Comunque, per le mie giuoie oggi vi regalo il fatidico incontro tra i due amanti più teneri del mondo (immaginatevi Edward e Bella in qualsiasi posa romantica, musichetta compresa).
Ma prima, come sempre, i ringraziamenti:
Wind: Ho peccato di vanità, visto che prima mi sono vantata della bellezza del mio capitolo, ma credo anche io che il racconto di Carlisle sia uscito bene (E di nuovo mi faccio i complimenti da sola! Me idiota totale!) Cmq, per il vulcano, c'è un'altra nostra nuova Sorella (vedi giù) Helen Cullen, che vuole assistre alla fine dei tre diavoli. lei porta i pasticcini, se interessa a qualcun altro, noi ci organizzaremo!
Alyssa: Grazie! Anche io trovo che i tre fratelli siano dei grandi, troppo simpatici insieme! Ho un sacco di idee per il trio... eh eh eh! Grazie tantissimissime per i complimenti, ed eccoti L'Incontro!
Fin: Grazie per aver deciso di seguirmi per sempre, lo apprezzo moltissimo, dato anche che è la mia prima ficcy! E grazie per i commenti! Se avrai pazienza, Alice si darà un gran da fare.... (Nel sogno mi ha suggerito 2/3 ideuzze diaboliche, degne di un diavoletto come lei! EH eh!)
Only_a_Illusion: Cioè, io sarei il tuo angelo! MA DOVREI ESSERE IO A INGINOCCHIARMI AL TUO COSPETTO PER QUESTO COMPLIMENTO!!!!!! grazie, davvero, sono onoratissima! Spero davvero di non deluderti!
Mylifeabeautifullie: Grazie, e sn contenta di averti tra noi!
Mimimiaotwiligh4 ever: Welcome in our big crazy Family! Come già ho detto, stiamo cercando un vulcano per i tre tizzi immondi... sono contenta che ti piaccia! E in quanto a scrivere, mi viene naturale, ma prima di scrivere mi immagino di essere i personaggi di cui parlo, e non scrivo prima di due o tre settimane, anche meno, se è proprio una folgorazione, perchè cambio e modifico in continuazione.... Tento di esprimere i veri sentimenti dei protagonisti. Inoltre, per immaginare ho due momenti: quando vado da qls parte, con Ipod a palla nelle orecchie (senza musica nn campo, e lei mi inspira...) e la notte, prima di addormentarmi, immersa nel buio... prova(te)
BloondyKamelot: Edward arrabbiato è grande! Rileggendo i tratti in cui è infuriato mi è spuntato il sorriso... è troppo dolce! Si fa un sacco di problemi inutili, ma è dolce!
SmallFly: Cioè, non ricevevo un commento così da... professoressa da una vita! Grazzissime, lo adoro! Non ti preoccupare se non hai commentato l'altro, sono contenta che però continui a seguirmi! grazie!
Bluking: Anche a te, Welcome in our big crazy Family! Sono davvero contenta che ti piaccia, grazie!
Hele91: Grazzissime!
Helen Cullen: Welcome in our big crazy Family! Grazie per la recensione! Sono contenta che hai apprezzato l'ironico e amorevole commento materno di Esme, sono contenta. Voglio che Mamma Cullen abbia una parte importante, non voglio che sia solo carta da parati... spero conntinuerai a seguirci! E per i vulcano... prepara i pasticcini, io porto sandwich e sdraio!
Bella's pov
Aprii gli occhi di scatto, sedendomi contro la testata del
letto.
Sapevo che non potevo essermi immaginata quei ringhi. Una
volta va bene, due è casuale, ma tre…
Chiusi gli occhi tremando, aspettando di ricevere la mia
punizione per non essermi alzata subito, ma non arrivò.
Attesi cinque secondi prima di aprire gli occhi. Sapevo che
era stato tutto un sogno: non poteva essere successo davvero, sarebbe stato un
progetto irrealizzabile. La mia fantasia andava talmente alla deriva durante il
sonno, che al mio risveglio faceva terribilmente male scoprire che era stata
tutta un’illusione troppo vivida.
Sospirai, sempre ad occhi chiusi. Sapevo che di avere gli
occhi di Felix incollati addosso, ma per una volta, non mi sentivo trapassata
da parte a parte. Era tutto tranquillo.
