Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: bullet_    13/09/2014    6 recensioni
Che succede quando un ragazzo distrugge tutto ciò che hai sempre creduto di sapere su te stesso?
"Non mi piacciono i ragazzi. Ma mi piaci tu. Ha senso?"
"No."
"Bene."
{Lashton}
ıTRADUZIONEı
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Un po' tutti
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I want to have control
I want a perfect body
I want a perfect soul
I want you to notice when I'm not around
You're so fucking special
I wish I was special”
-Radiohead, 'Creep'

 

-Luke

 

“Luke?” mormorò Ashton contro la stoffa morbida della sua giacca.

“Mh?” rispose Luke. Ashton non stava più piangendo ma nessuno dei due voleva interrompere quel contatto.

“Grazie. Per...esserci stato. Di nuovo.”

“Quando vuoi.” gli disse Luke, nascondendo un significato diverso dietro alle proprie parole, sperando che Ashton leggesse fra le righe. “Quando avrai bisogno di me, io ci sarò.”

Dopo due soli giorni, Luke sentiva una specie di legame magnetico con Ashton. Simile a quello che aveva con Calum, ma diverso. Più tagliente, più delicato, più tenero e con un'intensità diversa. Di una diversa tonalità di rosso.

Faceva piuttosto paura.

Era piuttosto meraviglioso.

(Luke pensò distrattamente di essere andato fuori di testa. Ma stranamente, non era un problema.

Perché, Dio, ci si sentiva così bene ad essere fuori di testa quando Ashton poggiava sul suo petto.)

“Ashton?” disse Luke dopo un per sempre e mezzo. “Adesso ho un po' di freddo.”

“Oh!” esclamò Ashton e in un attimo si allontanò per cercare goffamente di sfilarsi la giacca di Luke, fin troppo grande per lui. Le sue guance avevano il colore dei petali di rosa. “Oh. Puoi—tieni, prendi la giacca—,”

“O magari potremmo andare a casa.” disse Luke. “È un po' tardi.”

Il volto di Ashton si incupì mentre reggeva la giacca di Luke come se fosse la prova di un crimine. “Oh. Okay. Io...è stato un piacere rivederti. Penso che—”

“Volevo dire, potresti venire a casa mia.” disse Luke, sforzandosi di parlare e sperando in una risposta che non era sicuro avrebbe dovuto volere. “Beh...è tardi ed è pericoloso andarsene in giro da soli e poi ho la sensazione che tu non voglia stare da solo e abbiamo un divano e poi penso che Calum non sia in casa oggi quindi magari potresti prendere il suo letto o io potrei dormire sul divano. Non ha importanza, però...insomma. Abbiamo della cioccolata calda. Se ti piace. O del tè. Potremmo preparare il tè. Dico per dire. Sai, se vuoi.”

Ashton lo fissò per 17.000 anni.

“Lascia—”

“Okay.” lo interruppe Ashton. “Okay, va bene. Insomma...la cioccolata calda mi sembra un'ottima idea. E anche i divani— voglio dire, non i divani. Quello che succede sui divani— merda! Dormire sui divani. Nient'altro di ciò che può succedere su un divano. Non che quella non sia una bella idea—aspetta. Lascia perdere. Io—niente. Sono stanco.”

Luke sorrise come il sole quando sorge mentre camminavano verso casa sotto la pioggia.

 

-

 

“Allora, tu vivi con...Calum?” disse Ashton, mentre attraversavano l'oscurità a passo veloce.

“Esatto.” gli disse Luke. “È il mio migliore amico da quando mi sono trasferito qui a tredici anni.”

“Lo conosco.” disse Ashton. “Credo. È Kiwi, giusto? Di Sydney?”

“Proprio lui.” rispose Luke. “Calum Hood. Un metro e ottantacinque di talento musicale e muscoli.”

“Mi sembra una descrizione accurata, da quel che mi ricordo.” Ashton rise leggermente e il petto di Luke era in fiamme perché adorava il suono della sua risata. “Abbiamo fatto un corso di musica insieme quando avevo tipo...sedici anni? Penso. Era piuttosto bravo con la chitarra, e ha anche una bellissima voce.”

Calum aveva già raccontato a Luke del corso di musica, ma non gli andava di ammettere di essere già corso a casa a raccontare di Ashton a tutti i suoi amici.

Annuì, avvicinandosi alla porta del suo appartamento e tirando fuori una chiave dalla tasca posteriore dei jeans.

“Eccoci qua.”

