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Autore: FoxFire    11/09/2014    3 recensioni
Cinque ragazzi, tutti con una loro storia, e con la stessa voglia di ricominciare a vivere.
Faranno un percorso, dove incontreranno molti amici, ma altrettanti nemici.
Tante amicizie si distruggeranno ed altre si rafforzeranno.
Una storia di odio e amore, cazzotti e lacrime, tradimento e passione.
Ma con la premessa che... Sopra Le Nuvole, (c'è sempre) Il Sole.
- Dalla storia:
'' Cos'hai li? ''
'' Questo? '' dice lei indicando la macchia nera che si intravedeva dai pantaloni a vita bassa
'' E' solo un tatuaggio. '' continua spostando i pantaloni un po' più giù scoprendo la scritta.
'' Sopra le nuvole, il sole ... Figo, mi piace! ''
'' Ce l'ha anche Nichi, è tipo il mantra della nostra vita. ''
Mentre si guardavano negli occhi, lui le fece un sorriso di quelli che scioglierebbero anche il Polo Nord.
Appoggiò la testa sopra la pancia di lei e rimasero sdraiati a guardare il mare.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Little Beige Dress
 
Chiara’ s Pov.
 
La sveglia che suonava squillante mi portò via dal sonno. Stavo facendo un sogno buffissimo: eravamo io e Louis diretti nell’aula del preside accompagnati dalla professoressa furibonda per l’accaduto. La cosa più sconcertante è che da lì a poco sarebbe potuta accadere, e questo mi spaventava, di certo non volevo finire dal preside già al primo mese di scuola, ma al pensiero che mi sarei pisciata sotto dal ridere con Louis non mi fece poi così tanta paura. Presi le mie babbucce calde con la faccia di Topolino e mi incamminai in cucina.
Gli altri erano già in piedi, sentii solo la voce di Nichi che minacciava gli altri di rubargli il pranzo alla mensa. Sinceramente non capivo che minaccia fosse dato che il cibo qui in Inghilterra non era dei migliori, le avrei ceduto volentieri il mio ma sarei rimasta con la fame addosso per tutto il giorno.
Decisi di scendere e capire il motivo di questo teatrino:
<< Ma dai voglio metterla in Instagraaam >> urlò la mia amica sconsolata
<< Nichi sembriamo dei fantasmi per piacere, un’altra volta >>
<< Hei, che succede ragazzi? >> mi decisi a chiedere
<< Buongiorno anche a te, comunque Nichi insiste per fare una foto tutti insieme adesso per metterla in Instagram >> mi rispose Giuly
<< Nichi, ora siamo 4 contro una, siamo appena svegli e sembriamo dei mostri, perché vuoi fare quest’idiozia? Ci sono già un sacco di foto con noi cinque tutti insieme >>
<< Si ma in nessuna si vedono le nostre ciabatte tutte diverse dai voglio farla >>
<< Tu sei malata di quel blog, ma adesso ci sto! >> risposi ridendo
<< CHIARA >> si girarono gli altri tre con una faccia minacciante di morte
<< Eddai pure io voglio fare vedere le mie pantofoline a Topolino, insomma, con tutto quello che le ho pagate mi sembra il minimo che la gente le possa ammirare >>
<< Ok, anche le mie mucchine sono d’accordo, solo ed esclusivamente se fai la foto alle nostre ciabatte senza prenderci la faccia >> confessò Giuly.
<< E va bene! Dai, tutti qui >>
Gio e Fede alzarono gli occhi al cielo, ma tanto non avevano scelta quindi si rassegnarono.
Dopo aver accontentato Nichi, salii in camera a cambiarmi, andai in bagno a sistemarmi e farmi una doccia veloce, e dopo essermi lavata i denti e aver passato un lieve velo di trucco, scesi per andare a scuola con gli altri.
Appena entrai nell’edificio, salutai i miei amici e andai verso la mia aula di matematica, pronta ad iniziare questo corso che nel mio orario non c’era ancora stato.
Stavo per mettermi ai primi banchi, in matematica avevo bisogno di stare attenta e non perdermi i passaggi o le F nelle verifiche non sarebbero mancati, ma ad un tratto sentii bisbigliare un:
<< Hei PSSSS >>
Mi voltai scorsi Louis che mi aveva tenuto il posto nei banchi in fondo, posti all’angolo dell’aula.
<< Lou non posso, ho problemi in matematica >> sussurrai sottovoce con faccia sconsolata
<< Dai solo per questa volta, ti sei forse dimenticata del… ceh, del nostro “segreto”? Capiscimi! >>
<< Hai ragione, arrivo >> mi arresi infine.
