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Autore: Usagi Kou    30/09/2008    16 recensioni
“E dai, piantala! Da quello che hai detto ieri solamente tu, lui e forse Carlisle non si sono realmente resi conto dei tuoi sentimenti” sbuffò lei “Tu perché eri in piena crisi mistica, Ed perché è un coglione e Carlisle, beh, per il semplice fatto che tu sei la sua preziosa bambina”. […] “E comunque sia, Bellina, non aspettarti vita facile con Eddy. Ti sei scelto uno tanto bello quanto pieno di psicologiche turbe”
“Non hai visto che hai fatto a Carlisle, all’arrivo di Eleazar? L’hai pugnalato, Isabella: hai preferito credere subito che fosse lui il bugiardo, il cattivo, piuttosto che fidarti del suo affetto!”
“Abbi il fegato di dirlo, Isabella. Abbi il fegato, per una volta in vita tua, di esprimere il tuo cazzo di punto di vista!” mi urlò contro Rose, acquattandosi leggermente.
“… Una parte di me prova gusto, nell’uccidere. Gode della sofferenza altrui. Ama essere vampira. E io l’ho rifiutato per paura! E allora vi ho osservato, e lì ho capito cosa vedesse Aro di minaccioso in voi! Ma… ma… Ma io non tollero di essere un mostro come tutti voi, siate Volturi, Denali o Cullen!”
“Sono una codarda, Rose”
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Bella vampire 5 Buonasera! scusate tantissimo per il megasuperitardo con cui ho aggiornato, ma ho avuto molto da fare! Volevo aggiornare Lunedì, ma il 7 in greco e la festicciola di my cuosine mi hanno distratto un pochettino... :P di bello c'è che mi sono arrivate tante bellissime nuove idee!! E in più (questo dimostra la mia insanità mentale) questa notte la nostra carissima Alice Cullen mi ha minacciato di morte atroce se non aggiornavo entro questa sera! Di solito sogno Edward e Bella - molto più lui da solo.... (e la curiosity è che questa storia nasce da un sogno su di loro), per questo credo che il mio senso di colpa nei vostri riguardi mi stia facendo impazzire... Non posso farvi attendere così tanto, non si fa!!!
Comunque, per le mie giuoie oggi vi regalo il fatidico incontro tra i due amanti più teneri del mondo (immaginatevi Edward e Bella in qualsiasi posa romantica, musichetta compresa).
Ma prima, come sempre, i ringraziamenti:
Wind:  Ho peccato di vanità, visto che prima mi sono vantata della bellezza del mio capitolo, ma credo anche io che il racconto di Carlisle sia uscito bene (E di nuovo mi faccio i complimenti da sola! Me idiota totale!) Cmq, per il vulcano, c'è un'altra nostra nuova Sorella (vedi giù) Helen Cullen, che vuole assistre alla fine dei tre diavoli. lei porta i pasticcini, se interessa a qualcun altro, noi ci organizzaremo!
Alyssa: Grazie! Anche io trovo che i tre fratelli siano dei grandi, troppo simpatici insieme! Ho un sacco di idee per il trio... eh eh eh! Grazie tantissimissime per i complimenti, ed eccoti L'Incontro!
Fin: Grazie per aver deciso di seguirmi per sempre, lo apprezzo moltissimo, dato anche che è la mia prima ficcy! E grazie per i commenti! Se avrai pazienza, Alice si darà un gran da fare.... (Nel sogno mi ha suggerito 2/3 ideuzze diaboliche, degne di un diavoletto come lei! EH eh!)
Only_a_Illusion: Cioè, io sarei il tuo angelo! MA DOVREI ESSERE IO A INGINOCCHIARMI AL TUO COSPETTO PER QUESTO COMPLIMENTO!!!!!! grazie, davvero, sono onoratissima! Spero davvero di non deluderti!
Mylifeabeautifullie: Grazie, e sn contenta di averti tra noi!
Mimimiaotwiligh4 ever: Welcome in our big crazy Family! Come già ho detto, stiamo cercando un vulcano per i tre tizzi immondi... sono contenta che ti piaccia! E in quanto a scrivere, mi viene naturale, ma prima di scrivere mi immagino di essere i personaggi di cui parlo, e non scrivo prima di due o tre settimane, anche meno, se è proprio una folgorazione, perchè cambio e modifico in continuazione.... Tento di esprimere i veri sentimenti dei protagonisti. Inoltre, per immaginare ho due momenti: quando vado da qls parte, con Ipod a palla nelle orecchie (senza musica nn campo, e lei mi inspira...) e la notte, prima di addormentarmi, immersa nel buio... prova(te)
BloondyKamelot: Edward arrabbiato è grande! Rileggendo i tratti in cui è infuriato mi è spuntato il sorriso... è troppo dolce! Si fa un sacco di problemi inutili, ma è dolce!
