Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: celia_5sos    09/09/2014    0 recensioni
solita vita. solita famiglia. solita scuola.
Ma gli anni passano e un giorno qualcosa cambia.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ebbene si non avevo dormito a causa sua,maledetta telefonata notturna!. Incomincio a pensare che avrei preferito essere avvertita di una sua telefonata alle 2 di notte. In poche parole sono andata a dormire alle 4 con la testa che l’indomani avrei potuto dormire tutto il giorno. Ma mi sbagliavo, mi sbagliavo alla grande. Puntuale come non mai, quella mattina mamma mi svegliò alle 7, mi squoteva di qua e di la ma io di alzarmi non ne volevo proprio sapere. < sveglia dormigliona! > gridava < ah okei, non ti vuoi svegliare? E non ti svegliare. Sarò costretta ad aggiungere al mese di punizione una settimana in più … > oh ma dai?! Così scossa dallo shok per quello che aveva detto riuscii a mettere qualche parola insieme < mamma, un giorno di questi la dovrai finire di minacciarmi a prima mattina! > . si mise a ridere mentre io, ancora frastornata, avevo aperto gli occhi e mi ero voltata verso di lei. < ohi, hai proprio una brutta cera! > disse. “ già mamma” volevo dire “chissà, forse perché ho dormito tre ore a causa di una chiamata alle due di notte che proveniva dal ragazzo per cui forse provo qualcosa!” ma poi mi fermai, non avrei potuto dire quello, così dissi < già ho dormito poco. Ma sono in punizione e la scuola è chiusa, perché MI SVEGLI?! > < ed è appunto per questo, sei in punizione ricordi? Quindi adesso io e papà andremo a lavoro, Chris Leo e Elis andranno dai nonni e tu, cara figliola, farai i letti, riordinerai la tua camera e quella dei tuoi fratelli, passerai l’aspirapolvere e stirerai i panni >. Vide che la guardavo scioccata così si avvicinò all’orecchio e credendo che mi volesse sussurrare dolci parole da mamma disse < se solo provi a non fare una di queste cose, ti spezzo le tue belle gambine e ti faccio passare la più brutta adolescenza di un adolescente > < come sei dolce! > dissi < proprio come un treno che ti trapassa lentamente > risposi amareggiata. Sorrise. < adesso vado e ricorda che ti voglio bene > si girò, scese le scale e dopo un paio di minuti sentii la porta sbattere. La casa era vuota. Mi lasciai cadere nel letto e tirai un urlo di esasperazione. Poi mi alzai, misi le mie pantofole calde a forma di alce (le adoro) e scesi giù per fare colazione. Mentre mi imboccavo velocemente di cucchiaini di yogurt alla fragola pensavo sempre a lui. Come avevo potuto rispondere: bene. Grazie. Buonanotte. Idiota. Mi passai le mani sul viso e finito lo yogurt, mi toccava fare quello che non farebbe neanche una serva. Stirai uno ad uno molto delicatamente tutti i panni, passai l’aspirapolvere anche negli angoli più bui e nascosti di quella casa e adesso la cosa più difficile: riordinare. La stanza di quelle due scimmie che sono i miei fratelli era simile ad una giungla. Giocattoli e mutande dappertutto, ma soprattutto la puzza era insopportabile. Aprii la finestra e uno spiraglio di luce entrò in quella caverna. Ci mancava poco che da sotto al letto uscissero i pipistrelli. Ma grazie alle mie mani e alla mia intelligenza, quella topaia si trasformò in una camera normale e luccicante. Ero soddisfatta adesso però quello che mi preoccupava era la mia di camera. Tra la camera di Chris e Leo e la mia, c’era quella di Mike. Era sempre in ordine da quando se ne era andato, mamma tutte le sere andava lì e la riordinava anche se non c’era niente da riordinare. “ se sapesse che l’ho incontrato mi ucciderebbe. D'altronde è la mamma, è quella che ci soffre di più”. Smisi di pensarci e andai nella mia camera: che casino!. Raccolsi i miei capelli in una coda ordinata,misi i guanti il grembiule e armata di scopa e spugnetta iniziai la mia avventura. Sempre immersa nei miei pensieri e con la radio a tutto volume, riordinando qua e la, vidi distrattamente buttata sul pavimento, la batteria del cellulare. Andai a raccoglierla e vidi anche il cellulare accanto con