Appena mi sedetti in parte a lui, mi strinse un braccio intorno alle spalle, portandomi la testa più vicino alla sua per potermi sussurrare:
<< Allora, non dovranno beccarci o saremo morti >>
<< E perché dovrebbero beccarci? Voglio dire, siamo in 26 in classe, come mai dovrebbero sospettare proprio di noi?! >>
<< Evidentemente non conosci i motivi per cui mi hanno bocciato due volte di seguito… >>
<< E cioè? >>
<< Logico, sono famoso a scuola perché mi diverto a fare scherzi, e questa volta tu sei anche mia complice >>
<< No! io mi sposto allora! >> cercai di liberarmi dal casino in cui mi ero cacciata.
Feci per alzarmi quando in quell’esatto momento entrò la prof.
Uccisi Louis con lo sguardo mentre lui rideva soddisfatto.
<< Per lo meno ti mostrerò che avevo ragione >> cercai di vedere il lato positivo della situazione
<< Come vuoi Chiarina, ma sappi che così la colpa diventa principalmente tua >>
<< Uffa in che cose mi intrometti! E poi non chiamarmi Chiarina. >>
<< Ok, Chiarina >>.
Gli avrei voluto tirare seriamente una manata.
La prof. appoggiò il registro alla cattedra, e dopo aver preso il libro dalla borsa, si diresse verso la sedia.
<< Ci siamo, Chica >>
<< Hai già cambiato soprannome? >>
<< Si Chica è più bello, comunque guarda >>
<< Maria vergine sacra >> fu l’unica cosa che riuscii a dire guardando in alto.
Sinceramente mi sentivo un po’ in colpa dato che la poveretta era bassa, grassottella e, a vista, su di età; ma dovevo ammettere che ero comunque impaziente che si sedesse.
Ed ecco che… SBATABAMMM.
Io e Louis, come il resto della classe, scoppiammo a ridere come due bambini, una di quelle risate che ci fece venire le lacrime agli occhi.
Nella classe si sentiva solo un grande:
<< AHAAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA >> che non voleva sapere di aver fine.
Solo quando la povera donna si alzò e prese in mano il registro ci zittimmo tutti.
Eppure non stava scrivendo, stava scorrendo il dito leggendo chissà cosa su un foglio.
<< TOMLINSON >> urlò
<< Si professoressa? >> disse lui per niente spaventato, anzi con un sorriso beffardo di chi non ha colpe dipinto sul volto
<< Ci mancava che ti avessi in classe anche quest’anno, mi avevano assicurato che non ti avrebbero messo con me! >>
<< Ma come, non le sono mancato prof.? >> disse lui facendo il faccino triste mentre la classe sogghignava in sottofondo.
<< Forza alzati, ti porto dal tuo caro e vecchio amico preside >>
<< Veramente sono una complice >> dissi senza sapere che cazzo mi passava nella mente in quel momento e strizzando l’occhiolino a Louis, in effetti quel che è giusto è giusto e se doveva finire in punizione lui, ci sarei dovuta andare pure io.
Sotto lo sguardo stupito di tutti, quello di Louis per primo, la professoressa continuò:
<< Come signorina? >>
<< Beh, l’ho aiutato anche io >>
<< Forza si alzi, vi porto tutti e due filati dal preside >>
Ci alzammo e Louis mi sussurrò:
<< Ma che fai? Sei impazzita?! >>
<< Tranquillo, è giusto così, e poi non ci punirà vedrai >>
<< Che hai in mente? >>
<< Sono un’ottima attrice e faccio compassione, mi inventerò qualcosa al momento >>
Seguimmo la professoressa che era incazzata nera, in effetti, come biasimarla?!
Dopo aver bussato la porta una voce maschile si fece sentire:
<< Avanti >>
<< Signor preside, Mr. Tomlinson ha combinato un’altra delle sue, e questa volta non da solo, provveda lei >> detto questo, se ne andò come se nulla fosse.
<< Sedetevi >> disse in tono tanto autoritario quanto svogliato
Prese un sorso di caffè dalla sua tazza bianca con la foto di quelli che dovevano essere i suoi due figli e continuò:
<< Dunque, prima di sentire la storia, me lo sarei aspettato da Mr. Tomlinson, ma lei signorina, hem... il nome?
<< Chiara, signore >>
<< Mrs Chiara >>
<< Solo Chiara, grazie >>
<< Come vuole, Chiara, dunque, perché? No anzi, spiegatemi prima l’accaduto >>
Io e Louis ci guardammo complici, e mentre lui stava per dire tutta la verità, lo anticipai io
<< È tutta colpa mia signore >> Louis sgranò gli occhi
<< Abbiamo manomesso la sedia della povera professoressa ed è caduta >>
