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Autore: lucy_tennant    15/09/2014    2 recensioni
"Mi voltai e vidi il viso pallido di Makoto, che mi stava indicando con mano tremante.
-Tu.... Tu....- balbettò, sgranando gli occhi.
-Oh santo cielo- esclamai -Aki che cazzo faccio?! Mi può vedere-.
-Tiragli un colpo in testa- rispose il quincy, come se fosse la cosa più semplice del mondo.
-Granz san, con chi stai parlando?- domandò Rei.
-Conversazione tra me e me....-.
-NON POSSO TIRARGLI UN COLPO IN TESTA!- gridai, in preda alla disperazione -GUARDALO! VOGLIO DIRE!-.
Ed indicai il ragazzo, sempre più scioccato, che avevo di fronte.
-Se non lo fai, lo avveleno e risolviamo la questione una volta per tutte-."
~
~
Un viaggio fra quincy depravati, shinigami poco sicuri di sé e zanpakuto che fanno solo ciò che più gli aggrada; incentrato sulla storia di Fuyuko, figlio di due Capitani molto popolari nella Soul Society
~
Attenzione!
La storia è il sequel di "I'm the captain of the twelfh", consiglio di leggere almeno l'epilogo di quest'ultima per capire meglio i personaggi
-MOMENTANEAMENTE SOSPESA: DEVE ESSERE SOTTOPOSTA A MODIFICHE
Genere: Comico, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '~Gods of the Death~'
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Capitolo 1

The beginning







-Signorino Urahara! Si alzi! È tardissimo!- esclamò una voce maschile.
Una luce si diffuse in tutta la stanza e mi colpì dritto in faccia.
Mi rigirai nel futon, rannicchiandomi e coprendomi completamente, mentre facevo dei versi simili a quelli di un animale che sta per morire.
-Sono le 8.00!- continuò l'uomo, cercando disperatamente di tirarmi giù dal letto.
Furono quelle le paroline famose che mi convinsero a guizzare fuori dal giaciglio, per entrare nel gigai, vestirmi in fretta e furia ed uscire di corsa, mugugnando un "Grazie Tessai!", mangiando un panino al volo.
Raggiunsi la stazione più vicina, dove presi per un soffio il treno che mi avrebbe portato dal quartiere di Mitsumiya, dove era situato l'Urahara Shoten, sino a quello di Gakuenchou, sede della Karakura High School.
Non pensai ad usare lo shunpo, per prima cosa perché mi trovavo in un quartiere densamente abitato e sparire da lì sarebbe stato problematico, soprattutto al mattino presto, per seconda cosa perché utilizzarlo mentre ero nel gigai mi stancava parecchio.
Una volta sul mezzo mi piegai, per riprendere fiato, prima di trovare un posto accanto a due ragazzi che indossavano la mia solita divisa.
-Nagisa! Facciamo sempre tardi per colpa tua!- si lamentò uno di loro, rimbrottando il compagno.
-Non avevo ancora fatto colazione e volevo mangiare!- rispose l'altro, cercando di discolparsi.
-Se non passassi così tanto tempo davanti alle vetrine dei negozi di dolciumi, probabilmente riusciremmo a prendere il treno prima e ad arrivare ad un orario decente....-.
Sbuffò, sistemandosi meglio sul seggiolino e guardando fuori.
Erano le 8.30, dieci minuti dopo avrebbero aperto le porte della scuola ed io ero ancora a quattro fermate di distanza, più i venti metri che avrei dovuto percorrere a piedi.
Primo giorno iniziato bene direi.... 
Decisi di guardare meglio i due ragazzi che avevo accanto.
Il primo era piuttosto alto, coi capelli blu scuro, gli occhi del medesimo colore, il fisico atletico ed un paio d'occhiali con montatura rossa.
L'altro, a confronto dell'amico, era ben più minuto; aveva corti capelli biondi ed occhi di un colore quasi fucsia.
Sospirai, tornando a guardare l'orologio e sperando che, così facendo, sarei riuscito a far scorrere le lancette più lentamente.
-Anche tu sei della classe 1-2?- domandò tutt'a un tratto il ragazzo più basso.
Ci misi un po' prima di capire che stava parlando con me.
-Eh? Non lo so.... Dovrei essere nella solita di Mizu Jaegerjacquez e Aki Granz- risposi -Mi sono trasferito oggi....-.
-Allora sei con Haru chan e Mako chan! Comunque molto piacere, sono Nagisa Hazuki- si presentò, porgendomi la mano -E lui è Rei Ryugazaki-.
L'altro mi accennò un saluto col capo.
-Io sono Fuyuko Urahara- borbottai, cercando di pronunciare il mio nome il più piano possibile.
-Non ci credo- esclamò, guardandomi con occhi sognanti -Anche tu con un nome da ragazza!-.
-È una tragedia....- mormorai.
Lui rise.
-Dovresti entrare a far parte del nostro club di nuoto! Lì abbiamo tutti una cosa in comune: siamo ragazzi con nomi femminili-.
Rabbrividii.
-Non lo so.... Devo ancora decidere se unirmi ad un club....-.
-Daiiiiii!!!! Questo è il destino! Anche Rei chan non voleva unirsi ed ora fa parte della nostra squadra!-.
-Urahara san, ti sei andato a cacciare in un guaio serio.... Adesso Nagisa non ti lascerà più andare e ti costringerà ad entrare nel nostro club- intervenì l'altro.
-Rei chan! Non dire così: lo spaventi e poi non viene più a nuotare con noi!- protestò il biondo -Sei proprio Reitardato!-.