qualche tasto saltato e pensai “ ma cosa diavolo è …” ah si, adesso ricordo. Ieri sera in preda al nervosismo scaraventai il cellulare contro il muro, perfetto. Adesso sono anche senza telefono. Sono intelligente vero? Si lo sono. L’ultimo giubbino messo sull’attaccapanni, scesi le scale e mi buttai sul divano esausta ma fiera di mi stessa. “ adesso” pensai “ i miei genitori non avranno niente su cui ridire”, quasi dimenticavo quello che era successo ore prima … “Nicole pensa in positivo, c’è una piccola possibilità che se fai tutto quello che dicono ti diminuiranno la punizione!” . mi manderanno fuori per buona condotta, proprio come i carcerati. E pensando a questo ultimo pensiero sorrisi, mi stesi e chiusi gli occhi. Mi svegliai inconsapevole di quello che era accaduto e guardai l’orologio: era l’una e mezza, poi mi fu tutto chiaro: ero crollata in un luuuuuuuungo sonnellino. La mia pancia brontolava, mamma e papà sarebbero tornati solo alle cinque ed io ero sola e affamata. Aprii i frigo e fortunatamente c’erano gli avanzi della sera prima. Non so come l’avrei messa se non avrei trovato niente, dato che io e i fornelli non siamo buoni amici da quella volta che incendiai quasi mezza cucina … meglio non raccontare. Mi sentivo una vecchia zitella che si trovava a mangiare da sola, che scena deprimente. Pensavo al fatto che adesso avevo 16 anni e avrei già dovuto trovare la mia anima gemella, quella del “ per sempre”, insomma un possibile pretendente per una vita semplice e perfetta, il ragazzo del “ vissero felice e contenti”. E invece la triste realtà era quella che mi trovavo a pranzare da sola fissando il vuoto i attesa di non so cosa. Finito di mangiare non mi restava niente da fare, erano le due ed io sarei dovuta rimanere lì sopra il divano fino alle 5 e cioè fino a quando non sarà rientrata la mia famiglia. In quel momento pensai che sarebbe stato meglio suicidarsi ma vabbè, dovrò accontentarmi. Tanti flashback mi passavano davanti agli occhi. E se veramente Ash fosse uno dei “giusti”? . impossibile e anche se fosse stato uno di quelli avevo mandato tutto all’aria con quella rispostina del cavolo. “ e se … “ incominciai a pensare “ no Nicole non ce la farai” “ma se?...” in quel momento nella mia testa si stava svolgendo un torneo di wrestling: cuore VS coscienza. Il mio cuore stava pensando di andare lì da Ash e risolvere la questione giusto per rimanere in buoni rapporti, SOLO come amici. Mentre la mia coscienza, la parte ragionevole, sapeva che se l’avrei visto di nuovo, altro che buoni amici … “ e poi” ricominciai “ non ce la farò mai a rientrare prima dei miei genitori … “ “anche se, se sarei veloce potrei anche … ” Non ci pensai neanche un secondo, mi guardai intorno, afferrai il cappotto ,uscii di casa molto cautamente, osservando se ci fosse qualcuno nei paraggi che potesse riferire ai miei genitori della mia scappatella: nessuno in vista, mi infilai nel primo autobus di sfuggita che si sarebbe diretto a … St. Nicolas street 42. Che casino, avevo deciso di dar retta al cuore e cioè la cosa più sbagliata. Ma in alcuni casi la via sbagliata porta alla soluzione vero? No che non era vero. Prima di uscire non avevo avuto neanche il tempo di guardarmi allo specchio e infatti ero un cesso vivente. Cercai di infilare le mani in quella paglia che erano i miei capelli vedendomi nel riflesso dei vetri dell’autobus … poteva andare. Adesso mi ritrovavo lì, percorrendo la stessa strada in cui avevo provato tutte insieme le emozioni più forti della mia vita. Ad un tratto le certezze forti che mi ero costruite scomparvero e mille dubbi mi assalirono. “ cosa combino? Cosa credevo di fare? Di andare lì, così all’improvviso, prendere Ashton da una parte e spiegargli che tra di loro non potrebbe mai nascere alcun sentimento dal momento in cui lui era un amico di suo fratello e lei, bhè lei …” cavoloo, non aveva pensato a tutto questo, cosa gli avrebbe detto? Come glie’lo avrebbe detto? Da cosa avrebbe cominciato?” e adesso? Ritorno indietro? “ senti Nicole” ecco la mia vocina che mi salva sempre “ sei