“Va beh, meglio
alzarmi” pensai “Oggi dovrebbe venire
anche il signor Carlisle, meglio che mi prepari. Chissà se verrà anche Esme con
lui…”
Un momento. Come facevo a sapere di Esme?!
Nessuno mi aveva mai nominato i componenti della famiglia
Cullen, a parte Carlisle, e l’unico ad avermene parlato, e poi presentata, era
stato proprio lui, nel mio sogno!
Aprii gli occhi, entusiasta, e mi ritrovai nella camera che
Esme e Carlisle avevano gentilmente messo a mia disposizione.
Sorrisi, allegra, e mi gettai nuovamente tra le coltri del
letto, ridendo sommessamente. Abbracciai le coperte calde e fissai la finestra
con gli occhi pieni d’entusiasmo.
Era di nuovo notte.
Scansai le coperte e misi le ballerine. Mi avvicinai alla
finestra e alzai lo sguardo verso il cielo notturno: la volta di Forks non era
cambiata per niente, e anche ora il cielo era ricoperto di grandi nuvole che
volteggiavano pigramente in aria.
Una volta, da bambina, detestavo il cielo di Forks. Io e mia
madre ci venivamo ogni anno per la ricorrenza del funerale di mio padre, e ogni
volta pioveva. O era nuvolo.
Mi rendeva triste il fatto che piovesse, mi deprimeva, e
anche la costante assenza di sole mi faceva paura. Renèe, su questo
piano, mi somigliava. Anzi, forse era l’unica cosa che avevamo in comune.
Mi ripeteva spesso che io avevo preso il carattere di
Charlie, un po’ chiuso, un po’ distante, ma capace di affascinare. Invece, lei…
lei doveva fare mille pazzie, per apparire affascinante.
Posai la testa contro la finestra, improvvisamente triste.
Chissà come stava Renèe, in quel momento. E chissà come
stava Phil.
Scossi la testa e cacciai via quei pensieri. Non potevo
mostrarmi infelice in quella casa, non dopo tutto quello che Carlisle ed Esme
stavano facendo per me.
Mi avvicinai al letto e iniziai a rifarlo per bene. A casa,
ero sempre io a dovermi occupare delle faccende domestiche, quindi, realizzai,
avrei potuto farlo anche qui.
Sarebbe stato il mio modo di ringraziarli per tutto ciò che
facevano. Sarei stata a loro completa disposizione.
Qualcuno bussò delicatamente alla porta.
“Posso entrare, Bella?” mi chiese Esme con voce materna
“Certamente, Esme” chiesi, lusingata. Era la secondo persona
che mi chiedeva il permesso di entrare nella mia camera.
Esme aprì con calma la porta, ed entrò sorridendo.
“Bella, tesoro, ti abbiamo svegliato?” mi chiese con
dolcezza
“No, non preoccuparti, Esme” risposi, sorridendo. Il sorriso
mi veniva spontaneo, quando parlavo con lei.
“Dormito bene?” chiese, sistemando il cuscino
“Come un sasso” risposi “Grazie per l’ospitalità. Siete
davvero gentili”
“Di nulla, piccola, ora sei della famiglia” mi rispose
dandomi un buffetto sulla guancia “E a questo proposito, te la senti di
scendere? I ragazzi sono tornati, e vorrebbero conoscere la loro nuova sorellina”
Arrossii, in imbarazzo. “S-si, con piacere…” balbettai,
mettendomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Allora scendiamo” disse Esme prendendomi per mano
“Edward!” esclamò Esme scandalizzata “Calmati, caro! Non è
successo nulla!”
“Ma poteva succedere!” ringhiai, imbestialito “Come hanno
anche solo potuto pensare di costringerla a… a…”
Non trovavo le parole, tanto ero furioso e oltraggiato. Non
bastava che la costringessero a usare i suoi poteri con la violenza, la
tenessero prigioniera e la torturassero, volevano anche che passasse il resto
dei suoi giorni a far figli come se fossero pagnotte!
Era indecente!
“Edward, se non ti calmi potresti…” iniziò Esme
“Svegliarla? Troppo tardi” esclamò Alice fissando il
soffitto “Si è svegliata in questo preciso instante”
Alzammo tutti lo sguardo.
“Esme, meglio se vai a vedere come si sente” disse Carlisle
“Vedi se si è ripresa dal viaggio, e chiedile se se la sente di venire a
conoscere i suoi nuovi fratelli. Ricordati, non costringerla”
“Certamente” annuì Esme, scomparendo in direzione delle
scale
Mi sedetti sulla poltrona, sfinito. E confuso.
