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Autore: Elwing Lamath    12/09/2014    4 recensioni
Pillole di vita, pillole di quotidianità ordinaria, ma non troppo. Perché con due come loro nulla può essere scontato o prevedibile, ma è sorprendente quanto il quotidiano assuma il sapore della felicità. Perché ora Arthur e Merlin sono finalmente a casa.
"Tu ed io abbiamo ricordi più lunghi della strada che si perde davanti a noi."
"Andiamo a casa"
[Questa raccolta partecipa alla Challenge “Slice of Life” indetta da areon sul Forum di EFP]
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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· • ♦ TWO OF US ♦ • ·

 

Challenge  

 

Questa raccolta partecipa alla Challenge “Slice of Life” indetta da areon sul Forum di EFP

 

NOTE GENERALI SULLA RACCOLTA: Questa è la prima volta che mi imbarco nell’avventura di una challenge, ma la sfida di areon mi è piaciuta veramente tanto, così ho deciso di buttarmi. (Per approfondimenti sulla challenge in questione, vi lascio il link : http://freeforumzone.leonardo.it/d/10511289/-Slice-of-Life-challenge/discussione.aspx/1 )

Cercherò di aggiornare la raccolta il più costantemente possibile, spero di riuscirci con frequenza settimanale.

Sarà una raccolta di one-shots piuttosto brevi, si aggireranno tutte intorno alle 1000 parole, o comunque questa è la lunghezza che mi sono prefissa. Saranno brevi spaccati di vita quotidiana. Pillole, piccole ma non troppo, che potranno essere lette singolarmente o nel complesso, perché rientreranno tutte nell’ambito di un ipotetico scenario post 5x13 ambientato ai tempi nostri, a tutto Merthur ovviamente.

La sfida consiste nell’utilizzare tutti 20 prompt dipingendo dei quadri di vita quotidiana. Per chi si sta chiedendo su cosa verteranno i prossimi capitoli, eccovi tutti i prompt della challenge:

1.Libro 
2. The 
3. Divano 
4. Colazione 
5. Bagno 
6. Bicchiere di vino 
7. Collana 
8. Anello 
9. Regali di Natale 
10. Letto 
11. Torta 
12. Giardino 
13. Computer 
14. Telefonata 
15. Dolci 
16. Compleanno 
17. Vacanza 
18. Gita in montagna 
19. Giro in bicicletta 
20. Bacio 

Il titolo della raccolta prende ispirazione dall’omonima canzone di apertura dell’album “Let It Be” dei Beatles, “Two of us” appunto. Perché? Perché la trovo deliziosa, perché parla di “you and me”, di ritornare a casa insieme, di ricordi, di stupidaggini quotidiane, e perché veramente la sua chitarra ha il sapore di casa.

 

NOTE SUL LIBRO: Ho amato particolarmente questo primo prompt. Sarà che sono una lettrice accanita, sarà che i libri mi affascinano moltissimo anche come oggetti, sarà che vedo Merlin benissimo con un libro in mano o circondato da scaffali e scaffali di volumi inesplorati. Mi è piaciuto tanto scrivere questa prima storia. Punto.

Ho citato due romanzi che amo immensamente, anche se sono agli antipodi tra loro come genere, stile, contenuti… ma mi sono divertita a inserirli entrambi nella personale libreria del nostro mago adorato.

Vi lascio alla storia, spero di tornare prestissimo con la prossima one shot!  Mi farebbe veramente piacere ricevere le vostre opinioni!

Al prossimo capitolo,

Elwing…

  

Prompt 1: Libro 

 

 1

Profumo di pagine

 

Amava il profumo che gli entrava nelle narici quando in estate varcava la soglia della sua libreria. Un piccolo gioiello che si era costruito nella vecchia casa di Glastonbury 1, acquistata da un pastore verso la fine del diciannovesimo secolo, e riempita nel corso dei decenni di piccole e grandi cose che lo facevano sentire un po’ più vicino a quella terra, un po’ meno viandante dei secoli. Ci ritornava periodicamente, attratto da quelle acque che vegliava da tempo immemore senza mai abbandonare la speranza. Era tornato anche quella primavera, ed insieme alla natura, quella volta si era risvegliato anche il suo cuore.

 Tra gli innumerevoli doni dell’estate, uno di quelli che apprezzava di più era l’effetto che il calore dell’aria aveva sui profumi: tutto sembrava svegliarsi e assumere note più intense e definite. Aveva sempre amato tutto dei libri, ma in quel particolare periodo dell’anno il profumo delle pagine era amplificato deliziosamente.

Merlin si avvicinò ad uno degli scaffali, allungando una mano affusolata e carezzando il dorso dei volumi perfettamente ordinati. Ne estrasse uno sottile, dalla copertina appena sgualcita, si acciambellò sulla poltrona di velluto verde a coste anni Quaranta, vicino alla finestra, e aprì il libro ingiallito.

Non avrebbe saputo dire quanto tempo fosse passato, o se ne fosse passato in assoluto, se non per le pagine che aveva letto che si inspessivano sotto le sue dita e per la luce che filtrava dalla finestra che era mutata dall’oro all’arancio.

I libri erano divenuti fedeli compagni delle sue veglie, voci nel silenzio di un’attesa eterna che lo avevano accompagnato quando niente sembrava poter lenire il suo dolore, mani gentili che accarezzavano le pieghe della sua sofferenza e gli facevano pesare un po’ meno la solitudine. Merlin non leggeva semplicemente i suoi libri, assaporava le loro parole per sentirne la dolcezza sulla punta della lingua, leggeva per nutrire il suo spirito, beveva i pensieri di quegli autori avidamente, come solo un innamorato sa fare.

