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Autore: blackmiranda    12/09/2014    6 recensioni
*INCOMPIUTA* Sette anni dopo la battaglia contro Deep Blue, una nuova minaccia si profila all'orizzonte. C'è solo un problema: le Mew Mew hanno definitivamente perso la loro mutazione e non possono più trasformarsi. Di conseguenza, Ryou è costretto a creare una nuova squadra di combattenti.
Riusciranno le nuove ragazze a sopportare il peso della loro missione e ad uscire a testa alta dal confronto con Ichigo, Minto, Retasu, Purin e Zakuro? E chi c'è dietro a questi nuovi attacchi alla Terra?
I nostri eroi saranno costretti ad affrontare un passato dimenticato e un futuro incerto, riscoprendo, passo dopo passo, l'amicizia e l'affetto che li legavano un tempo.
(Anche se dall'introduzione può non sembrare, in questa storia sono presenti tutti i personaggi dell'anime, più qualche "new entry". Mi impegno a dare a tutti loro il giusto spazio, magari sotto una luce diversa).
Era incredibile come nessuno di loro tre fosse riuscito ad essere immune al fascino di quelle umane ibridate. Cosa avevano mai di così speciale, da farli cadere ai loro piedi in quel modo vergognoso? Che diamine di sortilegio avevano gettato su di loro?(Cap.28)
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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“Ichigo-saaan!” gridò a squarciagola Suika, odiandosi per la sua stupidità. Come aveva potuto lasciare che succedesse una cosa del genere? L'ansia che provava rischiava seriamente di chiuderle la gola, ma non poteva permetterlo perché doveva stare dietro al Chimero e l'unico modo era correre a più non posso. Ancora una volta si ritrovò a invidiare le ali di MewSumomo. Se avesse potuto volare sarebbe stato tutto più facile, invece era costretta a monitorare la situazione da terra finché il Chimero si fosse fermato. Non c'erano appigli da cui darsi lo slancio necessario per saltare così in alto.

Entrarono nel quartiere dove abitava. Di fronte a lei si ergevano una serie di condomini illuminati da trenta piani l'uno, il che corrispondeva ad un'altezza di circa novanta metri.

Suika imprecò quando vide che il Chimero stava virando in verticale, andando a nascondersi sul tetto piatto di un condominio. Dovette riconoscere che era una creatura intelligente: aveva scelto il posto in cui le sarebbe risultato più difficile raggiungerlo.

Entrò a capofitto nell'edificio, guadagnandosi un'occhiata sorpresa da un condomino che stava uscendo dalla porta. “Mi scusi!” borbottò la ragazza, schivandolo e pigiando insistentemente il bottone dell'ascensore. Quello arrivò quasi istantaneamente e Suika ci si tuffò dentro. Per quanto veloce si sforzasse di essere, sentiva di stare perdendo troppo tempo. Quel mostro aveva preso Ichigo e lei era senza difese, incapace di trasformarsi...non voleva neanche immaginare cosa avrebbe potuto farle.

Cerco di calmarsi, prendendo dei respiri profondi mentre l'ascensore saliva. Il sangue le rombava nelle orecchie talmente forte da assordarla.

Sta' calma, sta' calma..., pensò disperatamente. Non capiva perché il Chimero se la fosse presa con Ichigo. Provò a ragionarci su, ma la sua mente era come inceppata. Un solo pensiero le girava costantemente per la testa: Cosa farò se resta ferita o peggio..?

Non sarebbe mai riuscita a perdonarselo.

 

***

 

Ichigo cercò in ogni modo di liberarsi dalla stretta del mostro, ma quest'ultimo era troppo forte e la teneva avviluppata nei suoi tentacoli mollicci e umidi, che le si erano attaccati alla pelle come colla.

Represse un moto di disgusto. Erano atterrati sul tetto di un condominio, illuminato a stento da quattro faretti posti agli angoli della struttura. Il tetto era uno spiazzo vuoto, fatta eccezione per un cassone in lamiera che la ragazza suppose fosse una specie di centralina.

