si è ripreso in extremis.

“Peggio per te, comunque lasciatelo dire, sei strano, prima fai l’aristocratico arrogantello e ora vieni qua e pretendi che io, che non voglio avere niente a che fare con voi,
ti ascolti e voglia parlare con te, allora ti sei proprio illuso”dissi cominciare a bere a sorsetti.

 “e dai, che ti costa? Sei odiosa lo sai?”Mi fece notare.

Catalogai la sua domanda come retorica, così presi in silenzio un altro sorso dalla tazza, facendogli capire che non avrei risposto.

“e dai, voglio parlare di mia zia, nonchè tua madre, davvero non t’interessa?”

“no, io qui ho la mia vita e quello come già ti ho detto, è il mio passato non il mio presente e di certo non il mio futuro, ora se ti è tutto chiaro, addio, quella è la porta e non
farmi più ripetere”dissi.

Rimase immobile dove si trovava a fissarmi, poi mosse un passo verso la porta,ma si fermò e si voltò verso di me.

“e se ti dicessi che mi piacerebbe conoscerti perchè sei mia cugina, mi cacci ancora via?”Chiese.

“no, se mi dici così, mi arrabbio oltre a sbatterti fuori di casa”.

Mi guardò seccato. “Allora dovrai usare la forza, io da qui non me ne vado”disse incrociando le braccia al petto e appoggiandosi di peso al muro con espressione decisa in volto.

Ok, c’è da dire che quanto a testardaggine non so chi vince fra noi due, però non m’interessa niente di lui, può fare come crede, nessuno lo filerà, penso bevendo un altro sorso di sangue. Una volta finito di fare colazione mi sedetti sul divano con un libro e mi misi a leggere e dopo nemmeno un capitolo Mikael si sedette accanto a me e accese la televisione mettendo il canale dello sport. Da un po’ ha scoperto che gli piace il tennis.

“Mikael, perché il tennis? Sei una femminuccia?”Gli chiesi non distogliendo lo sguardo dal libro.

“No, perché? È sempre uno sport”mi rispose in tono tranquillo appoggiandosi di peso alla mia spalla. Ormai ho compreso il significato del suo gesto e devo ammettere
che mi ci è voluto un po’ per capirlo.

“Niente da fare Mikael, niente coccole, non sei più un lupo”.

“Uffa”si lamentò. Sorrisi ancora intenta a leggere, mentre lui silenzioso si avvicinò e mi diede un leggero bacio sulla tempia.

“io non le voglio le coccole”dissi subito.

“Uffa”disse ancora annoiato continuando a guardare la televisione, mentre Steven si sedette vicino a me. Da quando non ho problemi a stare fra due ragazzi? Mi chiesi.

“Rassegnati Mikael, sai che è fatta così”disse Steven con lo sguardo rivolto al libro che stava leggendo. Accidenti sembra di stare in una casa di riposo, che noia immortale!

“Certo che voi tre andate d’amore e d’accordo, mi devo ricredere su di te cuginetta, in giro si dice hai un caratteraccio, sei noiosa, dominatrice, gelida e metti paura, ma noto con piacere che sono tutte chiacchiere, perché mi sembri tranquilla dolce e molto amichevole”disse Erik.

Mikael e Steven scoppiarono a ridere evitando così che perdessi la poca pazienza che mi era rimasta e gli tirassi una sedia.

“Lei, tranquilla?”Disse Steven fra le risate.

“e dolce”aggiunse Mikael ironico.

“quanto si vede che non la conosci affatto”

Mi voltai mio malgrado prima verso Mikael e poi verso Steven del tutto allibita e divertita, se ci provassero di nuovo non ci riuscirebbero,hanno detto l'ultima frase nello stesso momento,in coro. Divertente!

“Perché, non è così?”Chiese Erik guardandoli.

Che espressione ebete che ha, pensai fissandolo.

 “Certo, lei ha un carattere pessimo”cominciò Steven.

“ è permalosa e si arrabbia facilmente, quando naturalmente non è già arrabbiata da per se,ovvio”disse Mikael.

“è gelida e paurosa”aggiunse Steven.

“imprevedibile e a volte assurda”continua Mikael.

“ma sa trattarti con amore e amicizia” e adesso Steven sta parlando troppo, pensai infastidita.

“Già, siamo riusciti a cambiarla, anzi, no, a farle conoscere altri sentimenti, tipo l’amicizia, l’amore, la fiducia e l’affetto, tutte cose che ha deciso di allontanare volutamente da sé, ora sa rapportarsi con le altre persone,infatti prima era sempre molto triste, anche se non lo voleva mostrare, perché lei non è fatta per….”

“Allora, la vogliamo smettere?!” Esclamai arrabbiata, alzandomi di scatto dal divano, interrompendo Mikael e Steven.

“ops”dissero in coro guardandomi.

Li guardai entrambi dall’alto infastidita.“Ora che fai?”Mi chiese Steven.

“Niente, mi è venuta voglia di uscire”dissi infilando il libro nell’apposito scaffale della libreria. Guai a chi mette a casaccio i libri, hanno un loro ordine di grandezza e loro lo sanno, infatti, Steven posò il suo esattamente dove doveva stare.

“Mi vesto prima io” disse Mikael, poi spense la televisione e s’incamminò verso la nostra camera da letto.

Poco dopo quando ritornò, era vestito nella sua solita maniera, Jeans e camicia, un abbigliamento sobrio e comodo che lo faceva risplendere come se si fosse messo chissà che cosa addosso e toccò a me,mentre Steven era ancora in camera sua a vestirsi.