Non era da me quel comportamento. Certo, i metodi dei
Volturi erano disgustosi, da barbari, e si meritavano una lezione, ma non
riuscivo a capire. Come facevo a infuriarmi in quel modo solo per un racconto?
Agghiacciante, e crudele come noi mai, ma non era da me
perdere il controllo in quel modo. Io ero il tipo riflessivo di famiglia,
quello che sa sempre cosa fare e quando farla, con quali conseguenze. Quello
che rischia il meno possibile e che non si fa mai prendere dal panico. E
invece, per un racconto…
Esme era entrata nella camera di Bella, e da lì, una nuova
ondata di quella magnifica fragranza si propagò in tutta la casa, inondandomi
le narici come un fiume in piena.
Respirai a fondo quel profumo, che ebbe il prodigioso
effetto di calmarmi e farmi tornare lucido.
Era strano, ma da quando l’avevo annusato, anche non avendo
mai visto Isabella, avevo avvertito il bisogno, il dovere di proteggerla. Mi
aveva dato l’impressone che questa ragazza, sebbene la decantassero forte e
invincibile, fosse… fragile. Bisognosa di cure e protezione.
Come una rosa: pericolosa, ma terribilmente delicata.
Alice mi posò una mano sulla spalla, e la fissai.
“Mi fa… infuriare” mormorai “Come possono pensare di avere
qualche diritto su di lei… dopo quello che le hanno fatto….”
“L’aiuteremo” giurò lei “La faremo diventare una Cullen
sicura di sé, fiera di essere ciò che è. Non dovrà più temere nessuno, vedrai”
Le sorrisi. “Le andremo bene, secondo te?” chiesi
“Assolutamente!” annuì convinta “Tutti noi! Ma dovremo
starle vicino”
“Certamente”
“Eh, mi sa che la porta va sostituita” sospirò Emmett
grattandosi la testa “E forse anche il muro avrà bisogno di un’intonacata…”
Ci voltammo a fissare i resti della porta che avevo
scardinato. Il legno era diviso in due grossi pezzi, e c’erano molte schegge
tutto intorno. I cardini erano letteralmente salati via, e il muro si era
leggermente scheggiato.
Un danno minimo, in effetti.
“Scusatemi” dissi, mortificato “Ripagherò i danni”
“Oh, certo, con i tuoi
soldi” mi sbeffeggiò Jasper con un sorriso “E quanto ti costerà?”
“Pagherò la mano d’opera di Em” proposi sorridendo “Se farà
un buon lavoro, ovviamente”
“Cioè, stai insinuando che io non sia un bravo restauratore,
falegname, riparo-tutto-io?!” chiese lui
“No, sto dicendo che ci provi, ma non ci riesci” dissi
“Ehi, fratellino, cerchi rogne?” chiese Emmett divertito,
voltandosi verso di me
“Dove vuoi, quando vuoi” gli risposi ghignando “Tanto lo sai
che ti batto”
“Questo è tutto da vedere, moccioso”
“Ti ricordo che sono io il più grande tra noi due” dissi
“Non agli occhi degli altri, bambino, e nemmeno nella
corporatura” ribatté Emmett, acquattandosi “Sei pronto?”
“Vediamo se riesci a prendermi, fratellone” risposi,
posizionandomi di fronte a lui, pronto allo scontro
“Vedi, Bella, che ho ragione a dire che i miei figli sono
dei vandali?”
Ci voltammo verso le scale, sorpresi. Esme ci sorrideva,
seguita da un angelo.
Era l’essere più bello che avessi mai visto. Alta, dalla
pelle candida come la neve più pura, aveva i tratti di un angelo sceso dal
cielo per me. Il viso leggermente a cuore era stupendo, troneggiato da due
meravigliosi occhi neri, scuri come le piume di un corvo, e profondi come il
mare. Due piccole labbra carnose spiccavano in meraviglioso contrasto con la
carnagione pallida per il colore vermiglio.
Il semplice vestito blu notte, che si sposava divinamente
con la sua carnagione, le metteva in risalto le curve prospere, lasciandole
scoperte le lunghe e splendide gambe bianche e le braccia altrettanto
meravigliose.
Il suo profumo, più forte e buono che mai, mi entrava in
corpo raggiungendo la mia anima.
