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Autore: Kaiyoko Hyorin    06/09/2014    2 recensioni
[Estratto dal primo capitolo]
Non fece in tempo a realizzare quell'unico fugace pensiero che ella si accorse di avere i suoi occhi scuri puntati addosso, cosa che ne aumentò drasticamente la soggezione che provava nei suoi confronti ed a stento riuscì a impedirsi di sussultare nuovamente, preda di un imbarazzo senza pari.
“P-perché mi fissa in quel modo?!”
[Fine Estratto]
Era iniziato come un lavoretto di revisione e invece mi sono ritrovata a stravolgere completamente la trama, creando qualcosa di nuovo ed inaspettato! Ad oggi è l'opera più lunga che abbia scritto e spero che il risultato sia valso lo sforzo, augurandomi che risulti comunque una lettura gradevole, a prescindere! Vi auguro una buona lettura!
Attenzione: aggiunto OOC per il cambiamento caratteriale a cui i personaggi vanno incontro nel corso dell'intera storia, in accordo con la trama, senza comunque arrivare ad uno "stravolgimento" nel vero senso della parola; quindi non spaventatevi!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Unione d'affari'
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12. Te l'avevo detto


Kei sollevò lo sguardo sulla luna, il cui disco d'argento in tutto il suo pieno splendore, rischiarava quella notte serena, accendendo di riverberi la spuma delle onde che andavano a infrangersi ritmicamente lungo il bagnasciuga.
In piedi sulla sabbia il blader afferrò al volo Dranzer, prima di ruotare il polso e poterne scrutare il bit al centro. L'Aquila Rossa non gli aveva più parlato da quel giorno presso le sponde del laghetto della villa Hiwatari e lui non poteva che sentirsi ancor più confuso e indispettito. Avrebbe avuto bisogno di sfogare parte del proprio stato d'animo con quella che era sempre stata per lui una buona amica, per avere un confronto se non per ascoltarla coscienziosamente, cosa che gli capitava di rado. Col pensiero tornò alla conclusione della riunione di quel pomeriggio.

[Flashback]
Il vostro stage avrà inizio i primi di novembre. Avete quasi due mesi per decidere se valga la pena sottostare a queste condizioni, ma tenete presente che anche se uno solo di voi due non dovesse arrivare fino in fondo a quanto vi state entrambi prefissando, allora sia io che il presidente Hiwatari concluderemo l'accordo originale – affermò senza batter ciglio la signora Natsuki.
Lui, vedendo che la sua compagna di squadra non accennava a riprendersi abbastanza dal dare una risposta, lo fece per entrambi e annuì a quelle condizioni. Il signor Hiwatari sfoggiò uno dei suoi sorrisi soddisfatti, prima di congedarli entrambi.
Allora questa riunione è ufficialmente conclusa. Resterete per la notte mi auguro – aveva detto sollevandosi in piedi con quella sua cortese affabilità che utilizzava quando gli affari si concludevano per il meglio – Vi ho fatto preparare due stanze e sui vostri letti troverete degli abiti più adatti.

Con una smorfia il dranzerblader si infilò la trottola in una delle due tasche dei suoi pantaloni scuri. Se non altro suo padre gli aveva procurato una semplice maglietta a maniche corte rossa ed un paio di jeans lunghi sino al ginocchio. Era anche riuscito a trovare un paio di scarpe da ginnastica, cosa che gli aveva fatto esternare pur non volendo un sospiro di sollievo. Nel complesso quell'abbigliamento non era proprio di suo gradimento, ma sempre meglio di camicia e cravatta.
Era parecchio tempo che ormai se ne stava sul litorale a far vagare i propri pensieri.
Aveva ripercorso mentalmente l'ultimo periodo, sin da quando si era ritrovato a presenziare alla riunione che era stata l'evento scatenante di ciò che poi era seguito. Era passato da un rifiuto totale verso la mora, all'accettazione di una collaborazione con lei per tentare di riprendere in mano il loro rispettivo futuro, cosa che era servita ma solo fino ad un certo punto. Non lo aveva liberato della presenza di lei, lo aveva solo impegnato a darsi da fare per succedere a suo padre, cosa che fino a quel momento aveva cercato di rimandare il più possibile. Anche se, dovette ammettere, almeno entrambi i presidenti delle due aziende avevano accantonato l'idea di un matrimonio, almeno per il momento.
Si sorprese nel constatare che, nel momento in cui era stato detto loro che la mora sarebbe rimasta alla villa, lui non avesse provato un netto rifiuto per quell'eventualità. Inarcò un sopracciglio, lasciando spaziare lo sguardo sull'orizzonte, il confine fra mare e cielo immerso nell'oscurità della notte ed appena distinguibile ad occhio nudo.
Da quando aveva fatto quel sogno, era cambiato qualcosa.
Da quando l'aveva sognata tendergli quella mano, lui aveva smesso di considerarla una presenza scomoda e non aveva più tentato di evitarla. Si era mosso semplicemente come avrebbe fatto altrimenti in casa propria. No, non era vero. Non si era mai trovato prima così a proprio agio fra quelle mura come invece gli era successo negli ultimi giorni.
Si voltò di mezzo giro, lanciando un'occhiata alla sagoma scura della loro residenza estiva, passando con lo sguardo su ognuna delle finestre e vetrate che, alcune illuminate e altre no, si affacciavano sulla spiaggia dove lui si trovava in quel momento.
Che fosse dipeso... da lei?
Quella domanda rimase in sospeso perché il suo eco si perse nel costante sciabordio delle onde del mare. Una parte di lui rifiutava di darsi una risposta e decidendo di lasciar perdere i propri futili ragionamenti si mosse, incamminandosi verso il pontile che si protendeva basso verso la distesa d'acqua e al quale portava un sentiero che si inerpicava verso l'interno della terra ferma, facendosi strada fra la vegetazione. Fu a quel punto che colse con la coda dell'occhio una debole luminescenza muoversi lungo quello stesso sentiero e per un attimo gli parve di scorgere, prima che scomparisse dietro le fronde di un albero, la sagoma di un ragazzo vestito di bianco.


