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Autore: Blackshadow90    15/09/2014    0 recensioni
Ginevra:una cicatrice e un tatuaggio che le ricordano sempre il passato.
Riccardo:arrogante e sexy, vuole a tutti i costi scoprire i suoi segreti.
Cosa lega questi due ragazzi?Le gare di moto,la scuola,ma soprattutto la casa che condividono con due amici.
Dal cap. 6:
-E se facessimo una gara?-disse Riccardo,amavo le sfide,non dicevo mai no.
-Una gara?-chiesi interessata
-Si:se vinci tu ,ti lascerò in pace,promesso,ma se vinco io...-lasciò la frase in sospeso.
-Se vinci tu,invece?-
-Quando vincerò allora ti dirò cosa voglio-era fin troppo presuntuoso.
-Affare fatto-amavo giocare con il fuoco.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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“We don’t remember days,we remember moments” Ero terribilmente stanca e tutto ciò che volevo in quel momento era un po’ di silenzio,ma tra Alice e Andrea che mi bombardavano di domande non avevo avuto un attimo di tregua durante tutto il viaggio verso casa che era verso il centro di Milano. Mi avevano chiesto come andavo a scuola e cosa avrei fatto dopo ed io ero rimasta sul vago perché fino ad un anno prima avevo le idee chiare;amavo il mare e gli animali per questo volevo diventare biologa marina e lavorare in un parco acquatico. I miei genitori mi avevano sempre sostenuta anche se pensavano che sarei stata perfetta come avvocato invece Nicolò era orgoglioso dell’indirizzo che volevo prendere perché pensava che ero nata per fare quel lavoro. Ora invece non sapevo bene cosa fare,il futuro per me era diventato una macchia scura e indistinta. Avrei voluto dire tutte quelle cose ad Alice,avrei voluto parlargli delle mie paure e dei miei sensi di colpa di tutto,ma non ero ancora pronta perché sapevo che se ne avessi parlato con lei sarei di nuovo crollata. Quando arrivammo,Andrea iniziò a cucinare mentre Alice mi mostrò la casa:all’entrata sulla sinistra c’era un grande soggiorno con due poltrone color crema una accanto all’altra,un tavolino di legno al centro e un tv al plasma poggiato su un tavolino di vetro di fronte alle poltrone;a sinistra dell’entrata invece c’era la cucina spaziosa e moderna;al piano di sopra invece c’erano in fondo al corridoio le due stanze una di fronte all’altra. - La stanza sulla sinistra è dei ragazzi e la porta accanto è il bagno,invece questa sulla destra è la nostra stanza,noi abbiamo il bagno in camera – mi disse Alice sorridendo. Presi le valigie ed entrai in camera – Mi vado a fare una doccia e poi vado a riposare,non ho voglia di mangiare – ero davvero troppo stanca. – Va bene,oggi pomeriggio ti va di uscire?- mi sembrava scortese dire no così annuii e lei se ne andò a mangiare. Mi chiusi subito in bagno e dopo essermi spogliata velocemente aprii l’acqua e rimasi la sotto a rilassarmi;l’acqua riusciva sempre a rilassarmi,era un’abitudine che avevo fin da quando ero piccola: tutte le volte che ero arrabbiata,triste o stanca mi chiudevo in bagno e rimanevo sotto l’acqua per ore con il mio amato bagnoschiuma alla vaniglia. Quando uscii dalla doccia misi l’asciugamano,andai davanti allo specchio e fu li che la vidi,in bella mostra sul mio collo:la prova del mio tentato suicidio,una cicatrice bianca lunga dieci centimetri che mi ricordava ciò che avevo fatto due settimane dopo la morte di Niki. <> Sfiorai la cicatrice con l’indice,lentamente pensando ogni volta che era il simbolo della mia colpa. Uscii subito dal bagno e dopo essermi vestita iniziai a svuotare la valigia con calma mettendo i vestiti in ordine nella parte dell’armadio riservata a me. Per ultima uscii la mia adorata macchina fotografica che portavo sempre con me;amavo fare fotografie alla natura che mi circondava e a tutto ciò che mi dava ispirazione perché volevo catturare ogni particolare e ogni ricordo per non dimenticare niente. La mia paura più grande era dimenticare il volto o la voce di Nicolò,non avrei potuto sopportarlo. Dopo aver sistemato tutto,chiusi le tende e mi distesi sul mio letto,misi le cuffie e feci partire la playlist con le canzoni di Niki; <> Mi svegliai e guardai l’ora,erano le cinque e mezza così scesi al piano di sotto per bere un bicchiere d’acqua. - Ehi bella addormentata allora esci con noi?