Indossai un semplice completo maglietta blu notte a maniche lunghe attillate con una semplice scollatura a V e ci misi sopra un golfino di lanetta bianca. Misi dei pantaloni blu scuro, quasi neri e delle scarpe con il tacchetto, mi legai i capelli i una morbida coda laterale e fui pronta per uscire e divertirmi.

Ritornai in sala e trovai tutti pronti.

“Allora, andiamo” dissi incamminandomi verso la porta seguita da Mikael e Steven, quando mi voltai verso Erik.

“Allora, tu che fai vieni con noi o preferisci continuare a fare da sopramobile?”Gli chiesi.

“Io sopramobile?”Chiese oltraggiato. “Casomai la copia perfetta del David di Michelangelo, comunque vengo”rispose con il suo solito tono altezzoso. Non lo sopporto!
Fuori di casa senza guardare, passai le chiavi a Mikael e mentre lui chiudeva la porta corsi giù. Ero già al portone che li attendevo appoggiata allo stipite con il bavero della giacca alzato, ma solo per far finta di avere freddo, cosa non vera.

Non so quanti minuti rimasi a giocherellare con le foglie di una pianta, che mi resi subito conto, essere finta, perché nessuno si prenderebbe la briga di curare delle piante vere; comunque mi ero già stancata, quando sentii i passi e lì riconobbi, Steven seguito da Mikael ed Erik, bene finalmente si esce, alleluia! Pensai.

Non li attesi e m’incamminai l’ungo il marciapiede. Erano troppo lenti per i miei gusti, ma un attimo dopo lì avevo dietro di me.

“Dove si va?”

“non saprei” Risposi.

“Allora che diavolo vai avanti”

Ci voltammo tutti e tre verso Erik, ma non s’intimorì per niente.

“Allora?” Chiese Steven

"Beh, sai che cos'è aperto a quest’ora?”

“niente”rispose Erik.

Mi voltai ancora verso di lui guardandolo come se fosse un idiota.

“allora andiamo alla mia casata”.

“No!” Esclamò subito Mikael afferrandomi per un braccio.

Posai il mio sguardo duro sul suo braccio, poi su di lui che mi lasciò all’istante, imbarazzo. Beh, non è successo niente, infondo si è solamente sentito lui e il suo eco in
tutto l’isolato, una cosa da nulla proprio,
penso dandogli le spalle e incamminandomi.

“C’è un night da queste parti, andiamo lì”dissi incamminandomi.

Sentii un verso, non ero certa fosse per il dolore o per la sorpresa, ma sicuramente era di Mikael.

“Aspetta, Ambra, ho cambiato idea”disse seguendomi, ma ormai era troppo tardi.

Non vuoi che veda da Giulian? Ok, ma non puoi decidere diversamente solo perché voglio andare in un Night dove si sono dei ballerini o spogliarellisti, pensai con un
ghigno sul viso. Così impara a fare il geloso e continuai a camminare seguita da loro, decisa a prendere in giro Mikael.

"Ambra, mister "io sono aristocratico e ho i servitori", è rimasto indietro"mi avvisò Steven.

Mi voltai seccata. "lasciatelo..."comincia a dire,ma rimasi a guardarlo.

Erik era entrato in una panetteria che già aveva quasi metà della saracinesca abbassata e poco dopo ne uscì con un sacchetto pieno di pane. Sì fermò davanti ad una ragazzina di più o meno quattordici anni,vestita di cenci e sporca di terra,che mendicava fuori e gli diede la busta.

La ragazza le sorrise. "Andiamo, ignoratelo, ci raggiungerà da solo, ha le gambe"dissi in tono neutro e mi rimisi a camminare.

 Al Night per far dispetto a Mikael presi il tavolo proprio davanti al palco, ed era già da qualche minuto che gli spogliarellisti ancheggiano proprio davanti a me, mostrandomi i loro grandi attributi e i loro sederini sodi e ogni tanto, senza farmi scoprire mi voltavo verso Mikael, che seduto dopo Steven si reggeva il capo seccato e geloso, quasi, quasi mi veniva da ridere.

Quanto mi piace stuzzicarlo! Pensavo ogni volta che stringeva a pugno la mano posata sul tavolo. Ah, quando sono cattiva!

Comunque sono certa, che a parte me, a nessuno dei miei accompagnatori lo spettacolo abbai fatto impazzire, a meno che qualcuno non fosse dell’altra sponda e io non lo sapessi,ma sapete quando si dice il male ti si ritorce sempre contro,ebbene è proprio quello che accade quando al posto di ballerini e spogliarellisti,apparvero le
ballerine e le spogliarelliste a seno di fuori e con il perizoma che non lasciava niente all’immaginazione,mi sarei voluta mangiare le mani.

L’irritazione insensata che sentii dentro di me alla vista delle facce di Steven e Mikael, mi face arrabbiare, mi dava un fastidio tremendo,sbavavano ed ero certa, anzi sicurissima che i loro cosi,lì,in mezzo alle gambe erano tutti felice di potersi alzare e salutare.

Così irritata più di quando avrei mai creduto possibile, mi alzai da tavola e strusciai la sedia a terra facendo voltare molte persone per il rumore stridente. Le ignorai e m’incamminai verso l’uscita del locale. Chiunque osasse parlarmi, era ufficialmente morto.

Di fuori se potessi fumare per il nervoso, lo farei, o forse no, infondo non lo avevo mai fatto nemmeno prima, da viva; ho sempre pensato fosse da stupidi, che non servisse a niente se non ha rovinarsi la salute, quindi era più probabile che se avessi avuto un pacchetto di sigarette in mano e le avessi potute fumare, le avrei tranquillamente buttate in un cassonetto ancora belle che chiuse.

