Il
Diario di Zexion 5: L’Emo vien mangiando
Serio Diario,
A distanza di molte
ore, circa le stesse con cui Xemnas valutò l’entrata o meno di Marluxia nella
nostra Organizzazione (tempo che, come si sa, non è stato abbastanza!), dopo
aver fatto una scarsa colazione e essermi tagliato i denti, mi diressi ancora
dolorante come una pasqua dall’unico che poteva darmi una risposta concreta al
penoso dubbio, cioè il Superiore.
Lo trovai a giocare
a Solitario. Cosa facile per un Nessuno, perché, se anche qualcuno volesse
farsi una briscola, non potrebbe farlo con uno dei nostri, in quanto non
esisterebbe. Si vedeva da lontano che non era di ottimo umore:
- Mio Signore, cosa
la disturba?-.
- Me lo chiedi
anche?!-, sbottò il Sommo,- Stamattina mi sono alzato dal letto, ma ho capito
che il letto non esiste. Quindi, depresso, volevo farmi un toast, ma poi mi
sono accorto che neanche quello esiste. Allora ho premuto Ctrl, Alt, Canc e mi
sono bloccato…-. Avrei voluto
addolorarlo anche di più, ma le domande erano tante:
- E dove sono tutti
gli altri?-.
- Oh, credo stiano
curando la loro igiene intimo…-.
- Perché tu allora
non sei…?-.
- Amico mio, la
sicurezza innanzitutto. Va bene il piacere, ma se non sui… Ma comunque, perché
sei venuto da me?-.
- Perché mi fa un
male la testa…-.
- E cribbio, te l’ho
detto un sacco di volte che prendere a testate il muro non aiuta. Ti ricordi
che hai fatto alle mura di Radiant Garden?! Non è stato piacevole…-.
- Appunto. Ma c’era
anche una gran confusione in stanza…una cosa…-.
- Mio caro-, rispose
lui,- se tu non esisti, non esiste neanche la tua stanza. E quindi neanche il
tuo disordine-.
- Ma io….ma io…!-.
- Non balbettare,
che mi ricordi Axel la prima volta che conobbe Marluxia e si sbagliò di brutto.
Secondo me stai male. Ed è colpa di una cosa sola…-.
- Il bruciore al
c***o che ho?-.
- Anche. In
particolare, mangi troppo poco-.
Rimasi tramortito,
era vero. Io non mangiavo quasi mai. Perché, come è ovvio, serio Diario, prima
di affrontare ogni pasto devo pianificarlo nei minimi particolari, in modo da
piegare ogni portata alla mia volontà e far si che il condimento ceda
all’oscurità del suo cuore. E, ovviamente, il dolce deve diventare l’amaro. Ma
ci metto troppo tempo e allora il mangiare viene sempre rinviato. Quindi
rimango sempre a digiuno: mica male, perché la cosa è certamente dolorosa.
Queste furono appunto le cose che spiegai al Superiore. Che rispose subito:
- Ma hai mai
considerato come potresti soffrire se mangiassi oltremisura?-. E si mise a
spiegarmi i grandi pregi medici e dolorifici degli eccessi alimentari: vomito,
bulimia… Ne rimasi molto interessato e gli prestai subito fede. Gli chiesi
allora come fare a mangiare.
- Ohi, non siamo in
un’Organizzazione solo per organizzare meglio le serate calde. Stasera a cena
ognuno ti darà qualcosa in più da mangiare-. Io risposi:
- Ci sto, basta che
le portate siano diverse da quelle de “Il Diario di Larxene”-.
- E sia, ora scusami
ma mi scappa proprio…-, e Xemnas materializzò subito un bagno oscuro, dove
entrò senza aspettare poi molto.
Io tornai quieto
quieto alla mia stanza, dove, aspettando il grande (e primo) pasto, cercai di
farmi venire ancora più appetito praticando degli sport itineranti quali: salto
della lama, corsa a dolori, lancio del coltello, tiro al corpello e altri.
Serio Diario, tanto
mi affaticai e tanto feci, che giunto in sala da pranzo stasera avevo una fame
grandissima, enorme come il numero di cicatrici sul corpo di Xigbar, che io non
sono mai riuscito a eguagliare, con mia grande vergogna. Come al solito, a
tavola c’era una grande cagnara. Chi si lamentava ad alta voce del cuore che
non aveva, chi lanciava le cose, chi si giocava anticipatamente le portate, chi
doveva andare dal fabbro a farsi fare il duplicato delle chiavi… Dopo la
preghiera, però, tutti cominciarono a mangiare facendo ancora un sacco di
chiasso, ma stavolta più localizzato. I miei…compagni?…amici?…Boh?! Avevano
evidentemente ricevuto già da molto l’ordine del nostro capo: infatti
cominciarono a venire da me a turno portandomi qualcosa.
