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Autore: Nessie86    09/09/2014    5 recensioni
Isaac e Scott. Due anime affini che si sono scontrate ma mai davvero incontrate, eppure unite da un legame invisibile che li porterà a scoprire di appartenersi. [Scisaac]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Isaac Lahey, Scott McCall
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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A Marika

La tua anima è talmente bella che nessuna storia potrà mai raccontarla.

Buon compleanno, piccola.

 

 

La notte della verità

 

 

Mi manchi, quando lo specchio d’acqua s’increspa rendendo il mio riflesso sfocato.

Mi manchi quando il mattino irrompe nella nostra stanza e rende manifesta la tua assenza.

Mi manchi al dodicesimo rintocco di quello stupido orologio a pendolo, che era solito avvertirci, nelle notti di luna piena, del momento che si stava apprestando.

Mi manchi e la vita fa male.

Il bosco frondoso e buio mi impaurisce talvolta.  Non è più lo stesso,  non è bello correre senza te al mio fianco,  libero nella notte. Quante volte mi hai guardato le spalle? Quante volte ti ho salvato la vita?

Eppure, Isaac, sarò sincero: non c'è stata mai una volta in cui, salvandoti, non abbia salvato me stesso.

La mia vita è la tua. L'ho saputo dal primo istante.

Il tuo bisogno assoluto e totale di protezione, la mia inspiegabile e insaziabile voglia di proteggerti.

 

"Vieni qui, non temere, ascoltami. Adesso questa è casa tua, nessuno potrà più farti del male. Sei al sicuro. Domani penseremo ai tuoi vestiti. Adesso stai con me, il mio letto sarà sufficiente per entrambi."

 

Sebbene quella notte non ti abbia sfiorato nemmeno, la bestia dentro me già ululava dalla violenta necessità di vendicarti, di distruggere chiunque ti avesse ridotto in quello stato. Forte ringhiava il lupo, e i miei artigli si erano già conficcati nel tuo petto, a proteggerne il cuore, quel cuore che, lo sentivo,  batteva all'impazzata mentre il tuo respiro mi scaldava il volto.

Vegliai su di te tutta la notte, anima fragile dischiusa con violenza, come i petali di un fiore strappato e calpestato.

Se ripenso a quel mattino, un brivido mi percorre ancora, rendendomi ebbro.

Il tuo braccio era posato sul mio fianco e, quando mi voltai a guardarti, ti svegliasti appena. La luce colpì il tuo sguardo celeste che mi abbagliò lasciandomi incredulo. I raggi danzavano tra i tuoi capelli che emanavano ogni sorta di riflesso dell'oro.

Sono stupido, lo sai, non credevo che sarebbe mai successo, ma m'innamorai.

Allora sorridesti innocente e il mio cuore perse un battito, ma non riuscii a proferire parola.

"Grazie"  mi dicesti "non avrei saputo dove altro andare", e in quel momento capii che ti avrei amato per sempre.

 

 

                                                                            *    *    *    *    *    *    *    *    *    *   *

 

 

La nostra pelle ardeva nel buio; la mia oscurità tentava d'inghiottire il tuo bagliore, lupo meraviglioso, opposto a me in ogni fibra della tua essenza, lottavi per restare a galla, ma eri sopraffatto.

Un ringhio e poi le zanne ti squarciarono le mascelle, spingendo fuori possenti e fameliche. Un ululato di frustrazione, quasi un gemito quando il tuo volto fu sconvolto e deformato, assumendo fattezze animali.

Non avrei permesso a nessuno di farti del male; guardai la luna piena, e in un attimo fui lupo anch'io.

D'improvviso balenò nella mia coscienza la nostra connessione, come una scarica elettrica ininterrotta, un flusso d'informazioni che potevo percorrere senza difficoltà.

Era questo il vero legame che si instaurava tra un beta e il suo alpha? O eri solo tu ad avermi dato accesso a tutto te stesso senza timore alcuno?

Così vidi me, attraverso i tuoi occhi.

Spesso indugiavi sulle mie labbra,  le trovavi belle. Trovavi bello anche il mio corpo quando, nelle notti che precedevano il plenilunio, ero assalito da potenti vampate e mi spogliavo nel buio credendo che dormissi.

Desideravi toccarmi, ma temevi che ti rifiutassi, e così ti accoccolavi ogni notte dietro la mia schiena,  proteggendo tutto di me col tuo corpo.

Anche tu mi amavi già, Isaac? O la tua coscienza mi appariva distorta dal desiderio?

Continuammo a correre finché non sentimmo più i cacciatori alle spalle; ci rifugiammo dietro una coltre di siepi selvatiche, cresciute a ridosso di un'alta roccia.

Il raggio di luna non ci colpiva più direttamente e la connessione sembrò interrompersi.

Mentre riflettevo sulla strada più sicura da percorrere per poterti riportare a casa sano e salvo, il tuo volto fece capolino davanti a me.