La creatura aprì lentamente le due parti della conchiglia e da esse emersero altre appendici appiccicose. Ichigo si lasciò sfuggire un singhiozzo. Non si era mai sentita così indifesa in tutta la sua vita. Era appena tornata a Tokyo e un Chimero l'aveva già puntata: quali erano le probabilità che una cosa del genere accadesse?

Sotto i suoi occhi terrorizzati, una figura vagamente umanoide emerse dalla carne rosea del Chimero. Non poteva esserne sicura, con il buio della notte, ma le era sembrato che non avesse alcun lineamento sul volto.

“Che...che cosa vuoi da me?” chiese reprimendo altri singhiozzi. Doveva essere forte; era sicura che MewSuika fosse poco distante e che sarebbe arrivata a momenti.

L'essere senza volto non rispose. Ichigo avvertì il suo braccio destro muoversi: il Chimero lo stava facendo emergere dall'ammasso gelatinoso in cui l'aveva intrappolata. In pochi secondi il suo avambraccio fu esposto, mentre il resto del suo corpo, testa a parte, restava coperto dalle appendici bavose.

“Lasciami andare! Lasciami subito andare, hai capito?” sbraitò cercando di strapparsi i tentacoli di dosso con il braccio libero.

La creatura la immobilizzò con il proprio braccio, a cui era collegata una specie di mano dalle dita non del tutto formate. Il suo tocco la fece rabbrividire, anche perché era gelido. Alzò il braccio sinistro, che scintillò alla luce dei faretti, cambiando forma sotto gli occhi della ragazza: si appuntì progressivamente, fino ad assumere la forma di un lungo ago ipodermico.

A quel punto Ichigo capì quali erano le intenzioni della creatura. Ricominciò ad urlare, in preda al panico. Aveva il terrore degli aghi.

Quando l'essere le perforò la delicata pelle del braccio e iniziò a sottrarle il sangue, seppe che sarebbe svenuta.

 

***

 

Suika uscì dall'ascensore e puntò immediatamente la porta che dava sull'esterno, scoprendo che era chiusa a chiave.

Imprecò sottovoce, iniziando a spingere più forte che poteva nel tentativo di far cedere la serratura. La prese a spallate, cosa che ebbe come unico risultato quello di ammaccarle la spalla destra.

Sentì l'ira montarle dentro. Era esausta per la corsa, sentiva la gola riarsa e la spalla le pulsava dolorosamente. Non avrebbe permesso a una porta di sbarrarle la strada, non dopo tutta la fatica che aveva fatto.

Con tutte le forze che aveva, sferrò un calcio poderoso alla maniglia e quella finalmente cedette, portandosi dietro un pezzo di muro.

Spalancò la porta con un gesto secco e si trovò a guardare giù. Le auto sembravano giocattoli per bambini da quell'altezza. Alla sua destra individuò una scala a pioli che certamente doveva portare al tetto. Iniziò a salire, imponendosi di non guardare in basso.

 

***

 

Ichigo avvertì l'urlo disumano del mostro come se questi fosse a metri e metri di distanza e non di fronte a lei. Tutto era ovattato e sfocato, i sensi la stavano abbandonando e quasi non si accorse di essere caduta per terra, a pancia in su. Il braccio le bruciava terribilmente.

“Ichigo?” la chiamò qualcuno, passandole una mano dietro alla schiena. “Ichigo, perché non sei trasformata?” proseguì la voce mentre qualcuno la scuoteva rudemente per le spalle.

Non sono trasformata perché non posso più, non lo sai?, avrebbe voluto dire, ma aveva la bocca impastata. Sbatté le palpebre, cercando di mettere a fuoco il mondo intorno a sé, ma era maledettamente difficile ed essere scossa in quel modo non la aiutava per niente.

Si sentì prendere in braccio. La testa le ricadde mollemente all'indietro, ma sentì di stare respirando meglio. Prese un paio di respiri profondi e la vista le si schiarì.

“Dov'è il Chimero?” mormorò sfregandosi debolmente gli occhi.

