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Autore: Ossimoro Vivente    07/09/2014    1 recensioni
E' molto raro che non due,ma tre anime siano in perfetta sintonia tra di loro. Un esempio lampante sono,per l'appunto, Death the Kid e le sorelle Thompson.
Questa fan fiction scaverà più affondo sulla storia di come è nata la fiducia reciproca in questo trio di personalità così diverse tra di loro. Anche perchè Liz e Patty da piccole non hanno mai avuto un passato così normale da trasformarle nelle sgangherate teppiste che sono state.
Ho sempre adorato il modo in cui si rapportano tutti e tre i personaggi. Sembra un legame d'amore fraterno. In cui gli uni mantengono una certa pazienza con i difetti degli altri e viceversa,ma senza litigare mai veramente e promettendo sempre comprensione e fiducia reciproca.Credo sia uno dei rapporti migliori che esistano.
Prima fan fiction in assoluto.
Prima volta che scrivo su efp.
E mi sto cagando sotto dall'emozione.
Quindi, spero vi abbia interessato, e buona lettura!
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Death the Kid, Liz Thompson, Patty Thompson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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L’AGGRESSIONE
 
La statua della Libertà si stagliò nel tramonto di New York, mentre Kid ci volava davanti piccolino, come se nulla fosse. Si guardò intorno e cercò di intravedere il famoso ponte che lo avrebbe condotto alla sua salvezza. Il ponte di Brooklyn. Appena trovato ci si scagliò subito e cercò i vicoli più stretti e bui dall’alto, ma si rese conto che erano infiniti.
Nonostante tutto non si arrese e con il manifesto in mano allungava il collo mentre il vento gli scompigliava a sferzate le tre strisce bianche. Non fu facile trovarle da lì, data la grande città.
Il sole se ne stava ormai andando, lasciando alla città l’opportunità di mostrare fieremente le migliaia di abbaglianti luci che la caratterizzavano.
Ormai stanco, Kid si concesse una pausa e scese in uno di quei vicoli bui. Lo scalpiccio delle sue scarpe nere come la pece lucidate per bene riecheggiava per il corridoio di case; le mani sempre ben incavante nelle tasche.
Eccola di nuovo quella sensazione. Solitudine. Si sentiva per l’ennesima maledetta volta un lupo solitario che cammina in un malfamato e deserto vicolo nella sera dal silenzio interrotto a volte da qualche musica in lontananza. L’asimmetrico si limitò a sospirare rassegnato.
Per favore…mai più questa vita… Si disse cercando di convincersi da solo, come faceva tante altre volte .
D’un tratto venne cacciato un urlo nei paraggi e Kid si arrestò con i sensi ben attenti per capire qualcosa in più. Nulla. Istintivamente scattò subito dopo in una frenetica corsa. Lui fa parte della Shibusen, e se era una povera donna privata della sua anima non se lo sarebbe mai perdonato. Pian piano si avvicinò a delle voci concitate.
-Avanti, non siate diffidenti, non vi rendete conto di quante magie possono fare i vostri corpicini?-
Ma che diav…
Kid strinse i denti e continuò a correre. Il cervello gli inviò lentamente un messaggio. Sentì la presenza di molte anime. Dovevano essere circa una dozzina.
Una volta capito da quale vicolo provenivano rallentò ansimando mentre appoggiava una mano al muro, e l’altra al ginocchio. Si mise schiena a muro e tentò di valutare la situazione girando il collo in un angolo senza farsi vedere.
Una decina di uomini dagli abiti da gangster erano riuniti a semicerchio vicino al muro di mattoni, mentre al centro ce n’era uno che costringeva una delle gemelle che Kid stava cercando a stare al muro bloccata ai polsi, per evitare che venisse sparato dalla pistola che aveva in mano.
Kid si mise una mano ai capelli spalancando la bocca sbalordito.
Le ho trovate finalmente!
Si immaginò subito con quelle due bellezze alle mani.
Ma poi scosse la testa richiamando a sé la concentrazione: non era il momento di pensarci. Allora sbucò fuori con il dito a indicare eroicamente i malfattori.
-Ehi, voi!-
Tutti si girarono.
-Quella è la mia ragazza, lasciatela stare!-
La biondina alzò un sopracciglio interrogativa, con gli occhi stralunati.
Il gangster che la bloccava parlò.
-Beh, non ti dispiacerà se la prendiamo in prestito per un attimo-
Gli angoli dei suoi baffi a manubrio si piegarono  in un ghigno che tralasciava il fumo del sigaro che aleggiava nell’aria.
-Certo che mi dispiacerà! Lei è mia e basta, nessuno può toccarmela.
La ragazza arrossì ancora più sbalordita.
-Attenti a voi, perché sono uno Shinigami, preferisco avvertirvi subito-
-Tsk! Questa non è cosa che ci spaventa, vero ragazzi?-
La decina di uomini si girò tutta verso il loro capo, sbiancata come latte, lasciando intendere che se la stavano per fare sotto in realtà. Lui restò interdetto.
-Andiamo, un tappetto tutto figlio di papà come lui dovrebbe incutervi timore?! Fatelo a fettine senza storie!-
Gli uomini si rivolsero lentamente verso Kid, quasi tremanti. Lui li guardava con le mani in tasca e la sua solita aria inerte. Poi sospirò. Era stanco dei soliti clichè e non vedeva l’ora di avere le sue armi, così inarcò la schiena e mise in moto i piedi, andando verso di loro. –L’avete voluto voi-
Cominciò tirando un sonoro calcio in faccia a uno di loro. E la zuffa partì automaticamente dieci contro uno.
 
Il capo tratteneva ancora la ragazza concentrandosi una volta per tutte su di lei.
-Siamo rimasti soli…-
La guardò con disgustosi occhi languidi fumandole in faccia visibilmente soddisfatto.
Lei cominciò a divincolarsi più aggressivamente, ma non c’era verso: il gangster aveva una presa di ferro e i polsi quasi non se li sentiva. Poi le venne un lampo.
-Ma certo! Patty, ritrasformati!-
La pistola di mosse fra le dita della sorella.
-Ah, già! Haha! Perché non ci ho pensato prima?-
-Io saprei perché…- disse sarcasticamente una dei diavoli di Brooklyn.
La pistola prese forma umana e tentò di attaccare l’uomo distraendolo. La ragazza bloccata si dimenò ancora di più, e riuscì a liberarsi.
-Ora ritrasformati ancora!-
Patty si girò verso di lei con l’aria stanca e delusa.
-Uffa, Liz, perché devo farla sempre io la pistola?-
-Sono nata cinque minuti prima di te!- tentò di risponderle presa dalla fretta.
-Non è una scusa buona questa!-
Liz si spazientì.
-Avanti! Vuoi essere stuprata?!-
Patty ci pensò su, e Liz se ne sorpese.
-E va bene!- sbuffò
Appena la sorella diventò pistola, Liz non esitò a premere il grilletto e sparare in testa al baffuto che l’aveva aggredita l’onda della sua anima.
Poi, notando che lo Shinigami li stava facendo tutti fuori, se la diede a gambe.
 
 
   
 
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