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Autore: Cleo Ribbon    05/09/2014    1 recensioni
[Creepypasta]
Summer vive in una città in cui le donne devono sottostare totalmente agli uomini.
Nel momento in cui decide di intervenire, succede qualcosa; il suo piano verrà stravolto, ma uno nuovo sorgerà nella sua mente e di quella di un nuovo bizzarro amico.
Ce la faranno Summer e i suoi alleati a vincere contro la tirannia del Primo Ministro Crawford?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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5
Libertà
Corsi come una disperata e mi tuffai nel mio passaggio, sapevo esattamente dove sarebbero state le donne in quell’istante.
Attraversai le vie fuori dal castello e arrivai davanti alla porta della catacomba.
Visto che nessuno mi apriva, probabilmente perché la riunione era già cominciata, iniziai a tirare spallate alla porta finché non l’abbattei.
Appena dentro mi ritrovai davanti a un mare di femmine che mi guardavano con gli occhi sbarrati; mi portai al posto in cui c’era Amber e la spostai leggermente.
Ero davanti a un casino di gente che mi fissava come se fossi stata pazza, presi fiato e iniziai a parlare
- Bambine, ragazze e signore, sono qui perché ho scoperto una cosa importante!- gli raccontai della storia dei Pentaccianti e di Crawford, e soprattutto del fatto che il Killer in realtà era una brava persona e voleva aiutarci.
- Detto questo vi faccio una proposta, che ne dite di schierarci con i mostri per sconfiggere una volta per tutti gli uomini e Crawford?- all’inizio sentii un bisbigliare perplesso, poi Heather saltò in piedi
- Io ci sto!- esclamò guardandomi come se fosse stata fiera di me, poco a poco le altre si alzarono e risposero  la stessa cosa, finché non furono tutte d’accordo
- Perfetto! Fate girare la voce, chiamate ogni singola donna della città, venite tutte qui e vi insegnerò ad usare qualche arma, poi alle cinque di domani mattina usciremo tutte da un passaggio che si trova a casa mia e incontreremo i Pentaccianti nella Dark, ci siamo capite?- chiesi risoluta, un coro di “Sì!” echeggiò nella sala e la maggior parte di loro uscirono per cercare altre femmine.
Dopo circa mezzora erano presenti tutte le donne di Solafumo.
Le divisi in alcuni gruppi, alcune avrebbero usato la spada, altre l’arco, altre ancora le balestre, i fucili, le lance, le mazze ferrate ed ogni tipo di arma che vi venga in mente (naturalmente rubate dal castello del Primo Ministro dalle ragazze che lavoravano lì).
Fu una vera impresa insegnare a tutte quelle persone che fino a quel momento avevano armeggiato solo spugne, saponi e mestoli, a maneggiare un’ arma, ma il risultato finale fu eccellente, chi più chi meno, avevano tutte imparato ad usare qualcosa.
Dopo un’intera giornata di allenamento le congedai e mi intrufolai nel castello per andare a dormire.
nessuno mi notò, per fortuna, non avevo alcuna intenzione di vedere Sirio o altra gente simile, volevo solo andare a dormire, così io e Amparo ci addormentammo, molto tardi, pensando alla guerra imminente.

Mi svegliai verso le cinque meno dieci.
Uscii dalla camera e mi avviai verso la mia vera casa, una schiera di donne era appostata lì davanti e brandiva le armi
- Ci siamo tutte.- mi disse Amber
- Benissimo, venite con me!- sussurrai, tutti gli uomini dormivano ancora e la città sembrava quasi abbandonata, un sole timido stava per sorgere dietro ad una lontana collina.
Io uscii per prima dal buco e feci passare tutte le altre una per una, mentre Amber mi aiutava a contarle.
Quando fui sicura che nessuna era rimasta in città, ci incamminammo per la Dark, le donne sembravano un po’ impaurite, infondo nessuna di loro era mai uscita dalla città.
Naturalmente non c’erano bambine, avevo portato solo le ragazze dai quindici anni in su, le bambine le avevo lasciate a Heather, che era troppo vecchia per combattere e doveva coprirci nel caso qualcuno chiedesse di noi.