- Xemnas, tu che mi
porti?-.
- Caro mio, non ti
porto niente!-.
- Niente?! E come?!
Perché?! -.
- Semplice. Il
niente è supremo. Il niente è la vera essenza del…-.
- Si, va bene,
grazie, ho capito!-.
- Xigbar, spero
proprio che tu…-.
- Esco qua! Un bel
po’ di… yep…scietrioli!-.
- Oh, almeno è un
cibo normale, ma perché proprio loro?-.
- E che ne scio? Sci
scono delle fang….fangirls, ecco sci, che me ne regalano a miglia…ia….yep!-
- Strano davvero,
grazie ancora-.
- Xaldin, prego,
offri pure….No, aspetta?! Che cazz…..che cazz….?! AHHHHHHHHHH!!!!!-.
- Ecco qua. Una
libbra della tua carne. Buon appetito-.
- Oh,
grazie….grazie… E’ stato veramente fenomenale!-.
- Ecco Vexen. Tu che
mi porti?-.
- Un ghiacciolo al
limone-.
- Che pena, sempre
la stessa storia!-.
- A pensarci bene,
potevo replicar…-.
- No, va bene così,
grazie tante-.
- Laexeus…? E tu…?-.
- Pietre-.
- Uhmm…mi sa che
queste mi rimarranno sullo stomaco!-.
- Ciao Saix…-.
- Ecco a te: un bel
cesto di “Palle di Mozart”-.
- Buone, sono
fresche?-.
- Appena asportate-.
- Capisco, capisco,
grazie-.
- Ma che piacere
Axel…davvero… Almeno, dimmi che mi hai portato qualcosa di buono…-.
- Ecco qua: un bel
Caldo Caldo-.
- Ma io volevo
qualcosa da mangiare!-.
- Allora, bassotto,
fai silenzio, altrimenti ti faccio “assaggiare” io cos’ho davvero di caldo
caldo!-.
- Sparisci. Subito-.
- Il piatto di
Demyx?-.
- Avevo…paura…non…Ti
prego, non farmi del male!-.
- No, va bene,
Demyx, è tutto a posto…-.
- No…ma io…Aspetta
che prendo il cartoncino coi suggerimenti…-.
- Via, via. Non è
successo nulla. Continua a mangiare, dai-.
- Luxord…spero
davvero che…-.
- Ok, ecco un piatto
di pasta…lo vedi? Lo vedi bene?!-.
- Si, ora dammelo!-.
- No! Eccone altri
tre! E via… e via…E allora! Dov’è quello vero? Sei riuscito a seguirlo? Si
accettano scommesse, ovvio-.
- Ma vai a cag…-.
- Avanti, Marluxia,
dammi finocchi e piselli, dai…-.
- Neanche per sogno:
eccoti tante patate, invece!-.
- Mamma mia, quante!
Perché così tanti chili?-.
- Semplice: mai
usate in tutta la mia vita!-.
- Oh, Larxene…io…-.
- Tò, eccoti qualche
Pokemella-.
- E che **** è ‘sta
roba?!-.
- Tsk, non so, ma
tutti ormai me le tirano dietro…-.
- Ecco l’ultimo
Roxas-.
- Ciao Zexion.
Eccoti un bel gelato al sale marino…-.
- Oh, finalmente una
cosa normale!-.
-… sul tuo collo! Ah
ah ah ah ah ah ah!-.
- AHHHHHH!!! M******
se ti prendo!…-.
E con quest’ultimo
tiro mancino, finì la mia sobria cena. Mi sentivo veramente male. Avevo il
sospetto che la cosa, oltre a essere causata dalla grande quantità di cibo,
fosse colpa anche di Marluxia: evidentemente le patate di cui faceva uso erano
davvero avariate. Non feci neanche in tempo a salutare, tanto mi veniva da
rimettere, e non i peccati. Creai quindi anche io un gabinetto oscuro e mi
scatenai senza freno. In meno di venti minuti, avevo già perso tutto il peso
guadagnato. Quindi il tutto non era servito a niente. Volevo andare a dire
qualcosa a Xemnas, ma non lo trovai: neanche gli altri c’erano, per dirla
tutta. L’ultima volta che li vidi erano vicino alla camera di Vexen, con Xaldin
dotato di un grosso randello. Forse stavano giocando. Che bambini. Serio
Diario, sono ancora più debilitato di prima! Che perdita di tempo, e che
sofferenza così patetica. Devo migliorare ancora molto. Inoltre….OH, C*****, LA
REMISSIONE DI RITORNO!…..