Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Revan    09/09/2014    2 recensioni
"Altre gabbie, più grandi, più dorate, avvolte attorno alla scatola che era la sua cameretta di bambina terrorizzata, si stagliano da sempre attorno a Elsa, inimmaginabili."
L'immaginazione sfonderà tutte le gabbie, strapperà l'involucro sottile della pelle e le poserà un paio d'ali sulle spalle. E' ora di partire.
Genere: Malinconico, Mistero, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elsa, Hans
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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02. lo straniero misterioso
Aggiornamento nello stesso giorno, uoooh! Mi sono accorta che sono necessarie alcune precisazioni:

1. Il mio Re è un proto-geek.

2. canzone (ESSENZIALE) che suona all'interno della fiction è “Barcarolle\Belle Nuit” di Offenbach. Link di salvataggio ---> https://www.youtube.com/watch?v=g7czptgEvvU

3. i capitoli NON sono in ordine cronologico. Si possono ripartire rozzamente tra frammenti che riguardano l'infanzia, l'adolescenza, prima età adulta ed età adulta. Segnalerò di volta in volta di che epoca stiamo trattando per facilitare l'impresa della lettura.

4. la fiction sta prendendo una piega... strana. Molto strana (ma vi assicuro che non mi faccio di sostanze!). Tenete duro che dal prossimo capitolo si rumba\snusnu\quelchevipare con Hans! Forse. E questo dovrebbe ristabilire un po' di normalità (?). E virare il raiting decisamente verso il rosso\arancione.

5. Troppi i riferimenti letterari e culturali di cui è debitrice la fiction: li inserisco in fondo per igiene mentale vostra e mia.



02. Lo straniero misterioso

[infanzia]

E' giunto uno straniero al palazzo di Arendelle. Dicono venga da sud, da molto lontano, ma potrebbe venire dal villaggio vicino che la sorpresa sarebbe comunque grandissima: da anni non ci sono ospiti nel castello.
E' arrivato con l'ultima nave della stagione (è già novembre avanzato) con un carico di ordinazioni che si attendeva soltanto per maggio, principalmente arazzi porcellane e libri. Ha richiesto di potere essere alloggiato a palazzo in cambio del favore della consegna anticipata.
Elsa è barricata in camera da allora.
Lo ha intravisto dalla finestra: è basso. Vestiva di nero e portava un bizzarro paio di occhiali dalle lenti scure. Nel complesso, un aspetto sgradevole.
Quando sua madre, nel tardo pomeriggio, le consegna i libri appena arrivati, la sua indisposizione nei confronti dello straniero non fa che aumentare: il volume illustrato che desiderava con più impazienza non c'è. Al suo posto, un titolo sconosciuto, in francese, che per l'irritazione getta sul letto.
Dovresti essere contenta che siano arrivati con sei mesi d'anticipo, invece di fare questi capricci.”
Non ha portato i fratelli Grimm!”
Li faremo andare a prendere con la prossima nave.”
Tra sei mesi”, mormora Elsa, torcendosi le mani.
Guarda per un lungo istante il libro francese spalancato sui cuscini.
E' basso e brutto”, sibila con una smorfia.
Oh, Elsa...”
Non mi piace, e non mi piace il suo stupido-”
La Regina non fa in tempo ad allungare una mano in una carezza che la bambina si è già ritratta, gli occhi vigili.
Sua madre la guarda con quella piega nella linea della bocca di chi sta invecchiando a forza di preoccupazioni. Ritira la mano lentamente, che aveva lasciata sospesa.
Cosa vuoi per per cena, cara?” le domanda dopo aver formulato un sorriso altrettanto amaro.