“Wow,” disse Ashton, sollevando la testa per osservare la struttura. “Sembra grande.”

“È una townhouse.” Luke sorrise, facendo cenno ad Ashton di accomodarsi. “Non è molto grande, in realtà. Abbiamo due stanze ed un guardaroba in cui abbiamo messo un materasso. È piuttosto piccola, ma ci piace così. È di sicuro meglio di qualsiasi cosa potessimo permetterci da soli.”

Ashton annuì guardandosi intorno. “Mi piace. Mi sa di...casa.”

“Grazie.” disse Luke con un sorriso, allungando una mano per prendere la giacca fradicia che Ashton si era sfilato non appena era entrato in casa. La sua maglietta era un po' bagnata sul colletto e l'acqua gli gocciolava lungo il busto e Luke non capiva cosa stesse facendo la sua testa ma non riusciva a non guardarlo perché le linee disegnate sotto alla maglia erano così...perfette.

Oh.

Vuoi...voglio dire, dovremmo preparare qualcosa? Tipo del cibo o—cosa?” Luke iniziò a frugare in giro per la cucina, infine prese del latte e la busta per la cioccolata calda. “La vuoi ancora giusto? Oppure abbiamo, tipo, dei noodles o cose del genere. Sia io che Cal siamo delle frane in cucina, ma—”

“Noodles e cioccolata calda andrà benissimo, Luke.” disse piano Ashton mentre si guardava intorno e Luke rimase incantato dal modo in cui le sue labbra avevano trasformato il suo nome in una poesia.

Luke cercò di tenersi impegnato scaldando il latte sul fornello e versandolo nelle tazze una volta raggiunta l'ebollizione. Poi versò il preparato per la cioccolata e mise una ciotola di ramen nel microonde.

“La sua cena è servita.” disse Luke in maniera teatrale, porgendo la cioccolata ed i noodles ad Ashton.

“Mi piace che ci hai messo la cannella sopra. Molto raffinato. Molto francese.”

“Ah sì?” Luke ghignò, bevendo un sorso dalla sua tazza.

“Non lo so. Probabilmente no.” gli rispose Ashton prima di continuare timidamente. “Grazie per la cena. E per avermi invitato. E per essermi amico.”

“Mmm, non ricordo di aver acconsentito ad essere tuo amico.” Luke si morse il labbro nel vano tentativo di trattenere un sorriso.

“Troppo tardi. Adesso non puoi più liberarti di me.” Ashton sorrideva, con gli occhi accesi e vivi e Luke non aveva mai visto niente di più bello e non riusciva più nemmeno a negare a se stesso l'evidenza, non poteva ignorare come il suo stomaco facesse le capriole e come il suo cuore battesse al doppio della velocità e come tutto nell'universo sembrasse ruotare attorno al modo in cui Ashton arricciava il naso quando rideva.

“Non credo ci sia qualcuno al mondo di cui vorrei liberarmi meno di te.” disse Luke, senza bisbigliare. Lo disse a voce alta e con coraggio, salvo poi rendersi conto del significato di quelle parole. Quelle parole che avevano ormai raggiunto le orecchie di Ashton.

Era come se tutto stesse

cadendo.

Il suono era impostato su muto. I respiri sospesi. Il sorriso di Ashton si trasformò in un'espressione vuota.

“Davvero?” chiese Ashton in un sussurro, come se avesse avuto paura di risvegliare qualcosa. Si stavano fissando e Dio, gli occhi di Ashton avevano il colore di tutte le cose più belle che questo pianeta avesse mai visto e Luke non poteva nemmeno mentire.

“Sì.” Merda Luke smettila di parlare—, “Sì, penso.”

Tutto quanto era immobile

e trepidante

e silenzioso

e bloccato

e

“Io—,” cominciò a dire Ashton e poi si interruppe e inspirò ed espirò. “Io...”

“Ho dei film!” esclamò Luke, sentendosi come se qualcosa lo stesse lacerando da dentro per via della non-risposta di Ashton alla sua non-domanda. “Ti piace la Disney? O forse i film d'azione? Sei il tipo da Avengers?”

Ecco bravo Luke fai finta che non sia successo niente se ne dimenticherà e tutto andrà bene cielo vorrei che Calum fosse a casa.