I suoi occhi blu correvano agili sulla carta: ‘E’ vero, io sono solo un viandante, un pellegrino su questa terra. Voi siete forse…’ 2 Udì uno scricchiolio del parquet alle sue spalle, passi famigliari, eppure ancora così sorprendenti dopo secoli di silenzio. Si accorse di stare trattenendo il respiro quando Arthur si protese oltre lo schienale della poltrona, affiancando il volto al suo, scrutando con fare interrogativo prima lui, poi il volume aperto sulle sue ginocchia.

“Non mi dire che stai ancora leggendo quel libro!” lo apostrofò con uno sbuffo.

Merlin si voltò a fissarlo fingendosi indignato, i loro visi vicinissimi, poteva percepire il respiro del suo re sulla pelle. Gli occhi del mago per un attimo scivolarono sulle labbra di Arthur.

“E’ almeno la terza volta che te lo vedo tra le mani in tre mesi!” borbottò.

Merlin sorrise, carezzando la pagina ruvida: “E’ un po’ come un vecchio amico, è dalla prima edizione che continuo a rileggerlo, dal 1774.”

“Appunto! Capisco il tuo amore per la lettura, ma non c’è neanche una mezza battaglia, un drago, dei cavalieri, che ne so, qualche malvagio da sconfiggere! È una storia di una tristezza infinita!”

“Bellezza infinita, vorrai dire.” Chiuse il libro con un tonfo ed uno sbuffo di polvere.

“Sarà.” Concluse Arthur poco convinto.

Merlin ridacchiando si alzò dalla poltrona, e si avvicinò ad un altro scaffale.

“Ho un libro che potrebbe fare proprio al caso tuo, testa di legno!” il mago estrasse un tomo  bello corposo, con il titolo elegantemente vergato in oro sulla copertina. Lo porse ad Arthur con un sorriso trionfale, come se gli avesse appena consegnato il Sacro Graal.

Questi aggrottò le sopracciglia e storse le labbra, poi con un mezzo grugnito recitò: “Il Signore degli Anelli… Fai sul serio?!”

“Fidati, lo amerai.”

“Ma hai idea anche solo di quanto pesa? Saranno almeno cinquecento pagine!” si lamentò accigliato.

“1031 per l’esattezza, senza contare le appendici.” Precisò Merlin con un tono orgoglioso.

“Cosa?!” esclamò Arthur “Scordati che io mi metta a leggere tutta questa roba!”

Il mago lo guardò con un sorriso dolce, sollevando un sopracciglio, come se volesse insieme sfidarlo e chiedergli di dargli una possibilità. L’antico re alzò gli occhi al cielo e sospirò. Capì di essere fregato, non sarebbe mai riuscito a negare veramente qualcosa a Merlin, non quando lo guardava con quella faccia da schiaffi e gli incollava addosso quei magnifici occhi blu. Non da quando era tornato e la paura di doversi separare nuovamente da Merlin era tanto forte da paralizzarlo. Non ora che erano davvero insieme.

“D’accordo, ci proverò!... ma non meravigliarti se dopo tre pagine sarò crollato per il sonno!”

Avevano trascorso tutta la sera a leggere seduti sul divano.

“Forza, facciamo questo esperimento!” aveva sospirato Arthur lasciandosi crollare sui cuscini morbidi con la copia del Signore degli Anelli tra le mani. Il mago non aveva aggiunto nulla, e lo aveva seguito con un ghigno furbo che era passato fortunatamente inosservato dall’altro.

Merlin ogni tanto sbirciava da sopra la sua copia del Werther, sorridendo nel vedere Arthur immerso in quelle pagine, sulle quali i suoi occhi azzurri vagavano voraci e brillanti, avidi come il mago non li aveva mai visti, non per un libro almeno.

Dopo aver terminato la sua lettura, Merlin cercò di raggomitolarsi sul divano nel tentativo di trovare la posizione più comoda per un sonnellino. Arthur sollevò appena un occhio dalla pagina indispettito da quel trambusto, poi, vedendo che il ragazzo continuava a girarsi e rigirarsi come un’anima in pena, senza dire una parola, allungò un braccio verso Merlin, cingendolo per la vita e tirandolo a sé senza tante cerimonie e senza interrompere la lettura.

Il mago si appisolò con il volto sulla spalla del re e con un sorriso dolce sulle labbra. Quando si risvegliò, l’orologio segnava le 2 e 30 del mattino. Si stiracchiò con uno sbadiglio, per poi realizzare che il compagno era ancora nella stessa posizione, abbracciato a lui, ma chino sul suo libro.

“Arthur è tardi, andiamo a letto…” sussurrò con voce impastata dal sonno.

“Zitto Merlin! Non ora, Frodo è appena stato pugnalato da uno dei Cavalieri Neri!”

 

 

Note al testo:

Ho utilizzato l’ipotesi che la torre sul lago di Avalon che si vede nell’ultima scena dell’episodio 5x13 faccia riferimento al Glastombury Tor, facendo finta (permettete la licenza poetica) che lì vi sia ancora un lago. Nella mia storia quindi Merlin avrebbe comprato una casa a Glastonbury per essere vicino ad Arthur nell’attesa del suo ritorno.

Frase tratta da “I dolori del giovane Werther” di Johann Wolfgang Goethe. Completa sarebbe: “E’ vero, io sono solo un viandante, un pellegrino su questa terra. Voi siete forse qualcosa di più?”

  
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