*

Ha spolverato da tempo polpette e patate (il vassoio l'ha lasciato sul letto) ed è intenta alla traduzione delle prime pagine del libro francese quando succede qualcosa di strano. Qualcosa di stranissimo.
Della musica, improvvisamente. Il suo sguardo si inchioda contro la porta. E' musica, come se ci fossero tanti, tanti suonatori, giù nella sala dove i suoi genitori stanno cenando con lo straniero.
Gli stanno facendo una festa? si domanda chiudendo di scatto il libro e sgattaiolando verso la porta.
Il cuore le batte forte quando sente che alla musica sono mescolate risate.
Torna lentamente a letto, butta per terra il libro e spegne la candela. Dalla finestra entra il riverbero del castello insolitamente illuminato, stria d'oro il buio della cameretta. Elsa si lascia cullare dalla luce che pare danzare dolcemente contro la parete. Si addormenta pensando agli occhiali tondi dello straniero.

*
Suo padre, la mattina, l'ha convinta a scendere a fare colazione. Elsa era recalcitrante, ma quando lui stesso ha cominciato ad acconciarle i capelli, euforico come non l'ha mai visto, non ha potuto fare altro che lasciarsi trascinare per i corridoi.
Vedrai, vedrai! Una cosa così... non ho mai visto nulla del genere!
Entrando nel salotto della colazione, Elsa individua immediatamente lo straniero: è a tavola e sta sbafando di gusto le uova sode.
[i dialoghi che seguono si tennero in francese, A.]
Monsieur Valdi, le presento la maggiore delle mie figlie, Elsa.”
Elsa rimane sulla porta mentre il re si fa incontro all'altro, sorridente.
Lo straniero si pulisce la bocca prima di alzarsi e avanzare verso di lei: le lenti degli occhiali sfolgorano per un attimo investite dalla luce rosata del mattino.
Quindi è questa la famosa Principessa Elsa! I suoi genitori mi hanno parlato molto di lei, signorina.”
Le ha fatto un grande inchino piegandosi fino a trovarsi alla stessa altezza della bambina. Lei si torce nervosamente le mani, facendo saettare lo sguardo dall'uomo di fronte a lei al padre.
Avanti Elsa”, dice questi sempre sorridendo, “saluta monsieur.”
Vi saluto, monsieur, e mi auguro di tutto cuore che il vostro sia qui un soggiorno all'altezza della Vostra Persona...”
Che ottimo francese, signorina*!” *sempre in italiano.
E' una studiosa, questa qui” commenta il Re compiaciuto, mentre scosta una sedia dalla tavola. “Vieni a mangiare, tesoro”
Elsa trema nel sedersi, paonazza in viso per l'essersi ricordata la formula ufficiale di benvenuto senza impappinarsi e per il complimento. Il cuore le batte con la furia di chi ha superato una prova di coraggio: da anni non parlava a uno sconosciuto.
Attacca il porridge che le viene servito che quasi ride.
L'altra invece...”
L'”altra” fa in quel momento il suo ingresso nel salotto in braccio alla madre, ancora mezza addormentata.
Non appena vede la sorella insolitamente seduta a tavola, “Elsa!” comincia a gridare.
Anna, lascia stare tua sorella. Anna! Cosa si dice quando ci sono ospiti?”
La bimba guarda perplessa la madre, poi il signore in nero che le fa ciao-ciao.
Ciao.”
E tornando a strattonare il colletto della Regina: “Voglio mettermi vicino ad Elsa. Ti prego ti prego ti prego...”
Lascia in pace tua sorella. Ecco qui.”
Mamma!”
La scusi, è ancora una piccola peste.”
Ma si figuri!”
Monsieur Valdi” continua il Re, che si è seduto dirimpetto allo straniero, “non voglio essere insistente, ma mi piacerebbe che parlasse della macchina che ci ha mostrato ieri sera.”
Ah, certo! Molto volentieri. Ma la signorina qui non l'ha ancora vista: bisogna rimediare.”
Elsa è quasi sicura di avere intravisto una strizzatina d'occhi rivolta a lei dietro le lenti scure.
Non si scomodi-”
Nessun disturbo. Venite!”
E' in piedi a fianco di un tavolinetto da tè, sul quale poggia un aggeggio stranissimo. Elsa si avvicina praticamente trascinata dalla vivacità del padre.
E' una specie di tromba installata su una scatola di legno.
