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Autore: Ossimoro Vivente    11/09/2014    2 recensioni
E' molto raro che non due,ma tre anime siano in perfetta sintonia tra di loro. Un esempio lampante sono,per l'appunto, Death the Kid e le sorelle Thompson.
Questa fan fiction scaverà più affondo sulla storia di come è nata la fiducia reciproca in questo trio di personalità così diverse tra di loro. Anche perchè Liz e Patty da piccole non hanno mai avuto un passato così normale da trasformarle nelle sgangherate teppiste che sono state.
Ho sempre adorato il modo in cui si rapportano tutti e tre i personaggi. Sembra un legame d'amore fraterno. In cui gli uni mantengono una certa pazienza con i difetti degli altri e viceversa,ma senza litigare mai veramente e promettendo sempre comprensione e fiducia reciproca.Credo sia uno dei rapporti migliori che esistano.
Prima fan fiction in assoluto.
Prima volta che scrivo su efp.
E mi sto cagando sotto dall'emozione.
Quindi, spero vi abbia interessato, e buona lettura!
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Death the Kid, Liz Thompson, Patty Thompson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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INCONTRO
 
Kid finì giusto in tempo per vedere le gemelle scappare.
-No!- e ricominciò a correre furioso, lasciandosi alle spalle una montagna di corpi esanimi con gli occhi a girella.
-Non vi lascerò mica scappare dopo avervi trovate così arduamente!- gridò a perdifiato mentre correva come il vento. Si affidò al suo intuito nel sentire le anime vicine. E le sentiva. Erano vicinissime, e tra non molto le avrebbe scovate.
Liz si fermò rassegnata e stanca, si girò indietro e tese sua sorella davanti allo Shinigami senza sorprendersi che erano state ormai trovate.
Lui ansimava, ma era speranzoso, nonostante avrebbe già dovuto perdere la pazienza.
-Vi ho salvato la vita…Perché ve ne andate?- disse mentre si avvicinava cercando di raddrizzare la schiena. Da più vicino l’asimmetrico rimase interdetto.
L’anima della ragazza da più vicino era un concentrato di sentimenti negativi, se ne sentì pervaso. Ma in ogni caso, soltanto osservando i suoi profondi occhi blu riusciva facilmente a trovarle tanto odio, risentimento, angoscia, e sembrava non interessarle niente del fatto di essere stata salvata.
Poi si ricordò di quello che gli aveva detto suo padre:
 Sono delle teppiste a New York…e lì fanno la malavita.
-Stai lontano o ti sparo! Chi diavolo ti ha detto che sono la tua ragazza?! Neanche ti conosco riccone dei miei stivali!-
-Stà calma. Era solo una scusa-
-Sì, per prenderci e sfruttarci come hanno tentato quei bastardi!-
Kid rimase ancora più sorpreso. Davvero pensavano a questo da uno come lui? Provò ad avvicinarsi ancora di più.
-Siete fuori strada. Sono il figlio del preside della Shibusen: Death the Kid , e voglio che diventiate le mie armi-
-Ah, è così?!-
Solo dopo Kid si rese conto che l’ultima frase non poteva di certo dar loro speranza.
Liz lo prese improvvisamente per le spalle e lo sbattè al muro, come aveva fatto quell’aggressore prima a lei, e prontamente gli puntò la pistola davanti al viso.
-Senti, tappetto, noi non siamo prostitute che vengono anche sfruttate come armi per poi tradite come bambole buttate in un bidone. Sono stufa di tipi come voi, quindi dammi tutti i tuoi soldi, o ti sparo e la facciamo finita!-
Kid, vicinissimo a lei, restò con la fronte aggrottata, per niente sorpreso, prima alzando la testa per guardare lei, poi riabbassandola per guardare la pistola.
-Avrete tutti i soldi che vorrete. Vi farò vivere a casa mia, e non ho alcuna intenzione di usufruirmi di voi in…- Kid deglutì mantenendo il contegno -…quel modo-
La ragazza allentò un po’ la presa, la voce le si abbassò.