- Andrea era un ragazzo bello e simpatico,aveva dei capelli biondo scuro,occhi azzurrissimi e un fisico niente male. - Si,devo solo vestirmi,dove andiamo?- ero stata a Milano solo una volta,ma ero molto piccola. - Giriamo un pò in centro così inizi ad imparare le vie principali-. –Va bene per caso c’è un parco qui vicino?- avevo sempre avuto un debole per i parchi,perché amavo la natura e potevo sia scattare foto che rimanere un po’ sola a pensare. - Si c’è un parco molto bello,si chiama parco Sempione,se vuoi andiamo lì- non me lo feci ripetere due volte. Corsi subito a vestirmi,scelsi un pantaloncino nero a vita alta con una camicia bianca semitrasparente,delle ballerine nere e una borsa bianca a tracolla. Mi ero preparata in fretta eppure solo in quel momento che aspettavo mi accorsi che Alice non si era più avvicinata a me anzi passando davanti la stanza dei ragazzi notai che si stava vestendo lì così entrai. - Ehi Ali,ma è una mia impressione o mi stai evitando?- lei rimase spiazzata e subito abbassò lo sguardo. - Si ai ragione,è solo che non so come comportarmi dopo la chiamata di tuo padre- io rimasi un po’ spiazzata-Mio padre ti ha chiamata?-. - Si,mi ha chiesto di starti sempre accanto e mi ha raccontato di tutto quello che è successo dopo la morte di Nicolò,perché sapeva che tu non me l’avresti mai detto- abbassò subito la testa imbarazzata,mentre io maledivo mio padre in tutte le lingue,non volevo che qualcuno sapesse del mio tentato suicidio perché da quando i miei parenti lo avevano saputo,mi guardavano sempre con pietà e non lo sopportavo. - Senti Alice non so cosa ti ha detto mio padre,ma ti chiedo per favore di non farmi domande. Sono qui per ricominciare....-. - Lo so Gin, non ti chiederò niente- disse lei triste.- Hai una cartina di Milano per caso?-mi guardò con curiosità -Si eccola,perché?- mi disse porgendomi una cartina conservata tra i libri. - Vorrei andare al parco Sempione- avevo bisogno di stare da sola,e Alice lo capì subito infatti non si oppose - Va bene,alle 8 e 30 ci vediamo a casa- io annuii e subito scesi le scale ed uscii. Fu facile usare la cartina perché avevo sempre amato viaggiare e tutte le volte che facevo un viaggio con la mia famiglia ero sempre io quella che teneva la mappa e guidava il gruppo,spesso le prime volte sbagliavo le strade ,ma col tempo ero diventata un’esperta,era impossibile per me perdermi. Camminavo lentamente con la macchina fotografica in mano,fotografavo tutto ciò che mi ispirava:un turista tedesco che sorrideva,una farfalla marrone che volava sulla mia testa,un bambino col gelato in mano,e senza accorgermi arrivai a destinazione. Davanti a me si ergeva in tutta la sua bellezza e grandezza il castello sforzesco;avrei voluto fargli tantissime foto,ma ero troppo impaziente di entrare nel parco che si estendeva dietro,così feci il giro ed entrai nel parco. Restai praticamente a bocca aperta per la bellezza;passeggiai tra alberi e prati,fotografai il ponte delle sirenette e il bellissimo laghetto insieme ai fiori:ortensie,camelie,e rose antiche dominavano tutto per non parlare poi dei faggi delle querce e degli animali che lo dominavano. Dopo aver girato per due ore trovai un posticino isolato e nascosto vicino la riva del laghetto,lì mi distesi sull’erba a pancia in su e come inevitabilmente succedeva ripensai alla mia vita,al mio senso di colpa e al fatto che in ogni cosa e in ogni pensiero che facevo Niki era sempre accanto a me e mi mancava terribilmente,avevo bisogno del suo coraggio,della sua forza,per poter andare avanti ma se lui non c’era io ero vuota,ero sola,nessuno a parte lui sapeva comprendermi e soprattutto accettarmi così come ero. Il rumore dell’acqua mi ipnotizzò e mi addormentai. Quando mi svegliai,era buio e sentivo qualcosa vibrare sulla mia pancia,guardai l’orologio e sgranai gli occhi:erano le 11 tra mezz’ora il parco chiudeva e per di più dovevo stare a casa alle 8 e 30,presi il telefono e risposi –Gin,dove diavolo sei???sono ore che ti chiamo e sono al parco con Andrea ma non riesco a trovarti- ero una stupida,facevo solo danni su danni. - Scusa Ali,perdonami mi sono addormentata,incontriamoci davanti il castello-. - Va bene arriviamo- chiusi la chiamata e vidi che avevo 20 chiamate perse