<< Ma quanti anni avete? Cosa vi è saltato per la testa? Lo sapete che è tanto grave che dovrei sospendervi? >>
<< Vede, in Italia c’è una tradizione cattivissima, una specie di gioco. Quando una persona perde al gioco “nomi cose animali” deve fare uno scherzo al professore che ha alla prima ora, questo perché chi non è riuscito ad inserire le parole significa che non ha un vocabolario ampio, e si dà la colpa alla scuola. È un gioco nato negli anni ’70, come lei sicuramente saprà in Italia la scuola funziona molto male e negli anni tra gli studenti che giocano a questo gioco è nata questa tradizione per far cambiare il metodo di apprendimento, cosa che infatti con gli anni sta cambiando >> una cavolata più assurda di questa non sarei potuta inventarmela
<< Io non ho mai sentito una cosa del genere! E perché l’avete fatto in due? Ma soprattutto non credo che due adolescenti giochino a “nomi cose città” >>
<< Dunque, signore, che mi sia data della bugiarda non lo accetto. Chiami pure i miei compaesani, e se avrò ragione pretendo delle scuse, non so come funzioni qua, ma da noi sicuramente le accuse infondate non esistono. E poi, ha dei figli lei? >> continuai con finta arroganza
<< Che insolenza! Parlare della mia vita non ti salverà signorina! >>
<< Ma no, si fidi che non ha ancora capito, risponda solo alla mia domanda >>
<< Si ho due bellissimi bambini, maschio e femmina >>
<< Capita mai che i suoi bambini si mettano d’accordo per spartirsi la colpa a metà quando fanno insieme qualcosa che può fare arrabbiare lei e sua moglie? >>
<< Sempre, ma dove vuole arrivare >>
<< Dunque, stavamo giocando a quel gioco con la mia cuginetta di 8 anni via Skype, ma dato che era piccola e non potevamo farla perdere, abbiamo finto di perdere e di non trovare le parole. Non era giusto però rompere le mie tradizioni e non era giusto neanche che solo uno di noi due svolgesse la penitenza, dato che abbiamo perso entrambi >>
<< Che cosa stupida >>
<< Signore, mi scusi, ma lei direbbe mai a uno dei suoi figli che i giochi che fanno sono stupidi? >>
<< Certo che no, sono bambini >>
<< E secondo lei avrei dovuto farlo con la mia piccola cuginetta, che aveva anche la febbre? >>
<< No, ma >>
<< E lei ha il diritto di interrompere le mie tradizioni? >>
<< Certo che no, ma >>
<< Sono qua da solo un mese e già vengo presa di mira da tutti solo perché italiana, mi escludono, mi urlano che sono mafiosa e tutti i peggiori insulti riguardanti i luoghi comuni, sono qua maltrattata dai vostri studenti e lei si arrabbia perché io ho solo praticato una mia tradizione? Perché contro i suoi studenti che maltrattano me e i miei amici non die niente ma se io tengo fede a una tradizione devo essere sospesa? Siete razzisti? E cosa direbbe se io nel giorno del ringraziamento lanciassi il vostro tradizionale tacchino dalla finestra dicendo che è stupido mangiarlo? >>
<< Ha ragione signorina, le tradizioni sono tradizioni, non perdete altro tempo e chi vi infastidisce verrà severamente ripreso, mi dispiace che vi siate sentiti maltrattati e prenderò conseguenze, mi scuso ancora, arrivederci >>
<< Grazie e buona giornata. >> finii alzandomi e fingendomi offesa.
Dopo esserci alzati e usciti andammo in cortile a ridere come non mai:
<< AHAHAHAHAHAH la mia cuginetta con la febbre? Le mie tradizioni? Lancio il tacchino dalla finestra? Ma come ti vengono certe idee >>
<< Te l’ho detto che ho un fratello maggiore amante degli scherzi, sono la regina delle scuse e un’attrice fantastica >>
<< Ti ingaggerò per le prossime volte, ti giuro FE-NO-ME-NA-LE. Anche quando l’hai attaccato sugli altri studenti, hai colpito un punto basso. Perché come corso artistico non scegli teatro? Sei portata! >>
<< Vedrai ci divertiremo quest’anno Lou! Teatro dici? Non ci avevo mai pensato >> mi fece veramente riflettere, non avevo mai preso in considerazione questa strada, eppure dovevo ammettere ero davvero portata, e lo ero fin da bambina. Avevo ancora tempo di scegliere il corso artistico in quanto nessuno era iniziato, e grazie a Louis mi si aprì un mondo, lo ringraziai mentalmente mentre passammo il resto dell’ora sulle panchine a chiacchierare allegramente.
 