SmallFly: Cioè, non ricevevo un commento così da... professoressa da una vita! Grazzissime, lo adoro! Non ti preoccupare se non hai commentato l'altro, sono contenta che però continui a seguirmi! grazie!
Bluking: Anche a te, Welcome in our big crazy Family! Sono davvero contenta che ti piaccia, grazie!
Hele91: Grazzissime!
Helen Cullen: Welcome in our big crazy Family! Grazie per la recensione! Sono contenta che hai apprezzato l'ironico e amorevole commento materno di Esme, sono contenta. Voglio che Mamma Cullen abbia una parte importante, non voglio che sia solo carta da parati... spero conntinuerai a seguirci! E per i vulcano... prepara i pasticcini, io porto sandwich e sdraio!

Bella's pov
Aprii gli occhi di scatto, sedendomi contro la testata del letto.
Sapevo che non potevo essermi immaginata quei ringhi. Una volta va bene, due è casuale, ma tre…
Chiusi gli occhi tremando, aspettando di ricevere la mia punizione per non essermi alzata subito, ma non arrivò.
Attesi cinque secondi prima di aprire gli occhi. Sapevo che era stato tutto un sogno: non poteva essere successo davvero, sarebbe stato un progetto irrealizzabile. La mia fantasia andava talmente alla deriva durante il sonno, che al mio risveglio faceva terribilmente male scoprire che era stata tutta un’illusione troppo vivida.
Sospirai, sempre ad occhi chiusi. Sapevo che di avere gli occhi di Felix incollati addosso, ma per una volta, non mi sentivo trapassata da parte a parte. Era tutto tranquillo.
Va beh, meglio alzarmi” pensai “Oggi dovrebbe venire anche il signor Carlisle, meglio che mi prepari. Chissà se verrà anche Esme con lui…
Un momento. Come facevo a sapere di Esme?!
Nessuno mi aveva mai nominato i componenti della famiglia Cullen, a parte Carlisle, e l’unico ad avermene parlato, e poi presentata, era stato proprio lui, nel mio sogno!
Aprii gli occhi, entusiasta, e mi ritrovai nella camera che Esme e Carlisle avevano gentilmente messo a mia disposizione.
Sorrisi, allegra, e mi gettai nuovamente tra le coltri del letto, ridendo sommessamente. Abbracciai le coperte calde e fissai la finestra con gli occhi pieni d’entusiasmo.
Era di nuovo notte.
Scansai le coperte e misi le ballerine. Mi avvicinai alla finestra e alzai lo sguardo verso il cielo notturno: la volta di Forks non era cambiata per niente, e anche ora il cielo era ricoperto di grandi nuvole che volteggiavano pigramente in aria.
Una volta, da bambina, detestavo il cielo di Forks. Io e mia madre ci venivamo ogni anno per la ricorrenza del funerale di mio padre, e ogni volta pioveva. O era nuvolo.
Mi rendeva triste il fatto che piovesse, mi deprimeva, e anche la costante assenza di sole mi faceva paura. Renèe, su questo piano, mi somigliava. Anzi, forse era l’unica cosa che avevamo in comune.
Mi ripeteva spesso che io avevo preso il carattere di Charlie, un po’ chiuso, un po’ distante, ma capace di affascinare. Invece, lei… lei doveva fare mille pazzie, per apparire affascinante.
Posai la testa contro la finestra, improvvisamente triste.
Chissà come stava Renèe, in quel momento. E chissà come stava Phil.
Scossi la testa e cacciai via quei pensieri. Non potevo mostrarmi infelice in quella casa, non dopo tutto quello che Carlisle ed Esme stavano facendo per me.
Mi avvicinai al letto e iniziai a rifarlo per bene. A casa, ero sempre io a dovermi occupare delle faccende domestiche, quindi, realizzai, avrei potuto farlo anche qui.
Sarebbe stato il mio modo di ringraziarli per tutto ciò che facevano. Sarei stata a loro completa disposizione.
Qualcuno bussò delicatamente alla porta.
“Posso entrare, Bella?” mi chiese Esme con voce materna
“Certamente, Esme” chiesi, lusingata. Era la secondo persona che mi chiedeva il permesso di entrare nella mia camera.
Esme aprì con calma la porta, ed entrò sorridendo.