Finii questo pensiero e cominciai a battere il piede a terra in preda all’agitazione e alla frustrazione, quando sentii una strana sensazione e mi voltai di scatto verso la strada.

“Ambra”

Feci un salto e mi voltai verso chi mi aveva chiamato ancora più nera e arrabbiata di quanto non lo fossi già, tanto che il povero Steven vedendo il mio umore, la mia espressione e l’aura intorno a me, fece qualche passo indietro, intimorito.

“Va... tutto... bene?”Chiese insicuro, guardandomi come se fossi un mostro e all’improvviso potessi staccargli la testa con un morso.

“sì, mi hai solo spaventato”Ammisi irritata.

“Ah, ecco allora perché sei più arrabbiata di prima, perché non ti è mai successo di spaventarti tanto da saltare”.

“Sai Steven, è pericoloso infilare il coltello nella piaga della sottoscritta e poi muoverlo”.

Alzò le mani in segno di resa.

“Ok, scusa, comunque che stavi facendo?”

Mi voltai. “Guardavo quel vicolo laggiù”dissi chiudendo gli occhi fino a renderli una fessura.

“hai visto qualcosa di strano?”

Lo guardai sconcertata. Come diavolo fa a conoscermi così bene?

“sì”

“e questo spiega tutto, eri voltata e concentrata a capire cosa c’era di strano, ecco perché non mi hai sentito arrivare e ti ho spaventato, mica è colpa tua”.

“Sì, lascia stare, piuttosto quella m’impensierisce”dissi indicando una donna che si dirigeva verso di noi ciondolando, a testa china.

“è, decisamente preoccupante”asserì Steven pienamente d’accordo con me.

“Tieni, chiama subito Giulian, io la seguo”dissi lanciandogli il mio cellulare e corsi all’inseguimento della donna che sicuramente aveva nel corpo quella stramaledetta droga.

Mi nascosi nell’ombra, dietro un cassonetto e la fissai mentre si guardava intorno alla ricerca di qualcosa o qualcuno,chissà forse farò il colpo grosso questa notte,pensai facendo un ghigno, eccitata.

Qualche minuto dopo la mia eccitazione era sparita, vedendo che rimaneva immobile davanti al vicolo ceco non facendo altro che guardarsi intorno. Insomma che palle! 
Comunque rimasi ad attendere lì accucciata dietro ad un cassonetto giocherellando con il laccio che mi chiudeva il golfino, del tutto annoiata e con una pazienza che non avevo mai avuto, chiunque mi avesse visto avrebbe pensato fossi scema.

Quando mi sentii osservata e alzai la testa per trovarmi il viso di quella ragazza davanti, con i suoi occhi privi di anima e umanità che mi fissavano.

Che razza di parole ho detto? Anima e umanità, i vampiri non hanno più né l’una né l’altra da tempo,decidono solo da se come comportarsi grazie all’intelligenza e alla piccola fibra che li lega ancora la loro vita passata da umano,tutto qui,ma cominciai a pensare che mi sbagliavo,perché gli occhi di quella tizia, erano veramente troppo svuotati e diversi,come se in verità noi avessimo un’anima e dell’umanità,ho qualcosa di molto simile dentro.

“Oh, salve, non mi dire che stavi cercando me in tutto questo tempo” Pensa un po’ quanto sei scema, pensai muovendomi.

Non appena feci un lieve movimento, indietreggiò spaventata, come se l’avessi spinta.

“Ma cosa c’è che non va in te?”Le chiesi guardandola perplessa e ricevendo da parte sua solo inespressività.

Mi alzai in piedi e rimasi a guardarla da meno di mezzo metro di distanza, ok forse un po’ di più, ma è uguale. Quando all’improvviso alzai la mano e notai qualcosa di diverso nei suoi occhi e mi venne addosso.

Feci in tempo a saltare e atterrargli alle spalle, così non trovandomi, finì col sbattere la testa contro il muro, dove si formarono delle crepe.

“Cielo, che testa dura che hai” dissi e si voltò di nuovo verso di me ritornando all’attacco senza nemmeno un graffio o un bozzo sulla fronte, beh infondo è un vampiro.
Comunque la cosa che odio di più di questa droga, è il fatto che, ti faccia diventare uno zombi,odio i zombi mi fanno schifo e, poi il fatto che non si sa mai come ti faccia reagire,perché funziona in base ai sentimenti che hai prima di prenderla, o almeno è questo quello che ho capito dai risultati che mi ha dato Victor,pensai spostandomi prima che mi fosse addosso.

Nuovamente, non trovandomi più davanti a sé, prese un'altra craniata al muro. La guardai scuotendo il capo. “Tesoro, avrai due corna domani”dissi ironica.

Mi venne di nuovo incontro e feci un salto per superarla,peccato che mi afferrò per la caviglia facendomi crollare a terra. Ok, è stata brava, lo ammetto, non pensavo che
avesse ancora un cervello, credevo che ormai fosse in pappa
, pensai irritata e mi sentii strana.

No, non... ti prego no…Pensai guardandola mentre mi saltava a dosso. Rotolai via prima che mi cadesse sopra e si schiantò per terra. Mi alzai di scatto e indietreggiai fino a trovarmi a spalle al muro. No, non voglio, non voglio più uccidere nessuno, non voglio.

“Ambra!”Mi chiamò Mikael e mi trovò a spalle al muro, con la tizia che incombeva su di me.