“Non preoccuparti, l'ho fatto fuori.” rispose la voce, sicura di sé.

La ragazza sbatté di nuovo le palpebre, osservando perplessa il volto che si ritrovava a pochi centimetri di distanza. Occhi alieni, pensò mentre sentiva il cuore accelerare i battiti. Occhi dorati che la scrutavano pieni di curiosità mista a dolcezza.

Non è possibile. “Kisshu?” sussurrò a bocca aperta.

Lui sorrise amaramente. “È un po' che non ci si vede, eh?”

La voce ringhiante di MewSuika li interruppe: “Lasciala subito andare, mostro!”

Si girarono entrambi a guardarla. La ragazza aveva il fiatone, i capelli rossi scompigliati e uno sguardo di fuoco. Kisshu sembrava perplesso. “Chi è, una tua nuova amichetta?” chiese ignorando l'ordine che gli aveva appena impartito.

“Suika, aspe...” fece Ichigo debolmente.

Ribbon...star light!

L'alieno imprecò, mollando Ichigo senza tante cerimonie e schivando l'attacco per un pelo. La ragazza cadde sul fondoschiena, ammaccandoselo dolorosamente.

“Ma che ti prende, razza di mocciosa?” inveì Kisshu estraendo i suoi sai.

“Suika, aspetta! Lui non è...” Ichigo fece una pausa, incerta su cosa dire. Non è cattivo? Non è nostro nemico? “...non è come gli altri.” finì dubbiosa.

“Come sarebbe?” protestò Suika senza riporre l'arma.

“Significa che le ho appena salvato la vita.” rispose Kisshu piccato.

Ichigo cercò di alzarsi in piedi. Sia Kisshu che Suika le si avvicinarono, sostenendola. “Stai bene?” le chiese la Mew Mew, che sembrava sul punto di scoppiare in lacrime. “Ho fatto più in fretta che potevo, lo giuro...”

Ichigo le accarezzò la testa. “Non è colpa tua, Suika-chan.” la rassicurò, sforzandosi di rimanere lucida.

“Lo sapevo che sareste arrivati, prima o poi.” fece all'improvviso una voce alle loro spalle. Si voltarono tutti e tre: a qualche metro di distanza, di fronte a loro, fluttuava un alieno vestito di nero, dai lunghi capelli legati in una treccia.

“Kue.” lo riconobbe Suika, assumendo una posizione difensiva.

“Lo conosci?” le domandò Kisshu avvicinandolesi.

La ragazza annuì. “Lui e un altro alieno di nome Kuchen sono i responsabili degli attacchi che stiamo subendo.”

Kue ridacchiò. “Questo perché noi non siamo traditori della nostra specie come lui.” disse indicando Kisshu con disprezzo.

L'alieno sbuffò. “I terroristi sul nostro pianeta siete voi, non noi.”

“Quando il governo è ingiusto, coloro che si ribellano sono i veri eroi.” sentenziò Kue evocando la propria falce argentea. “Vediamo di che pasta sei fatto, cane dell'usurpatrice.”

Kisshu sorrise, gli occhi che brillavano. “Con molto piacere.” Schizzò in avanti, attaccando senza pietà, mentre Kue un po' parava e un po' schivava i suoi assalti.

Suika sembrava indecisa sul da farsi. “È vero che ti ha salvata, Ichigo-oneesama?” le chiese corrugando la fronte.

“Sì, per quanto strano possa sembrare...” ammise lei seguendo preoccupata lo scontro. I due alieni sembravano danzare in mezzo a sprazzi di luce argentea, da quanto fulminei erano i loro attacchi. Non riusciva a capire chi dei due stesse avendo la meglio, e la cosa la preoccupava. Il ricordo della morte di Kisshu si fece strada nella sua testa e i suoi tentativi di ricacciarlo indietro furono inutili.

“Suika-chan, vai ad aiutarlo, per favore!” gemette.

La ragazza sembrò sorpresa. “Io sono qui per proteggere te, oneesama. Ho già permesso che il Chimero ti portasse via...”

