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Autore: telesette    14/09/2014    1 recensioni
Furiosa per il rifiuto di Adam, la perfida principessa Madeleine del casato dei Bleaux ha dato vita ad una nuova maledizione che ha condannato il principe a riassumere le sembianze di una grossa orribile bestia...
Riuscirà Belle a trovare il modo di aiutare il suo amato?
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adam, Belle, Nuovo personaggio, Quasi tutti | Coppie: Adam/Belle
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'In memoria di un'amica'
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In memoria di un'amica:

Nata a Chieti, il 4 marzo del 1977, Gina Ciriegi era una persona di animo semplice e molto creativa.  
Oltre a scrivere, sapeva creare delle bellissime riproduzioni e decorazioni angeliche. Molto brava anche col photoshop, con il quale sapeva creare delle immagini molto tenere coi personaggi di varie serie animate. Inguaribile e dolcissima romanticona, amante delle storie d'amore e dei finali lieti. Fedelissima conoscitrice dei vari capolavori di animazione DISNEY ( "Gli Aristogatti", "La Carica dei 101", "La Sirenetta", "Il Re Leone", e molti altri ancora ). Sognatrice e sensibile, nonostante le tante difficoltà della vita, sempre volta a rincorrere le tante piccole gioie che ogni persona desidera per sé: la serenità, la pace, gli affetti, l'amore...  
Gina si spegne il 7 marzo 2013 all'età di 36 anni, lasciando un grande vuoto nei cuori di molte persone ( me compreso ), e un dolore immenso in tutti coloro che la conoscevano per la persona meravigliosa che era.  
Di tutte le cose che ho ancora di lei, e della nostra bellissima amicizia nata su Facebook, senza dubbio rimane il ricordo delle nostre interminabili chiacchierate. C'erano così tante idee in lei, così tante storie da creare, perciò vorrei tentare di riportarle su queste pagine a nome suo. Nelle mani uno strumento, nella mente un pensiero, ma il cuore è quello che lega entrambi alla fantasia che abbiamo condiviso assieme.  
Ciao Gina!

***

Bestia per amore
immagini tratte da internet

 

Troppo bello per essere vero...

Da che l'incantesimo della fata era stato spezzato, Adam e Belle parevano essersi ormai dimenticati di tutti i momenti grigi e burrascosi della loro vicenda insieme, come se si fosse trattato nulla più che di un semplice sogno.
Adam aveva recuperato il suo aspetto e, oltre a questo, aveva trovato il più importante e prezioso di tutti i tesori del mondo.
Aveva trovato lei...
Con Belle accanto, gli pareva di aver raggiunto il cielo dei cherubini ( lo splendido affresco che pure decorava il soffitto dell'ampia sala da ballo ) ma con la felicità e la spensieratezza di una cosa vera e tangibile.
Come l'amore.
Il loro amore, sincero e autentico, l'amore che aveva potuto il miracolo di riportare le cose alla normalità.
Ora il principe e la sua principessa, entrambi nel loro sogno dorato, vivevano nella beata illusione che il futuro avrebbe portato loro solo cose belle: giorni sereni, gioie in famiglia, risate, amici e tante tante sorprese meravigliose...
O almeno così credevano.
Di tutte le lezioni che la fata aveva impartito all'allora arrogante e viziato principe, molte delle quali avevano lasciato effettivamente il segno, una in particolare era sfuggita alla comprensione di questi. Il povero Adam non aveva ancora imparato che, per quanto si desideri spesso e volentieri il contrario, non sempre la vita gira come la si vorrebbe.
Persino Belle, persa nel suo mondo di sogni e avventure, si illudeva che il "Lieto Fine" delle favole fosse applicabile anche nella vita reale.
Certo, erano felici, molto felici assieme.
Ma per quanto?
Quanto può durare la felicità, e quanto l'infelicità può estendersi tanto a lungo?
Gli anni dell'incantesimo avevano dimostrato quanto dura può essere l'attesa della fine di un periodo infausto, con i dubbi e le paure che attanagliano lo scorrere di ogni singolo giorno. Ma se la gioia e la felicità possono spazzare via quel grigiore, infiammando ogni cosa con la luce della speranza, molti sono propensi a credere che quel piccolo momento magico da solo possa durare per sempre.
Magari fosse così.
Il giorno che Adam ricevette una lettera scritta e firmata da una sua antica conoscenza, tal principessa Madeleine del casato dei Bleaux, mai si sarebbe aspettato che ciò avrebbe influito in modo così repentino e drastico sulla sua dolce storia d'amore con Belle.
Madeleine era stata promessa ad Adam, in virtù di accordi presi dai genitori di entrambi, e costei recava ancora l'atto di matrimonio siglato e firmato dal padre del principe con tanto di timbri e ceralacca. All'epoca, Adam e Madeleine erano troppo giovani per poter convolare a nozze. Dal momento però che gli anni erano passati, e la prospettiva di dividere il regno di Adam le suonava ora molto allettante, Madeleine era ricomparsa a reclamare ciò che riteneva suo come diritto regale.