“Bella, tesoro, ti abbiamo svegliato?” mi chiese con dolcezza
“No, non preoccuparti, Esme” risposi, sorridendo. Il sorriso mi veniva spontaneo, quando parlavo con lei.
“Dormito bene?” chiese, sistemando il cuscino
“Come un sasso” risposi “Grazie per l’ospitalità. Siete davvero gentili”
“Di nulla, piccola, ora sei della famiglia” mi rispose dandomi un buffetto sulla guancia “E a questo proposito, te la senti di scendere? I ragazzi sono tornati, e vorrebbero conoscere la loro nuova sorellina”
Arrossii, in imbarazzo. “S-si, con piacere…” balbettai, mettendomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Allora scendiamo” disse Esme prendendomi per mano 

Edward's pov.
“Edward!” esclamò Esme scandalizzata “Calmati, caro! Non è successo nulla!”
“Ma poteva succedere!” ringhiai, imbestialito “Come hanno anche solo potuto pensare di costringerla a… a…”
Non trovavo le parole, tanto ero furioso e oltraggiato. Non bastava che la costringessero a usare i suoi poteri con la violenza, la tenessero prigioniera e la torturassero, volevano anche che passasse il resto dei suoi giorni a far figli come se fossero pagnotte!
Era indecente!
“Edward, se non ti calmi potresti…” iniziò Esme
“Svegliarla? Troppo tardi” esclamò Alice fissando il soffitto “Si è svegliata in questo preciso instante”
Alzammo tutti lo sguardo.
“Esme, meglio se vai a vedere come si sente” disse Carlisle “Vedi se si è ripresa dal viaggio, e chiedile se se la sente di venire a conoscere i suoi nuovi fratelli. Ricordati, non costringerla”
“Certamente” annuì Esme, scomparendo in direzione delle scale
Mi sedetti sulla poltrona, sfinito. E confuso.
Non era da me quel comportamento. Certo, i metodi dei Volturi erano disgustosi, da barbari, e si meritavano una lezione, ma non riuscivo a capire. Come facevo a infuriarmi in quel modo solo per un racconto?
Agghiacciante, e crudele come noi mai, ma non era da me perdere il controllo in quel modo. Io ero il tipo riflessivo di famiglia, quello che sa sempre cosa fare e quando farla, con quali conseguenze. Quello che rischia il meno possibile e che non si fa mai prendere dal panico. E invece, per un racconto…
Esme era entrata nella camera di Bella, e da lì, una nuova ondata di quella magnifica fragranza si propagò in tutta la casa, inondandomi le narici come un fiume in piena.
Respirai a fondo quel profumo, che ebbe il prodigioso effetto di calmarmi e farmi tornare lucido.
Era strano, ma da quando l’avevo annusato, anche non avendo mai visto Isabella, avevo avvertito il bisogno, il dovere di proteggerla. Mi aveva dato l’impressone che questa ragazza, sebbene la decantassero forte e invincibile, fosse… fragile. Bisognosa di cure e protezione.
Come una rosa: pericolosa, ma terribilmente delicata.
Alice mi posò una mano sulla spalla, e la fissai.
“Mi fa… infuriare” mormorai “Come possono pensare di avere qualche diritto su di lei… dopo quello che le hanno fatto….”
“L’aiuteremo” giurò lei “La faremo diventare una Cullen sicura di sé, fiera di essere ciò che è. Non dovrà più temere nessuno, vedrai”
Le sorrisi. “Le andremo bene, secondo te?” chiesi
“Assolutamente!” annuì convinta “Tutti noi! Ma dovremo starle vicino”
“Certamente”
“Eh, mi sa che la porta va sostituita” sospirò Emmett grattandosi la testa “E forse anche il muro avrà bisogno di un’intonacata…”
Ci voltammo a fissare i resti della porta che avevo scardinato. Il legno era diviso in due grossi pezzi, e c’erano molte schegge tutto intorno. I cardini erano letteralmente salati via, e il muro si era leggermente scheggiato.
Un danno minimo, in effetti.
“Scusatemi” dissi, mortificato “Ripagherò i danni”
“Oh, certo, con i tuoi soldi” mi sbeffeggiò Jasper con un sorriso “E quanto ti costerà?”
“Pagherò la mano d’opera di Em” proposi sorridendo “Se farà un buon lavoro, ovviamente”
“Cioè, stai insinuando che io non sia un bravo restauratore, falegname, riparo-tutto-io?!” chiese lui
“No, sto dicendo che ci provi, ma non ci riesci” dissi
“Ehi, fratellino, cerchi rogne?” chiese Emmett divertito, voltandosi verso di me
“Dove vuoi, quando vuoi” gli risposi ghignando “Tanto lo sai che ti batto”
“Questo è tutto da vedere, moccioso”
“Ti ricordo che sono io il più grande tra noi due” dissi
“Non agli occhi degli altri, bambino, e nemmeno nella corporatura” ribatté Emmett, acquattandosi “Sei pronto?”