“Io sto bene, non è me che vuole Kue.”

“Non possiamo saperlo con certezza!” protestò lei, ma si zittì quando vide lo sguardo supplicante di Ichigo. Annuì lentamente, stringendo lo scettro tra le mani. “Va bene. Mi è rimasta la forza per un altro attacco, credo.” Sospirò. “Allontanati, per favore.” le intimò prendendo la rincorsa e saltando.

 

***

 

I due alieni stavano combattendo furiosamente, fluttuando in aria a pochi metri da dove si trovava. Kue mulinava pericolosamente la falce mentre Kisshu, più insidioso, cercava dei buchi nella sua difesa.

Suika prese la rincorsa e saltò, pregando che Kisshu si togliesse di mezzo per non venire colpito dal suo attacco. E dire che poco prima aveva quasi rischiato di farlo secco...

Ribbon...” iniziò, attirando immediatamente l'attenzione dei due.

“Kisshu, scappa!” esclamò Ichigo dietro di loro. L'alieno non se lo fece ripetere due volte, teletrasportandosi fuori dal raggio d'azione dell'attacco della Mew Mew.

...star light!” fece Suika per l'ennesima volta, avvertendo le sue forze che si prosciugavano.

Kue fu colpito di striscio, ma comunque parve accusare il colpo, facendosi sfuggire un gemito.

Suika atterrò poco distante, vicino al bordo del tetto. Ansimava per lo sforzo. Appoggiò le mani sulle ginocchia, chiudendo gli occhi per una frazione di secondo.

Improvvisamente l'alieno, spuntato da chissà dove, le fu addosso, furente. “Maledetta..!” sbraitò colpendola con un manrovescio.

Suika barcollò, la guancia che bruciava, e fu in quel momento che avvertì il terreno mancarle sotto i piedi.

Si rese conto di stare cadendo che era già a metà strada tra il tetto e il terreno.

Un grido terrorizzato le uscì dalla bocca, mentre tentava disperatamente di aggrapparsi a qualcosa, ma non c'era nulla a cui aggrapparsi... Si chiese se sarebbe morta o se semplicemente si sarebbe rotta la schiena, rimanendo paralizzata a vita.

Le lacrime le ostruirono la gola. Chiuse gli occhi, preparandosi al dolore tremendo che, era certa, avrebbe avvertito non appena avesse toccato terra.

Atterrò pesantemente su qualcosa, esclamando per il dolore, ma con estrema sorpresa si rese conto di non essersi sfracellata.

Aprì gli occhi, incredula, e si rese conto di trovarsi in braccio all'alieno chiamato Kisshu. Risalirono in un attimo i novanta metri del condominio e si ritrovarono nuovamente sul tetto, dove Ichigo li stava aspettando, pallida come un cencio. Di Kue non c'era traccia.

Kisshu sbuffò. “Fare l'eroe è stancante, chi l'avrebbe mai detto.” commentò posandola gentilmente a terra.

Suika tremava come un coniglio e sentiva di stare per vomitare.

“Stai bene?” chiese Ichigo inginocchiandosi di fronte a lei. La guardò con attenzione. “Ti si sta gonfiando la guancia...” disse con rammarico.

“Sarà meglio andarsene di qui.” fece Kisshu asciugandosi un taglio sanguinante sullo zigomo sinistro.

“Riesci ad alzarti?” le chiese Ichigo porgendole una mano. Sembrava sconvolta quasi quanto lei, aveva i capelli arruffati e la manica destra della camicia completamente strappata.

Suika cercò di fare forza sulle gambe, ma i suoi muscoli non sembravano avere intenzione di collaborare. Si sentiva molle come un budino. Solo allora si accorse di essere tornata umana, non ricordava quando, forse mentre cadeva...

“Venite qui, tutte e due.” intervenne Kisshu spazientito. Le prese per mano entrambe e in un attimo svanirono dal tetto, smaterializzandosi.