Si fermò accanto ad Esme, di fronte a noi, tenendo il capo
chino, in imbarazzo. Carlisle l’affiancò, posandole una mano sulla spalla e
sorridendole con gentilezza.
Poi ci fissò.
“Bene, ragazzi, questa è Isabella”
La nuova arrivata alzò lo sguardo e ci sorrise, in
imbarazzo.
Le sue guance si tinsero di un leggero rossore, facendola
apparire ancora più bella.
“Pia-piacere di conoscervi” mormorò, con una voce dolce e
limpida, musicale.
In quel momento, per la prima volta dopo quasi un secolo, il
mio cuore sembrò ricominciare a battere.
Stavamo scendendo le scale quando due voci maschili ci
giunsero chiare dal salone.
“Non agli occhi degli altri, bambino, e nemmeno nella
corporatura. Sei pronto?
“Vediamo se riesci a prendermi, fratellone”
“Vedi, Bella, che ho ragione a dire che i miei figli sono
dei vandali?” sospirò Esme finendo di scendere le scale.
Io mi voltai e fissai la scena che mi si parava davanti agli
occhi.
Carlisle era appoggiato allo stipite della porta di fianco
a una ragazza che era l’incarnazione della pura bellezza: alta, dal portamento
fiero di una principessa, aveva lunghi capelli biondo, leggeri e lisci, simili
a una colata di oro fuso sulle sue spalle. Il suo viso era di una bellezza
sconvolgente, forse il più bello che io avessi mai visto sulla faccia della
terra.
Al suo fianco c’era un ragazzo molto simile a lei.
Leggermente più basso, magrolino ma comunque muscoloso, come si notava anche da
sotto il maglione che portava, aveva i suoi stessi capelli biondo miele e la
stessa bellezza ultraterrena.
Osservava divertito i suoi altri due fratelli, che sentendo
la madre arrivare si erano voltati.
Quello più vicino era grande, grosso e muscoloso, con folti
ricci neri che gli cadevano attorno al viso perfetto. Mi fissava curioso, un
grande sorriso stampato sul volto, una mano posata su un fianco.
Accanto a lui, si materializzò in fretta un’elfa, muovendosi
quasi a passo di danza, tanto era leggiadra. Era piccola, aggraziata, con un
viso grazioso scolpito nella porcellana, e mi sorrideva estasiata. I suoi
capelli, neri e cortissimi, erano scompigliati ma sempre in maniera perfetta.
E l’ultimo era… perfetto.
Come tutti, mi studiava curioso, ma con una tale intensità
che mi sentii costretta ad abbassare lo sguardo. Ma i miei occhi registrarono
ogni dettaglio della sua fisionomia.
Sembrava molto più giovane di tutti gli altri, a dirla
tutta. Era smilzo, ma dalla camicia aperta si poteva intravedere una
muscolatura fatta e finita, scolpita nel marmo della sua pelle. Fasciate dai
jeans scuri, si poteva notare come le gambe fossero muscolose e atletiche,
disegnate da un Dio misericordioso che voleva mostrare al mondo la sua
magnificenza, riversandola in quella creatura.
E il viso era… sconvolgente.
Se tutti i Cullen era bellissimi, quasi ultraterreni, lui
era di gran lunga superiore a tutti loro.
Aveva capelli di un intenso color rosso ramato, bronzei, in
un certo senso ribelli come quelli della sorella, ma sempre acconciati in
maniera perfetta, con un ciuffo che gli ricadeva sulla fronte liscia, la linea
perfetta del naso dritta, le guancie perfette, le labbra perfette, e gli
occhi...
Meravigliosi. Di quello splendido color oro, liquidi, che
splendevano di luce propria, trasmettendomi una pace e una sicurezza che non
avevo mai avuto.
Carlisle mi posò una mano sulla spalla con un sorriso
gentile, e io ricambiai, totalmente in imbarazzo. Si voltò verso i suoi figli e
lo imitai.
“Bene, ragazzi, questa è Isabella” disse.
Alzai lo sguardo, non sapendo bene cosa dire, e arrossii
ancora di più.
I ragazzi mi fissavano sorridendo, i loro fantastici occhi
d’oro accesi dall’entusiasmo e dalla curiosità.
