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Autore: kunoichi_chan009    06/09/2014    9 recensioni
...Hiccup Horrendus Haddok III non era mai stato un vero Vichingo.
Nessuno lo avrebbe definito un cacciatore di draghi o un valente guerriero, in realtà veniva a mala pena apprezzato per le sue alte, altissime doti di fabbro...
...Hiccup non aveva amici. Ma questo è il passato, ora la storia è diversa. Hiccup Horrendus Haddok III è un ragazzo amato e rispettato, divenuto in poco tempo capo del suo gruppetto è anche fidanzato con Astrid, vichinga piena di talento...
...Il ragazzo aveva risolto la guerra e tutto sembrava perfetto. Tuttavia questa è solo una parte della storia, quella piacevole. C’è un continuo che in pochi conoscono, quello che ci porta ad oggi. Non è vero che, dopo la Morte Verde, tutto filò liscio e tranquillo. Ci fu un’altra guerra che creò una sfortunata serie di tragici eventi.
Se volete ascoltarla venite e sedetevi, ve la racconterò senza filtri o menzogne. Infine anche voi saprete come Hiccup Horrendus Haddok III abbia avuto tanti cambiamenti formidabili...
La storia di una guerra, un’amnesia, una separazione e un ritrovo; perché infondo l’amore vince sempre.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cambiamenti formidabili'
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Cambiamenti formidabili

 
Astrid
 

(ATTENZIONE: In questo capitolo sarà Astrid a parlare, in realtà la storia dovrebbe essere sotto il punto di vista di Hiccup, ma nelle note d’autrice del prologo ho detto che lo sarebbero stata in quasi tutti i capitoli. Quel “quasi” l’avevo messo per un’altra scena ma ho scelto di usufruirne adesso dato che in molti vogliono sapere cosa succede a Berk. Mi spiegherò meglio nelle note. Buona Lettura)
 
 