Vedrai, Elsa, vedrai!” continua a ripetere il Re.
Lo straniero ha estratto da una borsa quella che sembra una sottile ruota nera, che deposita al centro del marchingegno. Prende a ruotare sempre più vorticosamente una manovella simile a quella dei macinacaffè, fintanto che la ruota nera non inizia a girare. Valdi posiziona con delicatezza un braccio metallico sulla ruota, attento a posare la puntina e... la tromba erutta improvvisamente musica.
Tranquilla Elsa, tranquilla. Ascolta...”
Il padre si è chinato affianco a lei, stringendole le spalle per calmarla.
La musica riempie la stanza, come se dentro la scatola vi fosse un'intera orchestra, con i suoi archi, i suoi fiati e quant'altro.
Elsa guarda il buco della tromba con occhi spalancati.
Ma come fa a...?”
Ah, ottima domanda. La domanda più giusta di tutte!” fa lo straniero, alzando la voce per farsi sentire, le sopracciglia arcuate al di sopra della cerchiatura degli occhiali. Si sta dondolando da una gamba all'altra con le braccia strette dietro la schiena.
Non ne ho la più pallida idea” le risponde, ed è in quel momento che la musica si dilata in onde lunghe, smettendo di volteggiare al ritmo degli archi volubili.
Belle nuit, o nuit d'amour!” canta lo straniero con una bella voce da tenore, l'accento talmente pesante da fare ridacchiare persino Elsa, che proprio in quel momento si sente sollevare.
Papà! Papà no!” strilla nel tentativo di divincolarsi , ma il Re se la preme contro il petto danzando per il salotto.
Va tutto bene, Elsa. Concedi un solo ballo a questo vecchio re.”
La bambina si lascia sballottare cercando di non toccare in alcun modo il padre, con le mani torte contro il proprio petto, ma la fronte appoggiata alla sua spalla.
Quando la canzone finisce e viene deposta sulla seggiola, Elsa sente le fronte caldissima e gli occhi che pungono.
Che apparecchio meraviglioso. Non so cosa darei per averlo!”
Per il vostro regno, Sire, potrei convincermi a cederlo”
Lo straniero sta riponendo il disco nella valigia.
Cosa ne dici, cara? Hai sentito monsieur?” ride il Re, tornando a sedersi un po' affannato.
Devi chiederlo a Elsa: è lei la futura Regina”
Lo sguardo complice del Re la trova ancora scossa.
Allora, Elsa? Facciamo una follia? Vendiamo tutto il regno per la macchina della musica?”
L'atmosfera è calda, è da una quantità infinita di tempo che l'allegria non visita questa casa. La bambina sente ancora sulla schiena il tepore delle mani del padre. Fa un leggero cenno di sì.
Bene, allora è deciso!” esclama lui battendo le mani. “Vorrà dire che le consegnerò le chiavi delle città.”
Temo” dice lo straniero in tono mortalmente serio “che in fin dei conti non sia sufficiente: sono troppo affezionato alla macchina. E poi devo portare a termine il mio viaggio.”
Dove state andando?”
La domanda di Elsa è poco più di un pigolio.
Vorrei arrivare a Capo Nordkinn entro l'autunno. Dicono sia il punto più a nord dell'intera Europa. Sa, signorina, sono partito dall'Italia a piedi ormai un lustro fa, da Orvieto, per la precisione.”
Cos'è un lustro?”
Sono cinque anni, tesoro. Ora saluta che c'è il maestro che aspetta.”
Mamma!”
Su Anna. Saluta tutti.”
Anna e la Regina lasciano rumorosamente il salotto. La luce entra violentemente dalle finestre alte: il sole è già alto contro un cielo del colore del fiordo.
Perché è partito?”
Elsa guarda le iridescenze degli occhiali, verdi come la corazza di uno strano insetto.
Perché sono un collezionista, mia cara. Un collezionista di paesaggi e di città”.
Città? Ma come...?”
In quel momento lo sconosciuto versa sul tavolo un mare di foglietti, che sfarfallano ovunque per terra sulle posate tra i bicchieri.
E' solo parte della mia collezione, la più grezza.”
Questi sono... no, non è possibile. Sono quadri?” domanda il Re, scorrendo i cartoncini, completamente stupefatto.