***
 
Due ore dopo
 
***
 
Stavo raggiungendo gli altri nella mensa, appena passai per andare al mio tavolo Louis mi salutò alzando la mano, risposi con un occhiolino e successivamente mi sedetti con gli altri:
<< Come mai quest’aria felice? >>
<< Niente, mi sono divertita e ho fatto un giretto dal preside >>
<< SCUSA?! >> la faccia di Gio era epica
<< Segreto >>
<< Ah ho capito centra il belloccio Louis eh? >> chiese Gio complice facendomi l’occhiolino
<< Mavvà >>
<< Non negare, ti ho visto ieri al ballo che correvi con lui mentre ti faceva segno di stare in silenzio >>
<< Pensa a mangiare prima che Nichi ti rubi quello che c’è sul piatto >> risposi
<< HEI >> mi guardò Nichi sconcertata
<< Scusa bella! >> conclusi iniziando a mangiare.
La scuola finalmente finì e ci recammo a casa.
 
Fede’s Pov.
 
Ero sdraiata sul letto di camera mia intenta a finire di sistemare gli appunti di filosofia; era la sesta volta che rileggevo la medesima frase senza riuscire ad andare avanti o a capirne almeno il senso. Continuavo a ripensare con ossessione alla sera prima. Zayn mi faceva sentire apprezzata e al sicuro. La serata era stata piacevole, mi ero divertita a ballare con lui: come me non era un gran ballerino e perciò non avevo paura di sembrare una stupida.
Ci eravamo sentiti per messaggio quella mattina e incrociati un paio di volte nei corridoi.
La parte della serata che più mi dava il tormento non era quella, ma il ballo con Harry.
Avevo nella mia mente una serie di immagini e sensazioni che si ripetevano a random ogni volta che cercavo di pensare ad altro. Le sue mani forti che mi tenevano strette a sé con una strana dolcezza ma con tanta decisione, mi facevano venire i brividi.
Continuavo a sentire la morbidezza dei suoi ricci che mi avevano solleticato il viso quando mi ero nascosta nell’incavo del suo collo. Era straziante il pensiero di quel ragazzo, mi faceva impazzire. Con Zayn mi sentivo al sicuro e protetta dal mondo, c’era anche una certa chimica e non potevo dire che fosse brutto; ma con Harry era tutta un’altra cosa.
Era come se, quando si avvicinava, ogni cellula del mio corpo fosse allerta, rispondesse a una sorta di richiamo che mi mandava in fibrillazione. Con il riccio mi sentivo come in una perenne corsa campestre dove uno di noi era sicuro di battere l’altro, questa cosa mi eccitava da morire, sentivo il brivido della sfida nell’aria, ma questo portava a dover dimostrare qualcosa quando c’era lui nei paraggi.
Se con Zayn mi sentivo felice, con Harry mi sentivo viva ed ero sicura che da lì a poco sarei dovuta andare al manicomio per tutte le contraddizioni che regnavano nella mia testa.
Mi resi conto che mi stavo solo prendendo in giro con quel libro di filosofia ancora aperto, quindi lo chiusi con un colpo secco e decisi di andare a farmi una doccia.
Sentivo il calore sulla mia pelle e finalmente mi sentivo più calma, in quella casa regnava un silenzio tombale ed era a dir poco inquietante.
Scrissi un messaggio a Greta per vedere se era libera; visto che Ale aveva già messo in chiaro che doveva studiare quel pomeriggio.
Avevo un asciugamano legato addosso quando sentii il telefono trillare, lo sbloccai e vidi il messaggio di Gre che mostrava una sua foto con Logan e subito dopo un messaggio che lasciava scritto
“Non posso uscire, mi spiace”
Sorrisi e risposi
“Fate i bravi!”.
Avevo comunque voglia di uscire quindi misi un cardigan nero sopra a un paio di jeans; mi truccai, feci una storia per instagram e uscii di casa.