Bisbigli: ormai sono la mia quotidianità.
Devo davvero smetterla di fare colazione in Sala Grande, per lo meno a casa mia ho solo i miei genitori che mi guardano compassionevoli, li odio per questo. Odio tutti.
Mi alzo scostando nervosamente la panca, i bisbigli tacciono per tutto il percorso dal tavolo alla porta poi, velocemente, riprendono ancora più fitti accompagnati da guardi preoccupati.
Sbatto la porta dietro di me ed esco, Tempestosa mi aspetta infondo alle scale
-Ehi Piccola, sei pronta?- le sussurro dolcemente saltandole in groppa e esortandola a spiccare il volo, finalmente libera dagli sguardi incessanti mi concedo qualche minuto in balia del vento prima di raggiungere il Labirinto.
Sorvoliamo tutte le colonne prima d’arrivare nella seconda zona, ci fermiamo su una corda intatta, non tutte sono state accese quella notte, e fisso le acque profonde con sentimenti contrastanti; apro la sacca attaccata alla sella e prendo l’oggetto al quale mi aggrappo ogni giorno, per non affogare nella disperazione.
-Incredibile è Tempestosa? Senza che me ne accorgessi Hiccup è diventato più grande di me, il suo elmo mi sta largo, spero sia per i capelli!- scherzo con la voce piena d’amarezza, solo pronunciare il suo nome mi crea un blocco alla gola e fa pizzicare gli occhi. Intercetto velocemente una lacrima solitaria e la elimino con la polsiera cercando di non farne scendere altre, mi faccio del male restando qui ma non posso andarmene. Rimetto a posto l’elmo.
-Allora, ieri siamo andate ad Est di questa zona, quindi oggi potremmo andare verso Ovest. Oppure dunque, forse è meglio non cambiare direzione e provare a spingerci più in là di ieri.- ragiono ignorando lo sguardo della mia draghessa, persino lei sembra volermi dire di fermarmi.
-Sarebbe meglio se tu ti arrendessi- sento dire alle mie spalle, mi giro di scatto per vedere Moccicoso e gli altri sulle colonne vicine, tranne lui tutti evitano di guardarmi
-Come se potessi farlo- gli rispondo spronando Tempestosa e volando via, ovviamente mi seguono ma li ignoro per i primi kilometri finché, anticipato da un semplice ruggito di ZanneCurve, Moccicoso non mi salta addosso facendomi sbandare. Cerca di prendere il controllo di Tempestosa ma la mia Piccola, mentre lo riempio di pugni, ci porta su un’altura verdeggiante facendoci cascare a terra; mi rialzo subito per prendere l’ascia e puntargliela contro, lui è ancora sdraiato
-Astrid! Ferma!- mi implora GambediPesce atterrando lì vicino, i gemelli non dicono niente, guardano speranzosi l’ascia.
-Dammi solo un buon motivo per non mettere fine alla sua inutile esistenza- dico senza staccare gli occhi da Moccicoso, ZanneCurve cerca di avvicinarsi ma Tempestosa le ruggisce contro facendola innervosire, apre le fauci per sputare fuoco ma Rutto e Vomito si mettono in mezzo, dividendole.
-Astrid andiamo, lo ha fatto solo per fermarti, altrimenti saresti andata avanti per ore! No-non puoi continuare così! Sono giorni che cerchi inutilmente il suo corpo e- lo zittisco con una delle occhiate omicida che non uso più da due anni, purtroppo Moccicoso riesce a mettersi in piedi e a indietreggiare, lontano da me.
-Siamo tuoi amici e non possiamo vederti così, lui non vorrebbe la tua tristezza, vorrebbe vederti felice, vai avanti!- le sue parole mi accendono qualcosa dentro, come un incendio, eccola l’esplosione che tutti aspettavano.
-Andare avanti? Moccicoso lui è scomparso da tre giorni e tu vorresti già vedermi accanto a qualcun altro?!-
-È morto Astrid! Il tuo vagabondare qui in giro non lo riporterà indietro!-
-Zitto! Sono entrambi feriti, per questo non sono ancora tornati!- gli grido contro aggrappandomi alla sella di Tempestosa, le ginocchia improvvisamente fragili mi costringono a reggermi
-Guarda in faccia alla realtà! Quell’esplosione lo ha sbalzato via, senza Sdentato a proteggerlo deve essere affogato!- non ricordo di essermi girata, né di aver alzato l’ascia, fatto sta che improvvisamente gli occhi celesti di Moccicoso si spalancano terrorizzati, l’arma poco distante da lui; pochi centimetri più a sinistra e gli avrebbero dovuto amputare un piede.
-Non osare dirlo! Se tu fossi stato fermo anziché fare di testa tua lui non sarebbe disperso!-
-Se non lo avessi fatto anziché uno adesso avremo due amici morti! Ti ho salvata!*- ribatte lui cercando di avvicinarsi a me, Tempestosa glielo impedisce azionando la coda e creando un confine tra me e loro. Li guardo attentamente, uno per uno, salgo in sella e spicco il volo consapevole della linea che ho appena tracciato.
-La mia ascia- sussurro sconsolata facendo voltare lo sguardo a Tempestosa, sento il suo corpo torcersi come per cambiare direzione ma la fermo
-Tranquilla Piccola, ne ho un’altra nella sacca- le dico prendendola
-Vedi? Va tutto bene- le sussurro facendola atterrare su delle rocce li vicino
-Tutto bene, lui è vivo e mi aspetta- dico stringendo forte le mani dove gli anelli fanno bella mostra di se, non so interpretare esattamente lo sguardo di Tempestosa, ma sono certa che non abbia nulla da invidiare a quello degli abitanti di Berk.