“Vediamo se riesci a prendermi, fratellone” risposi, posizionandomi di fronte a lui, pronto allo scontro
“Vedi, Bella, che ho ragione a dire che i miei figli sono dei vandali?”
Ci voltammo verso le scale, sorpresi. Esme ci sorrideva, seguita da un angelo.
Era l’essere più bello che avessi mai visto. Alta, dalla pelle candida come la neve più pura, aveva i tratti di un angelo sceso dal cielo per me. Il viso leggermente a cuore era stupendo, troneggiato da due meravigliosi occhi neri, scuri come le piume di un corvo, e profondi come il mare. Due piccole labbra carnose spiccavano in meraviglioso contrasto con la carnagione pallida per il colore vermiglio.
Il semplice vestito blu notte, che si sposava divinamente con la sua carnagione, le metteva in risalto le curve prospere, lasciandole scoperte le lunghe e splendide gambe bianche e le braccia altrettanto meravigliose.
Il suo profumo, più forte e buono che mai, mi entrava in corpo raggiungendo la mia anima.
Si fermò accanto ad Esme, di fronte a noi, tenendo il capo chino, in imbarazzo. Carlisle l’affiancò, posandole una mano sulla spalla e sorridendole con gentilezza.
Poi ci fissò.
“Bene, ragazzi, questa è Isabella”
La nuova arrivata alzò lo sguardo e ci sorrise, in imbarazzo.
Le sue guance si tinsero di un leggero rossore, facendola apparire ancora più bella.
“Pia-piacere di conoscervi” mormorò, con una voce dolce e limpida, musicale.
In quel momento, per la prima volta dopo quasi un secolo, il mio cuore sembrò ricominciare a battere.

 

Bella's pov.
Stavamo scendendo le scale quando due voci maschili ci giunsero chiare dal salone.
“Non agli occhi degli altri, bambino, e nemmeno nella corporatura. Sei pronto?
“Vediamo se riesci a prendermi, fratellone”
“Vedi, Bella, che ho ragione a dire che i miei figli sono dei vandali?” sospirò Esme finendo di scendere le scale.
Io mi voltai e fissai la scena che mi si parava davanti agli occhi.
Carlisle era appoggiato allo stipite della porta di fianco a una ragazza che era l’incarnazione della pura bellezza: alta, dal portamento fiero di una principessa, aveva lunghi capelli biondo, leggeri e lisci, simili a una colata di oro fuso sulle sue spalle. Il suo viso era di una bellezza sconvolgente, forse il più bello che io avessi mai visto sulla faccia della terra.
Al suo fianco c’era un ragazzo molto simile a lei. Leggermente più basso, magrolino ma comunque muscoloso, come si notava anche da sotto il maglione che portava, aveva i suoi stessi capelli biondo miele e la stessa bellezza ultraterrena.
Osservava divertito i suoi altri due fratelli, che sentendo la madre arrivare si erano voltati.
Quello più vicino era grande, grosso e muscoloso, con folti ricci neri che gli cadevano attorno al viso perfetto. Mi fissava curioso, un grande sorriso stampato sul volto, una mano posata su un fianco.
Accanto a lui, si materializzò in fretta un’elfa, muovendosi quasi a passo di danza, tanto era leggiadra. Era piccola, aggraziata, con un viso grazioso scolpito nella porcellana, e mi sorrideva estasiata. I suoi capelli, neri e cortissimi, erano scompigliati ma sempre in maniera perfetta.
E l’ultimo era… perfetto.
Come tutti, mi studiava curioso, ma con una tale intensità che mi sentii costretta ad abbassare lo sguardo. Ma i miei occhi registrarono ogni dettaglio della sua fisionomia.
Sembrava molto più giovane di tutti gli altri, a dirla tutta. Era smilzo, ma dalla camicia aperta si poteva intravedere una muscolatura fatta e finita, scolpita nel marmo della sua pelle. Fasciate dai jeans scuri, si poteva notare come le gambe fossero muscolose e atletiche, disegnate da un Dio misericordioso che voleva mostrare al mondo la sua magnificenza, riversandola in quella creatura.
E il viso era… sconvolgente.
Se tutti i Cullen era bellissimi, quasi ultraterreni, lui era di gran lunga superiore a tutti loro.