Arrivammo alla radura e mi voltai verso la schiera di femmine (nervose e impaurite)
- Allora, è bene che sappiate una cosa, il vero nome del Killer è Jeff e mi raccomando di non farlo arrabbiare o di ferirlo in alcun modo, è molto sensibile e potrebbe anche uccidervi tutte, quindi vi prego, non vi spaventate! Vi assicuro che è tenerissimo!- sorrisi pensando ai bei momenti passati con lui, mi chinai sulla roccia e bussai
- Jeff., sono io, sono arrivate!- esclamai, sentii che la terra si spostava tremando leggermente e si aprirono le scale, le donne si tenevano strette e assunsero un’espressione a metà tra preoccupazione e timore.
Jeff saltò fuori dal buco
- Ciao Summer!- sorrise apertamente e sentii dei gridolini dietro di me, le ragazze avevano un’aria spaventata, ma nessuna di loro osava indietreggiare, io cercai di mantenere un clima sereno
- Signore: questo è Jeff, il Killer; Jeff: le signore!- dissi facendo le presentazioni, una ragazza dai capelli rossicci e le lentiggini si avvicinò di un passo e salutò con la mano
- Ciao, io sono Perla… - avrà avuto circa un anno in più di me, sembrava timida, ma simpatica.
- Ciao! Pronta per combattere gli uomini?- chiese Jeff come per incoraggiarla
- Sì!- esclamò felice tirando fuori la spada
- Jeff, penso che tu possa chiamare gli altri!- gli dissi indicando il passaggio per il mondo di sotto, Jeff annuì e aprì il passaggio, subito una marea di mostri uscì dal buco che si era allargato così tanto da sembrare un cratere, i mostri si avvicinarono alle donne che rimasero immobili come statue e impaurite come dei topolini, ma dopo qualche minuto iniziarono a parlare con disinvoltura, quasi avessero di colpo acquistato coraggio.
- Bene, direi che possiamo attaccare!- preparammo le file di soldati, alternando una donna e un mostro.
Alla fine saremmo stati circa tremila, contro i duemila uomini ce l’avremo fatta di sicuro!
Iniziammo a marciare verso la città con me e Jeff in testa, io con il mio amato arco e lui con il suo fedele coltello, mentre Amparo faceva capolino dalla mia spalla destra.
Arrivammo davanti alle porte di Solafumo e io e Jeff bussammo al portone, una guardia aprì e chiese assonnata
- Sì?-
- Scusate, avete ordinato voi una pizza ad omicidio?- chiese il solito burlone, la guardia rimase perplessa
- Che?- ma venne trapassato subito dal coltello di Jeff, lo estrasse velocemente con un colpo netto e spalancò le porte della città.
Il forte cigolare delle ante fece svegliare quasi tutti gli uomini che si affacciarono dalle finestre del castello assonnati e non appena videro una schiera di donne e mostri che varcava il cancello, subito si vestirono e si fiondarono a prendere le armi, ma ne erano rimaste ben poche, visto che avevamo fatto razzia di quasi tutto l’utilizzabile.
Squadroni di uomini uscirono dal castello e finalmente iniziò la battaglia.
C’erano corpi che volavano, spade che tagliavano l’aria e frecce che si andavano a conficcare nei posti più impensabili.
Io combattevo per lo più schivando, per poi scoccare frecce a raffica, mi guardai un po’ in giro e vidi che anche le donne non erano affatto male a combattere, menavano fendenti da far paura e ammazzavano una grande quantità di uomini ciascuna, sinceramente non pensavano potessero essere così forti, ma l’idea che presto sarebbero state libere le faceva continuare, alcune combattevano anche con brutte ferite al torace e una addirittura senza un braccio!
Mi voltai di scatto e mi ritrovai davanti Goran, con una mazza ferrata in mano che stava per colpirmi, gli sorrisi sfrontata
- Chi si rivede, signore!- lui rimase un po’ senza capire, poi il suo sguardo si illuminò e spalancò la bocca
- Cosa?- chiese sbalordito
- Esatto, proprio io, Winter! O forse dovrei dire Summer!- detto questo gli tirai un pugno nella pancia e lui cadde all’indietro.