“Pia-piacere di conoscervi” mormorai, tentando di rompere
quel silenzio “Mi chiamo Isabella Swan, e sono davvero onorata di avere avuto
il privilegio di potervi conoscere”
Una risata simile al trillo di campane d’argento mi fece
voltare la testa verso il folletto. La vampira mi fissò con gli occhi
scintillanti, allegri, e un sorriso incantevole a trentadue denti. Mi si
avvicinò a passo di danza e si alzò sulle punte, baciandomi la guancia, e poi
mi abbracciò.
“Piacere di conoscerti, Bella!” esclamò allegra, separandosi
da me “Io sono Alice Cullen, e sono davvero felice di avere una persona tanto
particolare come sorella!”
“Oh, scusa se in questi ultimi anni io ho fatto da
tappezzeria” esclamò divertita la bionda mozzafiato, con un sorriso ammaliante.
Si fece avanti ondeggiando sinuosa e mi porse la mano con un sorriso gentile.
“Mi chiamo Rosalie Hale, piacere”
“Il piacere è tutto mio” dissi, sorridendole
“Beh, ora è il mio turno” sospirò il fratello più grande,
facendosi avanti “Io sono Emmett Cullen, piacere”
Gli strinsi la mano; aveva una stretta poderosa, e ridacchiò
davanti alla mia faccia sorpresa.
“Io, invece, sono Jasper Hale” disse il fratello biondo
facendosi avanti “Spero che ti troverai bene qui da noi. So che potrà essere
difficile, all’inizio. Siamo una famiglia piuttosto strana...”
“Perfetto, Jazz, già inizi a darle l’impressione sbagliata”
esclamò allegro l’ultimo dei Cullen. Aveva una voce seducente, morbida come il
velluto, ammaliante.
Si fece avanti sorridendo e mi tese una mano.
“Io sono Edward Cullen” si presentò con garbo “Mi dispiace.
I miei fratelli ti avranno dato sicuramente un’impressione sbagliata, ma non
temere, la punta di diamante qui sono io”
“Si, speraci!” gli risposero i suoi fratelli.
Sorrisi. “Al contrario, mi sembrate tutti davvero delle belle
persone”
Gli strinsi la mano, e una scarica elettrica si propagò
dalla nostra stretta lungo tutto il mio corpo.
Lo fissai sorpresa, arrossendo quando, anche lui incredulo,
incatenò il suo sguardo al mio.
“Beh, forza, vieni, Bella” esclamò Alice.
Mi prese per mano e mi accompagnò in salone, facendomi
sedere sul divano. Passando accanto ad Edward, riuscii a percepire con
chiarezza il suo profumo. Intenso, forte, gustoso... paradisiaco.
Gli altri si sedettero intorno a noi, accesi dalla
curiosità. Edward e Alice, invece, presero posto ai miei lati.
Notai che Edward, con la coda nell’occhio, mi studiava.
Arrossii e chinai il capo, non sapendo bene cosa dire.
Una risata fragorosa irruppe nell’aria, e mi voltai verso
Emmett, seduto accanto a Rosalie – se non sbaglio Carlisle mi aveva detto che
quei due erano sposati.
“Alice aveva ragione, sei proprio un tipetto interessante!”
esclamò, gentile
“Emmett!” lo sgridò Rosalie, dandogli una gomitata tra le
costole
“Scusa, non volevo offenderti” disse Emmett ammiccando “Solo,
sono davvero contento di conoscerti. Spero di non averti offeso”
“N-no no, non preoccuparti!” mi affrettai a dire, arrossendo
ancora di più “Non me la sono presa, anzi! Lo so che sono un pochino...
particolare”
“Non preoccuparti, Bella, anche qui ci sono dei casi
particolari” mi disse Alice posandomi una mano sul braccio
“Io, per esempio” proseguì, con un sorrisetto furbo “Sono
capace di vedere nel futuro. Ho delle visioni su quel che succederà”
“E spesso questo è un problema” sbuffò con dolcezza Edward,
guardando prima lei e poi me “Ti capiterà di ritrovartela spesso in camera
pronta per trascinarti in ogni sua piccola follia. Mi raccomando, stai attenta”
“S-si” balbettai, imbarazzata
Alice gli tirò un cuscino, che Edward schivò con
un’impressionante prontezza di riflessi.