da Ali e altrettante da Andrea,ero terribilmente dispiaciuta e corsi vero il castello. Alice mi corse incontro con Andrea –Ci ai fatto preoccupare da morire-disse quest’ultimo,Alice invece era arrabbiata - Prima ti ho promesso che non ti avrei fatto domande e non le farò,ma tu non ai il diritto di sparire senza dire niente,mi sono fatta mille film in testa su quello che poteva esserti successo- alzai gli occhi dispiaciuta,aveva ragione - Ai ragione sono una stupida,scusa-. - Non fa niente,scusa tu, adesso però andiamo a casa- annui con un timido sorriso e mentre lei andava avanti Andrea mi venne vicino - Ehi lo so che è stata dura,ma si sentiva in colpa per quello che è successo…sai so tutto,e ti capisco,mia madre è morta quando avevo 10 anni,ha avuto un infarto mentre veniva da me a vedere la partita di calcio…non ti posso dire che il tempo cancellerà il dolore perché non è vero,ma ti posso assicurare che un giorno ritroverai la felicità,grazie ad Alice riesco a dimenticare il passato e a vivere il presente-non me lo sarei aspettato - Mi dispiace per tua madre,io però non voglio dimenticare il passato e soprattutto non voglio essere felice perché non merito la felicità,dovrei essere morta io,non lui- e puntualmente le lacrime iniziarono a scendere lungo le guance. Andrea mi abbracciò forte –Tu meriti la felicità,tuo fratello vorrebbe questo per te,ne sono sicuro-le sue parole non mi rasserenarono ma comunque annui e sorrisi. Quando tornammo a casa mi chiusi in camera e inizia a spogliarmi;da quando ero li dormivo sola,mentre Alice dormiva con Andrea nella camera dei ragazzi dato che Riccardo,l’altro inquilino,era ancora in viaggio;non davo confidenza a nessuno se non ad Alice e Andrea,ma non potevo nascondere che ero curiosa di conoscerlo:questo però prima di ascoltare la descrizione di Alice,lei infatti mi aveva detto che era un bellissimo ragazzo e anche molto bravo e protettivo nei suoi confronti visto che era la fidanzata del suo migliore amico,ma per quanto riguardava la questione “ ragazze” era meglio allontanarlo. Utilizzava le ragazze come fazzoletti,a scuola tutte gli cadevano ai piedi,bastava che schioccasse le dita ed erano tutte pronte a realizzare qualunque suo desiderio. Nonostante la sua fama di sciupafemmine ogni “ingenua”,come le definiva Alice,ragazza sperava di farlo innamorare,ma nonostante il bene che Alice gli voleva,diceva che forse non sarebbe mai cambiato,era tanto che lo conosceva. A mio parere aveva assolutamente ragione,in passato ero accerchiata da ragazzi come lui,facevo parte di un mondo a parte in cui c’era una gerarchia sociale:i più popolari di cui io e mio fratello facevamo parte erano al vertice,mentre gli altri erano solo nullità. A causa di quel mondo avevo perso tutto e perciò avevo promesso sulla tomba di mio fratello che sarei cambiata,avrei abbandonato quel mondo di cui lui pur facendone parte,odiava e quel Riccardo sarebbe solo diventato una comparsa temporanea nella mia vita. Il tempo era passato in fretta ed era gia fine agosto,in quelle poche settimane mi ero legata tantissimo a quei due pazzi romantici che vivevano con me,avevano capito come ero fatta e per questo sapevano che alcune volte dovevano semplicemente lasciarmi nel mio mondo,avevano anche imparato le mie abitudini come quella di andare al parco Sempione nei momenti tristi,o quella di cucinare dolci quando ero arrabbiata e la sensazione di essere apprezzata da loro mi riportava indietro nel tempo, come quando c’era mio fratello. Quella mattina mi alzai presto con il sorriso sulle labbra e scesi in cucina per fare colazione; i due pazzi erano già lì. - Buongiorno piccioncini- dissi sorridendo maliziosa: avevo sentito tutto il trambusto che avevano fatto la sera prima .Alice mi guardò imbarazzata, mentre Andrea sorrideva spudoratamente ed entrambi mi risposero; feci colazione con calma ma quando stavo per tornare in camera Andrea mi fermò –Aspetta, stavo pensando, vi va di andare al parco aquatico tutto il giorno?- chiese rivolto a me e ad Alice. - Per me va bene- disse Alice –Anche per me- dissi io. Corsi su a mettere il costume, presi borsa e ipod e scesi di sotto. - Pronta Gin?