Niente affatto. Si chiamano dagherrotipie. E' una delle macchine che possiedo a farle: vede, è la luce del sole che impressionando una pellicola riesce a- beh, onestamente non sono del tutto sicuro quali processi chimici siano coinvolti.”
Una macchina... straordinario!” esclama il Re, continuando a sfogliare le fotografie.
Se volete vederla, Sire, potete andare alla mia nave e richiedere di ispezionarla. Vi raggiungerò non appena...” con un gesto indica la confusione sul tavolo.
Sicuro! Non avete idea di quanto vi sia grato per l'opportunità che mi date.”
Il Re esce a passo spedito, quasi di corsa.
Elsa prende una manciata di foto: città, colline, mari, lavoranti in mezzo alla campagna, e poi ancora città, tutte accozzate sul tavolo del suo salotto.
Un nodo sembra esserlesi stretto al cuore.
Ha visitato tutti questi posti?”
Certo. Ero partito con l'intenzione di creare un catalogo delle più belle vedute d'Europa: Parigi, Vienna, Firenze, Lione eccetera. Il mondo sta cambiando rapidamente, signorina: volevo raccoglierlo prima che fosse troppo tardi. Ma strada facendo mi sono accorto che avevo intrapreso il viaggio in ritardo.”
Fa scivolare alcune foto verso di lei: lunghissime file di tetti neri, bassi, il cielo brunito da un fumo denso.
Londra.”
Ragazzini della sua età macilenti e incredibilmente sporchi impettiti all'ingresso di uno squallido edificio. “East End Factory”, recita l'insegna alle loro spalle.
Sono tutte fabbriche; e questo è il Tamigi. Vi assicuro che il colore non è molto diverso.”
Cos'è questo?”
Una strada amplissima è squarciata per tutta la sua ampiezza dal selciato svelto: cataste di oggetti si innalzano lungo i palazzi.
Ah! Le barricate di Parigi, durante il luglio dello scorso anno.”
Come può vedere, la ricerca della regina delle città, la più bella di tutte, è fallita: mi sono mosso tardi. O forse non è mai esistita.”
Il sorriso dello straniero è enigmatico.
Mi... mi dispiace.”
Oh, niente affatto! Ho attraversato talmente tanti luoghi e visto talmente tante cose, che io stesso sono diventato una sorta di enciclopedia. Ma quel che veramente importa, signorina, quel che veramente è il senso del mio viaggio, è che in ogni città villaggio paese ho visto potenzialità. Potenzialità sprecate per lo più, certo, ma che col tempo hanno tessuto una trama fitta nei miei ricordi: io non ho trovato la mia città ideale in nessun luogo, eppure era in tutti i posti, era sciolta ovunque. Una torre a Londra, un arco a Parigi, il selciato di una cittadina tedesca eccetera, e io ho inseguito la mia città invisibile, raccogliendola mattone per mattone”
Elsa lo guarda immobile. Non è nemmeno sicura che le parole siano realmente uscite dalla bocca dello straniero.
Città invisibili?”
Certo, Elsa. Ognuno ha una città invisibile: non potrebbe essere altrimenti. Non può esistere là fuori il dritto del rovescio dei nostri sogni”
E' un indovinello?”
No.”
Sei... sei il Cappellaio Matto? Come quello di Alice del libro?”
No, ma è un personaggio che sento molto affine.”
Non un rumore.
Elsa si illumina tutto ad un tratto.
Quindi il libro francese, “Architettura dell'onirico”, è tuo? E'... lo hai scritto tu! Descrive una città strana, una città infinita, altissima che-”
Lo straniero si porta un dito sulle labbra ed Elsa tace. Gli occhiali sfolgorano più che mai.
Non c'è posto per quella città qui fuori, neanche a parole. Solo qui” fa picchiettandosi la tempia.
Lo puoi tenere, se vuoi. A me non serve più. Prendilo come un risarcimento dei Grimm
Elsa deglutisce, sente che ha un groppo alla gola. Quale può mai essere la mia città invisibile?
E a nord? Cosa va a fare a nord?” domanda con un filo di voce.
Sto andando a caccia di orizzonti . Per la mia città ne voglio uno che sia d'acciaio come quel mare, gelido. Solo alla fine del mondo potrei trovare un orizzonte così.”
E poi? Dove andrete?”
Il sorriso dello straniero è misterioso.
Chi lo sa.”