Torniamo al villaggio quando ormai il tramonto fa capolino all’orizzonte tingendo tutto di un tenue arancione, atterriamo davanti casa e entriamo subito raggiungendo la mia stanza; non posso non sbattermi la porta alle spalle, così come non posso non guardare la finestra aspettandomi di vedere il suo viso.
-Come pretendono che io riesca a trovarlo se non mi permettono neanche di assentarmi per più di un giorno? Il mare lo ha portato sicuramente lontano, sono tre giorni che manca, non lo ritroverò mai se non mi muovo!- dico a Tempestosa sbattendo un cuscino al muro, lei mi si avvicina lentamente per stringermi tra il collo e il muso, in una specie di strano abbraccio; dopo giorni un vero sorriso mi spunta sulle labbra, ricambio la stretta e mi lascio andare, faccio mostra della mia debolezza.
Il suono del corno mi risveglia da quest’attimo di pace, confusa scendo le scale ed esco per la strada; tutti quanti si stanno dirigendo verso il porto e, con una strana sensazione alla bocca dello stomaco, mi metto a correre con Tempestosa alle calcagna per arrivare in fretta.
Una barca. Una barca vuota.
Stoick e Skaracchio stanno finendo di caricare gli attrezzi da fabbro, su tutta la barca sono sparsi spade e scudi.
Un funerale.
 Sento gli sguardi di tutti puntati su di me, aspettano una mia reazione ma io resto ferma; Stoick mi vede e mi fa segno di avvicinarmi, seguo come un automa le sue indicazioni e lo raggiungo a pochi passi dall’imbarcazione.
-La tradizione vuole che sia il Capo a lanciare la prima freccia, ma mio figlio non era certo molto tradizionale, lanciamola insieme ok?- mi chiede gentilmente passandomi l’arco, Skaracchio spinge delicatamente la barca asciugandosi gli occhi col dorso della mano sana
-Odino, Thor, Freyr, accogliete tra di voi questo giovane ragazzo; il suo corpo giace  altrove ma voi prendete la sua anima e garantitegli un posto tra di voi, perché se né andato l’orgoglio di Berk, prossimo Capo, ritrovato figlio, fidanzato amato e caro allievo.- dice soffiandosi rumorosamente il naso –Quando toccherà le altre sponde** fatecelo sentire, così che la nostra anima, come la sua, ritrovi la pace- conclude guardandoci attraverso lo strato di lacrime, Hiccup è il figlio che non ha mai avuto.
Io e Stoick impugniamo due frecce e gli diamo fuoco, prendiamo la mira e le scocchiamo; una colpisce la cima dell’albero maestro mentre l’altra il drago sulla prua, velocemente centinaia di frecce si uniscono alle nostre facendo innalzare grosse volute di fumo in cielo. Improvvisamente mi risveglio rendendomi conto di cosa ho appena fatto, guardo in giro e trovo un’altra freccia, la prendo velocemente per poi sfilare la spada di Stoick dalla fodera. Ragiono con l’istinto.
-Astrid cosa- non lo faccio finire, tutti intorno a noi ammutoliscono per ciò che ho fatto; probabilmente se la me di due anni fa potesse guardarmi non mi riconoscerebbe ma non importa, non mi pento.
Stringo fra le mani la lunga treccia bionda mentre sento i capelli solleticarmi le spalle, la lego alla freccia e la scocco colpendo la cima dell’albero maestro, poco distante dal punto che ho colpito prima, i capelli riescono a prendere fuoco prima che l’imbarcazione cali a picco nelle gelide acque di Lartak***.
Intorno a me tutti aspettano che faccia qualcosa, che mi getti a terra in lacrime forse, mi limito a rendere la spada a Stoik e a raggiungere Tempestosa.
-Non è morto- dico rompendo il silenzio, tutta la tribù mi fissa aspettando ansiosa
-Potete cercare di convincermi se volete ma non ce la farete, so che è vivo da qualche parte; dovessi metterci anni lo troverò.- dico sicura di me saltando in groppa al mio drago e guardando negli occhi quello che doveva diventare anzi, quello che diventerà, mio suocero. –Io non sono una che si arrende- finisco facendo partire Tempestosa e salendo fin sopra il cielo, mi lascio sfuggire un singhiozzo ma mi tappo subito la bocca; non voglio e non posso piangere, non ora
-Tempestosa andiamo alla- la mia Piccola atterra davanti all’entrata di rampicanti
-Grotta- finisco guardandola stupefatta, lo sguardo che mi rimanda è orgoglioso e fiero, smonto e l’abbraccio forte
-Non so come facevi a saperlo, ma grazie- le sussurro avvicinandomi un momento all’acqua lì vicino, la sera è quasi scesa ma posso ancora vedere il mio riflesso, i capelli mi arrivano alle spalle e le punte sono leggermente all’insù.
-Non posso credere di averlo fatto- sussurro a me stessa entrando nella grotta, indecisa guardo i rampicanti e, rispostandoli faccio cenno a Tempestosa di entrare
-Fammi compagnia, non voglio stare da sola- le dico, lei entra titubante e mi si appollaia vicino come una grossa gallina squamosa
-Abbiamo saltato la cena- noto accoccolandomi al suo fianco, movimenti temuti le scuotono il ventre ma, prima che rigurgiti qualcosa, la fermo
-Non ho fame, dico davvero! Non disturbarti- lei mi guarda sospetta poi, muovendo le ali come a scrollare le spalle, mi fa spazio sotto l’ala per tenermi al caldo.
-Mi sento un pulcino- le sussurro dolcemente accarezzandomi i capelli, se Hic li vedesse gli piacerebbero?
-Spero di trovarlo prima di riaverli lunghi- mi auguro guardando il mio drago che, senza che me ne rendessi conto, dorme esausta.
Sorridendo mi giro su un fianco appallottolandomi per stare più calda, per una volta il sonno non si fa attendere e mi addormento, con in mente il volto di Hiccup e l’ombra del suo ultimo sorriso.