Le tue zanne splendenti e fiere si avvicinarono finché non poggiasti la tua fronte rugosa sulla mia. Allora il legame psichico sembrò rinsaldarsi improvviso e mi indusse in un torpore dolce e accogliente.

Rividi me stesso. E tu che mi parlavi.

"Onice ed ebano, manto scuro, avvolgimi stella della notte. Circondami nelle tue spire e rendimi naufrago. Voglio vagare nell'infinito mare notturno che è il tuo sguardo quando si posa su di me. Voglio afferrare e stringere la seta dei tuoi capelli tra i quali le mie dita bianche si perderebbero per sempre. Voglio dissetarmi alla fonte umida delle tue labbra che immagino morbide e nate per posarsi sulle mie. Accettami. Accoglimi, salvami dalle intemperie del mio passato. Correremo per sempre nelle notti, affranti, stanchi, impauriti, in fuga perenne, ma insieme."

 

Uno schiocco fende l'aria e d'improvviso il lupo scompare. Rimani solo tu, Isaac davanti a me, con lo sguardo di cristallo e la bocca spalancata in un silenzioso grido.

Una chiazza umida si dipana sul tessuto della tua maglietta scura. La freccia ti ha colpito al centro esatto delle scapole e la sua testa ha squarciato il tuo addome mentre la cacciatrice ti guarda con cipiglio soddisfatto.

Mi hai protetto col tuo corpo.  Lo hai scelto perché sapevi quanto fossimo esposti, sapevi che ci avrebbero raggiunti.

Perché?

Perché mi hai detto che mi amavi solo quando sapevi che ti avrei perso?

Non è giusto, ma adesso non posso indugiare.

Devo ucciderla.

Mi guarda con un ghigno di sfida preparandosi a tendere l'arco.

Il lupo ruggisce in me prepotente mentre mi ergo per sovrastarla.

La vedo esitare, sembra impaurita, ma non avrò pietà di lei.

In un balzo l'ho raggiunta e scaraventata a terra, scagliando il suo arco lontano. Assaporo il suo terrore e me ne nutro fino all'ultima goccia; non sopprimo un altro ringhio che mi inonda e mi spezza forse più che il dolore per la tua perdita.

I miei artigli stanno per squarciare la sua giugulare quando un flebile sussurro giunge alle mie orecchie.

"Scott"

Sei vivo! La gioia e l'angoscia mi dilaniano, la rabbia ha ancora il sopravvento. Devo punirla, Isaac.

"Scott, fermati. Tu non sei così."

Non posso più sopportare il suono della tua voce agonizzante, non quando i miei sensi di lupo l'amplificano a dismisura rendendomi netta e dolorosa ogni roca sfumatura del tuo respiro stanco.

Un secondo dopo ti sto già trattenendo, la tua testa sulle mie gambe.

I passi si allontanano veloci e tutto perde d'importanza mentre ti sento rantolare e stringermi la mano.

"Non lasciarmi."

"Mai."

 

 

                                                                            *    *    *     *     *     *     *    *     *

 

 

Il ronzio imperterrito del cellulare s'insinua nella mia coscienza costringendomi a realizzare ancora una volta di non averti al mio fianco.

Porto all'orecchio il fastidioso tormento senza nemmeno sforzarmi di alzare le palpebre.

"Scott!"

"Mamma?"

"Scott, corri! Si è svegliato!"

Scosso dal torpore spalanco gli occhi e realizzo ciò che ho appena sentito. Mia madre ti tiene d'occhio tra un turno e l'altro quando io, stremato dallo stringerti la mano ore ed ore, sono costretto a riposare per non morire con te.

Cavalco la moto e inizio a correre, poco importa se ho ancora addosso la felpa con la quale ho dormito, la tua felpa, perché ormai è impossibile trascorrere le notti se non circondato dal tuo odore d'oceano.

Percorro i corridoi rischiando più volte di scivolare dalla foga.

E poi ti vedo.

E ti odio.

Come hai potuto svegliarti quando non ero al tuo fianco?

Non mi rendo neppure conto di star piangendo finché non vedo le tue dita bagnate, quando mi accarezzi il volto. Allora ti prendo per mano.

"Ti avevo detto che non ti avrei mai lasciato."

"Ti ho sentito, accanto a me, tutti i giorni. Ti sognavo correre nel bosco al mio fianco, nella notte infinita, figlio della luna e mia guida. Voglio tornare a farlo, voglio farlo per il resto della mia vita. Sarò il tuo branco, sarò il tuo scudo."

"Lo sei già. Vorrei solo che mi amassi ancora, anche se non lo merito. Un alpha che non protegge il suo unico beta, ma guardami."

"Ti amo. Ancora e ancora e ancora. Non smetterò mai. E adesso avvicinati, stupido."

Così ti bacio, e scopro finalmente il mio destino. Sei tu, e null'altro, e scelgo te per il resto dei miei giorni.

 

Buon compleanno, Marika.

  
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