Aveva capelli di un intenso color rosso ramato, bronzei, in un certo senso ribelli come quelli della sorella, ma sempre acconciati in maniera perfetta, con un ciuffo che gli ricadeva sulla fronte liscia, la linea perfetta del naso dritta, le guancie perfette, le labbra perfette, e gli occhi...
Meravigliosi. Di quello splendido color oro, liquidi, che splendevano di luce propria, trasmettendomi una pace e una sicurezza che non avevo mai avuto.
Carlisle mi posò una mano sulla spalla con un sorriso gentile, e io ricambiai, totalmente in imbarazzo. Si voltò verso i suoi figli e lo imitai.
“Bene, ragazzi, questa è Isabella” disse.
Alzai lo sguardo, non sapendo bene cosa dire, e arrossii ancora di più.
I ragazzi mi fissavano sorridendo, i loro fantastici occhi d’oro accesi dall’entusiasmo e dalla curiosità.
“Pia-piacere di conoscervi” mormorai, tentando di rompere quel silenzio “Mi chiamo Isabella Swan, e sono davvero onorata di avere avuto il privilegio di potervi conoscere”
Una risata simile al trillo di campane d’argento mi fece voltare la testa verso il folletto. La vampira mi fissò con gli occhi scintillanti, allegri, e un sorriso incantevole a trentadue denti. Mi si avvicinò a passo di danza e si alzò sulle punte, baciandomi la guancia, e poi mi abbracciò.
“Piacere di conoscerti, Bella!” esclamò allegra, separandosi da me “Io sono Alice Cullen, e sono davvero felice di avere una persona tanto particolare come sorella!”
“Oh, scusa se in questi ultimi anni io ho fatto da tappezzeria” esclamò divertita la bionda mozzafiato, con un sorriso ammaliante. Si fece avanti ondeggiando sinuosa e mi porse la mano con un sorriso gentile. “Mi chiamo Rosalie Hale, piacere”
“Il piacere è tutto mio” dissi, sorridendole
“Beh, ora è il mio turno” sospirò il fratello più grande, facendosi avanti “Io sono Emmett Cullen, piacere”
Gli strinsi la mano; aveva una stretta poderosa, e ridacchiò davanti alla mia faccia sorpresa.
“Io, invece, sono Jasper Hale” disse il fratello biondo facendosi avanti “Spero che ti troverai bene qui da noi. So che potrà essere difficile, all’inizio. Siamo una famiglia piuttosto strana...”
“Perfetto, Jazz, già inizi a darle l’impressione sbagliata” esclamò allegro l’ultimo dei Cullen. Aveva una voce seducente, morbida come il velluto, ammaliante.
Si fece avanti sorridendo e mi tese una mano.
“Io sono Edward Cullen” si presentò con garbo “Mi dispiace. I miei fratelli ti avranno dato sicuramente un’impressione sbagliata, ma non temere, la punta di diamante qui sono io”
“Si, speraci!” gli risposero i suoi fratelli.
Sorrisi. “Al contrario, mi sembrate tutti davvero delle belle persone”
Gli strinsi la mano, e una scarica elettrica si propagò dalla nostra stretta lungo tutto il mio corpo.
Lo fissai sorpresa, arrossendo quando, anche lui incredulo, incatenò il suo sguardo al mio.
“Beh, forza, vieni, Bella” esclamò Alice.
Mi prese per mano e mi accompagnò in salone, facendomi sedere sul divano. Passando accanto ad Edward, riuscii a percepire con chiarezza il suo profumo. Intenso, forte, gustoso... paradisiaco.
Gli altri si sedettero intorno a noi, accesi dalla curiosità. Edward e Alice, invece, presero posto ai miei lati.
Notai che Edward, con la coda nell’occhio, mi studiava. Arrossii e chinai il capo, non sapendo bene cosa dire.
Una risata fragorosa irruppe nell’aria, e mi voltai verso Emmett, seduto accanto a Rosalie – se non sbaglio Carlisle mi aveva detto che quei due erano sposati.
“Alice aveva ragione, sei proprio un tipetto interessante!” esclamò, gentile
“Emmett!” lo sgridò Rosalie, dandogli una gomitata tra le costole
“Scusa, non volevo offenderti” disse Emmett ammiccando “Solo, sono davvero contento di conoscerti. Spero di non averti offeso”
“N-no no, non preoccuparti!” mi affrettai a dire, arrossendo ancora di più “Non me la sono presa, anzi! Lo so che sono un pochino... particolare”
“Non preoccuparti, Bella, anche qui ci sono dei casi particolari” mi disse Alice posandomi una mano sul braccio
“Io, per esempio” proseguì, con un sorrisetto furbo “Sono capace di vedere nel futuro. Ho delle visioni su quel che succederà”
“E spesso questo è un problema” sbuffò con dolcezza Edward, guardando prima lei e poi me “Ti capiterà di ritrovartela spesso in camera pronta per trascinarti in ogni sua piccola follia. Mi raccomando, stai attenta”
“S-si” balbettai, imbarazzata
Alice gli tirò un cuscino, che Edward schivò con un’impressionante prontezza di riflessi.