Yukiko procedette lungo il sentiero ghiaioso finché non giunse in cima alla collinetta che le aveva indicato quel pomeriggio sua madre come un grazioso posticino per coppiette. In fin dei conti dovette ammettere che era vero: la vegetazione si schiudeva intorno a lei per permetterle una visuale terribilmente romantica dell'oceano. V'era a malapena un muretto di ciottoli ad impedire ai visitatori di rischiare di scivolare giù per la scarpata e finire sulla sabbia della spiaggia sottostante e lei vi si avvicinò, lasciando spaziare il proprio sguardo sull'orizzonte. La leggera brezza le scompigliò i capelli, insinuandosi sotto la candida stoffa del vestitino che aveva trovato nella stanza che le avevano preparato per quella notte. Era un abito senza maniche, con scollo squadrato e una serie di arricciature che ammorbidivano la parte che le avvolgeva il busto, all'altezza del seno. Sotto di questo infatti la stoffa di un tenue azzurro chiaro pendeva a seguire vagamente la linea dei fianchi, prima di allargarsi in una serie di pieghe a formare una gonna che non le arrivava nemmeno alle ginocchia.
Rabbrividì nell'avvertire un soffio gelido risalirle la spina dorsale.
Si sentiva combattuta e, dentro di sé, sapeva che il motivo di quanto stava provando era dovuto al ragazzo con cui aveva avuto a che fare negli ultimi tempi. Sin da quando aveva fatto quel sogno allarmante, era cambiato qualcosa fra loro. Ormai non riusciva più a vederlo solo come il ragazzo freddo ed enigmatico con cui doveva aver a che fare, l'ex campione mondiale di Beyblade. Dentro di sé sapeva di covare nei suoi confronti un desiderio di conoscerlo molto più a fondo di così. L'aver poi iniziato quella collaborazione per far fronte ai loro rispettivi genitori aveva dato modo ad entrambi di trascorrere molto tempo delle loro giornate a confrontarsi, cosa che le aveva permesso di osservare con più attenzione il modo di fare del dranzerblader.
Si sentiva una stupida.
La verità era che non era più stata la stessa cosa per lei sin da quella maledetta notte in quel parcheggio, una notte di cui il ragazzo tuttavia non sembrava aver conservato il ricordo. Sospirò. Quel giorno non avevano ottenuto il risultato sperato. Certo, avevano guadagnato del tempo e l'occasione che aspettavano per poter prendere in mano la situazione, ma lei era ben consapevole che il motivo principale che aveva indotto il blader a prestarsi a tutto quello era la speranza che lei potesse tornarsene a casa sua.
Non riusciva a non sentirsi in colpa per come stavano andando le cose. Un senso di colpa che, in minima parte, era dovuto al fatto che in realtà non le dispiaceva così tanto l'annuncio del proseguimento di quella convivenza. L'unica nota positiva era che, almeno, non avrebbe dovuto iscriversi all'università.
Dovresti essere contenta” la voce di Night le fece rendere conto della leggera luminescenza che egli stesso sprigionava, fermo alla sua destra. Lei non lo guardò direttamente ma si lasciò sfuggire un sospiro.
– Come posso essere contenta? Abbiamo fallito. Io ho fallito – si corresse amaramente – Non sono stata capace di convincere mia madre a lasciar perdere questa sua follia.
Il bitpower in forma umana si mosse, scivolandole di fronte in una posa a gambe conserte che gli permise di appoggiare un gomito su un ginocchio nel rivolgerle un morbido sorriso “Non dovresti essere così delusa da te stessa per una cosa del genere
– E come faccio? Anche lui lo sarà sicuramente di me – sbottò a quel punto la giovane Natsuki, abbassando lo sguardo un'altra volta nell'alludere al dranzerblader – Tutto inutile. Dopo tutto l'impegno... – la voce le morì in gola, risuonandole nelle orecchie leggermente incrinata. Non riuscì nemmeno a terminare quell'ultima frase.
– Ti stai sbagliando.