“Siamo permalosi, malefico folletto?” scherzò Edward
“Non starlo a sentire” mi disse Alice incrociando le braccia
sul petto “È solamente invidioso”
“Non credo” ribatte lui. Si posò un dito sulla tempia e se
la picchiettò delicatamente, facendomi l’occhiolino “Anch’io ho una qualità
extra. Posso leggere nel pensiero”
“Riesci a leggere anche nel mio?” chiesi, curiosa
Mi fissò. “In verità, non ho ancora provato” ammise “Volevo
aspettare di avere il tuo permesso. Non mi piace violare la privacy degli
altri, se non ne sono costretto”
Mi sentii stranamente lusingata che si fosse comportato in
maniera tanto cavalleresca. Mi tornarono in mente le parole di Carlisle, e
risi.
“Allora è lui il gentleman di altri tempi, Carlisle?”
chiesi, rivolgendomi al dottore “Il figlio discreto che s’impegna con tutto se
stesso per non violare la privacy altrui?”
Risi, e Carlisle con me; gli altri ci fissarono incuriositi.
“Già, è lui” rispose Carlisle
“Ah, e così hai sparlato di noi con Bella, eh, paparino caro?”
chiese Alice
“No, anzi, vi a descritti come dei figli di cui andare
orgogliosi” mi affrettai a dire con un sorriso. Mi voltai nuovamente verso
Edward, e sorrisi. “Grazie per non averlo fatto. Sei stato molto cortese. Ma se
ora vuoi provare, hai campo aperto”
Sorrisi, e lui ricambiò, prima di assumere un’espressione
intensa e concentrarsi su di me. Mi fissò intensamente per il minuto
successivo.
Non riuscii a distogliere i miei occhi dai suoi, sebbene mi
sentissi osservata e imbarazzata; stranamente, non riuscivo a curarmi degli
altri. Esistevamo solamente io e lui.
Alla fine, Edward assunse un’espressione confusa e,
leggermente, frustrata, prima di ricomporsi e sorridermi di sghembo. Dio,
quant’era bello quel sorriso…
“Beh, a quanto sembra puoi stare tranquilla, Bella” disse
“La tua mente è inaccessibile, per me. Quindi, devi solo preoccuparti delle
assurde visioni di Alice e del potere di Jasper”
Mi voltai verso il fratello biondo, che mi sorrise
gentilmente.
“Io sono in grado di capace di percepire e influenzare le
emozioni delle persone accanto a me” spiegò
Annuii, serena. “Carlisle mi aveva parlato dei vostri
poteri” dissi, e poi mi voltai verso Emmett e Rosalie “E aveva anche aggiunto
che voi due, anche se non possedete qualità extra, primeggiate su di loro sia
per forza che per bellezza”
I due vampiri mi sorrisero, allegri.
“Non credo proprio” li prese in giro Edward “Sicuramente,
qui, io sono il più bello e più forte dei miei fratellini”
Gli lanciarono addosso di tutto: cuscini, fogli, libri e
penne, ma lui, con una risata cristallina, li schivò con la stessa facilità con
cui aveva evitato il cuscino di Alice.
“Edward!” lo rimproverò Esme “Non pensare di essere in
qualche modo superiore ai tuoi fratelli!”
“Non lo penso, lo so” disse Edward facendomi l’occhiolino
“Ok, fratellino, ora te la sei cercata” disse Emmett
alzandosi, facendo scrocchiare le nocche
“Preparati a una lezione” aggiunse Jasper, lo sguardo acceso
“Alt, fermi!” li bloccò Alice divertita “Prima di uccidervi
vediamo di sistemare la nostra nuova sorellina all’interno delle gerarchie
della nostra famiglia”
Mi studiò con un’espressione intensa, poi si voltò verso i
suoi genitori.
“Allora Carlisle, che cosa ne pensi?” chiese “Che ruolo può
impersonare la nostra Bella?”
“Ruolo?” chiesi, confusa
“Vedi, Bella, in città noi siamo conosciuti come i figli
adottivi dei signori Cullen” spiegò Rosalie “Io e Jasper, per esempio, fingiamo
di essere i gemelli Hale,
mentre Alice, Emmett e Edward si fingono fratelli”
“Ah” esclamai “Quindi, anch’io devo inventarmi un’identità
fittizia?”