arrivata fin qui e adesso ti vuoi tirare indietro? Per una volta sii coraggiosa, non fare la bambina, vai lì e spiegagli con fermezza che tu e lui sarete colo amici” mi sentii come se avessi ricevuto un grosso schiaffo morale stesso da me. Ma la mia vocina aveva ragione e in tutto quel trambusto non mi ero accorta che involontariamente ero arrivata davanti al portone e avevo anche bussato! Mi ritrovai davanti Calum, quanto era tosto ma non doveva distogliermi dal mio obbiettivo e cioè Ash. “non Ash ragazzo ma Ashton persona con cui avrei dovuto rimediare al fine di diventare amici, solo amici e nient’altro. < heeeeei Niki! > disse salutandomi < heeeeei calum > risposi < vuoi Mike? > chiese < nnss > mi uscì una risposta, cioè un miscuglio tra no e si. Non potevo piombare lì e chiedere di Ash. Mi avrebbe presa per pazza così optai per la risposta più ragionevole < nnss cosa? > mi chiese e scoppiò in una risata < sisi , Mike. Proprio lui. > dissi sorridendo. < vai di sopra, è lì > risposi. Intenta a salire le scale mi afferrò per un braccio e mi chiese < e… c’è anche Jas con te? >. Se non era serio credo che sarei scoppiata a ridere, si era preso una gran bella cotta per jas. < ehm no, ma la prossima volta la porterò > Mentre salivo quelle lunghe scale il mio cuore batteva all’impazzata con il presentimento che salita di sopra l’avrei incontrato. Ma … ehi!? Era quello che volevo giusto? Avrei dovuto chiarire. E l’avrei fatto se non appena salita di sopra me lo ritrovai seduto sul divano, con un’enorme tazza di caffè, le cuffie nelle orecchie e una rivista sulle ginocchia di ‘rock sound’. Feci un gesto di saluto e dissi < ohii >. Alzò lo sguardo, mi fissò confuso e con uno scatto iper veloce delle braccia mandò la rivista per l’aria, si levò le cuffie e si rovesciò il caffè sui pantaloni. La situazione era tremendamente … divertente!! Tanto che non riuscii a trattenermi e scoppiai a ridere. Alzò il viso ormai imbarazzato per la figuraccia e poi appresso a me scoppiò a ridere. Come era bello quando rideva … < vedi l’effetto che eserciti su di me? > disse. < già > risposi guardandolo. Dovevo smettere di ridere e spiegargli in fretta il motivo per cui ero lì, così ancora altrettanto in fretta me ne sarei andata e mi sarei sentita sollevata. Così facendo, la mia espressione si tramutò in quella di una ragazza seria, feci un respiro profondo e senza respirare dissi tutto d’un fiato < senti sono venuta fin qui per dirti che tra di noi non c’è che un sentimento di amicizia, ti ritengo un buon amico e credo che questo lo pensi anche mio fratello, certo a volte sei fastidioso e antipatico, ma credo che tutti i maschi siano così quando cercano di approcciare una ragazza … > e avrei continuato se lui non mi avesse fermato. Si alzò con il pantalone macchiato di caffè, mi venne in contro e disse < wowo, calma. Tutto quello che stai dicendo è inutile perché lo penso anch’io. Sono d’accordo con te in ogni minima parola che hai detto. Tra di noi c’è un sentimento reciproco di amicizia. E d'altronde, tu sei fidanzata ed io sono fidanzato, fine > Non sapevo se sentirmi sollevata dal fatto che la pensava come me, o delusa perché mi aspettavo … non so, forse una risposta diversa,o forse perché in quel momento mi sentivo semplicemente una stupida che chissà cosa voleva spiegare ad un ragazzo che, bhè, era già fidanzato. In quel momento ci fissavamo in attesa che da un momento all’altro uno dei due avrebbe ricominciato a parlare. Quanto ero stata cretina. Eppure quegli occhi che mi stavano guardando mi dicevano una cosa completamente diversa da quello che era uscito attimi prima dalla sua bocca. Dovevo concludere quella conversazione e andarmene al più presto perché sentivo che da un momento all’altro sarei scoppiata a piangere e la cosa che mi faceva innervosire era che non capivo il motivo. < oh si, insomma certo. Concordo con te, io fidanzata e tu fidanzato, semplice. Nient’altro che amici, solo questo. Sono stata una stupida , scusa ancora > dissi, ammucchiando tante parole insieme. < oh no > rispose < non sei stata una