Mi guardai un po’ attorno per capire dove potesse essere finito Jeff, ma non lo vidi e ripresi a combattere.

Sirio stava a circa dieci passi da lui, lo vedeva combattere come un leone, sgozzare, pugnalare, tranciare, lacerare… e tutto per  lei! Solo e soltanto per lei!
Il ragazzo si voltò verso di lui e i due si scannerizzarono con uno sguardo di fuoco
- Tu!- dissero in coro
- Tu devi essere il Killer, il capo dei Pentaccianti, vero?- chiese Sirio che teneva la spada puntata davanti a se
- E tu devi essere Sirio, il ragazzo che ha fatto del male a Summer… - disse Jeff freddo, il suo sguardo era come il ghiaccio e il suo volto non lasciava trasparire emozione
- Non nominare quella ragazza mai più! Ho visto come la abbracciavi nel bosco, non credere di poterla avere così facilmente!- urlò Sirio con tutta la rabbia possibile, Jeff sembrava rilassato, ma gli occhi urlavano tutto il suo odio
- Tu l’hai fatta soffrire. Tu non la meriti.- ribatté putando il dito contro Sirio
- Perché tu invece la meriti?! Ma guardati, hai la bocca sfregiata, gli occhi cerchiati di nero, la pelle bianca come un lenzuolo, non ti si può certo definire bello!- esclamò sghignazzando
- Ma lei a chi dei due ha dato un bacio?- chiese sorridendo sadicamente e indicandosi una guancia
- Che cosa ha fatto?!!!- a quelle parole Sirio non ci vide più e si scagliò contro Jeff con tutta la forza che aveva, ma lui riuscii abilmente a fronteggiarlo, solo con il coltello e una grande forza di volontà; iniziarono spingersi con forza, i volti vicini alle rispettive armi.
Sirio menava fendenti così forti da spezzare l’atmosfera in due, ma Jeff li schivava agilmente e contrattaccava con il coltello da cucina imbrattato di sangue.
Sirio riuscì finalmente a immobilizzarlo a terra e con la spada alla gola lo teneva ancorato sotto di se, mentre con le gambe gli teneva ferme le braccia
- Come fai a resistere a tutti i miei attacchi?!- gli chiese Sirio quasi sul punto di infilargli la spada nel collo
- Pensando a lei!- esclamò tirando su le gambe e facendo rotolare Sirio sotto di sé
- Perché io la amo.- concluse alzando il coltello e puntando dritto al petto del ragazzo biondo, ma proprio mentre stava per colpire una voce autoritaria, ma dolce allo stesso tempo li interruppe.

- Summer!- mi urlò una voce femminile, mi voltai, era Amber
- La situazione si sta capovolgendo! Gli uomini stanno avendo la meglio! Cosa possiamo fare?- chiese disperata, in quel momento mi venne una delle mie solite brillanti idee, feci un sorrisino furbetto mentre una lampadina si accendeva nella mia testa
- Dov’è Jeff?- chiesi alla donna
- Da quella parte, sta lottando con Sirio!- disse indicandomi più o meno dove si trovavano, iniziai a correre in quella direzione, dovevo fermarli prima che qualcuno facesse una sciocchezza!
Conoscendoli sicuramente non si sarebbero risparmiati!
Finalmente li individuai, vidi Jeff che con un abile mossa aveva sovrastato Sirio e che stava per eseguire il colpo di grazia
- No! Jeff fermati!- urlai mettendomi a braccia conserte davanti a lui e al biondino
- Summer, tesoro, sei venuta a salvarmi?- chiese Sirio sorridendo come un ebete mentre respirava a fatica, Jeff alzò di nuovo il coltello, ma io gli presi il polso
- Jeff, non lo fare, non è necessario.- lui mi guardò come se fossi diventata matta
- Ma che ti passa per la testa?! È un nemico! E poi ti ha fatto del male! Merita una punizione!- esclamò guardando il ragazzo sotto di lui con occhi pieni d’ira
- Sì, ma non ora, ho un piano, lascialo libero!- gli ordinai, entrambi si alzarono e si allontanarono l’uno dall’altro
- Sirio, ho bisogno del tuo aiuto!- esclamai fissando il ragazzo
- Ne sono lusingato!- disse sorridendo e guardando Jeff con superiorità
- Mi devi dire come si arriva là sopra!- indicai il punto più alto del castello: il pennone su cui era fissata la bandiera
- Lassù? Beh, facile: sali fino all’ultimo piano, esci da quella finestra, scali e ci sei!-
- Ok! Jeff, controlla che non scappi e che non faccia stupidaggini!- detto questo iniziai a correre verso il castello
- Come fatto!- esclamò Jeff guardando Sirio con aria di sfida.
