Aveva ucciso tre quarti dei tributi.

Aveva squarciato a morsi la gola dell'ultimo.

Aveva guadagnato gloria e onore per il suo distretto.

Ma a Enobaria questo non importava.

In questo momento esistevano solo le labbra di Brutus sul suo collo.

E quelle labbra erano decisamente state lontane da lei per troppo tempo.

Brutus. Il suo Mentore. Il suo amante. Il suo uomo.

Passionale e crudele come nessun altro. Secondo molti la delicatezza era a lui sconosciuta.

Ma Enobaria sapeva che erano tutte voci.

Perché quel minimo di dolcezza che aveva la mostrava solo a lei.

La bocca di Brutus si fece ancora più calda.

La scia di baci bollenti che era partita dal suo collo scese, soffermandosi appena sopra il seno destro.

Gli piaceva stuzzicarla. Gli piaceva da morire.

Leccò avidamente il piccolo tatuaggio che si trovava proprio in quel punto.

Ritraeva la testa di un serpente con la bocca spalancata, in procinto di attaccare.

Lui una volta l'aveva paragonata a un serpente.

Stessa agilità.

Stessa forza.

Stessa sensualità.

Per questo se lo era fatta fare. Perché lei e quel rettile erano uguali.

Brutus ritornò alla sua bocca, mentre le mani le slacciavano il reggiseno.

Enobaria sapeva quanto gli era mancata. Lo capiva dalla bramosità con cui l'accarezzava.

Gli morse il labbro inferiore, fino a fargli uscire sangue.

Brutus si allontanò un poco, sorpreso da ciò.

Ma Enobaria gli si riavvicinò, leccando le gocce che uscivano dalla ferita.

Le piaceva leccare il sangue. E trovò quello del suo Mentore mille volte meglio di quello del tributo che aveva sgozzato.

Brutus le lambì i seni, facendola gemere dal piacere.

Erano due demoni.

Due demoni che si divertivano solo a stroncare vite umane.

Che si eccitavano solo quando vedevano le interiora uscire.

Che paragonavano urla agonizzanti a una dolce musica.

Ma in quel momento la passione aveva avuto il sopravvento sulla loro disumanità.

E solo quando tutti e due si ritrovarono sudati e allo stremo delle forze, Brutus dimostrò quel poco di tenerezza che aveva.

L'avvicinò a sé e l'abbracciò.

Ed Enobaria non si scostò, ma appoggiò la testa sul suo petto muscoloso.

Questa era la massima dolcezza che riuscivano a dimostrare.

Ma a loro andava bene così.

ANGOLO AUTRICE: Ok, non so esattamente da dove mi sia venuta fuori questa idea. Però mi piaceva da morire e ho voluto buttarla giù. Non avevo mai pensato seriamente a una Fanfic con protagonisti Brutus ed Enobaria - per quanto non li disprezzi - ma sono felice di averla scritta.

Spero che sia piaciuta anche a voi! :)

Maggie