“Esattamente” concordò Carlisle “Potresti per esempio,
essere una parente di Esme, trasferitasi presso di noi. O magari potresti
inventarti un cognome del tutto immaginario”
“Non potrebbe continuare a chiamarsi Swan?” suggerì Emmett
“In fondo, nessuno si ricorda bene la figlia di Charlie, e visto che non c’è
nessuno a poterla identificare…”
“No” esclamai, arrossendo di botto quando tutti si voltarono
verso di me “Cioè, scusa, Emmett, ma non mi sembra una buona idea. Vedete…” Il
mio sguardo si fece improvvisamente triste, e dovetti fare un respiro profondo
per calmarmi “Mia madre viene sempre qui per l’anniversario della morte di
Charlie, e ha alcune amiche qui a Forks con cui ancora si sente per telefono.
Se le raccontassero che è comparsa una ragazzina di nome Isabella Swan, si
precipiterebbe di corsa per vedere se si tratta di sua figlia scomparsa, cioè
di me, e la faccenda si complicherebbe sia per me che per voi…”
Alice mi posò una mano sul braccio e mi guardò con uno
sguardo addolorato. Tentai di sorridere.
All’improvviso, senti tutta la mia tristezza svanirmi dal
corpo, l’aria si fece leggera, e un senso di benessere e di pace mi invase
l’animo.
Mi voltai verso Jasper, che mi fissava intensamente.
“Questo è il tuo potere?” chiesi
Fece un mezzo sorriso. “Ti do fastidio?”
“No. Grazie” dissi riconoscente.
“Beh, allora bocciata Bella Swan” riprese Rosalie per
alleggerire la tensione “Altre proposte?”
“Allora… se a Esme non dispiace, potrei fingermi una sua
nipote acquisita, o qualcos’altro” suggerii timidamente
“Certo che non mi dispiace, ci mancherebbe!” esclamò Esme
felice “Potresti chiamarti Isabella White; quando ero umana avevo una cugina
che portava questo cognome. Ti va bene?”
“È perfetto!” esclamai, riconoscete “Grazie!”
“Bene, allora salutiamo Isabella Marie Swan White Cullen!”
esclamò euforica Alice balzando in piedi
“Sarà dura scriverlo su tutti i miei vestiti” mormorai
“Tranquilla, useremo un timbro speciale” ridacchiò Edward,
facendomi l’occhiolino. Sorrisi.
“Oh, a proposito di vestiti!” esclamò Alice scambiandosi
un’occhiata complice con Rosalie “Andiamo?”
“Dove?” chiese Emmett
“Non lo sai che puoi capire molto di una persona
semplicemente dal suo abbigliamento?” rispose Rosalie alzandosi con grazia.
Poi, lanciandomi un’occhiata entusiasta, sparirono verso le
scale dirette in camera mia.
“Che cosa stupida e infantile” sbuffò Edward incrociando le
braccia, posando la schiena alla spalliera del divano “Ti chiedo scusa al posto
loro”
“Non fa nulla” ribattei “ma credo che resteranno deluse…”
I ragazzi della famiglia Cullen mi fissarono confusi, e io
arrossii.
“Beh, ecco…” iniziai
“AAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!
ORROREEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!”
Le voce scandalizzate di Alice e Rosalie anticiparono di
poco la loro ricomparsa in salotto; avevano il viso sconvolto, il corpo teso al
limite e gli occhi stralunati.
“Che vi è successo?” chiese Jasper preoccupato,
avvicinandosi ad Alice
Lei lo scansò e insieme alla sorella si parò di fronte a me,
gli occhi ancora assatanati.
“Bella, hai solamente due vestiti nell’armadio!” mi urlarono
in faccia “Come hai potuto permettere una cosa del genere?! È un insulto a
tutto il genere femminile!!”
“Beh… in verità…” mormorai, la faccia più rossa di un
pomodoro.
Una mano gentile, leggera come una piuma, si posò sulla mia
spalla. Edward fissò contrariato le sorelle, la fronte corrugata per il
disappunto.
“Insomma, non mi sembra che farle una scenata per una cosa
simile sia un comportamento degno di due ragazze mature” le rimproverò severo “Non
capite che così state mettendo in difficoltà Bella?”
Rosalie e Alice sospirarono pesantemente, poi mi guardarono.
“Ed ha ragione, perdonaci Bella” disse Rosalie
“Ma sai, vedere ridotto il tuo potenziale a…” Alice deglutì,
come se stesse mandando giù qualcosa di disgustoso “a due vestiti… beh, lasciamelo dire, mi ha fatto veramente orrore”
“Però a tutto c’è rimedio!” esclamò poi, divenendo l’anima
allegra della casa “Sapete che significa questo, vero?”