“Va bene qualsiasi cosa, quello che vuoi.” gli disse Ashton, guardandolo troppo e mordendosi l'interno delle guance. Luke cercò di allontanare lo sguardo dalla linea dei suoi zigomi ma era quasi impossibile perché, da quel che aveva avuto modo di appurare, Ashton era il magnete più potente al mondo, il peggior tipo di droga, assuefacente ed esilarante, ed era tutto ciò che Luke cercava disperatamente di non volere.

“Perché mi guardi?” chiese Ashton senza mezzi termini, senza nemmeno arrossire come faceva ogni volta che Luke lo guardava. Luke impallidì e sbatté le palpebre, mentre la paura ed il coraggio si arrampicavano lungo la sua cassa toracica come su una scala.

“Ch—che?”

“Mi guardi come...come se...lo sai.” Adesso Ashton stava arrossendo. “Era—era solo una cosa che mi chiedevo. Solo—lascia stare.”

“Che cosa ti chiedevi?” chiese Luke con più sicurezza, perché era così terrorizzato che gli mancavano la paura ed il respiro. “Ti guardo come...cosa?”

“Mi guardi come se fossi qualcosa—qualcuno.” Ashton era come Marte, caldo e rosso e senza un'atmosfera dietro a cui nascondere le sue emozioni.

“Tu sei qualcuno.” disse Luke seccamente, perché lui era Venere e aveva fin troppa atmosfera dietro a cui nascondersi ed era tossica e asfissiante e lo stava soffocando soffocando soffocando. “Io credo che tu sia qualcuno.”

“Anche io credo che tu sia qualcuno.” Ashton trasse un respiro profondo e i loro sguardi si incontrarono e Luke pensò che se le loro iridi fossero state acrilici avrebbero potuto dipingere una perfetta mattinata primaverile.

 

“Oh,” disse Luke, ormai incapace di formulare un pensiero coerente e comunque quand'era che Ashton aveva acquisito tutto quel potere su di lui? E perché? Luke si ritrovò a pensare ad una parola che iniziava con la lettera 'g', ma non rimase troppo sorpreso, perché se ne era accorto nell'istante in cui Ashton era entrato nel negozio di musica.

Gesù, era davvero passato soltanto un giorno?

“Penso...” cominciò a parlare Ashton, distogliendo lo sguardo per poi dirigerlo verso il pavimento. “Uhm...per caso hai Frozen? Non l'ho visto.”

Luke deglutì, cercando di ridarsi un tono. “Non—non è ancora uscito. Però se vuoi possiamo guardarlo su Megashare.”

“Okay.”

 

-

 

“Ash?” mormorò Luke assonnato. “Il film è finito.”

 

“Asfcadszzo” borbottò Ash. “Mi sono addormentato...la fine.”

Luke ridacchiò. Erano stesi uno di fianco all'altro sul pavimento, il computer al centro e entrambi avevano un cuscino sotto al mento. “Peccato. La fine è molto bella.”

“Uffaahhm” sbadigliò Ashton.

“Dovremmo andare a dormire.” Luke riusciva a malapena a tenere aperti gli occhi. Si stiracchiò.

“Mh-mh” rispose Ashton. “Cal?”

“Calum? È ad un concerto a Manchester. Perché?” gli disse Luke, ripensando alla foto che Calum gli aveva inviato. Lui insieme ad uno dei membri dei McFly, entrambi super sorridenti.

“Boh.” Ashton si accoccolò al cuscino. “Si sono sposati Anna e Kristoff?”

“Non proprio, ma sono per sempre felici e contenti.” gli disse Luke, spegnendo il computer e chiudendolo.

“Yay.” disse Ashton, con la voce impastata.

“Già.” Luke si alzò ma Ashton sollevò la mano e afferrò la sua caviglia prima che potesse andarsene.

“Luke?”

“Mh?” disse Luke, felice che Ashton non potesse vedere quanto fosse diventato rosso il suo volto.

“Resta con me.” Ashton si girò e il suo sorriso trasformò il cuore di Luke in un tamburo, mentre la luce dell'orologio della TV si rifletteva sul suo viso. “Ho paura del buio.”

Luke si morse il labbro e fece un respiro profondo.

“Okay, ma vieni a letto. Il pavimento è scomodo.”

“Okay.” Ashton sollevò le braccia in modo che Luke lo aiutasse ad alzarsi, era esausto e barcollava in maniera adorabile. “Sonno...”

“Si vede.” Luke rise, lo afferrò per il polso e lo condusse verso il caos della sua stanza.

“È un periodo un po' così.” mormorò Ashton. “Tu sei gentile. Tutti gli altri no.”

