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Autore: Usagi Kou    27/09/2008    10 recensioni
“E dai, piantala! Da quello che hai detto ieri solamente tu, lui e forse Carlisle non si sono realmente resi conto dei tuoi sentimenti” sbuffò lei “Tu perché eri in piena crisi mistica, Ed perché è un coglione e Carlisle, beh, per il semplice fatto che tu sei la sua preziosa bambina”. […] “E comunque sia, Bellina, non aspettarti vita facile con Eddy. Ti sei scelto uno tanto bello quanto pieno di psicologiche turbe”
“Non hai visto che hai fatto a Carlisle, all’arrivo di Eleazar? L’hai pugnalato, Isabella: hai preferito credere subito che fosse lui il bugiardo, il cattivo, piuttosto che fidarti del suo affetto!”
“Abbi il fegato di dirlo, Isabella. Abbi il fegato, per una volta in vita tua, di esprimere il tuo cazzo di punto di vista!” mi urlò contro Rose, acquattandosi leggermente.
“… Una parte di me prova gusto, nell’uccidere. Gode della sofferenza altrui. Ama essere vampira. E io l’ho rifiutato per paura! E allora vi ho osservato, e lì ho capito cosa vedesse Aro di minaccioso in voi! Ma… ma… Ma io non tollero di essere un mostro come tutti voi, siate Volturi, Denali o Cullen!”
“Sono una codarda, Rose”
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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bella 3 Ma quante belliximixime recensioni che mi fate!!! Grazissime! Scusate se non ho aggiornato subito, ma sn stata poco bene. Di bello c'è ke mi sn venute nuove idee!!!!
Allora, avvertenze: siccome sto scoprendo un lato di me mooolto oscuro (il sadismo.... MWHAHAHAHA!!!!) ho deciso che prima di far entrare in scena il nostro Edward (kiamarlo mio scatenerebbe l'odio di mooooooolte persone) voglio aggiungere un altro capitolino. Una specie di presentazione dei figli da perte di Carlisle.
spero mi perdoniate, soprattutto se vi prometto che aggiornerò domani!!
E, giuro, vi farò avere Edward. Promessa solenne!
E ora, ringraziamo:
Smallfly: Sono contenta che apprezzi, e non temere, Edward arriverà prestissimo
Wind: Per il vulcano, suggerirei l'Etna, è abbastanza vicino, ma sono aperta anche ad altre possibilità (qlc conosce un posto abbastanza isolato e con un vulcano pronto ad esplodere?)
Fin: Attesa spasmodica qs alla fine, dal proximo capitolo! 
Egypta: Sono onoratissima di essere tra i tuoi preferiti!!! Me ringrazia infinitamente!!!!!
Only_a_Illusion: Guarda, non saprei dirti capitoli saranno perchè scrivo d'istinto, e modifico in continuazione, ma spero di vedere altri tuoi commenti!
BloodyKamelot: Concordo! Sebbene Edward sia il mio preferito (e come potrebbe essere) Carlisle ha un certo fascino! Ma del resto, io adro tutti i Cullen, senza eccezione!
Alyssa: Grazie per la pazienza, eccoti il quarto cap.
Hele91:
Perchè Bella può piangere? Perchè è LA PRESCELTA... per ora, mi dispiace non poterti dire altro, ma se leggerai....




“Ehi, Bella... forza, tesoro, siamo arrivati”
“Uhm...?”
“Bella, ma sei sveglia?”
La voce di Carlisle mi stava chiamando da lontano. Scossi un po’ la testa e mi voltai verso il dottore, confusa.
“Dove siamo?” chiesi, assonnata.
“A Seattle, Bella. Siamo arrivati” rispose Carlisle accarezzandomi la guancia
“Uhm, altri cinque minuti, per favore” borbottai, posando nuovamente la guancia sulla spalla di Carlisle.
Rise. “Spiacente, piccola, ma devi svegliarti! Siamo quasi a casa, ormai”
Sgranai gli occhi e mi misi a sedere, perfettamente sveglia.
“Siamo... a Forks?” chiesi, guardandomi intorno. 