 

***

 

Ryou terminò spazzare il pavimento del Café proprio quando Ichigo entrò a capofitto nel locale, ridotta a uno straccio.

Il ragazzo si sentì gelare il sangue nelle vene. Mollò la scopa, che cadde per terra con un sonoro tonk.

“Ryou...” esordì lei, ma lui non le lasciò il tempo di finire. “Ichigo, cosa ti è successo?!” esclamò, prendendole il viso tra le mani senza riflettere. “Kei, ci serve il kit di pronto soccorso!” urlò.

Keiichirou emerse dalla cucina con le maniche della camicia arrotolate e schiuma bianca sulle mani. Sgranò gli occhi quando vide la ragazza, ma ebbe la prontezza di spirito di fare come gli aveva detto Ryou senza chiedere nulla.

Il ragazzo la costrinse a sedersi. “Ryou, ascoltami. Siamo stati attaccati da un Chimero.”

“Un Chimero..? Ma i nostri sensori non hanno rilevato niente...” protestò lui mentre il suo sguardo cadeva sull'avambraccio nudo di lei, dove si stava formando un livido scuro.

“Ascoltami e sta' zitto, per favore.” Ichigo si passò una mano sulla fronte. “Kisshu è tornato. È qui fuori, con Suika. Ci ha aiutate quando è comparso l'altro alieno, quello con la falce.” spiegò con un filo di voce.

In quel momento Kisshu apparve sulla porta, con la ragazzina in braccio, rannicchiata contro il suo petto. Era proprio lui, dovette riconoscere Ryou: un po' più alto, un po' meno magro, con i capelli più lunghi lasciati liberi di cadere appena sopra le spalle. Indossava un vestito bianco e blu, vagamente simile a una divisa.

“Credo che si sia addormentata...” disse l'alieno indicando Suika con un cenno del capo. Era pallidissima, quasi quanto lui, e aveva il respiro pesante e una guancia gonfia, arrossata.

Kei tornò con il kit del pronto soccorso, si accorse dell'alieno e si bloccò all'istante, guardandolo malissimo.

“Lo so cosa stai pensando, damerino, ma io non c'entro niente con tutto questo.” si difese Kisshu.

Ichigo annuì stancamente. “Ha ragione, Kei. Ti prego, occupati di Suika...credo che abbia esaurito le energie a causa del combattimento.”

Ryou sospirò. “Non ho idea di cosa stia succedendo, quindi ora ci sediamo e me lo spiegate, ok?” disse spazientito. “Kei, porta Suika a letto. Probabilmente ha solo bisogno di dormire, ma falle un controllo per sicurezza, e mettile del ghiaccio sulla guancia.”

Kisshu passò a Kei la ragazza, che parve non accorgersi di nulla tanto il suo sonno era profondo.

Ryou intanto aveva aperto la scatola del pronto soccorso e ne aveva estratto del disinfettante e dei cerotti. “Per il tuo zigomo.” disse all'alieno con fredda cortesia. Kisshu lo ignorò, sedendosi vicino a Ichigo.

Ryou sentì il sangue ribollirgli nelle vene, ma cercò di controllarsi. Aprì la bocca per parlare, ma fu interrotto dall'ingresso di un trafelato Aoyama.

“Masaya!” esclamò Ichigo schizzando in piedi e abbracciandolo.

Aoyama la strinse a sé, chiudendo gli occhi e tirando un sospiro di sollievo. “Ichigo, meno male che sei salva...” mormorò riaprendo gli occhi.

“Cosa ci fa lui qui?” chiese non appena si rese conto della peculiare compagnia in cui erano.

Ichigo si staccò quel tanto che bastava per girarsi a guardare l'alieno, che li stava fissando con uno sguardo che a Ryou non piacque per nulla. “Adesso vi spiegherò tutto.” promise la ragazza. “Ma prima ho bisogno di un bagno e di un caffè.”

 

***

 

Restarono ad aspettarla in silenzio, Kisshu seduto ad uno dei tavoli, Aoyama in piedi di fronte alla porta e Ryou appoggiato ad una colonna, a braccia conserte.