*Triste ma vero, Moccicoso ha causato tutto cercando di salvare la vita agli amici che stavano per essere raggiunti da una nave nemica
**Per le altre sponde intendo quelle del regno dei morti, non ricordo bene come si chiamavano e per non dire un’idiozia resto sul vago
***Lartak, in realtà nel secondo film Hic dice che loro vivono al largo di “Lartak”. Ma mi serviva un nome per le acque rasenti a Berk quindi fate finta di niente ^.^
 
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Ciao bella gente!

Wow dalle stelle alle stalle! Da 16 pagine sono passata a 6 ma non importa! In tanti volevate sapere cosa succede a Berk e ho preferito accontentarvi con questa scena troppo bella. Allora, come ho detto a inizio capitolo nel prologo avevo specificato che non tutti i capitoli sarebbero stati sotto il punto di vista di Hiccup, la scena era un’altra ma ho scelto di usufruirne anche qui. Mi è venuta questa parte del funerale e dei capelli e non potevo non scriverla, (volevo conservarla per uno special ma non fa niente) tutti i funerali vichinghi erano fatti allo stesso modo, il corpo veniva messo su una barca alla quale si dava fuoco; non so se si potesse fare senza corpo ma, per questioni di esigenza, qui lo fanno. Ho notato, per lo meno nel film, che le trecce hanno molta importanza; per questo il gesto di Astrid sembra quello di una pazza!!! Vi dirò, i capelli le ricresceranno prima che incontri Hic ù.ù lui si accorgerà di qualcosa? Hahaah, attendete e saprete.
La collana delle mogli è pronta ma preferisco farvela vedere poi, con il prossimo capitolo; lo sto ancora scrivendo ma intanto pubblico questo, un po’ per farvi leggere qualcosa e un po’ per guadagnare tempo XD. Il capitolo è molto impegnativo quindi ne ho davvero bisogno, tra l’altro fra poco inizia scuola  :(  non mi va!!!
Comunque sia grazie per aver letto il capitolo ^.^ fa sempre piacere.
Un grazie speciale a Rocky e DarkStar per aver ascoltato le mie idee fino a notte fonda e ad Ariele per non avermi picchiata dopo che, finita e ricalcata la collana, le ho chiesto di cambiare i ghirigori facendole rifare tutto da capo ^.^ ti devo un pacco di pop corn mia piccola Tappa Rossa :*.
Piccola è scritto in maiuscolo perché è come un soprannome, Astrid lo usa una volta in “Il dono della Furia Buia”, mi piaceva e l’ho adottato. Per me l’Uncinato Mortale è un pollo gigante, però Skaracchio li chiama “Incubo” Mortale. :|

Kunoichi_chan009

p.s. per il discorso di Skaracchio mi sono ispirata a quello del secondo film, l’ho modificato e spero di non averlo reso infantile. ^.^ speriamo bene.
p.p.s. il capitolo più corto mai scritto X(, troppo corto!
  
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