“Beh, siamo a Seattle, quindi, tecnicamente, manca ancora un pochino a Forks” disse Carlisle divertito
“Sull’aereo?” chiesi
“Si”
“All’aeroporto?”
“Si”
“E stiamo andando a casa tua?”
“Nostra, semmai”
“Sul serio?”
“Si, Bella” esclamò abbracciandomi “Però ora calmati. Sei sicura di essere sveglia?”
“Assolutamente” gli assicurai “Andiamo?”
Ridacchiò ancora, annuendo. Prese la mia borsa e mi tese la mano con un sorriso. L’afferrai e mi lasciai trasportare da lui in mezzo al mare di persone che ci circondavano. Carlisle si muoveva senza nessun problema tra la folla, confondendosi con le persone alla perfezione, e sarebbe sembrato un vero essere umano se non fosse stato per la grazia angelica con cui si muoveva e la bellezza ultraterrena.
Io non riuscivo a stare ferma, e continuavo a spostare lo sguardo da una parte a un’altra con crescente stupore. Erano anni che non entravo in un aeroporto, e non mi ricordavo che fosse così rumoroso, né così affollato. Gente che arrivava, gente che partiva, valige da ritirare, bar, giornalai, assistenti... era come se lo vedessi per la prima.
C'era sempre stato tutto questo movimento? Tutta questa vita?
A volte mi parve di vedere Carlisle fissarmi di soppiatto, ma non vi badai, troppo presa ad ammirare la vita intorno a me.
Recuperammo il bagaglio di Carlisle e ci dirigemmo verso il parcheggio dell’aeroporto, dove ci fermammo davanti a una Mercedes nera.
Lo fissai allucinata.
“Alla faccia del passare inosservati!” esclamai “E questa?”
“Beh, siamo una famiglia che ama la velocità” si giustificò “Dovresti vedere quella di Edward, o quella di Rosalie”
“Vampiri piloti di formula uno” commentai, salendo al posto del passeggero scuotendo la testa “Ma in che guaio mi sto andando a cacciare?”
“Bella” mi chiamò Carlisle, serio, mentre metteva in moto.
Istintivamente, mi allontanai da lui, portandomi verso il finestrino. Quel tono mi metteva a disagio, uno, perché non l’avevo mai sentito così serio prima, e due, perché ogni volta che lo usavano, a Volterra, stavo per essere rimproverata, e poi, quasi sicuramente, punita.
“Tranquilla, Bella, non voglio farti nulla” mi rassicurò lui, che aveva percepito il mio cambiamento improvviso “Volevo solamente chiederti una cosa”
Intanto, ci eravamo lasciati l’aeroporto alle spalle, e ora procedevamo spediti lungo la strada.
“Oh... scusa” dissi, abbassando lo sguardo
“Non ti scusare, non potevi saperlo” disse Carlisle “Mi chiedevo... hai avuto problemi, all’aeroporto?”
“Che genere di problemi?” chiesi, non capendo
“Ecco... non hai provato l’istinto di.... nutrirti?” chiese, cercando di non sembrare troppo in ansia
“No” gli assicurai con un sorriso “Ero troppo entusiasta di trovarmi davvero fuori a Volterra”
Si voltò per guardarmi, incredulo, poi si voltò verso la strada.
“Sei... incredibile” disse, ammirato “Da quant’è che non ti nutri?”
“Ehm... volontariamente?” chiesi “Non l’ho mai fatto. Ma ogni quattro settimane Felix, Demetri e Jane mi costringevano a bere quattro o cinque brocche di sangue umano. E dopo stavo male”
Abbassi lo sguardo sulle mie ginocchia, triste.
“Ogni giorno, poi, Jane mi posava sul comodino una caraffa di sangue fresco, sai, per scatenare la sete. Ma io mi rifiutavo di berlo”
“Hai conquistato l’indipendenza dal sangue umano da sola? Dopo soli tre giorni?!” chiese incredulo Carlisle
“Non voglio essere un mostro” risposi solo
Carlisle mi prese la mano, sorridendo.