Il sole non era molto presente per colpa delle nuvole, ma comunque c’era bel tempo quindi decisi di non mettere gli occhiali da sole.
Iniziai a camminare per il viale alberato e poco dopo mi ritrovai nell’unico posto dove non sarei dovuta andare per pensare, ma era anche l’unico in cui volevo essere. Mi feci spazio tra i rami del salice piangente, spinsi la porta e venni investita dalla voce di Harry che cantava.
Non osai muovermi perché ero curiosa di sentire e almeno potevo fissarlo senza sembrare una psicopatica.
Aveva una maglietta bianca che lasciava intravedere i tatuaggi e segnava perfettamente la curva delle sue spalle larghe.
Teneva gli occhi chiusi mentre cantava quella canzone, che non conoscevo, probabilmente era una sua creazione recente dati tutti i fogli stropicciati per terra:
“I wanna see the way you move for me baby
I wanna see the way you move for me baby
I wanna see the way you move for me
Little beige dress who you doin' it for?
Little beige dress I can't take anymore
It's not right, it's not right, it's not right you know” 
In quel momento lui aprì gli occhi e io sorrisi.
<< Hey >> disse sistemando il casino che aveva combinato a terra
<< Hey >> risposi sedendomi sul divano
<< Che fai? >> chiesi per rompere il ghiaccio
<< Niente di particolare, stavo buttando giù qualche idea per una canzone >>
<< Allora ti lascio in pace >> Dissi alzandomi
<< No, ti prego resta >> supplicò prendendomi per il polso e guardandomi con quei bellissimi occhioni verdi.
Allora annuii e mi sedetti accanto a lui incrociando le gambe e appoggiando la schiena sulla spalliera posizionando le braccia dietro la testa.
Lui sorrise e finì di sistemare gli ultimi fogli rimasti in giro.
<< Vuoi una mano con la canzone? >>
<< No tranquilla >>
<< Ok… di cosa parla? >>
<< Di una bella ragazza con un vestito beige >>
<< Interessante >>
Dissi ridendo, ma ad un tratto un pensiero si illuminò nella mia mente.
La notte avevo un vestito beige, vabbè però chissà quante ragazze con un vestito di quel colore avrà visto in tutta la sua vita.
Cercai di non fargli notare il monologo che in quel momento stavo mentalmente facendo.
Continuava a fissarmi cercando di captare ogni mio cambiamento di espressione quando si stravaccò accanto a me e prese il portatile.
<< Ti va un film? >>
<< Genere? >> chiesi
<< Porno, che domande >>
<< Coglione >> gli lanciai una manata sul collo
<< Beh, ci ho provato, non potevo non chiedertelo >> disse sorridendo e guardandomi malizioso.
Alla fine optammo per un film d’azione, con del romantico allo stesso tempo.
Verso metà film però il mio respiro si bloccò perché sentii il suo braccio fare pressione sulla mia spalla. Naturalmente non persi l’occasione di appoggiarmi con la testa sull’incavo della sua spalla. Come era strano quello che stava succedendo. Sembrava che quando eravamo dentro questa casetta il mondo esterno fosse solo uno stupido ricordo, non importava chi fosse lui o chi fossi io. Eravamo semplicemente nell’ ormai nostro piccolo rifugio; isolati dalla cattiveria, dall’invidia e dalle insicurezze. Sentivo il suo cuore battere velocemente e non riuscii a seguire il resto del film mentre nella mia testa si ripetevano le altre strofe della canzone che avevo letto prima che Harry mi strappasse il foglio dalle mani.
“Little beige dress just walked into the room
Makin' heads turn can't stop looking at you
It's so right, it's so right, it's so right you know”.
 
