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Autore: bullet_    08/09/2014    3 recensioni
Che succede quando un ragazzo distrugge tutto ciò che hai sempre creduto di sapere su te stesso?
"Non mi piacciono i ragazzi. Ma mi piaci tu. Ha senso?"
"No."
"Bene."
{Lashton}
ıTRADUZIONEı
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Un po' tutti
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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My head's under water
But I'm breathing fine
You're crazy and I'm out of my mind”
-John Legend, 'All of Me'
 

Ashton-
 

'Rispondi, rispondi, rispondi,' implorò silenziosamente Ashton mentre reggeva il cellulare con le dita gelate. Mezzanotte, Londra, nel bel mezzo dell'inverno. Non erano esattamente le condizioni ideali per starsene all'aperto. Eppure lui era lì, a percorrere cinque isolati a piedi verso il Bridge Park dove avrebbe incontrato Luke.

Luke.

“Pronto?” rispose una voce impastata dall'altra parte della linea.

“Niall!” esclamò Ashton, in un tono più alto del necessario. “Niall, penso ci sia qualcosa che non va in me.”

“Te lo dico da anni. Che succede?” bofonchiò Niall assonnato e Ashton sentì dei rumori in sottofondo. “Scusa, mi sono dovuto alzare dal letto. Non volevo...ehm.”

“Aspetta,” Ashton dimenticò per un attimo il suo problema. “Stai dormendo con qualcuno?”

“Beh—”

“Sei andato a letto con qualcuno?” Ashton stava praticamente strillando. “Niall! Che? Chi? Come?”

“Sei proprio una ragazzina.” si lamentò Niall. “Si chiama Grace. E abbiamo dormito insieme. Dormito. Okay? Solo questo. E sai che voglio aspettare fino al matrimonio.”

“Bello.” gli disse Ashton. “Ti rispetto.”

“Mm” mugugnò Niall, lasciando trascorrere un breve attimo di silenzio prima di chiedere, “Allora, perché mi chiami alle undici e mezza? Solo per prendermi per il culo?”

“No, no. Ho bisogno di un consiglio e tu sei l'unica persona che mi sia venuta in mente.” gli disse Ashton. Gli mancavano circa quattro isolati, quindi decise di rallentare un po'.

“Wow, grazie.” disse Niall sarcastico. “E il tuo amico? Z...Ze...”

“Zayn?” quel nome aveva un sapore amaro nella sua bocca. “Um...in realtà...non ci parliamo in questo momento.”

“Oh.” rispose Niall, rendendosi conto che non era il caso di girare il coltello nella piaga. “Okay, allora che consiglio ti serve?”

“Dunque,” Ashton fece un respiro profondo. “C'è questa...persona. E quando sono con...questa persona, non so come comportarmi. Perché mi rende...nervoso? Dovremmo incontrarci fra quindici minuti e mi sento come se il mio stomaco fosse pieno di insetti e non so proprio cosa dirò o come mi comporterò.”

“Beh,” disse Niall, “Innanzitutto lascerei perdere la cosa degli insetti.”

Grazie mille.

“Ma a parte questo, se sei così nervoso, significa che lei ti piace. Da quant'è che non ti piace sul serio una ragazza, Ash? E che fine ha fatto Liv, comunque?”

“Mi ha fatto una scenata in un ristorante un paio di giorni fa.” gli disse Ashton. “E poi se n'è andata. Quindi è finita.”

“Non sembri troppo disperato.”

“Non lo sono.”

“Ottimo,” disse Niall. “Non era alla tua altezza. Sono sicuro che questa nuova ragazza sarà fantastica. Se ti piace, deve avere qualcosa di speciale perché hai degli standard impossibili.”

“Niall...” Ashton sentì una voce di sottofondo. “Parla a voce un po' più alta. Non è che sto cercando di dormire.”

Cazzo.” disse Niall. “Scusa, Gracie! Ascolta, amico. Devo andare. Divertiti al tuo appuntamento. Se va tutto bene, poi fammela conoscere.”

“Okay, presentami Grace qualche volta.” disse Ashton. “Adesso vado.”

“Buonanotte e buona fortuna.” Niall attaccò e Ashton si chiese cosa avrebbe detto il suo amico se avesse saputo che la sua “ragazza” era un alto, muscoloso e biondo ragazzo dagli occhi blu.
 

x


Luke era già lì quando Ashton gli venne incontro ai piedi del ponte. Il Bridge Park si trovava in una zona piuttosto paludosa di Londra, ed era pieno di piccoli torrenti e laghetti che ricamavano la superficie del terreno come una mappa stradale. Per questa ragione, erano stati costruiti diversi sentieri rialzati e ponti di legno. Ad Ashton piaceva parecchio quel parco; poca gente sapeva della sua esistenza e il rumore dell'acqua copriva quello della città, lasciandolo solo con il suo respiro e i suoi pensieri.

Si fermò a guardare la silhouette di Luke nel buio del parco. Non l'aveva ancora visto ed era poggiato alla base della struttura in legno. Guardava verso il centro del parco, dove le luci natalizie rimaste appese sui salici piangenti davano l'impressione di essere lacrime della luna.

Il buio squarciava gli zigomi di Luke e ne contornava gli occhi e la sua immagine sembrava quasi una fotografia e per un attimo Ashton non riuscì a respirare perché quella scena era immobile e silenziosa e stupenda e

Luke
era
bellissimo.