Entrai nel castello e iniziai a salire le innumerevoli rampe di scale.
Man mano che salivo notai i cambiamenti da un piano all’altro, l’ultimo era a dir poco la reggia di un re, vidi che su un portone enorme c’era scritto “Ufficio di William Crawford, si prega di bussare!” ma per ora non mi interessava lui, vidi la finestra da cui Sirio mi ha detto che dovevo uscire e mi affacciai, guardai in alto e vidi che ero molto vicino al pennone.
Salii sul davanzale e scalai, mettendo i piedi e le mani tra i mattoni, arrivai al tetto, le tegole mi facevano scivolare, ma resistetti e andai avanti a carponi.
Finalmente riuscii ad appendermi a pennone, ero davvero in alto, ma almeno mi avrebbero sentita tutti.
Presi fiato ed iniziai ad urlare
- Uomini di Solafumo, ascoltate: per anni avete sottostato a Crawford servendolo in tutto e per tutto, vi a convinti che i mostri sono cattivi, che le donne sono inferiori, ma guardate, vi tengono testa coraggiosamente e lavorano insieme!
Per tutto questo tempo ci avete trattato come animali, senza mai avere la possibilità di sposarvi o di innamorarvi di una donna! Ora noi diciamo basta! Smettetela di combattere e unitevi a noi, scacceremo Crawford e riusciremo a vivere tutti pacificamente!- ormai avevo richiamato l’attenzione di tutti, avevo diecimila occhi puntati su di me e attendevo una risposta possibilmente positiva
- Io ci sto!- urlò Sirio che gemeva sotto la presa di Jeff, piano piano tutti gli altri uomini gettarono a terra le armi e urlarono in coro un grande “Sì”.
Io scesi dal tetto e mi rinfilai nella finestra, era tempo di andare da Crawford e fargliela pagare!
Bussai alla porta e da dentro si sentii una voce maschile dire “Avanti!”.
Entrai e restai sulla soglia.
Crawford era seduto alla sua scrivania di mogano e scribacchiava qualcosa, era un uomo sulla cinquantina, molto grasso e rosso come un pomodoro maturo.
Si tolse gli occhiali e mi squadrò da capo a piedi
- Come hai fatto ad eludere la sorveglianza?!- chiese alzandosi in piedi e arretrando, notai che dietro di lui c’era una portafinestra aperta e fuori il balcone con una ringhiera di circa un metro.
Iniziai ad avanzare sorridendo malignamente e brandendo il mio arco mentre lui indietreggiava.
Mi fermai
- L’ho semplicemente… illuminata!- risposi, naturalmente nessuno poteva vedermi, ma gli uomini, le donne e i mostri si erano riuniti tutti davanti al castello in attesa di sapere come sarebbe morto
- No… non è possibile!- esclamò indietreggiando ancora, uscì sul balcone, ma si ritrovò dietro la sponda, io avanzai puntandogli una freccia al collo, da fuori sentivo un coro di incitamento che urlava “Muori! Muori! Muori!”
- Ma cosa stanno facendo?! Sono io il loro capo… - ma non fece in tempo a finire la frase che si ribaltò sulla sponda e cadde di sotto lanciando un urlo di rabbia.
Sentii che il coro era finito e mi affacciai al balcone, vidi che tutti fissavano il corpo spiaccicato a terra di Crawford, poi me
-… Giuro che non l’ho neanche sfiorato!- ammisi alzando le braccia, tutti lanciarono grida di gioia, vidi le donne che andavano ad abbracciare alcuni uomini e i mostri che saltellavano felici, poi tutti mi applaudirono.