Quella voce così improvvisa e al tempo stesso familiare la fece sobbalzare e la costrinse a voltarsi di scatto, inquadrando così nel proprio campo visivo quello che fino a poco prima era stato l'oggetto dei suoi pensieri. Colta in flagrante ne incrociò lo sguardo tanto serio quanto intenso e si sentì morire.
– ..c-cosa?
– Non è stato inutile – quel tono inflessibile non ammetteva repliche e lei ammutolì, rimanendo a fissarlo col cuore in gola – Abbiamo guadagnato del tempo prezioso e non possiamo tirarci indietro ora, o davvero sarà stato tutto inutile – seguì una pausa durante la quale il blader le si affiancò, volgendo i suoi occhi scuri sull'oceano. Fu soltanto a quel punto che ella lo sentì mormorare – ..non mi hai deluso affatto.
Le gote di Yukiko si imporporarono vistosamente e distolse di scatto lo sguardo di smeraldo dal ragazzo accanto a lei per voltarsi a sua volta nuovamente verso il panorama, puntando gli occhi verdi in un punto indefinito in quella distesa d'acqua salata. A quel punto però incrociò gli occhi di ghiaccio di Night, il quale le sfoggiò un sorrisetto tanto compiaciuto quanto carico di sottintesi, tanto da non aiutarla affatto a far rallentare i battiti del suo povero cuoricino impazzito.
Te l'avevo detto
– Sei il suo bitpower? – chiese come se niente fosse Kei direttamente a lui, cosa che permise al discorso di prendere un'altra piega. Yukiko alternò nuovamente lo sguardo dall'uno all'altro, avvertendo un brivido d'inquietudine salirle lungo la spina dorsale.
Puoi chiamarmi Night
– Se non sbaglio ci siamo già visti.
Sì, la stessa sera in cui tu le infilasti la lingua in bocca
Il senso di panico improvviso che colse Yukiko in quel preciso istante, le fece schiudere le labbra in un'esclamazione istintiva mentre al contempo si sporgeva verso il suo infame bitpower, agitando le braccia davanti a lui come se davvero così potesse arrivare a tappargli la bocca. Cosa del tutto improbabile in quanto se avesse provato a toccarlo, gli sarebbe passata tranquillamente attraverso, data la sua natura incorporea.
Wuaaaaah!!! – quella sua reazione riuscì se non altro a far tacere entrambi e allora si volse in parte verso Kei, il quale era rimasto impietrito a fissarla, gli occhi leggermente più sgranati del solito e in viso un'espressione vagamente inquietata. Sotto quello sguardo quasi scioccato la mora scoppiò a ridere di una risata nervosa e con un movimento a mezz'aria di una mano esclamò – Ahah.. che divertente! Adesso basta scherzare, si è fatto tardi!
Si mosse senza aspettare neanche più un secondo, procedendo ad ampie falcate per imboccare nuovamente la via che l'aveva portata sino a quel luogo. Se c'era una cosa che poteva metterla in panico totale, ora che era assodato dovesse continuare a vivere sotto lo stesso tetto del dranzerblader, era che il loro già delicato rapporto potesse peggiorare a causa di quanto accaduto quella sera.
Tuttavia non fece più di due passi prima di sentirsi afferrare al braccio sinistro. Ruotò in parte su sé stessa in risposta a quel contatto, col cuore in gola già prima di tornare a fissare il blader che l'aveva fermata. Il silenzio che seguì era talmente denso che si sarebbe potuto tagliare con un coltello, riempito soltanto dal lieve rumore delle onde in sottofondo, occhi negli occhi.
Poi Kei parve riscuotersi e la lasciò andare, riaccostando il proprio braccio lungo il fianco e deviando il suo sguardo da lei, come se fosse improvvisamente in imbarazzo. Lei avrebbe supposto che in effetti fosse realmente così, se non fosse per la proposta che le fece subito dopo.
– Ti va un incontro?
Il suo tono era dei più sbrigativi e indifferenti che potessero esserci, cosa che rese quelle parole ancor più improvvise alle orecchie della mora. Questa, sbattendo un paio di volte le palpebre infatti impiegò un paio di secondi prima di annuire, presa del tutto alla sprovvista.
– O-ok...