(Un piede poi l'altro cammina vai ricordati di parlare continua a camminare di' ciao Ashton continua a respirare)

“Ciao.” disse Ashton, la sua voce era spezzata da qualcosa che non sapeva come nascondere. Luke si voltò verso di lui, un sorriso gli illuminò il volto e oh, le sue labbra e i suoi denti e Ashton non faceva altro che pensare alle parole di Niall, come se gli bucassero i timpani (significa che lei ti piace significa che lei ti piace significa che lei ti piace).

Lui.

“Hey!” disse Luke, e Ashton pensò distrattamente che non era possibile sentire un sorriso, fisicamente convertito in onde sonore, martellare e accelerare e poi infine esplodere nella sua gabbia toracica.

“Fa freddo.” disse Ashton, giusto per ricordare a se stesso di parlare e di non starsene impalato troppo a lungo perché in quel modo avrebbe potuto spaventare Luke e oh Dio, che sta succedendo dentro alla mia testa?

“Avresti dovuto portare una giacca migliore.” Luke rise, e gli fece cenno di avvicinarsi. “Tieni, prendi la mia. Io ho caldo.”

Ashton andò verso Luke, sentendo il calore del suo corpo aumentare man mano che si avvicinava.

“Sei sicuro?” disse rabbrividendo. “Ci sono tipo due gradi sottozero.”

“Sì, tranquillo. Il freddo non mi infastidisce più. Ho fatto il pieno d'estate in Australia.” disse Luke, sfilandosi la giacca e porgendola ad Ashton. “Questo parco è davvero bello. Non c'ero mai stato. Ho dovuto usare il gps del mio cellulare.”

“È il mio posto preferito qui a Londra.” disse Ashton. “Condannato a vivere nell'ombra di Hyde e Regent Park, ma se ciò significa che c'è meno gente, tanto meglio.”

“Giusto.” disse Luke. Lasciarono che un piacevole silenzio li avvolgesse mentre guardavano gli alberi. Ashton lasciò che la sua vista andasse fuori fuoco, così che le lucine gli ferissero gli occhi e dipingessero delle perle bianche all'interno delle sue palpebre.

“A che stai pensando?” gli chiese Luke, rompendo il silenzio con la delicatezza della sua dolcissima voce.

“Te.” disse Ashton. Quando realizzò ciò che aveva appena detto sentì un desiderio bruciante di tagliarsi via la lingua. “Cioè—al perché tu sia voluto uscire a fare un giro con me stasera. Pensavo a questo.”

“Oh.” disse Luke, e Ashton lo guardò per un attimo, notando il rossore sulle sue guance. Forse era il freddo oppure, forse—, “Beh...è strano...? Insomma, ci siamo conosciuti soltanto ieri, ma in un certo senso mi mancavi? Credo. Non lo so. Okay, è strano. Lascia stare.”

“No!” disse Ashton, senza nemmeno pensare. “No, lo capisco. Io...sì. Capisco che intendi.”

“Sul serio?” la voce scura di Luke diventò per un attimo brillante.

“Sì. Sì. Non ho mai...Io—” Ashton balbettò, insicuro su che altro la sua bocca si sarebbe involontariamente fatta scappare. “Quando mi sono arrabbiato tu e—e ho urlato—tu non ti sei nemmeno innervosito e questo mi ha confuso perché tutti si arrabbiano sempre con me anche quando non voglio ferirli e io stavo cercando di farti incazzare, Luke, perché mi piace allontanare le persone perché sono una testa di cazzo ma tu non me l'hai permesso e ti importava sul serio, Luke. Ti importava. Tu—alla mia stessa famiglia non frega un cazzo. A gente che conosco da anni non frega un cazzo. Ma tu mi hai sorriso. Sai...sai che...non ho mai parlato così prima d'ora—merda, scusa, mi dispiace—,”

Ashton non capiva cosa stesse succedendo ma sentì le lacrime colmargli gli occhi ed era così confuso, così ferito, così perso e stava scendendo dal ponte per dirigersi verso quella che sperava fosse casa ma non poteva più muoversi perché qualcuno lo teneva per un braccio.

“Ashton.” disse Luke, i suoi occhi (blu blu blu) come stelle polari in un cielo estivo. “Non andare.”

Perché?” sussurrò Ashton, senza capire perché si stesse frantumando.

“Perché mi piace quando parli.” disse Luke, mentre delle fiamme azzurre danzavano nei suoi occhi e Ashton pensava di poter svenire o esplodere. “E mi piace ascoltarti e mi piace stare con te e non so perché ma c'è qualcosa in te che mi fa sentire...mi fa sentire...caldo.”

Non hai bisogno di me per quello, pensò Ashton incrociando il suo sguardo e gli mancò il respiro perché pensava che un giorno sarebbe annegato in tutto quel blu, ne era sicuro.

Si guardarono per sempre e un giorno, e poi Ashton si accorse di stare piangendo.

“Stai bene?” gli chiese Luke, poggiando una mano sul suo gomito. Ashton annuì, asciugandosi il viso dalle lacrime.

“Giuri?” mormorò Luke stringendolo al petto mentre tremava.

“Giuro di pensare che sto bene.” sussurrò Ashton mentre i salici piangevano silenziosamente. 


 

Translator's corner

bEH INSOMMA, cose belle. 

 

   
 
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