 Mi scansai da lei e Mikael corse da me.

“No, non ti avvicinare”dissi agitata, fermandolo prima che mi raggiungesse.

“che c’è? Che succede?”

“Niente, mi ha attaccato, il mio potere è uscito fuori, non ti avvicinare”dissi concisa.

Mikael capì e rimase immobile indeciso su cosa fare, mentre la tizia mi correva ancora addosso e io mi spiattellavo ancora contro la parete.

“Ambra!”Esclamò Steven venendomi incontro con Erik.

“Ragazzi!”Esclamai quando la donna si diresse verso di me.

Ormai era inutile, erano troppo lontani, mi sarebbe venuta addosso e avrei di nuovo ucciso un altro vampiro senza volerlo, quando qualcuno si parò di fonte a me. Che mi venga un colpo! Era Erik.

L’afferrò prima che mi si avvicinasse di più e la bloccò.

“Ehi! Mi dareste una mano, non mi piace fare l’eroe, ho dei servitori io”disse Erik trattenendo la donna che, continuava a colpisce alla ceca, dibattendosi e cercando di liberarsi dalla sua ferrea presa.

Subito Steven andò in suo soccorso e afferrò la donna da dietro, così che la bloccarono del tutto, ed improvvisamente sentimmo una brusca frenata e una macchina straniera si fermò davanti al vicolo. Un secondo dopo ne uscì Giulian tutto trafelato.

Cavolo quant’è bello!Pensai subito, non lo avevo mai visto così.

I capelli mogano erano bagnati e quindi più scuri, indossava una classica camicia bianca con i primi tre bottoni sbottonati che mostravano il petto candido e privo di peli e,
indossava pantaloni neri e stivali.

Sì diresse spedito verso di noi guardando a destra e manca, non sapendo bene dove guardare, poi mi vide ancora bella che spiattellata contro il muro, che ormai era diventato un mio amico intimo e con camminata spedita si diresse verso di me a dir poco preoccupato.

“Ambra, stai bene?”

Spalancai gli occhi e si fermò subito come se avesse capito e mi guardò da una distanza di sicurezza.

“Il potere?” Chiese

Annuii.

“Ehm, scusate, questa continua ad agitarsi”disse Erik infastidito.

Giulian si voltò verso di lui e Steven.

“Lasciatela pure”disse in tono calmo.

Steven ed Erik fecero come aveva detto e la tizia subito si voltò verso Giulian.

Non so perchè, forse sentiva la sua aura molto più potente della mia e ha subito pensato ad un'altra minaccia ancora più potente, comunque si scaraventò contro Giulian che allungo tranquillamente un braccia davanti a se e schioccò le dita.

Il suo potere mi sfiorò il corpo come una leggera scossa elettrica, era un potere assurdo, davvero anormale. Dove tiene tutto quel potere? E perchè lo tiene nascosto? Se lo avesse tenuto libero, sarebbe stato invincibile, perché non lo fa? Mi chiesi mentre la donna colpita direttamente dal suo potere perse conoscenza e cadde a terra a peso morto con un tonfo.

“Scusate potreste aiutarmi a portarla in macchina?”Chiese Giulian.

Erik e Steven si fecero avanti. Steven la prese per le gambe, ed Erik per le braccia e la adagiarono sui sedili posteriori della macchina, poi non seppi più nulla, perchè

Giulian si voltò verso di me e rubò tutta la mia attenzione.

“Come stai, si è calmato?”

“No, vorrà dire che spetterò che si calmi”dissi pacata sedendomi a gambe incrociate a terra, anche se so che Giulian non bevve la mia finta quiete, mi conosceva troppo
bene, tutti mi conoscevano fin troppo bene, cavolo!

Mi alzai in piedi irritata.

“Beh ragazzi, mi faccio una passeggiata e quando il potere sarà sparito, ritornerò a casa”dissi incamminando verso l’uscita del vicolo, stando bene attenta a stare loro
lontana.

“Ambra, dove vai!” Mi chiamò Mikael.

“Ah! Sei sempre la solita!” Si lamentò Steven guardandomi andare via.

“Aspetta, vengo con te!”Esclamò Erik.

Camminavo lungo il vicolo illuminato male e completamente silenzioso e sentivo la sua presenza pesante come un macigno dietro di me, che scocciatura!

“Perché mi segui?”Chiesi seccata.

“Ehi, che modi che hai,infondo ti ho salvato la vita”

“oh, no, non la mia, quella di quella donna più che altro”dissi

 “ingrata”disse Erik e feci finta di non sentirlo.

“cosa ne pensi di tua madre”

Accidenti, se è petulante, se potessi scomparire lo farei. Cavolo che fastidio! Se non né voglio parlare, non né voglio parlare.

“Sei cocciuto eh?”

“Non sai quanto”

E va bene, questa è una cosa che abbiamo in comune. Non so chi vincerebbe fra noi due in fatto di testardaggine.

"Non m’interessa, non ne voglio parlare”

“Andiamo, veramente non vuoi sapere niente del tuo passato, sulla tua famiglia”

“No, lo hai detto tu ora, è passato, non m’interessa, io ho una vita adesso, non m’interessa altro”

“sicura che non vuoi scoprire qualcosa sui tuoi veri genitori? Se sono veramente aristocratici per esempio, anche se so che non ti farebbe piacere se fosse veramente
così”

“No, non voglio sapere niente di niente, odio l’aristocrazia, sono tutti così altezzosi e frivoli. Voi trattante le persone povere e diverse come se fossero rifiuti, mi disgustare,
non ci tengo ad essere come voi e nemmeno a scoprire le mie origini".