-Come faccio a crederci?-
-Hai visto il simbolo dello Shinigami che ho al collo?-
Lei abbassò lo sguardo. Sembrava autentico.
-Sono davvero il figlio del Sommo Shinigami, e lui è famoso per la sua bontà e giustizia nel far sì che il mondo diventi un posto pacifico senza Kishin, e indubbiamente senza aggressori di ogni sorta-
Kid si accorse che l’odio nei suoi occhi era quasi scomparso. Al suo posto c’era la paura. Allora cercò di trapassarle gli occhi col suo sguardo deciso.
-Non aver paura. Andrà tutto bene.-
Lei lo lasciò definitivamente in modo rude, incredula. Si sentì letta nel pensiero. Kid si aggiustò istintivamente la giacca. Poi spiegò:
-Mio padre ha detto che voi due sareste le armi perfette per me, ed effettivamente  così, io in cambio vi farò vivere a casa mia con tutti i comodi che desiderate-
La ragazza era ancora confusa.
Notandola, Kid pensò.
Non sopportava più di vederla così in guerra con sè stessa, e capì che di sicuro non dovevano aver avuto un passato tanto facile quelle gemelle. Ora quello che gli importava non era la simmetria, ma vedere quelle ragazze, sane e salve. Voleva aiutarle. Sentiva di essersi curiosamente affezionato, anche se cercò in tutti i modi di farsi vedere freddo come al solito. Così riempì completamente ogni suo polmone.
-…Ma se davvero vi fa così male venir trattare come armi…- cominciò a boccheggiare come un pesce -…Non lo farò. Vi farò vivere a casa mia, e magari col tempo vi sceglierete una casa tutta vostra-
L’asimmetrico mandò fuori un sacco di anidride carbonica.
Che cos’ho appena detto?!
Poi cercò di mantenersi un contegno e le tese la mano.
-Allora…Adesso vi fidate di me?-
Liz era indecisa, impaurita e esterrefatta allo stesso tempo.
Che diavolo diceva quel ragazzo? Davvero lei e sua sorella avrebbero avuto una vera e propria casa? Davvero avrebbero lasciato quei dannatissimi vicoli di New York una volta per tutte? Davvero sarebbero state trattate per quello che realmente sono?
Guardava quella mano come se fosse l’opportunità di una vita, o al contrario, la sua probabile rovina.
Forse avrebbe fatto la fine di sua madre. Il pensiero la fece imbufalire e la rimise sulla difensiva: riprese per le spalle il ragazzo e lo risbattè al muro più violentemente di prima. La pistola sta volta gli toccava la fronte.
-Che fine faccio con te, eh?! Come diavolo dovrei fidarmi, spiegami!-
Sta volta la pistola si illuminò e scomparve dalla sua mano.
Accanto ai due comparve una ragazza più bassa della gemella. Anzi, completamente diversa da lei.
I capelli biondo chiaro a caschetto e una dolce frangia a coprirle sì e no i grandi occhioni azzurri non ti scordar di me, e un davanzale più prosperoso di quello dell’altro Diavolo di Brooklyn.
Kid si sbalordì e cominciò a sudare freddo.
-C-che diamine…-
Prese tempestivamente il manifesto che gli aveva dato suo padre e lo guardò attentamente. Molto attentamente.
La metà che divideva perfettamente le due figure faceva intravedere la sfumatura del muro improvvisamente interrotta.
A quella vista spalancò gli occhi.
-… EH?!-
 
Dalla Camera della Morte Shinigami stava salutando il suo figliolo sbuffando.
-Speriamo…
Già, speriamo che non si accorga troppo presto che ho levato una gemella con Photo shop  e che ho fatto il programma “specchio”! Oh oh oh! Andiamo, non sarò stato tanto cattivo! In fondo è una piccola bugia, e poi questa meraviglia della tecnologia mi ha appassionato troppo!-
 
*Flash back inedito di Shinigami alle prese con i nuovi programmi per pc appena scoperti; sembra molto accanito. Si rivolge alla telecamera e mostra la sua manona con i due ditoni dell’indice e del medio alzati a formare una specie di allegro saluto*
 
 
   
 
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