Nichi’s Pov.
 
Ero in camera mia quando decisi di allenarmi, le lezioni di danza qui al college erano abbastanza dure ed io ancora non ero al livello delle altre. Lo sapevo perché nonostante il corso non fosse ancora iniziato, spiai tutte quelle che dovevano essere le mie nuove compagne di squadra su Instagram e YouTube, e non feci altro che deprimermi e maledirmi per non aver iniziato prima e aver accantonato per ben un mese la mia passione che avrei dovuto invece coltivare. Infondo, ero qui per questo.
Misi un paio di pantaloni grigi di tuta larghi della Adidas felpa leggere grigia rosa e bianca sempre firmata Adidas e decisi di uscire in giardino dove avrei avuto più spazio per muovermi.
Scesi le scale di corsa e uscii dalla porta di vetro che portava fuori.
Vidi Chiara vestita con una semplice canottiera stretta e smanicata dentro a degli skinny jeans attillatissimi e in parte a lei Louis. Erano seduti sul dondolo a ridere e scherzare e capii perché Chiara aveva messo in mostra le sue forme, era sicuramente colpa del moro.
<< Hey >> dissero in coro quando si accorsero della mia presenza, così risposi al saluto:
<< Ciao ragazzi! Ero venuta fuori per allenarmi, ma torno dentro >> dissi girandomi e prendendo la maniglia della porta
<< Allenarti chi? Tu? Ma fammi il piacere >> mi stuzzicò Louis
Mi girai con una faccia furente e risposi di tono:
<< Cos’è? Una sfida? >> chiesi allungandogli il braccio
<< Secondo te? >> ribatté lui.
Mi avvicinai e mi strinse forte la mano.
Ci sdraiammo per terra e iniziammo a fare esercizi su esercizi e mi resi conto che non era proprio un rammollito, ma cercavo di stargli dietro il più possibile. Negli addominali vinsi io, ma pensandoci adesso credo mi abbia lasciato vincere apposta. Passammo comunque molto tempo tra risate e chiacchiere, non so chi faceva più ridere tra Louis e Chiara, erano veramente dei pagliacci. Stavo tirando dei pugni al braccio di Lou quando uscirono Liam e Giuly dalla porta.
Ci guardarono malissimo così feci vedere i miei super muscoli quasi inesistenti a Liam che fece finta di avere paura.
<< Sta sera cenano da noi >> se ne uscì Giuly, che indossava una camicetta scollata bianca decorata da bottoni neri e un paio di shorts rossi, notai che teneva la mano intrecciata a Liam.
Sorrisi vedendo quella scena così dolce, ma decisi subito di farmi una doccia dato che puzzavo come una capra. Salii le scale di corsa e passai davanti alla camera di Fede, ma non c’era.
Decisi di scriverle un messaggio:
A: Fede
“Dove sei?’’
Intanto che aspettavo gli altri decisi di farmi una doccia, mi asciugai poi i capelli raccogliendoli in una treccia laterale a lisca di pesce, misi una camicetta sbottonata color corallo, degli shorts e scesi in salotto, notando subito che Gio non perse troppo tempo e si vestì con una semplicissima e banale felpa bianca a strisce sottili rosse sopra a una canottiera grigia.
Vidi tutti seduti davanti al tavolo ad aspettare le pizze; diedi una rapida occhiata al telefono ma Fede non aveva ancora risposto. Decisi di non pensarci troppo, conoscendola era a fare un giro.