“Siamo permalosi, malefico folletto?” scherzò Edward
“Non starlo a sentire” mi disse Alice incrociando le braccia sul petto “È solamente invidioso”
“Non credo” ribatte lui. Si posò un dito sulla tempia e se la picchiettò delicatamente, facendomi l’occhiolino “Anch’io ho una qualità extra. Posso leggere nel pensiero”
“Riesci a leggere anche nel mio?” chiesi, curiosa
Mi fissò. “In verità, non ho ancora provato” ammise “Volevo aspettare di avere il tuo permesso. Non mi piace violare la privacy degli altri, se non ne sono costretto”
Mi sentii stranamente lusingata che si fosse comportato in maniera tanto cavalleresca. Mi tornarono in mente le parole di Carlisle, e risi.
“Allora è lui il gentleman di altri tempi, Carlisle?” chiesi, rivolgendomi al dottore “Il figlio discreto che s’impegna con tutto se stesso per non violare la privacy altrui?”
Risi, e Carlisle con me; gli altri ci fissarono incuriositi.
“Già, è lui” rispose Carlisle
“Ah, e così hai sparlato di noi con Bella, eh, paparino caro?” chiese Alice
“No, anzi, vi a descritti come dei figli di cui andare orgogliosi” mi affrettai a dire con un sorriso. Mi voltai nuovamente verso Edward, e sorrisi. “Grazie per non averlo fatto. Sei stato molto cortese. Ma se ora vuoi provare, hai campo aperto”
Sorrisi, e lui ricambiò, prima di assumere un’espressione intensa e concentrarsi su di me. Mi fissò intensamente per il minuto successivo.
Non riuscii a distogliere i miei occhi dai suoi, sebbene mi sentissi osservata e imbarazzata; stranamente, non riuscivo a curarmi degli altri. Esistevamo solamente io e lui.
Alla fine, Edward assunse un’espressione confusa e, leggermente, frustrata, prima di ricomporsi e sorridermi di sghembo. Dio, quant’era bello quel sorriso…
“Beh, a quanto sembra puoi stare tranquilla, Bella” disse “La tua mente è inaccessibile, per me. Quindi, devi solo preoccuparti delle assurde visioni di Alice e del potere di Jasper”
Mi voltai verso il fratello biondo, che mi sorrise gentilmente.
“Io sono in grado di capace di percepire e influenzare le emozioni delle persone accanto a me” spiegò
Annuii, serena. “Carlisle mi aveva parlato dei vostri poteri” dissi, e poi mi voltai verso Emmett e Rosalie “E aveva anche aggiunto che voi due, anche se non possedete qualità extra, primeggiate su di loro sia per forza che per bellezza”
I due vampiri mi sorrisero, allegri.
“Non credo proprio” li prese in giro Edward “Sicuramente, qui, io sono il più bello e più forte dei miei fratellini”
Gli lanciarono addosso di tutto: cuscini, fogli, libri e penne, ma lui, con una risata cristallina, li schivò con la stessa facilità con cui aveva evitato il cuscino di Alice.
“Edward!” lo rimproverò Esme “Non pensare di essere in qualche modo superiore ai tuoi fratelli!”
“Non lo penso, lo so” disse Edward facendomi l’occhiolino
“Ok, fratellino, ora te la sei cercata” disse Emmett alzandosi, facendo scrocchiare le nocche
“Preparati a una lezione” aggiunse Jasper, lo sguardo acceso
“Alt, fermi!” li bloccò Alice divertita “Prima di uccidervi vediamo di sistemare la nostra nuova sorellina all’interno delle gerarchie della nostra famiglia”
Mi studiò con un’espressione intensa, poi si voltò verso i suoi genitori.
“Allora Carlisle, che cosa ne pensi?” chiese “Che ruolo può impersonare la nostra Bella?”
“Ruolo?” chiesi, confusa
“Vedi, Bella, in città noi siamo conosciuti come i figli adottivi dei signori Cullen” spiegò Rosalie “Io e Jasper, per esempio, fingiamo di essere i gemelli Hale,
mentre Alice, Emmett e Edward si fingono fratelli”
“Ah” esclamai “Quindi, anch’io devo inventarmi un’identità fittizia?”