stupida, semmai sono io che ti ho fatto credere qualcosa che in realtà non esisteva > . mi sentii irritata per quello che aveva detto, davvero credeva che mi aveva illusa? Credeva che ero follemente innamorata di lui? Oh Caro, si sbagliava alla grande! < pff il solito > risposi. < il solito in che senso? > disse. < oh niente, volevo solo dire che questa è stata la prima e l’ultima volta che ti ho parlato così gentilmente > dissi. < e adesso cosa ho combinato? Ho detto qualcosa di sbagliato? Spiegami perché io non capisco > disse. < ero venuta qui per spiegarti dolcemente che potevamo rimanere amici ma mi sa che io amica con te non lo sarò mai! > < io davvero con te non so come comportarmi ! non ho detto niente di male e mi aggredisci! > disse. < prima cosa non ti sto aggredendo e secondo non mi fai innervosire tu ma le risposte che dai, forse non ti accorgi di quello che dici. Adesso devo andare e … non ti preoccupare non mi hai illusa. Forse l’avrai fatto con le altre, ma non con me! > mi girai e iniziai a scendere le scale, sentivo che veniva dietro di me. < non ho mai detto di averti illusa! > rispose. < senti, se soffri di amnesia non è un problema mio ma almeno non dire di non aver detto quello che hai detto. Non sono stupida > dissi, sempre mentre scendevamo le scale. < oh ma dai! Adesso sono io quello che soffre di amnesia! A volte pensa prima di parlare, mi faresti un piacere > disse . Quanto mi davano sui nervi quelle sue rispostine, anzi non le sue rispostine, mi dava sui nervi proprio lui! < allora forse qua non ci siamo capiti. Ero venuta qua con tutte le buone intenzioni possibili ma come sempre tu rovini tutto e finiamo per litigare!... e non seguirmi! > mi accorsi che stavamo incominciando ad alzare la voce. < di certo non è colpa mia se litighiamo, incominci sempre tu, tu sei quella arrabbiata con me, tu sei quella che fraintende quello che dico, tu sei quella che fa tutto da sola, tu sei quella sempre nervosa, tu tu tu tutto tu! > disse ancora. Eh si, adesso stavamo proprio urlando e mi sentivo osservata, molto osservata. Intanto non ci eravamo accorti che avevamo finito di scendere le scale e eravamo arrivati al piano di sotto. < adesso sono io!? Sempre io quella che crea casini, tu sei un angelo vero? Tu sei sempre quello buono ed io quella cattiva! Sento che ti stai rigirando la frittata! >risposi più irritata che mai. Le cose che stavamo dicendo mi facevano stare male e allo stesso tempo aumentavano il mio tasso di omicidio. < si, ho detto proprio così. Con te non ci si può parlare che subito trovi un pretesto per attaccarmi > rispose. Adesso eravamo quasi arrivati alla porta e quindi mi fermai e mi voltai verso di lui ma mai e poi mai ce l’avrei data vinta. < okok adesso sono io quella nervosa che aggredisce la gente! Grande! Non sapevo di avere tutte queste qualità nascoste! Adesso so davvero chi sei, mi sa che avevo preso fischi per fiaschi! Ti odio!> dissi incosciente delle parole che avevo appena detto; sembrava che stavamo recitando una commedia tragicomica. In quello stesso momento mi accorsi che avevamo gli spettatori : Calum e Mike avevano assistito a tutta la scena, sbalorditi. Perfetto, adesso mio fratello sapeva tutto. < tu hai preso fischi per fiaschi? Ed io? Io cosa dovrei dire? Che per tutte queste settimane credevo di provare qualcosa per una ragazza che mi odia!... > si fermò perché si rese conto di quello che aveva appena detto. Sia la mia che la sua rabbia scomparvero al suono di quelle parole e fu sostituita da imbarazzo. Aveva detto veramente che forse provava qualcosa per me ? e adesso che cosa devo dire? Cosa ribatto? Mike aveva sentito quello che aveva detto? Grande figura di merda, come sempre. Entrambi eravamo infuocati, un miscuglio di rabbia e imbarazzo aleggiava nella stanza in quel momento. < bene, non vediamoci più. forse è meglio! > dissi e mi voltai. < bene! > disse < bene!! > ripetei più forte, aprendo la porta e sbattendola con rabbia. In quel momento avevo bisogno solo di scomparire.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: celia_5sos