Accolsi gli applausi e scesi di corsa le scale.
Uscii nel cortile, seguita da complimenti e altri applausi, personalmente ero fuori di me dalla gioia, ma in quel momento volevo solo vedere Jeff, finalmente tutti saremmo potuti stare insieme e vivere felici!
Vidi che Jeff era in piedi al centro del cortile, e mi guardava sorridendo fiero, io gli corsi incontro e lo abbracciai forte, lui mi prese al volo e mi fece roteare qualche volta, mentre ridevamo e urlavamo di gioia
- Ce l’abbiamo fatta!- esclamai euforica congiungendo le mani con le sue
- Già… - disse col fiatone
- Finalmente potremo stare insieme… - io lo guardai con la bocca aperta, lui arrossì leggermente e mi accarezzò una guancia
- Ti amo… - disse dolcemente, io arrossì fino alla punta dei capelli e all’improvviso mi sentii travolta dalle sue labbra, sinceramente pensavo peggio, non era terribile, anzi, era la sensazione più bella che avessi mai provato!
Finalmente avevo capito cos’era l’amore!
Avevo capito solo ora che anch’io lo amavo!
E saremo stati insieme per sempre!
Chiusi gli occhi assaporando quel dolce momento a fondo e in tutta la sua sacralità.
Era il mio primo bacio, ma di sicuro il più bello della mia vita.
Sembrava di vivere un sogno da cui non mi sarei mai voluta risvegliare, nonostante le cicatrici (che non si sentivano minimamente).
Udii un coro di “Oooooh…” che invadeva l’aria, ci staccammo e vidi che tutti ci fissavano con un’espressione intenerita e sembravano contenti per noi.
Arrossimmo pesantemente entrambi, solo allora vidi che Amparo aveva dormito per tutto quel tempo e fece finalmente capolino dalla mia spalla per ammirare la scena.
- Ehi, Summer!- una voce famigliare mi sorprese, era Sirio che si teneva il fianco insanguinato e sorrideva felice, Jeff si parò davanti a me e sguainò il coltello, Sirio lo guardò serio, poi gli porse la mano ed esclamò
- Sono felice per voi!- Jeff gli strinse la mano ed entrambi si sorrisero con aria di sfida
- Beh, direi che qui abbiamo finito! Ora cosa facciamo?- mi chiese Jeff mentre tutti gli altri mi guardavano in attesa di una risposta
- Cosa facciamo?...- sorrisi
- Ripartiamo da capo!- esclamai alzando il pugno in aria.
Iniziammo a ricostruire la città da cima a fondo, facendo case nuove, distruggendo il castello, istituimmo un regime democratico che dava alle donne gli stessi diritti degli uomini, i mostri vennero a vivere con noi, ben felici di lasciare quel mondo sotterraneo.
Da allora sono cambiate parecchie cose, sono trascorsi ormai una decina di anni.
Manny si è sposato con Amber, so che non ci crederete, ma è così!
Sirio ha finalmente trovato la sua anima gemella: la dolce Perla che l’ha accettato per quello che è, si sono sposati e ora hanno un tenero marmocchio!
Goran è diventato il capo del governo e ammetto che non se la cava affatto male!
Amparo è cresciuta e ora è uno scoiattolo adulto con una famiglia nella Dark, ogni tanto esce per curare i cuccioli, ma alla fine torna sempre da me!
Heather è guarita dal mal di testa e ora vive da felice pensionata facendo, quando può, la baby-sitter!
Io?
Non c’è neanche bisogno di chiedere!
Sono felicemente sposata con Jeff e abbiamo tre adorabili bambini, due maschi e una femmina, che abbiamo chiamato Michael, Jason e Harley.
Ormai la storia di noi donne e dei mostri è solo un lontano ricordo e la raccontiamo ai bambini per insegnarli che non importa come siamo fuori, ma come siamo dentro!
E io ho finalmente imparato ad amare!
È una grande lezione che ci permette di vivere come meritiamo: felici e contenti!
Fine
   
 
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