Mi sedetti al tavolo e le conversazioni si spensero per salutarmi, io ricambiai e riiniziarono tutti a parlare. Vidi Zayn guardarsi in giro per poi fissarmi, sapevo cosa stava cercando, o perlomeno chi, ma non ci fu bisogno che dissi niente perché Niall mi precedette:
<< Ma Fede? >>
<< Le ho scritto prima ma non mi ha ancora risposto, conoscendola starà girovagando come al solito >>
Però poi fui io a notare qualcos’altro:
<< Harry? >>
<< Anche io gli ho scritto prima ma nemmeno lui ha risposto, a volte sparisce per giornate intere >> rispose sempre Niall.
In quel momento suonò il campanello, andai ad aprire seguita dal biondino.
Aprii al fattorino, ma quando stavo per prendere il portafoglio dalla tasca la mano di Niall mi fermò, mentre con l’altra diede i soldi al ragazzo.
Gli sorrisi e ricambiò, presi le scatole ma erano seriamente troppe. Non vedevo niente e stavo per cadere, ma fortunatamente ne prese la metà liberandomi la vista ed andammo in cucina.
Togliemmo le pizze dalle scatole e le poggiammo sui piatti:
<< Non dovevi pagare te, sei un ospite >> lo ripresi
<< Appunto, ci avete invitato ed il minimo per ringraziare è offrirvi una pizza >>
<< Ma non funziona così! Siamo noi ad avervi invitato quindi noi la dobbiamo pagare; come avete fatto voi la prima sera in cui ci avete ospitato! >>
<< Quante storie per una pizza da 5£, lasciati offrire qualcosa, voglio farmi perdonare >>
<< Beh, con la pizza sei sulla strada giusta >> gli risposi schioccandogli un affettuoso bacio sulla guancia, al quale lo vidi arrossire.
Raggiungemmo gli altri portando le pizze in soggiorno per mangiare guardando gli EMA.
Visto che il divano non era abbastanza grande per ospitare tutti, Louis Chiara e Gio si sedettero per terra sul tappeto mentre Zayn sulla poltrona; invece io Niall Giuly e Liam ci sedemmo sul divano proprio davanti alla pizza.
Sorrisi a Niall, ma era troppo impegnato a leccarsi le labbra per poi prendere due pezzi di pizza e passarne uno a me.
Subito Louis lo stuzzicò:
<< Deve piacerti davvero tanto se condividi il cibo con lei >> Niall arrossì e lanciò un cuscino in testa al ragazzo che lo aveva appena preso in giro:
<< Zitto Lou >>
Louis gli fece l’occhiolino e si cimentò in un’idiota imitazione di Beyoncé.
Prese una fetta di pizza alla bufala da usare come microfono ed iniziò a ballare sotto le risate di tutti, ma quando iniziò a muovere la pizza un pezzo di pomodoro volò per la stanza andando direttamente sui miei capelli.
Niall, dopo aver visto la scena e la mia espressione quando mi resi conto di quello che era accaduto,  iniziò a ridere come se non ci fosse un domani diventando completamente rosso e accovacciandosi sulle gambe per prendere aria.
Io mi alzai fintamente infuriata cercando di uccidere quel grande figlio di buona donna di un Tomlinson: scavalcai il tavolino ed iniziai a rincorrerlo mentre tutti si pisciavano addosso dalle risate. Avevo le gambe che mi facevano un male tremendo per gli esercizi del pomeriggio.
