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Autore: Feel Good Inc    08/09/2014    4 recensioni
E forse quell’uomo di cui parla con il fuoco nella voce – il Dottore – forse non è lui l’eroe della Storia, forse è lei.
Robin/Clara, hints Doctor/Clara & Vincent/Amy; spoiler 8x03: 'Robot of Sherwood'
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clara Oswin Oswald, Doctor - 12, Robin Hood
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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stories can make us fly

{ that’s what we are, in the end }

 

 

 

 

 

Se anche solo la metà delle cose che gli ha raccontato è vera – e sono vere tutte, naturale che lo sono: i suoi occhi non brillerebbero così se non fosse tutta una lunga favola reale – Clara Oswald ha vissuto un’intera esistenza e oltre tra le storie, intrecciandole le une con le altre, sulle ali di un vento che l’ha portata ovunque nel tempo e nello spazio. E forse quell’uomo di cui parla con il fuoco nella voce – il Dottore – forse non è lui l’eroe della Storia, forse è lei.

Robin Hood l’ascolta e la guarda e si chiede se non dovrebbe sentirsi divorare dalla collera. A nessuno, ritiene, dovrebbe essere concesso conoscere qualcuno che tanto per cominciare sa tutto di una vita che non è la sua – ma l’ha messo in guardia, Clara, non è solo rimasta a osservare nel silenzio compiacente di chi sa – e nessuno, ne è sicuro, dovrebbe sentirsi dire che un giorno sarà ricordato soltanto come un racconto, un’illusione e poco più da condividere nei tempi bui – ma ci ha creduto, Clara, credeva in lui ancora prima di incontrarlo e, pur nel suo avere già intrecciato insieme mille e mille storie, una volta uscita dalla scatola blu gli ha comunque regalato un riso sorpreso, meravigliato, incantato. L’ascolta e la guarda e gli sembra un sortilegio, una stregoneria bella, poiché non esiste collera in lui e la foresta di Sherwood non è più piena delle risate assordanti dei suoi uomini né del ricordo silente di Marian – in questo istante infinito c’è solo Clara, la voce di Clara che racconta, gli occhi di Clara che hanno vissuto più di quanto l’abbia fatto chiunque altro e forse per questo sono così belli.

Un sapore inedito gli scivola sulla guancia, salato e dolce insieme, e la mano di lei che se lo porta via ma resta sulla sua pelle è un incantesimo nuovo.

«Mi dispiace. Tutto questo ti rattrista?»

Robin Hood stringe quella mano e la bacia, e si chiede se non avrebbe tutte le ragioni di odiarla e si rende conto che invece potrebbe amarla. E non sarebbe questa, la più bella delle storie?

 

 

«Cosa gli hai detto di preciso?»

«Potresti smetterla di aggrottare le sopracciglia a quel modo? Sono inquietanti.»

«Lo so. Allora? Cosa?»

Clara, la Clara tutta vestita di fiabe e avventure, di rosso, si stringe nelle spalle. «Niente. Tutto. Perché me lo chiedi?»

Perché è bello sapere di essere ancora il tuo eroe vorrebbe dirle il Dottore, quella parte del Dottore che non ha smesso di credere nei miracoli e nelle ragazze impossibili, nelle donne che salvano gli uomini con le parole, nella speranza che sanno portare in una vita di un rosso straordinario è bello sapere di essere ancora lui, per te. Invece è un’altra la storia che gli esce di bocca.

«Già che sei vestita così, potremmo anche andare a vedere come se la passa Re Artù.»

Clara ride – e la sua è una risata che il Dottore non si stancherà mai di ascoltare.

 

 

 

[ 500 parole ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

 

Come se non amassi Clara già abbastanza, ecco che è arrivato Robot of Sherwood e io ho dato fondo a tutti i miei feels.

Ho shippato Robin/Clara da morire e non riesco a fare a meno di pensare che un uomo che venga a conoscere il suo futuro, un futuro che sfocerà nella leggenda anziché nella storia, semplicemente meriti che a raccontarglielo sia una persona come Clara, una persona che di storie ne ha viste e intessute tante lei stessa (I was born to save the Doctor) e che per questo sarà sincera, aperta, non gli nasconderà niente, e gli darà speranza. Personalmente in ciò rivedo un sacco l’Amy che ha donato i girasoli a Vincent van Gogh e che – pur se in circostanze completamente differenti – a sua volta ha dimostrato a un uomo che il suo futuro si sarebbe delineato, in qualche modo, anche se lui in quel momento non aveva alcuna coscienza né sicurezza di sé: questo perché sappiate che quell’accenno al rosso straordinario ha un preciso motivo di esistere. E niente, insomma, tutto l’episodio gioca molto sul ‘cinismo’ di Twelve paragonato alla natura positiva e caciarona dell’eroe diverso e simile che è Robin Hood, ma se si guarda con attenzione il vero contrasto è tra realtà e sogni, tra speranza e disillusione, e allora il rapporto che ho visto delinearsi tra Robin e Clara riflette automaticamente nuova luce anche su quello tra Clara e il Dottore stesso: dopotutto, nonostante tutto, lui è il suo eroe. La rievocazione dell’Eleven/Clara mi sembrava doverosa.

Ah, ho chiuso con Re Artù perché mi andava (leggi: da quando ho guardato Merlin voglio disperatamente il crossover, e Clara vestita così mi sa di Camelot da ogni poro). Posso aggiungere comunque che mi piace troppo l’idea di un Twelve che passa dalla fase Robin Hood non esiste a Andiamo a vedere come se la passa Re Artù. *si fa i film del caso*

Il titolo omaggia la quote di Robin che mi è rimasta nel cuore e rielabora anche le parole indimenticabili di River Song: we’re all stories, in the end.

Spero solo di avervi trasmesso un po’ di quello che questi tre insieme hanno fatto sentire a me.

Aya ~

   
 
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