Aveva sperato di andare a dormire relativamente presto, quella sera, ma a quanto sembrava avrebbero fatto le ore piccole, cercando di chiarire quel casino.

Lanciò un'occhiata gelida all'alieno, che a sua volta non staccava gli occhi da Aoyama. Se gli sguardi potessero uccidere..., pensò infastidito. Aoyama non gli era mai piaciuto, ma si era ormai rassegnato al fatto che Ichigo avesse occhi solo per lui, e non vedeva perché Kisshu non riuscisse a fare altrettanto. D'altra parte, lui poteva avere tanti difetti, ma di sicuro non era fuori di testa come Kisshu: Ichigo era la sua ossessione, lo sapevano tutti, e non c'era da meravigliarsi se ancora non gli era passata, dopo tutti quegli anni. Non sapeva se fidarsi di lui fosse saggio, tuttavia non li aveva attaccati dopo che Suika era svenuta, e quello si sarebbe potuto interpretare come un buon segno...

Scosse la testa. Non avevano individuato l'attacco alieno, il che significava che il nemico era riuscito nuovamente a schermare il segnale. Avrebbe dovuto ricalibrare i sensori un'altra volta.

La ragazza fece la sua comparsa mezz'ora dopo, con i capelli rossi ancora umidi e una tazza di caffè bollente in mano.

Si sedette, bevendone un sorso, e poi li guardò tutti e tre, uno dopo l'altro. “Da dove volete che cominci?”

Ryou fece un passo avanti. “Hai detto che un Chimero vi ha attaccati.”

“Sì, stavamo accompagnando a casa Suika-chan...” rispose Ichigo.

“Era una specie di bivalve.” continuò Aoyama. “Viola, alto circa due metri. Per un po' ha attaccato MewSuika, poi si è rivolto verso Ichigo e l'ha catturata.”

“Mi ha avviluppata in delle specie di tentacoli appiccicosi ed è volato via, finendo per atterrare sul tetto di un condominio.”

“Ma...perché?” domandò Ryou, interdetto. “Cosa voleva da te?”

Ichigo trattenne un brivido, allungando il braccio per far vedere il livido. “Il mio sangue, a quanto pare.” disse mestamente.

“Perché Ichigo non può più trasformarsi?” chiese di punto in bianco Kisshu. Sembrava arrabbiato.

“La mutazione non funziona più con l'avanzare dell'età.” rispose Ryou. “Per questo abbiamo creato nuove Mew Mew.”

Kisshu parve sorpreso. “Quindi adesso siete delle umane come tutte le altre?” chiese alla ragazza, una nota di delusione nella voce.

Ichigo annuì. “Con una sfortuna pazzesca, ma per il resto...”

“Non è stata sfortuna.” la contraddisse Ryou sovrappensiero. “Quel Chimero deve aver visto qualcosa in te che l'ha distratto dal suo obiettivo principale, ovvero Suika.”

“Quando sono arrivato le stava ancora prelevando il sangue. Significa che stavano cercando di avere un campione del suo DNA.” osservò Kisshu freddamente. “Ma se ora non sei più una Mew Mew, non se ne farebbero nulla, giusto?”

Un silenzio di tomba calò sul gruppetto. Kisshu sollevò un sopracciglio. “...giusto?”

 

 

 


 



Buongiorno a tutte! :) Allora, che dire... Beh, innanzitutto, per chi non conosce i miei gusti, ci tengo a rimarcare una cosa... Io AMO Kisshu. *.* E quindi sono estremamente contenta che sia finalmente comparso (alla buon'ora, ci sono voluti solo 16 capitoli! xD). Non temete, Pai e Taruto non mancheranno ancora per molto! :) Ci sarà da divertirsi. *sogghigna*
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che la storia continui a interessarvi; se vi va di farmelo sapere, i commenti sono come sempre bene accetti. Intanto ringrazio tantissimo Hypnotic Poison che non tralascia mai di lasciare una recensione. :3
Arrivederci al prossimo capitolo! ;)

   
 
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