"No grazie passo, non m'interessa e non mi sfiora neanche per la mente l’idea di saperne di più, ora lasciami in pace, odio solo l’idea di essere imparentata con la tua famiglia, mi fanno ribrezzo. Sono ricchi e importanti, potrebbero aiutare chi è in difficoltà, invece guardano tutti dall’alto in basso e parlano male di loro, sono così...

“Lo so, non ci crederai mai, ma io non sono d'accordo sul modo di pensare della mia famiglia, non sopporto come sono”.

Scoppiai a ridere. Una risata sardonica.

“Sì, certo"dissi ironica.

 "A chi vuoi prendere in giro, siete tutti uguali. Egoisti, altezzosi, frivoli, superficiali, egoisti e irrispettosi della vita delle persone meno fortunate di voi, siete insulsi, non vi sopporto".

“Ok, è vero, sono aristocratico e provengo da una famiglia ricca che però non approvo, oltre tutto... sì, sono anche viziato, superficiale e tutto quello che vuoi, è vero, lo ammetto, ma una cosa è certa, io non mi rispecchio nei miei genitori, io decido per me. Posso mostrare una facciata costruita per non far figurare la mia famiglia, ma ti posso assicurare che non sono così in realtà, cerco di fare l'opposto di quello che loro mi hanno insegnato, io faccio…

“Lo so che fai, ti ho visto prima con quella ragazza, mi hai molto sorpreso”.

“Allora…”disse afferrandomi per un braccio. Mi ero allontanata da loro proprio per via del mio potere servaggio e lui ora…pensai irrigidendomi di colpo spaventata e lo fissai.

Se avessi potuto trattenere il respiro, lo avrei fatto, se il mio cuore potesse battere volontariamente, sarebbe impazzito, ma non può, se non lo comando, quindi non successe altro.

Erik mi scrutò in volto e nonostante fossi impassibile, il mio irrigidirmi gli fece capire il mio timore. Mi sorrise e mi tirò a sé.

“Oddio!”Mi lasciai sfuggire mentre lui mi abbraccia.

“Ehi! Noi siamo nell'altra parte, non lo chiamare”mi disse Erik mentre mi abbracciava stretta.

Insinuai le mani fra di noi e lo spinsi via, scostandomi da lui e, non serve dire che m’irritò molto il suo gesto.

“Uffa, ma perchè deve sempre reagire così alle dimostrazioni d'affetto?”

“semplice, perché io sono diversa dalle cretinette che conosci, chiaro?"dissi irritata.

“Cristallina”disse e dopo quest’ultima parola non parlammo più e m’incamminai verso casa. Come diavolo ho fatto a non accorgermi che il potere era sparito non lo so, ma è successo, quindi è tempo di rincasare.

Davanti alla porta di casa, proprio quando stavo per suonare, l’uscio si spalancò e mi trovai davanti Giulian.

Accidenti! Perchè mi deve fare questo dannato effetto?”Mi chiesi entrando con sguardo impassibile.

Trovai Mikael e Steven seduti sul divano in sala, subito non appena mi vide Mikael fece per alzarsi, ma si trattenne.

“Ambra, il potere si è calmato, vero?” Mi chiese.

“Certo, altrimenti non sarei qui Mikael”dissi tranquilla e mi si fiondò addosso abbracciandomi con slancio e stringendomi forte.

“Mi hai fatto preoccupare, non farlo mai più”mi sussurrò all’orecchio mentre mi abbracciava ancora più stretta, non potei non rispondere al suo abbraccio con lo stesso ardore.

Quando Mikael si scosto da me, fui abbracciata da Steven. Il suo abbraccio era così caloroso, ma totalmente diverso da quello di Mikael che trasmetteva qualcosa di più.

 Steven allentò l’abbraccio e sarebbe finito subito se solo non avessi risposto anch'io e lo tenessi ancora stretta, nonostante la profonda confusione che avevo.

“Ehi, che avete?”Chiesi stordita per quest’improvvise dimostrazioni d’affetto.

Non mi risposero e quando finalmente lo permisi, Steven sciolse l’abbraccio e toccò a Giulian che mi abbracciò con tale charm e delicatezza che mi sembrò d'essere un fiore e lui la farfalla che ci si posava sopra.

“Ehi! Ragazzi non sono un orsacchiotto sapete”feci notare mezza irritata e mezza divertita, ma comunque lo strinsi forte a me.

Non so se, se ne sono accorti e spero proprio di no, altrimenti sarebbero guai, ma non credo di riuscire più a resistere quando mi abbracciano, è più forte di me, ormai mi sono entrati tutti dentro il cuore e dentro la mente, soprattutto Mikael e Giulian che ormai sono ai primi posti e questo non va affatto bene, è preoccupante.

“Ah, ora ho capito. Rispondi tranquillamente ai loro abbracci senza irritarti, invece quando ti ho abbracciato io, non ti andava bene, vero?  Ti ha dato fastidio. Perchè?”Mi chiese Erik.

Tutti mi fissarono sorpresi dalla scoperta, ma l’ignorai.

“Andiamo, non fare l’offeso, loro li conosco di più e gli voglio più bene, tutto qui”

“Allora accetti tranquillamente gli abbracci di sconosciuti invece di quello di tuo cucino”disse irritato incrociando le braccia al petto. Cavolo se l’è davvero presa, pensai.

“Dai, smettila di fare così sei... e va bene, abbracciami anche tu".