Iniziò a salire le scale quando sentii Niall ridere ancora più forte, allora Louis si mise ad urlare come uno stupido. Si rinchiuse in bagno e sentii Niall che saliva le scale mentre stava iniziando a riprendere fiato cercando di trattenere un’ulteriore risata.
<< Tre, due, uno… >> disse sussurrando mentre all’uno spalancammo la porta e cercammo di tenerlo fermo, ma era fin troppo agile e ci scappò ancora; lo seguimmo al piano di sotto.
Zayn lo bloccò per un braccio e Liam per l’altro. Sembrava un bambino in trappola.
Diedi una rapida occhiata al soggiorno, gli occhi di Chiara Giuly e Gio erano fissati su di noi con le lacrime agli occhi per le troppe risate, infine il mio sguardo cadde per l’ennesima volta quella sera sull’irlandese. I suoi pozzi azzurri si specchiarono nei miei, e mi sentii cadere. Era ancora un po’ arrossato per la corsa e la risata, ma non c’era niente di più bello al mondo.
Mi avvicinai verso Louis urlandogli:
<< Finalmente ti ho in pungo! >> ma prima che potessi fare altro, in quel momento sentimmo la porta aprirsi ed entrò Fede seguita da un ragazzo alto moro e coi capelli ricci.
Quello era Harry e Zayn lo capì subito.
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SPAZIO AUTRICI
Ciao ragazze, orario un po' così per pubblicare, ma sono a casa ora quindi fa niente.
Spero la storia vi stia piacendo, non ho molto da dire.
Cerco e cercherò sempre di migliorare continuamente, spero lo notiate.
Vi lascio al vecchio spazio autrice.
Ah, lo so perfettamente che la canzone dice Little BLACK dress e non beige, ma il vestito di Fede era beige, quindi l'ho adattato.
Quando l'avevamo fatta io e Fede nel 2014 avevamo scelto un abito nero, ecco perchè avevamo aggiunto il pezzo della canzone, ma mi dispiaceva toglierlo cos' l'ho riadattato storpiando solo il colore.
Spero capiate che sia in buona fede.
Buon vecchio spazio autrice, buone immagini e buona serata!! A presto.
Bacio, Nichi.
 
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SPAZIO AUTRICI        
Hei :)
Eccoci tornate col settimo capitolo.
Dunque quello che succede a scuola tra Chiara Louis e il preside è inverosimile, ma a noi piaceva così.
Infondo questa scenetta rappresenta le loro anime pazze e spensierate.
Per il resto niente di che.
Harry si vede con Fede e gli altri cenano insieme.
Nichi e Niall si sono riappacificati.
Per ora tutto tranquillo.
Vi aspettiamo col prossimo capitolo!
Fate un salto in questa FanFiction perchè è stupenda!
Si chiama "Just A Little Bit Of Your Heart" ed è si _SassyQueen_

Questo è il link:

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2792922&i=1

Vi lascio anche il link del nostro video Trailer di Youtube:
  
http://youtu.be/nTEubql5afk

Alla prossima, Bacioni
-Nichi & Fede

 
 Ecco le ciabatte dei nostri 5 protagonisti, in ordine sono di: Nichi, Chiara, Giuly, Fede e Gio
Nichi con la tuta di allenamento
 Fede e l'Instastories
 Chiara con Louis e a cena
 Giuly con Liam e a cena
 Gio a cena
 Nichi a cena
  
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