Kei si richiuse la porta alle spalle, prima di dirigersi senza nemmeno accendere la luce verso il letto che gli era stato preparato in quella camera. Vi si buttò sopra con tutti i vestiti, intrecciando ambo le mani dietro il capo a mo' di cuscino prima di puntare gli occhi dai riflessi di brace sul soffitto.
Ripensò alla sfida che aveva disputato con Yukiko: era di nuovo finita in parità, cosa che gli faceva tornare alla mente i vecchi tempi, quando il suo unico pensiero era diventare più forte. Riassaporò quella sensazione di insoddisfazione, di desiderio di riscattarsi e si lasciò sfuggire un debole sorriso. Combattere gli liberava la mente, lo aveva sempre aiutato in tal senso ed alla fine doveva essere così anche per la sua attuale compagna-avversaria. Nel bel mezzo del combattimento aveva rivisto nei suoi occhi la sua naturale combattività e poco dopo era tornata a sorridere, e lui si era scoperto ad ammirare quel sorriso così spontaneo e ricco di vitalità.
Non avrebbe sorriso a quel modo se non ci fossi stato tu
– Chi non muore si rivede – la sfotté con noncuranza il blader, senza degnare di un solo sguardo la sagoma che gli era apparsa accanto al letto – Dov'eri due ore fa?
A lasciarti cuocere nel tuo brodo, ovviamente” ribatté l'Aquila Rossa, senza scomporsi minimamente. Kei non ribatté a quell'affermazione, preferendo mantenere il solito profilo indifferente, ma sebbene tenesse gli occhi chiusi aveva le orecchie ben tese e questo la sua amica lo sapeva bene, perché commentò “Ti stai affezionato a lei.
– Affatto.
Ma ti incuriosisce” ribatté imperterrita, senza batter ciglio.
Di nuovo il dranzerblader non le rispose e per un attimo perse la sua totale impassibilità, corrucciandosi. Non poteva negare che si stesse abituando alla sua presenza, nonostante i suoi stessi sforzi in senso opposto. Lo dimostravano gli eventi di quella sera, quando l'aveva trattenuta a quel modo quando lei stava per darsi alla fuga. Si era mosso d'istinto, non era riuscito a trattenersi e quando si era voltata di nuovo a guardarlo, ne aveva incrociato i sorprendenti occhi verdi ed aveva perso qualche momento di lucidità. Sì, lui, il blader di ghiaccio, rimasto momentaneamente spiazzato da un impulso che non era riuscito del tutto a controllare.
Hai intenzione di provare a conoscerla meglio ora?
A quella domanda Kei non riuscì a trattenere una smorfia – Può darsi.
La sentì sbuffare divertita e quando sollevò le palpebre lei era già sparita. Sapeva che si era trattenuta a stento dal rimarcargli un 'te l'avevo detto' e il ragazzo si lasciò sfuggire un sospiro al pensiero di non esser stato costretto a sorbirsi quella frecciatina. In fondo, non aveva niente di meglio da fare per le prossime otto settimane.


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...continua

[ANGOLO AUTRICE]
Dodici! Siamo a dodici!
E la fiction è tipo a metà XD ommioddio sta venendo fuori una cosa lunghissima! Colpa dell'ispirazione, purtroppo non posso farci molto.. continuo a cambiare e ampliare la trama originale, ormai della vecchia fiction c'è rimasto ben poco! In ogni caso, ecco qua il vostro capitolo, come al solito spero che vi sia piaciuto e che mi darete il vostro parere (a prescindere se positivo o negativo ovviamente). Forse qualcuno si aspettava un capitoletto più movimentato, ma ahimé, questo è. Non preoccupatevi, le sorprese non sono finite! Come ho detto ne accadranno delle belle, dovrete solo aver un po' di pazienza! Fino a mercoledì prossimo non aggiornerò, ho un esame martedì e quindi non posso permettermi di andare ancora avanti per adesso: la vacanza-studio me la sono concessa, ora rimane solo lo studio!! Nel frattempo però vi lascio augurandovi un buon weekend a tutti!
Un saluto *frizzante* dalla vostra
Kaiy-chan
   
 
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