“No, non mi piace quando mi danno l'accontentino come se fossi viziato, se ti pesa tanto e lo fai senza volerlo veramente non serve”disse seccato.

“Allora, che fai? Mi abbracci o no?”

“tu non lo vuoi”

“ti sto dicendo che puoi, sicuro di non essere tu che non vuoi in realtà?”

“Che dici! Tu e i tuoi giochetti mentali, certo che voglio abbracciarti, ma non voglio che sei costretta e che me lo fai pesare”

“Allora? Ti dai una mossi sì o no”dissi rimanendo ferma sul posto.

Alla fine si avvicinò lentamente e mi abbracciò con una tale gentilezza che non sapevo potesse avere. Risposi all’abbraccio anch'io e provai qualcosa di strano attraverso la sua stretta.

Impossibile! Che sia…

“Credo di aver capito, sei solo, vero? Non puoi fare quello che vuoi, ti manca affetto e speri che io possa dartelo e stando con me possa decidere per te stesso, ed essere più libero, vero?”Chiesi stringendolo ancora più forte per consolarlo e dargli forza, infondo, non è poi così male come persona.

Si passò una mano fra i capelli scuri, imbarazzato. "Sì, lo ammetto, ero certo di aver fatto bene a voler stare con te”disse stringendomi.

Dopo alcuni secondi sciolsi l’abbraccio. “Posso rimanere a dormire da te?” Chiese all’improvviso, lasciandomi allibita dall’assurda richiesta.

 “come?”

“Per favore, sicuramente i miei genitori mi crederanno con qualche ragazza, quindi non ci saranno problemi nel caso mi cerchino, se lo fanno naturalmente”disse
quest’ultime parole con astio e furono proprio quelle che mi fecero decidere oltre naturalmente al suo sguardo ferito.

“e va bene, ma dovrai accontentarti del divano”

“Io, un conte, dormire su un divano?” Disse altezzosamente, ma capii subito che scherzava.

“Va bene”disse tranquillamente e improvvisamente Steven si alzò di scatto dal divano e si diresse a passo deciso verso la sua stanza, per poi entrare e chiudere violentemente la porta alle sue spalle facendo un gran botto.

 Ed ora che gli è preso? Mi chiesi .

Rimanemmo tutto a guardare la porta della sua stanza, decisamente sorpresi dal suo strano atteggiamento,poi guardai Mikael e Giulian, ma anche loro non si spiegavano il suo anomalo comportamento.

“Va bene Ambra, io ora vado, devo occuparmi della donna e vedo che tu hai da fare”disse Giulian parlando naturalmente di Steven.

“Sì, va bene, allora ci vediamo”

“naturalmente”disse baciandomi una guancia.

“Non ti scomodare, so la strada”disse dirigendosi alla porta.

Così rimanemmo solo io Erik e Mikael.

Mi voltai verso quest’ultimo che mi guardava come se avesse capito, ed era proprio così e forse avevo capito anch'io.

“ah, è pazzesco”dissi seccata dirigendomi verso la camera di Steven.

Bussai, ma non ricevetti risposta.

“Steven, sono Ambra posso entrare?”

“No”disse immediatamente in tono aspro.

Aprii la porta lo stesso ed entrai. Lo trovai seduto sul bordo del divano, intento a fare un bel niente e mi sedetti vicino a lui.

“Ehi! Che c’è che non va?”

“Niente”

“Bugiardo, non ti ho mai visto così, che succede?”

“Ho detto, niente”

Lo guardai decisa a farlo parlare.

All’improvviso si voltò verso di me e mi afferrò per le spalle.

“Perché?”Mi chiese in collera.

“Perché cosa?”Gli chiesi sconcertata dai suoi modi che non gli si addicono.

“Perché l’hai accettato così facilmente?”

“Parli di Erik?”

“e di chi altri?”

Ah, ora capisco.

“Ho accettato subito anche te, mi pare”

“sì, è vero,ma…”

“ma cosa? Non ti capisco, quel’è il problema?”

“Il problema è che Mikael e Giulian sono qualcuno per te, i signori delle casate sono importanti, ed io sono l’unica persona meno importante nella tua vita e ora oltre a questo, il mio misero posto viene rubato dal primo arrivato,un aristocratico altezzoso che non sopporti, non mi va bene,io devo essere l’unico che non centra niente con te”

“Ma di che diavolo stai parlando?”

“Non è vero che non sei niente per me, e lo sai, sei un mio amico e sai bene che ti voglio molto bene” ma guarda che cavolo mi fa dire, accidenti a lui! E poi con una tale
facilità.


“Davvero?”

“Certo, tu sei importante come gli altri e nessuno prederà il posto di nessuno, tu sei il mio amico ed Erik è mio cugino, siete differenti”

“ma ora mi toccherà fare amicizia con lui e non voglio”

“Allora non lo fare, nessuno ti costringe”dissi tranquilla.

“Vieni qui, stupido”dissi afferrando le sue braccia che ancora mi tenevano strette le spalle e lo abbracciai.

“Che discorsi stupidi che fai”dissi accarezzandogli il capo color rame.

Lui mi strinse forte e rimanemmo così finche un pensiero non mi saltò in mente.

“Comunque, giusto per fartelo notare nel caso te ne fossi dimenticato, è strano che sei geloso di Erik ,visto che dovresti serbare rancore nei miei confronti,infondo ti ho ucciso la ragazza, ricordi?

“è vero”disse con voce gelida, come se per un attimo se lo fosse dimenticato e in un momento mi trovai sdraiata sul divano, sotto di lui.