“Ti ringrazio.” Luke sorrise nel buio. “Ho bisogno di cambiarmi un attimo. Non riesco a dormire con i jeans.”

“Nemmeno io.” Luke si voltò mentre entrambi si sfilavano i pantaloni. Poi sentì il suono che fecero le lenzuola quando Ashton si infilò nel suo letto.

“Posso dormire sul pavimento—,”

“Nah,” lo interruppe Ashton. “Il pavimento fa schifo. Vieni. Non c'è problema.”

“Okay.” disse Luke cautamente, scivolando fra le coperte e sentendo le gambe di Ashton sfiorare lievemente contro le sue.

“Hai i piedi freddi.” ridacchiò Ashton. “'Notte.”

Luke sospirò, sentendosi felice e combattuto e desiderando qualcosa di più pur essendo incredibilmente soddisfatto.

“Buonanotte.”

 

-

 

Il mattino seguente il sole era accecante e Luke si risvegliò stringendo la mano di qualcuno. Aprì gli occhi per vedere Ashton disteso alla sua destra. Nessun altra parte dei loro corpi era a contatto —Ashton aveva dormito di schiena e Luke su un lato— fatta eccezione per le loro dita intrecciate.

Luke studiò il modo in cui la maglia leggermente sollevata di Ashton mostrava una parte del suo addome, proprio sopra al fianco. La pelle lì era sottile e Luke riusciva a vedere un delicato intrecciarsi di vene blu che sembravano quasi dipinte e dava l'impressione di essere così vulnerabile e assolutamente perfetta che Luke dovette cercare con tutte le sue forze di resistere all'impulso di poggiarvi le labbra.

“Lo stai facendo di nuovo.” la voce di Ashton appena sveglio era bassa e grave e oh, santo cielo, datti un contegno.

“Cosa?” disse Luke, la voce spezzata in un milione di pezzi perché riusciva a concentrarsi su poche cose in una volta sola e apparentemente cercare di parlare come se la semplice presenza del ragazzo sdraiato accanto a lui non lo distruggesse non era una di queste.

“Mi guardi come se fossi qualcuno.” gli occhi castani di Ashton erano mezzi aperti mentre sorrideva assonnato fra le lenzuola blu, senza accennare a ritrarre la sua mano.

“Ma lo sei.” disse Luke sentendosi stranamente coraggioso, avvolto dalla luce bianca del mattino.

“Nemmeno mi conosci. Come fai a saperlo?” Ashton si mise sdraiato su di un lato, guardando Luke con curiosità. Aveva i capelli arruffati, i ricci scarmigliati ed era così perfetto da essere quasi troppo.

Più o meno ti conosco.” rispose Luke, sentendo il sangue affluire al suo viso. “Ma non avrei comunque avuto bisogno di conoscerti per saperlo. Tutti quanti sono qualcuno. Solo che per qualche combinazione tu sei un tipo migliore di qualcuno.”

“Credi?” Ashton sorrise di sbieco e oh, signore, strinse la mano di Luke. “Perché io credo che tu sia il miglior tipo di qualcuno che io abbia mai incontrato in tutta la mia vita.”

“I—io...” Luke aprì la bocca, cercando di pensare a qualcosa da dire. Qualcosa che fosse anche solo lontanamente al livello di quello che Ashton aveva appena ammesso senza troppi problemi. E non ci riusciva perché Ashton gli rubava tutti i pensieri e allora continuò a guardare e guardare e poi

“Posso provare una cosa?” chiese Luke.

“L'ultima volta che qualcuno mi ha fatto questa domanda, sono stato baciato.” Ashton non distolse mai lo sguardo da quello di Luke e Luke cercò di inspirare mentre si muoveva piano piano piano—

“Allora immagino saprai cosa sto per fare.”

 




 

Translator's Corner

AHHHH allora. Voglio ringraziare tutti quelli che recensiscono, che mettono la storia fra le seguite e fra i preferiti e anche quelli che leggono e basta. Vorrei potermi prendere il merito per questa ff ma ovviamente non posso, anche se sono superfelice che vi stia piacendo e che apprezziate la mia traduzione. Cerco di rendere al massimo l'intento originale dell'autrice, spero che il risultato sia soddisfacente. Ma tornaando al capitolo. Wow, cioè. È un capitolo lunghissimo e pure uno dei miei preferiti, perché sono troppotroppotroppo belli e fluffosi. Anche io voglio un Luke che mi guardi come se fossi qualcuno aw

 

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: bullet_