*

Se n'era andato da mesi ormai, quando Elsa capisce cosa sia una città invisibile. Aveva letto e riletto il libro francese: si trattava di una silloge di scorci, di memorie, di schizzi e disegni, schegge di luoghi che l'autore aveva raccolto perché ne era stato colpito durante i suoi viaggi. Alla seconda lettura capisce che la raccolta non è casuale, e nemmeno lo è la disposizione dei frammenti: insieme delineano una città che sembra un circo, un po' tendone e un po' ruota panoramica, rumorosa e notturna, irradiata di luci chiamate “elettriche”. Ma cosa più importante di tutte, e questo lo capisce solo alla fine, la città invisibile è l'autore, il suo specchio fedele: da tutti i suoi scorci spira lo stesso sentore di un'allegria un po' invecchiata.
Se n'è andato da quasi un anno, quando in Elsa comincia a prendere forma la città delle stelle. Una notte, durante un attacco più violento del solito, mentre sentiva nel buio il ghiaccio arrampicarsi sulle pareti tutt'attorno, e mentre il sangue le rombava nelle orecchie, pensò alla paura come a un pugnale. La vide farsi sottile come una stalattite, affusolata e tagliente, e poi conficcarlesi nel petto. Più più e più volte la paura la squarciò, e dalla sua pelle sbrindellata colava un sangue argenteo, luminescente contro il buio, che formava ai suoi piedi una pozza perfettamente ovale, come uno specchio: era il dolore. Stratificazioni di dolore liquido che improvvisamente vide ergersi, sempre più in altro, a forma di picchi torri minareti, in alto sempre più in alto, verso un cielo trapunto di stelle elettriche, e il dolore non smetteva di montare come una follia, come una città irta di ghiaccio, la sua città delle stelle, la città del dolore.
La ammirò stagliata sopra di sé, abbacinante nella luce troppo intensa. La tempesta era finita. Solo quiete bianca attorno.
Salì i primi gradini di una scalinata lunghissima, che si inerpicava verso chissà quale torre là in alto. Il suo respiro era tornato regolare. Non faceva più freddo.
La scolpì lentamente negli anni, con pazienza infinita, e ogni volta vi tornava come a un rifugio dalla paura.
La città delle stelle era un deserto di ghiaccio.


***


Note random di natura culturale:
a) il libro scritto dallo straniero misterioso è in realtà “Le città invisibili” di Calvino.
b) lo Straniero Misterioso è ispirato contemporaneamente al Sandmen di Hoffmann e a un personaggio di Poe.
c) grammofono e dagherrotipia (la proto macchina fotografica) sono stati inventati ben dopo il 1830, anno in cui vorrebbe essere ambientata la fanfiction. Ma alla fiction frega un tubo della storia, perciò meh.
d) il francese era lingua comunemente usata nell'Europa centrale del 1800, ma non so se valesse anche per la Norvegia. Io faccio finta di sì.

  
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