Lo guardai esterrefatta dal suo gesto, mentre lui si fece leva con le braccia per guardarmi meglio in volto. La sua espressione era davvero strana, non gliela avevo mai vista.

“Dimmi mia cara Ambra, che mi diresti se t’informassi che ho un pugnale d’argento nascosto in camera e che potrei facilmente usarlo per trafiggerti il petto”
 Lo guardai tranquilla nonostante la sua stravagante e inconsueta azione e sorrisi, perché avevo capito perfettamente che scherzava, nonostante il suo volto avesse un'espressione davvero letale.

“Uuuh, eccitante”dissi tranquilla guardandolo dritta negli occhi nocciola.

Sorrise divertito. “Sei terribile”mi disse coprendomi col suo corpo, mentre le sue braccia mi circondarono la vita in un abbraccio affettuoso,ma deciso.

Risposi a mia volta e rimanemmo alcuni secondi così.

“Ehi! Ambra, ci stai mettendo troppo, che stai facendo chiusa lì dentro con Steven? Mi sto preoccupando, esci”dice improvvisamente Mikael dall'altra parte della porta.

“Mi dispiace, ma proprio non posso in questo momento sono sdraiata sul divano e sono bloccata dal corpo di Steven" dissi con un po' di cattiveria.

Steven sciolse l’abbraccio e mi guardò.

“Ehi! Non mettermi in mezzo, non ho fatto niente, non è divertente”

“questo lo dici tu”risposi.

“cosa state facendo? Esci”

“è difficile ora”

All’improvviso la porta si spalancò e Mikael entrò in camera e, tanto per essere precisi, la porta è sempre stata aperta.

“Tu..che razza di scherzo idiota!”Esclamò irritato.

Scoppiai a ridere, ma la mia risata cessò quando mi saltò addosso.

Mi trovai nuovamente sdraiata sul divano con Mikael sopra che mi bacia con passione.

Rimasi ferma ancora confusa dal suo gesto e quando capii, mi agitai e guardai Steven che stava in piedi di fronte a noi intento a guardarci divertito e per niente confuso o scandalizzato dall’improvvisa e inconsulta azione di Mikael.

Cercai di scostare Mikael da me,ma non si mosse di un millimetro.

“Mika…”provai a dire, ma se ne approfittò per infilarmi la lingua in bocca e cominciare ad esplorarmi il palato, giocando con la mia lingua, fino a che non provò a infilare la mano sotto la mia maglietta e lì cominciai a preoccuparti veramente, stava per succedere un disastro.

Guardai Steven agitata. Lui capì dal mio sguardo che era abbastanza e che Mikael stava esagerando e si fece avanti.

“Basta Mikael, smettila!”Esclamò posandogli una mano sulla spalla per richiedere la sua attenzione.

Fu totalmente ignorato.

Spalancai gli occhi, quando la sua mano che prima di allora per la frenesia non era riuscita a passare sotto la maglietta, ci riuscì e guardai Steven sgranando gli occhi.

Steven capì che non ero veramente in grado di fermarlo e afferrò saldamente Mikael per le spalle per poi tirarlo via da me.

Si riprese subito e mi guardò con occhi pieni di lussuria e un sentimento che riconobbi come collera e irritazione per lo stupido scherzo che gli avevo fatto e, forse anche dolore e poca resistenza ai sentimenti che provava, sapevo leggere perfettamente nei suoi splendidi occhi azzurri.

“Scusami Ambra, ma almeno così non scherzerai più in questa maniera”mi disse uscendo dalla camera scosso da se stesso.

Mi alzai dal divano e guardai prima la porta dove era uscito Mikael e poi Steven.

“Ambra, te ne sei accorta anche tu vero? Lo sai che non puoi giocare più così”

“Non sto giocando. Ok ora l'ho stuzzicato,ma normalmente non gioco con lui”

“no?”Mi chiese Steven scettico.

“No, te lo giuro”

“allora devi fare solo una cosa…”disse guardandomi esplicito.

No, ti prego, non posso.

“Non ci riesco”

“Ambra...”

“non posso scegliere fra Giulian e Mikael”

“Ma devi farlo, o soffriranno entrambi”

“ma io…”

“lo so”mi disse Steven intenerito dalla mia paura più che evidente e dal mio smarrimento, mi sentivo così vulnerabile.

“O Mikael o Giulian”

“no, veramente Steven, non posso, non ci riesco, mi è impossibile scegliere, io amo entrambi”.

“Già”disse avvicinandosi lentamente a me; non so forse in quel momento gli ero sembrata di cristallo, tanto che mi abbracciò come se avessi una crepa e potessi
rompermi in mille pezzi da un momento all’altro e chissà forse era veramente così.

“Sai è successo anche a me di fare una scelta”

Sciolsi il suo abbraccio così gentile e lo guardai negli occhi.

“davvero?”

“sì”

“fra…”

“Epril e Rosa”

“come hai fatto a scegliere?”

“non ho scelto, Rosa ha deciso di smettere d’aspettarmi e se né andata, così sono rimasto con Epril,le amavo entrambe moltissimo,ho sofferto molto per la separazione
di Rosa”

“Forse…”

“No, con te non succederà così, sono certo che nessuno ti lascerà, né Giulian ne Mikael, ti amano troppo”

“Oh, come posso fare?”Mi chiesi portandomi le mani al volto e appoggiando il viso coperto sul petto di Steve, in quel momento era la mia sola roccia dove potermi
aggrapparmi per non affogare in un mare di pensieri e indecisione.