“Sei stata davvero brava, Bella” disse con orgoglio “Sono fiero di te, e di averti accolto nella mia famiglia”
Arrossii. “Carlisle, io...”
“Non dire nulla, non voglio sentire storie” mi bloccò “Sei parte della famiglia, da adesso fino alla fine del tempo. E non voglio tornare a discuterci”
“Grazie” mormorai
“Di nulla, piccola Bella” sorrise
“Allora, chi incontreremo a casa?” chiesi, sinceramente curiosa
“Oh, beh, dovrebbe esserci solamente Esme. Mia moglie” aggiunse, con un sorriso dolcissimo “Sapeva che sarei ritornato oggi. I ragazzi, invece, erano usciti a casa, ma forse Alice li avrà fatti ritornare...”
“Perché?” chiesi, desiderosa di sapere “E chi è Alice?”
“Beh, fino ad oggi, era la più piccola tra noi” disse Carlisle “Alice ha sviluppato una coscienza propria, così come Jasper, cioè autonomamente hanno deciso di nutrirsi di animali. Vedi, devi sapere che Alice ha il dono della preveggenza”
“Può vedere nel futuro?” chiesi, allibita
“Si, ma solo le conseguenze delle decisioni di una persona” continuò lui “Come dice sempre, il futuro non è scritto... lei è arrivata da noi da sola, con Jasper. Lui è suo marito, e anche lui ha una dote particolare. Può percepire e modificare gli stati d’animo delle persone”
“Davvero? E... e come fa?” chiesi
“Chiedilo direttamente a lui, ne sarà felice” rise Carlisle
“E gli altri?” domandai “Emmett e Rosalie? E Edward?”
“Te li ricordi?” mi chiese con un sorriso
Annuii. “Hai detto che Rosalie ed Emmett li hai trasformati tu, ma che Edward è stato il primo che hai trasformato. E...” M’interruppi, non sapendo come continuare.
“E?”
“E, beh, hai sorriso come un vero padre” ammisi “Ho capito che sei molto legato ad Edward, che gli vuoi bene. Non che tu non tenga anche agli altri, ci mancherebbe!” mi affrettai a dire
Rise. “Hai ragione, sono molto legato a lui. È come se fosse il mio vero figlio”
Si perse nei suoi ricordi, con il sorriso sul volto. Gli concessi due minuti perso nei suoi pensieri, poi, spinta dalla curiosità, tossicchiai piano per riportarlo sulla Terra.
“Eh? Oh, scusa, che maleducato” disse, sorridendo “Di cosa stavamo parlando?”
“Dei tuoi tre figli più grandi” ricordai
“Beh, che dire, Rosalie è la terza in ordine di arrivo” riprese, allegro “La salvai da morte certa, e poi, qualche anno più ardi, fu lei a trovare Emmett, e da quel giorno stanno assieme. Non puoi immaginare quanti loro matrimoni abbiamo celebrato! Comunque, non sono dotati di capacità extra, se non conti l’incredibile forza di Emmett e la superba bellezza di Rosalie. Mentre Edward, beh... lui è capace di leggere nel pensiero”
“Davvero?” chiesi, stavolta con prudenza “Come... come Aro, intendi?”
“Beh, più o meno” disse Carlisle “Ma mentre Aro deve entrare in contatto con una persona per leggergli la mente, e riesce a carpire ogni pensiero immaginato dall’individuo, mio figlio può sentire i pensieri a distanza, ma solamente quelli che l’individuo in questione sta pensando in quell’istante”
“Credi... che con me possa funzionare?” domandai
“Non credo, Bella”
Sospirai sollevata, e Carlisle mi guardò incuriosito.