“Esattamente” concordò Carlisle “Potresti per esempio, essere una parente di Esme, trasferitasi presso di noi. O magari potresti inventarti un cognome del tutto immaginario”
“Non potrebbe continuare a chiamarsi Swan?” suggerì Emmett “In fondo, nessuno si ricorda bene la figlia di Charlie, e visto che non c’è nessuno a poterla identificare…”
“No” esclamai, arrossendo di botto quando tutti si voltarono verso di me “Cioè, scusa, Emmett, ma non mi sembra una buona idea. Vedete…” Il mio sguardo si fece improvvisamente triste, e dovetti fare un respiro profondo per calmarmi “Mia madre viene sempre qui per l’anniversario della morte di Charlie, e ha alcune amiche qui a Forks con cui ancora si sente per telefono. Se le raccontassero che è comparsa una ragazzina di nome Isabella Swan, si precipiterebbe di corsa per vedere se si tratta di sua figlia scomparsa, cioè di me, e la faccenda si complicherebbe sia per me che per voi…”
Alice mi posò una mano sul braccio e mi guardò con uno sguardo addolorato. Tentai di sorridere.
All’improvviso, senti tutta la mia tristezza svanirmi dal corpo, l’aria si fece leggera, e un senso di benessere e di pace mi invase l’animo.
Mi voltai verso Jasper, che mi fissava intensamente.
“Questo è il tuo potere?” chiesi
Fece un mezzo sorriso. “Ti do fastidio?”
“No. Grazie” dissi riconoscente.
“Beh, allora bocciata Bella Swan” riprese Rosalie per alleggerire la tensione “Altre proposte?”
“Allora… se a Esme non dispiace, potrei fingermi una sua nipote acquisita, o qualcos’altro” suggerii timidamente
“Certo che non mi dispiace, ci mancherebbe!” esclamò Esme felice “Potresti chiamarti Isabella White; quando ero umana avevo una cugina che portava questo cognome. Ti va bene?”
“È perfetto!” esclamai, riconoscete “Grazie!”
“Bene, allora salutiamo Isabella Marie Swan White Cullen!” esclamò euforica Alice balzando in piedi
“Sarà dura scriverlo su tutti i miei vestiti” mormorai
“Tranquilla, useremo un timbro speciale” ridacchiò Edward, facendomi l’occhiolino. Sorrisi.
“Oh, a proposito di vestiti!” esclamò Alice scambiandosi un’occhiata complice con Rosalie “Andiamo?”
“Dove?” chiese Emmett
“Non lo sai che puoi capire molto di una persona semplicemente dal suo abbigliamento?” rispose Rosalie alzandosi con grazia.
Poi, lanciandomi un’occhiata entusiasta, sparirono verso le scale dirette in camera mia.
“Che cosa stupida e infantile” sbuffò Edward incrociando le braccia, posando la schiena alla spalliera del divano “Ti chiedo scusa al posto loro”
“Non fa nulla” ribattei “ma credo che resteranno deluse…”
I ragazzi della famiglia Cullen mi fissarono confusi, e io arrossii.
“Beh, ecco…” iniziai
“AAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!! ORROREEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!”
Le voce scandalizzate di Alice e Rosalie anticiparono di poco la loro ricomparsa in salotto; avevano il viso sconvolto, il corpo teso al limite e gli occhi stralunati.
“Che vi è successo?” chiese Jasper preoccupato, avvicinandosi ad Alice
Lei lo scansò e insieme alla sorella si parò di fronte a me, gli occhi ancora assatanati.
“Bella, hai solamente due vestiti nell’armadio!” mi urlarono in faccia “Come hai potuto permettere una cosa del genere?! È un insulto a tutto il genere femminile!!”
“Beh… in verità…” mormorai, la faccia più rossa di un pomodoro.
Una mano gentile, leggera come una piuma, si posò sulla mia spalla. Edward fissò contrariato le sorelle, la fronte corrugata per il disappunto.
“Insomma, non mi sembra che farle una scenata per una cosa simile sia un comportamento degno di due ragazze mature” le rimproverò severo “Non capite che così state mettendo in difficoltà Bella?”
Rosalie e Alice sospirarono pesantemente, poi mi guardarono.
“Ed ha ragione, perdonaci Bella” disse Rosalie
“Ma sai, vedere ridotto il tuo potenziale a…” Alice deglutì, come se stesse mandando giù qualcosa di disgustoso “a due vestiti… beh, lasciamelo dire, mi ha fatto veramente orrore”
“Però a tutto c’è rimedio!” esclamò poi, divenendo l’anima allegra della casa “Sapete che significa questo, vero?”