“Ok, basta, ok deciso”dissi risoluta ritornando alla mia compostezza invidiabile e al mondo stabile e nitido.

“Bene, non vedo l’ora di vedere che succederà”

“che fai, ti diverti?”Gli chiesi guardandolo ironica.

“oh, sì, molto, fino a che nessuno soffre”

“Va bene, ora vado, buona notte”.

Uscii dalla camera e mi trovai in sala, dove mio cugino era intento a sistemarsi il giaciglio approssimativo, quindi il divano, peccato non fosse capace e si fosse legato con le coperte.

“Vuoi una mano cugino?”

“magari”

Lo slegai dalla morsa della coperta assassina e gli preparai il divano.

“fatto, non ci voleva molto”

“oh, mi scusi se non sono abituato, ma sa, ho le cameriere”

“che permaloso”dissi pacatamente.

“come va con Steven, qual’era il problema?”

“Gelosia, ma ora è tutto risolto”

“gelosia?”

“aveva paura che avresti preso il suo posto come mio amico”

“Tzs, che orrore, chi prenderebbe mai il suo posto come tuo amico, io sono un tuo parente”disse baciandomi una guancia e lascandomi di sale.

“Ok, ora sarà meglio che vada, per me è il momento di dormire”

“notte”

“notte e sogni d'oro”gli augurai cercano di riprendermi dal suo inaspettato bacio sulla guancia e mi diressi in camera da letto.

In camera notai che Mikael era ancora sveglio ed era intendo a leggere un libro con il lume accesso e già nel suo pigiama rosso,il mio regalo; fra poco gli si sarebbe
sbriciolato in mano per quante volte lo aveva messo.

“Certo, figuriamoci se dormi senza di me”dissi guardandolo con un sorriso.

“beh, di solito si dorme con la propria moglie”

Rimasi a guardarlo impalata

“Ambra, stavo scherzando, non guardami così, mi fai venire la pelle d’oca, muoviti”

“Ah, sì, scusa”dissi prendendo dalla spalliera della sedia la camicia da notte per andare a cambiarmi in bagno. Una volta cambiata m'infilai sotto le coperte e guardai il
soffitto bianco, ho preso una decisione, ma non è una delle migliori, vorrei tanto sospirare.

“Mikael ho preso una decisione sul nostro rapporto”

“No, non puoi…io”disse subito andando nel panico.

“no, no, sciocchino, che hai capito?”

Figuriamoci, non riesco neanche ad immaginare una vita senza di te, pensai e ammettere una cosa simile mi spaventò oltre l’immaginabile,è tutto così complicato.

“Cosa allora? Non mi dire che hai scelto…”

“Accidenti Mikael, stai zitto e lasciami parlare” lo rimproverai in tono gelido e finalmente tacque.

“Tu sai che vi amo entrambi e non posso scegliere fra di voi, questo è chiaro,però posso chiedere a Giulian se posso…come dire…andare a letto con te…”

“Cosa?! E perché cacchio dovresti chiedere il suo permesso?!”

“Te l’ho detto, amo entrambi e se andassi a letto con te di nascosto, mi sentirei sicuramente in colpa nei suoi confronti, quindi devo chiedergli se posso…”

“sì, sì ho capito”

“però non so se tu accetteresti e tanto meno Giulian, è una richiesta egoista e…”

“Immagino che avrai rapporti anche con lui, altrimenti ti sentiresti in colpa a fare l’amore solo con me”

Fare l’amore? Quindi per lui è amore, non lussuria. Che stupida, di cosa mi sorprendo, lo sapevo fin dall’inizio che Mikael è innamorato di me, il problema qui sono solo
io”


“sì, certo”dissi e calò un silenzio nella camera.

“Va bene, per me va bene”dice spezzando la tranquillità che regna nella stanza.

“Davvero?”

“Sì, farei di tutto per fare l’amore con te e averti più vicina possibile”disse diretto, privo d’imbarazzo.

“Però non credo che Giulian accetterà e così facendo non potrò nemmeno esaudire il mio desiderio di portarti a letto e amarti”

“perché non dovrebbe volere?”

“Perché io sono un licantropo, sarebbe un disonore, sono una razza in lotta con i vampiri, siamo nemici naturali e lo sai, poi lui fa parte dell'elité e se si sapesse in giro
che condivide la sua donna con un licantropo sarebbe un duro colpo per la sua reputazione,non credi?”

“Già, hai ragione”

“lo so, purtroppo”

“però tentar non nuoce, giusto?”

“non saprei”disse Mikael.

“Gliene parlerò domani, mi sento male, devo dormire”dissi voltandomi verso di lui e incontrai il suo sguardo.

“Quindi sei veramente d'accordo nel permettere che abbia rapporti anche con Giulian?”

“Sì, per me va bene, però non ti nascondo che ti vorrei tutta per me, solo per me”disse tirandomi a sé e abbracciandomi.

Il suo viso era vicinissimo la mio e ci guardavamo negli occhi, mi sentii strana tanto che m’irrigidii.

“Tranquilla, non t’angustiare,voglio solo baciarti”disse Mikael notando il mio irrigidimento, poi lentamente distrusse completamente la distanza che separava la mia bocca dalla sua e mi baciò con una dolcezza unica e inaudita, trasmettendomi una marea di sentimenti.

Chiusi gli occhi e sentii le forse abbandonarmi.

Mikael mi strinse a se e appoggiò la fronte contro la mia.

“Buonanotte amore mio”

“Buonanotte Mikael”dissi con un filo di voce, senza sbilanciarmi, poi mi addormentai.
  
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