-. -Prontissima- sorrisi e mi diressi in macchina con Alice. Il viaggio fu lungo, ma ne valse la pena: il parco era stupendo e c’era anche molta natura. Prendemmo i nostri lettini e dopo averli aperti ci spogliammo, ad un tratto sia Andrea che Alice mi guardarono incuriositi. Inizialmente non capii perché mi guardassero così poi capii - Carino il tatuaggio, che vuol dire la scritta in inglese?- subito mi rabbuiai e Alice lo capì al volo –Sono fatti suoi Andy, ora spogliati dai voglio andare sugli scivoli- la ringraziai mentalmente e andammo insieme sugli scivoli. Fu una giornata indimenticabile, la prima volta in cui riuscii davvero ad essere felice e questo grazie a quei due. Mangiammo al ristorante del parco e durante il pomeriggio misero la musica a tutto volume e fecero uno schiuma party: ad essere sincera prima di quel giorno neanche sapevo cosa fosse, ora invece mi trovavo in un grande spiazzo in costume circondata da una marea di persone con la musica alta e due strumenti che ci sparavano schiuma addosso alla gente. Finito lo schiuma party Andy ci andò a prendere un gelato e subito due ragazzi si avvicinarono a noi ammiccando –Ehi bellissime vi va di bere qualcosa?-disse il primo. - Sono Alessandro, lui invece è Mattia- disse il secondo tendendomi la mano, ma lo ignorai -Interessante, ora smammate- dissi scocciata, odiavo i tipi come loro. - Piccola, volevo solo offrirti qualcosa di interessante- mi fece l’occhiolino, la cosa che più odiavo erano le battute a doppio senso. - Il tuo amico è più dotato di te quindi se dovessi scegliere, sceglierei lui ,stronzo- me ne andai senza aggiungere altro mentre Alice se la rideva sotto i baffi e si congratulava con me. Una volta raggiunto Andrea,Alice gli raccontò tutto. -Wow Gin,non pensavo fossi così tosta,da adesso in poi starò attento a ciò che dico,perché con te non si sa mai- rideva come un matto mentre il gelato gli colava a terra. Erano le 7 e purtroppo era ora di andare,perché il viaggio era lungo. Mentre ci vestivamo, mi guardavo intorno per non scordare niente di quel luogo spensierato,di certo ci sarei ritornata. Quando entrammo in macchina guardai le foto fatte e ne notai una stupenda,con noi tre in costume;l’ avrei stampata e incorniciata,era stupenda. Mi guardai il torace e lessi per la centesima volta quella scritta indelebile che era tatuata sul mio cuore;non avevo avuto il coraggio di dire ai miei migliori amici perché l’avevo fatto,gli unici che lo sapevano erano Marco,Emiliano, e Angelo gli unici che mi avevano tirato su nei mesi in cui ero depressa. <> Quel ricordo,mi faceva capire che almeno una cosa giusta l’avevo fatta,anche se a volte pensavo di essere solo uno sbaglio,una nullità. Arrivammo a casa alle 10 e subito mi andai a lavare,quando scesi per mangiare,vidi Alice tutta felice. - Quando torna??- chiese lei felice ad Andrea. - Domani mattina- rispose lui. - Di chi state parlando?- ero curiosa,molto curiosa. - Domani torna Richi- a quella notizia diciamo che la mascella mi cadde a terra. Non volevo una nuova persona in casa,avevo raggiunto un equilibrio con Andrea e Alice,ed ero certo che questo Richi non mi sarebbe piaciuto;poteva essere bello quanto voleva,ma avrebbe dovuto imparare a non intromettersi negli affari miei,altrimenti l’avrebbe pagata:ero una tipa molto vendicativa. Angolo autrice: Allooora ,inizio col dire ke questa è la mia prima storia,spero solo che piaccia a qualcuno perché se sono negata per la scrittura per favore ditemelo. Per quanto riguarda questo secondo capitolo,ho voluto far capire bene il carattere di Ginevra,perché nonostante tutto quello che ha passato,ha una forza e un ironia davvero invidiabile,che scoprirete nei prossimi capitoli. Nel terzo finalmente conosceremo il playboy Riccardo che farà infuriare la nostra protagonista;un consiglio,non dimenticate Angelo,Marco ed Emiliano perché più avanti la nostra Ginni spiegherà chi sono:ci sono ancora tanti segreti che pian piano affioreranno dal passato. Vorrei ringraziare la mia migliore amica Ridarella xD ,perchè è solo grazie a lei che ho iniziato a scrivere questa storia,e coloro che forse in futuro vorranno leggerla. PS. QUEI TRATTINI INDICANO DEI RICORDI,perdonatemi se i dialoghi e la storia è tutta appiccicata,ma purtroppo io e la tecnologia nn andiamo molto d'accordo :p xoxo
   
 
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