- Confido che ricorderai la tua promessa - sentenziò Madeleine, presentandosi spavaldamente alla corte di Adam, con tutta l'arroganza di potersi atteggiare fin da subito a nuova padrona del castello. - Anche se è passato del tempo, i nostri sigilli reali parlano chiaro: dal nostro matrimonio, dall'unione del mio e del tuo casato, nascerà una delle famiglie più nobili e gloriose di tutta la Francia; saremo Re e Regina di una nazione fiorente e laboriosa, amati e rispettati da tutti, e divideremo tutti gli onori che ci spettano!

Adam lesse attentamente il documento, guardando Madeleine di traverso, per poi stringerlo ed accartocciarlo tra le dita con sprezzo.
Madeleine non prese affatto bene quel gesto, pretendendo di fatto da Adam delle spiegazioni più che esaurienti.

- Non sono tenuto a rispettare gli obblighi di mio padre - rispose fiero il principe, affrontando la superba principessa a muso duro. - Io non ho mai inteso sposarti, Madeleine, né intendo farlo adesso; ti suggerisco, anzi, di prendere le tue cose e di lasciare il mio castello immediatamente!

Sbalordita quanto offesa dalle parole dell'altro, Madeleine provò dunque a rammentare al principe la gravità di quanto egli andava dicendo. Con un simile rifiuto, Adam stava dando un calcio ad un'alleanza storica e preziosa. I rapporti commerciali tra i due paesi ne sarebbero usciti irrimediabilmente compromessi, rischiando persino una guerra, e il popolo ne avrebbe certamente sofferto.

- Non puoi comportarti come un bambino - osservò Madeleine. - Posso anche chiudere un occhio, e perdonare questa tua insolenza, ma ti consiglio di rivedere bene le tue opinioni e valutare saggiamente l'idea del nostro matrimonio!
- Ci ho già pensato - tagliò corto Adam serissimo. - Non ti sposerò, Madeleine, perché il mio cuore appartiene ad un'altra persona... Io sposerò una fanciulla che amo, e che mi ama per quello che sono, perché non potrei mai scegliere un matrimonio d'interesse!

Subito Madeleine cambiò espressione, sfoggiando un crudele sorriso cinico e sottile sulle labbra, guardando Adam con aria astuta e molto sicura di sé.

- "Una fanciulla che ti ama", dici - ripeté beffarda. - E sia, se è questo che pensi, non credo che ci sia altro da aggiungere... Me ne vado, Adam, spero solo che tu non abbia a pentirti della tua scelta!
- Che intendi dire?
- Oh, te ne accorgerai presto, non preoccuparti - rispose lei malignamente. - Le azioni portano conseguenze, dovresti averlo imparato ormai... caro il mio Principe-Bestia!

Sentendosi apostrofare in tal modo, Adam impallidì di colpo.
Come faceva Madeleine a saperlo?
Prima che costui potesse chiederglielo, tuttavia, la principessa lasciò la corte reale più velocemente di come era arrivata. Adam ordinò ai servi di trattenerla ma, come questi fecero per avvicinarsi a lei, la fanciulla rise sguaiatamente e scomparve dinanzi ai loro occhi in una nuvola di fumo nero.