“Guai” sospirarono i tre ragazzi
“DOMANI SHOPPING!!” esclamarono allegre le due vampire, fissandomi con una scintilla pericolosa negli occhi “Vedrai, ti faremo un guardaroba con i fiocchi, sta tranquilla!”
“Cosa? Oh, no, no!” esclamai, attirando l’attenzione su di me “Vi prego, non spendete soldi per me! Vedrete che saprò cavarmela! Troverò una lavoretto e…”
La famiglia intera scoppiò a ridere. Carlisle mi fissò con dolcezza.
“Isabella, te l’ho già detto” sospirò “Non dovrai spendere un centesimo nella nostra famiglia. Non te lo permetteremo”
Mi sentii lusingata, e una lacrima di commozione mi scivolò lungo la guancia. Chinai il capo e poi lo rialzai, sorridendo.
“Grazie. Vi prometto che farò di tutto per ripagarvi della vostra gentilezza!”
I Cullen sbuffarono divertiti. Edward mi posò nuovamente una mano sulla spalla e mi rivolse lo stesso sorriso di sghembo di prima.
“Bella, non devi fare proprio nulla per sdebitarti” disse “Sei della famiglia”
Chinai il capo e sorrisi.
“Allora, domani farete una giornata di shopping” disse Carlisle “Divertitevi”
“Mi raccomando, voi due, non tormentate troppo Bella” aggiunse Esme con un sorriso
“Non temere, mamma, andremo anche noi con lei” le assicurò Edward
“Così Alice e Rose non potranno utilizzarti come bambola per tutto il giorno” disse Emmett con una risata
“Sai, le nostre mogli tendono a perdere un po’ la bussola quando si tratta di vestiti” sospirò Jasper
“Grazie” dissi commossa “Dove volete andare?”
“Facile, a Seattle!” esclamò Rosalie “Port Angeles non offre molte scelte”
“Bella, te la senti di andare, domani?” mi chiese Carlisle accarezzandomi i capelli
“Uhm? Certo!” risposi “Perché fai una domanda del genere?”
Mi sorrise colpevole. “Perdonami, sei molto più forte di quanto pensassi”
“Ah, ti riferisci alla sete!” esclamai, ridendo “Tranquillo, Carlisle, posso resistere benissimo”
“Non hai avuto problemi all’aeroporto?” chiese Esme
Scossi la testa. “Sono certa di poter resistere. Vedete…” chinai lo sguardo, in imbarazzo “Percepisco chiaramente gli odori degli umani, ma… è passato talmente tanto tempo da quando, beh… ero in mezzo a loro che… non riesco a pensare alla mia sete. Ho solamente una gran voglia di scoprire, guardarmi in torno… non so se mi sono spiegata”
Edward rise. “Beh, complimenti! Hai un autocontrollo davvero eccellente!” si volse verso Carlisle “Non temere, Carlisle, se mai ci saranno problemi, l’aiuteremo noi”
“Giusto!” esclamarono i fratelli fissandomi allegri
“Allora, potresti venire con me a caccia la prossima settimana, o anche prima, se ti va” propose Carlisle
“Certo, ne sarei onorata!” esclamai, raggiante.
Avevo davvero voglia di scoprire il mistero di quegli occhi d’oro, ma soprattutto, volevo vedere Carlisle in azione, nei panni del cacciatore. Mi sembrava davvero strano che una persona dolce e amorevole come lui potesse interpretare il ruolo del cattivo.
“Posso unirmi a voi, Carlisle?” domandò educatamente Edward
“Naturalmente” rispose
“Non ti sei nutrito a sufficienza?” chiese preoccupata Esme
“Oh, no, è solo che è da tempo che non faccio una battuta di caccia con Carlisle” rispose Edward serafico “Mi è un po’ mancato”
“Ed ecco che il freddo e solitario Eddino piccinino si scioglie davanti alla potenza dell’amore paterno!” esclamò Emmett ridendo
Un attimo dopo, si ritrovò in fondo al corridoio, dolorante, mentre Edward si sistemava il colletto della camicia con un’espressione composta sul viso.
“Ed, questa volta le buschi!” esclamò Emmett, ritornando
“In questa famiglia i maschi pensano solamente a lottare” sbuffò Rosalie
“Già. Mai un pensiero gentile per noi” aggiunse Alice
Sorrisi. Quella famiglia mi stava già entrando nel cuore.

  
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