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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    29/09/2008    4 recensioni
"Takao respirò affannosamente, guardando Yuri che stava scappando nel passaggio buio. Ce l'aveva fatta. Aveva vinto. Stringeva tra le mani Dragoon, il suo Dragoon, che gli aveva permesso di arrivare così in alto, di diventare quello che era. Non importava infierire su Yuri. In quel momento voleva solo tornare a casa." SALVE!!! SHUN CONTAMINA PURE I BEYBLADE!! Come vedete, la sottoscritta si è data alle YAOI anche qui!! Non le bastava FMA, Naruto e simili. No, è anche qui!! Per la vostra gioia!! Volevo darvi alcune info. Ho creato una what if ispirandomi al volume numero 6 del manga, rigorosamente TAKAOxKAI. E la dedico a Aduah!! La grande Aduah che conobbi sul fandom di FMA e che mi ha diciamo “addestrato” alle TakaoXKei con la sua “Non adesso”. GRAZIE ADUAH!! UN BACIONE!! SHUN
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kei Hiwatari, Takao Kinomiya
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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My Fic

FORSE QUALCOSA IN PIÙ…

Passarono le ore.

Giunse infine l’alba, e poi il giorno.

Nella grande camerata-dormitorio, i vari occupanti cominciarono a svegliarsi.

Anche Max cercò di rimettersi in piedi, e fu così che lo notò.

Si voltò verso Rei, che si stava in quel momento svegliando: “Dove sono Kai e Takao?” chiese preoccupato l’americano, seduto sul materasso, “Uhm…” mugolò il cinese, voltandosi verso il letto dell’amico giapponese.

Era vuoto.

Rei si svegliò del tutto in pochi secondi, rizzandosi seduto.

Anche il letto di Kai era vuoto.

I due amici si guardarono negli occhi: “Dove diavolo sono finiti quei due?? Kai è ancora convalescente! Oh, ma quando li trovo mi sentono!!” urlò Max, facendo per scendere dal letto, ma era ancora debole, non riusciva a stare in piedi.

Rei lo sostenne.

“Dove pensi di andare tu?” esclamò lui, “A cercarli, chissà dove sono finiti! E se Kai si fosse sentito male?” interloquì il biondino, cercando di divincolarsi dalla presa dell’amico più grande, “Tu non vai da nessuna parte, o almeno non da solo! Ti accompagno io. Forza, andiamo.” disse deciso il cinese, passandosi il suo braccio dietro la nuca, e sorreggendolo per portarlo fuori dalla stanza.

I due amici si trovarono sul ponte.

“Dove possono essere?” chiese preoccupato Max, guardandosi attorno.

Rei chiuse gli occhi, lasciandosi avviluppare dal vento che iniziava a soffiare, seppur leggero.

Il Sole era da poco sorto, e cominciava a scaldare l’aria.

Improvvisamente, il ragazzo cinese spalancò gli occhi: “Di qua.” disse solo, conducendo con sé il compagno più giovane.

Si diressero a poppa.

Appoggiati a una delle casse, addormentati, uno abbracciato all’altro, c’erano Kai e Takao.

Il russo avvolto dal maglione del giapponese.

La mano di Takao in grembo al compagno.

I due dormivano uno sulla spalla dell’altro, le bocche leggermente aperte.

I due amici si intenerirono a vederli così tranquilli.

Rei si inginocchiò presso Kai, scuotendolo leggermente: “Ehi, dormiglione, è ora di alzarsi.” sorrise, sussurrando a mezza voce.

Il russo si mosse, e aprì gli occhi.

“Ben svegliato, dormito bene sulla spalla di Takao?” scherzò Max, aggrappato a Rei per non cadere.

Il ragazzo si guardò attorno spaesato, poi si calmò vedendo il più giovane sdraiato ancora sulla sua spalla: “Si, abbastanza.” rispose sottovoce lui, “Cosa ci facevate qui fuori? Non dirmi che avete passato la notte qui!?” domandò il moro, strabuzzando gli occhi, “Si… Poi vi spiegherò tutto dopo. Takao ha un polso slogato, dovremmo portarlo in infermeria.” affermò Kai, alzandosi, e portando su con sé il ragazzino ancora addormentato.

“Perché hai indosso la sua felpa?” chiese argutamente Max, “Me l’ha data lui…” replicò solo, facendo per portare il compagno addormentato giù sottocoperta, quando il giapponese mugolò qualcosa, e cominciò a svegliarsi.

Lo poggiò subito a terra, sempre però tenendolo tra le sue braccia.

I suoi occhioni color cobalto ebbero un lampo di confusione nel vedersi in braccio al russo, e un improvviso rossore gli colorò gli zigomi, e poi circondato da Rei e Max: “Ragazzi, che succede?” chiese il ragazzino dai capelli blu sbadigliando, “Nulla, non preoccuparti, è che non vi trovavamo. Avete dormito qui fuori.” spiegò Rei ridendo, “Max, come stai?” chiese preoccupato Takao, notando l’aria stanca dell’amico “Bene, mi hai fatto spaventare. Forza, scendiamo di sotto, devi farti vedere quel polso.” affermò il biondo, aggrappato a Rei.

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Un paio d’ore dopo, Takao, Rei, Kai, Max e Kappa, assieme ai White Tigers e agli All Stars, uscirono sul ponte.

Il leader dei Bladebreakers aveva il polso fasciato, e il braccio legato al collo.

Mentre i loro compagni si sfidavano sui ring appositamente preparati, lui e Kai sedevano all’ombra, sui fasciami.