“Beh, è solo... mi piace la mia privacy” ammisi, arrossendo “Non voglio nessuno nella mia testa. I miei pensieri mi appartengono, in fondo”
“Già, hai ragione” concordò Carlisle “Ma sappi, casomai il suo potere funzionasse, che Edward è un tipo molto discreto. Se può, evita di leggere nel nostro pensiero, per educazione. A volte non può evitarlo, ma si impegna con tutto se stesso a non violare la nostra privacy” Si voltò verso di me e mi sorrise “Molti lo definiscono un gentleman di altri tempi”
Spostò lo sguardo sulla strada e disse “Ci siamo, Bella”
Osservai fuori da finestrino; Carlisle aveva imboccato un vialetto alberato, fino a sbucare in una radura, circondata da cedri antichissimi che facevano ombra tutto intorno con i loro rami enormi.
Casa Cullen sorgeva in mezzo alla radura. Era graziosa, di un bianco leggero, alta tre piani, con un’ampia veranda che la circondava. In lontananza, si sentivo il mormorio di un fiume.
“Wow!” esclamai, senza potermi trattenere “È splendida”
“Grazie” di Carlisle, parcheggiando in garage, di fianco a una BMW rossa decappottabile e ad una Volvo argentata; solamente a vederle si capiva che erano monumenti all’eleganza e alla velocità.
“Hanno preso la Jeep di Em, a quanto pare” disse scendendo dalla macchina.
Io rimasi ferma al mio posto, in soggezione di fronte a quei due simboli di potenza.
“Bella, non scendi?” mi chiese Carlisle, aprendomi la portiera
“Cioè, i tuoi figli guidano quelle?” chiesi, senza respiro.
Lui annuii. “Ne vuoi una anche tu?” mi chiese, visto che continuavo a fissarle in silenzio.
“No!” esclamai, imbarazzata “No, Carlisle, non devi disturbarti! Non ci pensare neanche!”
“E allora perché continui a fissarle?”
“Le ammiravo, tutto qua” dissi, scendendo.
Feci per prendere la mia borsa dalle sue mani, ma lui mi spinse gentilmente verso la casa, tenendo il mio bagaglio fuori dalla mia portata.
Sbuffando – e lui ridendo  ci dirigemmo verso la casa. Sentivo un’ansia crescermi nel petto, lentamente e indomabile. Erano anni che non entravo in una vera casa, e che non ero al cospetto di una vero famiglia.
All’improvviso, mi sentii tremendamente sola.
Carlisle aprì piano la porta, facendosi da parte per farmi passare. Mi sorrise incoraggiante ed io, in preda all’angoscia, entrai in casa.
L’intera casa era un momento alla luce e alla grazia, o almeno, così mi parve. Era tutto inondato dalla luce, riflessa dalle pareti chiare, ed era spaziosissima e accogliente; sul retro, l’intera parete era una lunga vetrata che dava verso il fiume. Nel salone, dove predominavano i toni chiari del bianco e del crema, c’erano una libreria ben fornita, una tv al plasma e, nell’angolo, un maestoso pianoforte a coda, l’unica nota nera in quella casa.
“Esme?”. La voce di Carlisle mi riscosse, facendomi rientrare nel mio corpo.
“Sono qui, tesoro”
Una voce dolce precedette l’arrivo di una vampira che, sicuramente, nella sua vita umana, doveva essere stata Biancaneve. Pelle candida, viso a cuore, capelli color caramello e caldi e amorevoli occhi dorati erano i suoi tratti distintivi.
Vedendomi, sorrise dolcemente e ci venne in contro, leggera come una farfalla.
“Bentornato” salutò Carlisle con voce dolce “E benvenuta, signorina”
“Gr... grazie, signora” dissi, chinando il capo.
“Oh, tesoro, non c’è bisogno di queste formalità” rise la donna, alzandomi gentilmente il viso.
Mi guardò con uno sguardo pieno d’amore, da mamma.
“Io sono Esme, piacere di conoscerti” si presentò cortese “Carlisle mi ha raccontato tutto di te piccola, e sono lieta di darti il benvenuto in famiglia”
Io sorrisi; era impossibile non restare coinvolti dalla sua dolcezza.
“Grazie, Esme” mormorai “Io sono Isabella Swan, ma preferirei che mi chiamassi Bella, se per te non è un disturbo”
“Nessun problema, Bella” disse lei “Vieni, ti mostro la tua stanza”
“S... stanza?” chiesi, sorpresa
“Certo” rispose lei “Non crederai che ti lasceremo dormire sul divano, vero?”