“Guai” sospirarono i tre ragazzi
“DOMANI SHOPPING!!” esclamarono allegre le due vampire,
fissandomi con una scintilla pericolosa negli occhi “Vedrai, ti faremo un
guardaroba con i fiocchi, sta tranquilla!”
“Cosa? Oh, no, no!” esclamai, attirando l’attenzione su di
me “Vi prego, non spendete soldi per me! Vedrete che saprò cavarmela! Troverò
una lavoretto e…”
La famiglia intera scoppiò a ridere. Carlisle mi fissò con
dolcezza.
“Isabella, te l’ho già detto” sospirò “Non dovrai spendere
un centesimo nella nostra famiglia. Non te lo permetteremo”
Mi sentii lusingata, e una lacrima di commozione mi scivolò
lungo la guancia. Chinai il capo e poi lo rialzai, sorridendo.
“Grazie. Vi prometto che farò di tutto per ripagarvi della
vostra gentilezza!”
I Cullen sbuffarono divertiti. Edward mi posò nuovamente una
mano sulla spalla e mi rivolse lo stesso sorriso di sghembo di prima.
“Bella, non devi fare proprio nulla per sdebitarti” disse
“Sei della famiglia”
Chinai il capo e sorrisi.
“Allora, domani farete una giornata di shopping” disse
Carlisle “Divertitevi”
“Mi raccomando, voi due, non tormentate troppo Bella”
aggiunse Esme con un sorriso
“Non temere, mamma, andremo anche noi con lei” le assicurò
Edward
“Così Alice e Rose non potranno utilizzarti come bambola per
tutto il giorno” disse Emmett con una risata
“Sai, le nostre mogli tendono a perdere un po’ la bussola
quando si tratta di vestiti” sospirò Jasper
“Grazie” dissi commossa “Dove volete andare?”
“Facile, a Seattle!” esclamò Rosalie “Port Angeles non offre
molte scelte”
“Bella, te la senti di andare, domani?” mi chiese Carlisle
accarezzandomi i capelli
“Uhm? Certo!” risposi “Perché fai una domanda del genere?”
Mi sorrise colpevole. “Perdonami, sei molto più forte di
quanto pensassi”
“Ah, ti riferisci alla sete!” esclamai, ridendo “Tranquillo,
Carlisle, posso resistere benissimo”
“Non hai avuto problemi all’aeroporto?” chiese Esme
Scossi la testa. “Sono certa di poter resistere. Vedete…”
chinai lo sguardo, in imbarazzo “Percepisco chiaramente gli odori degli umani,
ma… è passato talmente tanto tempo da quando, beh… ero in mezzo a loro che… non
riesco a pensare alla mia sete. Ho solamente una gran voglia di scoprire,
guardarmi in torno… non so se mi sono spiegata”
Edward rise. “Beh, complimenti! Hai un autocontrollo davvero
eccellente!” si volse verso Carlisle “Non temere, Carlisle, se mai ci saranno
problemi, l’aiuteremo noi”
“Giusto!” esclamarono i fratelli fissandomi allegri
“Allora, potresti venire con me a caccia la prossima
settimana, o anche prima, se ti va” propose Carlisle
“Certo, ne sarei onorata!” esclamai, raggiante.
Avevo davvero voglia di scoprire il mistero di quegli occhi
d’oro, ma soprattutto, volevo vedere Carlisle in azione, nei panni del
cacciatore. Mi sembrava davvero strano che una persona dolce e amorevole come
lui potesse interpretare il ruolo del cattivo.
“Posso unirmi a voi, Carlisle?” domandò educatamente Edward
“Naturalmente” rispose
“Non ti sei nutrito a sufficienza?” chiese preoccupata Esme
“Oh, no, è solo che è da tempo che non faccio una battuta di
caccia con Carlisle” rispose Edward serafico “Mi è un po’ mancato”
“Ed ecco che il freddo e solitario Eddino piccinino si
scioglie davanti alla potenza dell’amore paterno!” esclamò Emmett ridendo
Un attimo dopo, si ritrovò in fondo al corridoio, dolorante,
mentre Edward si sistemava il colletto della camicia con un’espressione
composta sul viso.
“Ed, questa volta le buschi!” esclamò Emmett, ritornando
“In questa famiglia i maschi pensano solamente a lottare”
sbuffò Rosalie
“Già. Mai un pensiero gentile per noi” aggiunse Alice
Sorrisi. Quella famiglia mi stava già entrando nel cuore.