“Uffa, volevo anche io partecipare a qualche gara… Volevo sfidare Eddy e Kiki!!!!” piagnucolò lui, col visino imbronciato, “Te la sei cercata. Perché diavolo hai dato tutti quei pugni al cassone stanotte?” parlò piatto l’amico, “Te l’ho già spiegato…”, il tono del minore si fece triste.

Il russo sospirò.

Capiva il senso di colpa dell’amico.

“Senti, devo parlarti… Ma non qui. Vieni con me.”.

Il possessore di Dranzer alzò la testa.

Takao era in piedi, e gli tendeva la mano sana, “Devo parlarti.” ripeté lui.

Kai afferrò la sua mano e si alzò.

Sorreggendosi l’uno all’altro, si diressero verso poppa.

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“Allora, cosa volevi dirmi?”.

I due Bladebreakers si erano appoggiati alla ringhiera di poppa, e fissavano la scia biancastra lasciata dalle onde.

“Beh…. È difficile da spiegare… Come ti sentiresti se tu provassi affetto per una persona, ma che questo affetto si è tramutato in qualcosa di più?” pigolò quasi, tenendo gli occhioni bassi, “In che senso?” chiese Kai, un sopracciglio inarcato, “Se tu volessi bene a una persona, e poi scoprissi che provi qualcosa di più, che un semplice affetto per lei, come reagiresti?”.

Le parole del possessore di Dragoon sorpresero non poco il possessore di Dranzer.

“Beh, non so cosa risponderti, non ho mai avuto simili esperienze, però sicuramente proverei a parlargli.. Ma non direi che è un caso che possa riguardarmi. Perché me lo chiedi?” rispose sottovoce.

Takao non disse nulla.

Si limitò ad allontanarsi e ad appollaiarsi sulla ringhiera in metallo, dondolandosi e guardando il mare.

Il cuore del russo ebbe un tuffo.

“Scendi, non è divertente. Potresti cadere.” affermò lui, impallidendo improvvisamente; l’amico non rispose nulla, lo ignorò bellamente, continuando a dondolarsi

“Takao Kinomiya, scendi!! Non è divertente!” alzò la voce, poggiandogli una mano sulla spalla e voltandolo.

Il viso del ragazzino era solcato dalle lacrime.

“Takao, cos’hai?” chiese lui spaventato, ma l’amico non rispose, continuò a dondolarsi con lo sguardo vacuo.

Sotto di lui, il vuoto e l’Oceano.

“Takao! Scendi, per favore! È pericoloso.” quasi lo implorò il blader.

Ma il ragazzino non si mosse.

Kai era terrorizzato.

Cosa aveva trasformato in quel modo Takao?

Il SUO Takao?

Il ragazzino solare a cui si era tremendamente affezionato dopo anni di litigi?

Di cui si era innamorato?

Non poteva lasciarlo lì, seduto sul bordo.

Così, senza troppe cerimonie, gli cinse la vita con le braccia e lo sollevò leggermente, passandogli poi le braccia sotto le ascelle, facendolo scivolare giù dalla balaustra.

Incespicò e cadde a terra, sotto il peso del ragazzino.

Ma non lo mollò nemmeno per un momento.

Rotolarono all’indietro.

Senza dargli il tempo di reagire, si trascinò con lui tra le braccia fino alla parete, al sicuro e sufficientemente lontani dal bordo.

Poi lo abbracciò forte, impedendogli quasi di muoversi, permettendogli di piangere e sfogarsi nel suo abbraccio.

Takao continuava a piangere, il visetto nascosto sul petto del maggiore, le mani che si aggrappavano con disperazione alla sua maglia.

“Cosa ti succede?” gli domandò, stringendolo e cercando di calmarlo, “Sigh… Per te, conta solo la nostra rivalità, e la nostra amicizia… Non puoi pensare che io provi qualcosa di più…” sussurrò con la voce rotta dal pianto, stringendosi maggiormente, “Io provo qualcosa di più che una semplice amicizia nei tuoi confronti… Sigh… Ma non capisci che io… Ti amo…” disse tra i singhiozzi che si facevano sempre più forti.

Kai era rimasto sconvolto.

Aveva sentito bene?

O era diventato sordo tutto a un tratto?

Il suo cuore accelerò i battiti, e strinse maggiormente il ragazzino, sfregando la sua testa su quella del compagno, e carezzandogli la schiena.

“Scusami… Scusami se non ho capito prima i tuoi sentimenti, scusami se ti ho fatto soffrire.. Mi dispiace, Takao-kun… Scusami per essere stato così ottuso, piccolo…” mormorò, trattenendo a stento una lacrimuccia.

Poi gli si avvicinò all’orecchio.

Le due paroline che gli sussurrò, ebbero il potere di placare la tempesta che agitava quegli splendidi oceani cobalto.

I due ragazzi rimasero teneramente abbracciati a lungo, il minore in braccio al maggiore, non voleva più lasciarlo andare.

Perché lo amava.

SALVE!!!!

Sono tornata!!!

Questo dovrebbe essere l’ultimo capitolo della fic, dico dovrebbe perché Aduah potrebbe uccidermi in caso la volesse continuare, se la mettessi come conclusa.

Beh, che dire, le coccole regnano sovrane!!!

Adoro TAKAO e KAI assieme, sono troppo pucciosi!!!

UN GRAN BACIONE A ADUAH E AI MIEI LETTORI INVISIBILI!!!

SHUN

   
 
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