“Ma... ma no, non disturbatevi!” esclamai, in imbarazzo “Posso andare tranquillamente in città, in albergo o...”
“Non ci pensare neanche, Bella” mi interruppe Esme “Ormai tu sei una di famiglia, e come tale vivrai con noi”
“Non voglio disturbarvi più di così...” mormorai, rossa
Risero allegri, una musica perfetta.
“Non ci disturbi affatto, piccola” disse Esme prendendomi per mano e accompagnandomi di sopra, mentre Carlisle ci seguiva, portando la mia borsa.
Mi condussero fino alla mia stanza, la penultima porta in fondo a un lungo corridoio, illustrandomi ogni volta i vari ambienti della casa.
“Qui affianco c’è la stanza di Edward” mi informò Esme indicando la porta accanto alla mia “Per qualsiasi cosa, chiedi a lui. Sarà felice di aiutarti”
“Grazie” dissi
Esme aprì la porta con un gesto e mi mostrò la mia camera: il soffitto era bianco, mentre le pareti erano rosa chiaro. In fondo, proprio di fronte a noi, una grande vetrata dava sul fiume, anzi, sulla foresta di cedri; alla nostra sinistra, un’enorme armadio bianco ricopriva interamente la parete, tranne un pezzo, occupato da una porta di legno bianco; dalla parte opposta, invece, un letto a baldacchino dai drappeggi rosa chiaro, pesca e bianco e una scrivania di legno antico occupavano lo spazio. Entrando nella stanza e guardando indietro, verso la porta, si potevano vedere due librerie vuote in attesa di libri.
“Ti piace?” mi chiese Carlisle, abbracciando sua moglie
“È... è....” mi sforzavo di trovare le parole, ma le lacrime me lo impedirono. Mi voltai verso di loro con un sorriso, e mi gettai su di loro, abbracciandoli forte.
“Grazie!” singhiozzai, commossa “È tutto... meraviglioso”
“Di nulla, piccola” rispose Carlisle “Ora, Bella, disfa le valige e fatti una doccia, poi riposati. È stato un viaggio lungo”
“Si, grazie Carlisle” dissi, annuendo
“Ti do una mano, vieni” si offrì Esme, prendendo il mio bagaglio
“Allora vi lascio” disse Carlisle richiudendo la porta
Esme, intanto, aveva posato la borsa sul letto, e stava iniziando a tirar fuori i miei indumenti.
“Avrai bisogno di fare un po’ di shopping, cara” mi disse con un sorriso “Non temere, qui abbiamo due mostri della moda. Rose e Alice saranno ben liete di aiutarti”
“Ma io... non ho soldi” ammisi, arrossendo
“Non penserai che ti lasceremmo pagare qualcosa, vero?” chiese Esme riponendo i miei effetti nell’armadio
“Ma, Esme...”
“Non dire nulla, cara. Sei in famiglia, e ci si aiuta a vicenda” mi fece l’occhiolino “E poi, ti assicuro che con le previsioni di Alice non abbiamo mai avuto problemi di denaro”
Mi spinse delicatamente in bagno prima che potessi ribattere, e sorrise.
“Fatti una doccia e poi dormi. Non ti disturberemo” disse “I ragazzi torneranno questa sera, se te la sentirai di conoscere le mie cinque belve scatenate”
“Carlisle mi ha detto che sono molto educati” risposi, titubante
Sbuffò con affetto. “Questo perché mio marito lavora quasi tutto il giorno”
Ridendo, mi lasciò sola.
Mi voltai con un sospiro e aprii l’acqua calda preparandomi a una bella doccia rilassante.
Mi lavai per bene e mi asciugai i capelli con l’asciugamano, rinfilandomi il vestito che Aro mi aveva donato. Uscii dal bagno e mi sdraiai sul letto, pensando alla mia fortuna.
Risi, contenta di aver conosciuto Carlisle ed Esme, e coni loro volti sorridendo negli occhi mi addormentai.


  
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