- Stregoneria - pensarono le guardie, incapaci di credere a quanto avevano appena visto.

Sconvolto e terrorizzato, mentre un oscuro presentimento già andava insinuandoglisi lungo la spina dorsale, Adam prese a correre come un folle nei corridoi del palazzo. L'ala ovest era stata chiusa dietro suo ordine, giacché questi preferiva dimenticare ciò che era stato e ricominciare una nuova vita, tuttavia Adam si armò rabbiosamente da una delle corazze vuote lungo il corridoio e cominciò a menare violenti colpi di spada contro l'ingresso della stanza.
Le porte cedettero di schianto.
Adam vide per terra lo specchio magico, nello stesso punto dove Gaston lo aveva lasciato cadere subito dopo avergli scoccato contro una freccia, e subito si chinò a raccoglierlo.
Prima che le sue dita sfiorassero l'oggetto però, stringendo e digrignando i denti, Adam fu assalito da una sensazione a lui familiare.
Le braccia gli si allungarono a vista d'occhio, i muscoli si tesero in modo assurdo, gonfiando e lacerando il tessuto della camicia. Le ossa cominciarono a scricchiolare dolorosamente, le costole si allargarono spropositatamente, mentre la gabbia toracica era già così grande da fare invidia a quella di un bue. Non potendo più camminare in posizione eretta, tanto le gambe si erano arcuate fin sotto ai polpacci, il poverino cacciò urla selvagge e belluìne che riecheggiarono in tutto il castello.

- Non può essere - gemette. - Non di nuovo... NO !!!

La trasformazione era di nuovo in atto.
Adam stava riassumendo le sembianze orribili e disgustose di una grossa bestia.
Tale era l'angoscia dei suoi occhi attoniti nel vedere la folta peluria sulle sue mani, ora divenute veri e propri artigli acuminati, che il suo grido si rivelò presto un lamento colmo di disperazione.
Possibile che questa fosse opera di Madeleine?
Chi era realmente quella principessa malvagia?
Che cosa mirava ad ottenere con tutto ciò?
Forse che il suo orgoglio, come donna e come nobile, riteneva una vendetta sufficiente condannare Adam all'aspetto che più odiava in assoluto...
Ma da dove aveva ottenuto il potere necessario per fare questo?
Tuttavia, in quel momento, Adam era troppo sconvolto per chiederselo.
Accecato dalla rabbia, senza più i freni inibitori della sua parte umana, subito cominciò ad avventarsi su tutto quello che c'era nella stanza: sedie, mobili, quadri... tutto!
Ogni cosa andò in pezzi, sotto la sua furia demolitrice, gettando nel panico tutti coloro che ebbero modo di ascoltare i rumori e le grida che nulla avevano di umano.
Era come se un coro di anime dannate, dall'abisso di fiamme in cui Lucifero le aveva immerse, stessero levando le loro urla strazianti fin nel mondo dei vivi.
Così Adam stava sfogando il suo dolore.
Il dolore di avere un corpo ridotto così, ancora una volta, prigioniero dell'essere mostruoso che lui stesso aveva generato dalla parte malvagia del suo animo.
Ma perché adesso?
Perché l'incantesimo era tornato a tormentarlo, se persino la fata aveva detto che lo riteneva cambiato?
Quel corpo non era più una prigione per la sua anima, bensì per la sua mente.
Adam non poteva vivere in quello stato, incapace di avere contatti come qualsiasi altro essere umano, e soprattutto non poteva mostrarsi di nuovo a Belle.
Non in quelle condizioni.
La vergogna era troppa, per quanto lei fosse riuscita ad amarlo anche così, e Adam non voleva che Belle posasse di nuovo lo sguardo sull'aspetto così miserabile che non era il suo.
E quando la sua collera andò a placarsi, tanto si sentiva sfinito nel corpo e nell'anima, subito crollò ad accasciarsi sul pavimento in preda allo sconforto.

( continua )...

   
 
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