-Ehi! Smettila di storpiare il mio nome così!-.
Ed iniziarono a battibeccare come una vecchia coppia sposata.
Risi.
Mi ricordavano tanto mia madre e mio padre.
-Da che scuola vieni??- riprese il biondo.
-Un'accademia poco famosa.... Dubito che tu ne conosca il nome....-.
-Potresti dirmelo, magari so dov'è!-.
Strinsi i denti.
Cosa gli avrei risposto?
"Sono uno shinigami, vengo dalla Soul Society.... Per qualche strana idea di mia madre, mi sono dovuto trasferire sulla Terra e quindi frequento il liceo qui"
No, quella non sarebbe andata per niente bene....
Venni salvato dalle parole di un ragazzo che conoscevo da parecchio.
-Fuyuko! Cosa diamine ci fai qui?!-.
Guardai il nuovo arrivato.
-Aki!- esclamai, scattando in piedi ed abbracciandolo.
-Oi! Quanto tempo! Perché hai la divisa della Karakura High School? Il Comandante Generale ti ha cacciato dal Seireitei perché si era scocciata di vederti poltrire col Capitano dell'Ottava?-.
-In pratica sì.... Era divertente però: Kyoraku è a dir poco fantastico-.
Rise.
-Quando la signorina Ukitake comanda....-.
-Si obbedisce.... Sempre-.
-Strano però, credevo avresti frequentato la Shin'o-.
-Anch'io....- sbuffai -Ma mia madre: "Non serve l'accademia per fare di te un buon shinigami, io non l'ho frequentata e guarda dove sono arrivata!"....-.
-Anche Sosuke dice che non serve, dopotutto ti insegnano solo le cose basilari.... E poi hai già un'asauchi, no? Non devi neanche fartela dare dalla scuola.... Per di più con le conoscenze dei tuoi, non credo proprio avrai dei problemi-.
Dal momento che i due umani che avevo appena conosciuto ci stavano guardando con aria sempre più confusa, decidemmo di cambiare discorso.
Tornai a sedermi al mio posto, abbozzando un sorriso e grattandomi la testa.
-Beh.... Aki.... Loro sono Nagisa Hazuki e Rei Ryugazaki.... Prendono.... Il nostro stesso treno....- balbettai, nel panico più totale, pensando che potessero aver capito qualcosa.
-Molto piacere, sono Aki Granz- e sorrise, continuando tranquillamente il discorso, come se non ci avessero sentiti parlare poco prima -Se non sbaglio voi dovete essere i compagni di club di Nanase e Tachibana-.
Gli occhi del biondo si illuminarono.
Presero a parlare col mio amico d'infanzia come se si conoscessero da una vita.
Maledetta calma placida dei quincy e la loro capacità di stringere amicizia....
Controllai ancora una volta l'orologio.
8.42....
Una manciata di minuti dopo il treno fece la sua ultima fermata, quella vicina alla Karakura High School.
Ancora 20 metri da percorrere a piedi e sarei arrivato.
Scesi di corsa dal treno e mi fermai in un'area appartata.
-Non vorrai usare lo shunpo?- mi riprese Aki, ridacchiando.
-Perché, tu non usi l'hirenkyaku quando sei in ritardo?- ribattei, sistemandomi la giacca.
Fece una smorfia.
-Sono un paio di metri....-.
-Sto perdendo tempo-.
Corsi via, arrivando a scuola in pochi secondi; avevano appena aperto i cancelli ed una fiumara di ragazzi stava entrando.
Diedi una prima occhiata al complesso grigio che mi si presentava di fronte.
Era una struttura parecchio nuova, circondata da campi di atletica, di calcio, baseball e perfino una piscina all'aperto, ora vuota.
Vi era un ampio giardino ricolmo di alberi il cui tipo era difficile da indovinare dal momento che, essendo autunno, la bella chioma smeraldo era caduta, coprendo il terreno di foglie arancioni e gialle.
Mi strinsi nel giubbotto, cercando l'entrata e sparendo nella segreteria.
Venni accompagnato in classe da una bidella.
Una volta nell'aula vidi Aki e mi ci sedetti accanto, in terza fila, cacciando nella cartella le piantine della scuola ed i vari piani d'emergenza che la segretaria mi aveva dato.
Mancava Mizu.
Entrò la coordinatrice, l'insegnante di lettere, ed iniziò a fare l'appello.
Aveva capelli corti color nocciola e due grandi occhi di cui non riuscii a distinguere il colore, essendo troppo lontana da me.
Come previsto, quando arrivò il mio nome, fece una brevissima presentazione di me, sbagliando completamente il mio sesso.
-Alunni, abbiamo una nuova ragazza in classe: Fuyuko Urahara, si è trasferita giusto oggi da una prestigiosa accademia inglese, spero riuscirete a stringere amicizia velocemente con lei, facendola sentire a suo agio- disse.
-Signorina Amakata, Fuyuko è un ragazzo!- la interruppe il mio vicino di banco, facendo suscitare le risatine dell'intera classe.
La donna arrossì, portandosi la mano davanti al viso.
-Scusami Fuyuko san! Sai, il tuo nome.... Scusami davvero!- cercò di rimediare.
-Tutto apposto- risposi, sorridendo -Nessun problema.... Succede spesso-.
La lezione iniziò e lei partì a spiegare concetti della letteratura giapponese che io avevo già imparato con mio nonno anni prima.
Passai tutto il tempo a scarabocchiare su un foglio, disegnando anche la collina della Sokyoku.
-Begli appunti- commentò Aki.
-So già questa roba, per me è una perdita di tempo- bisbigliai.
-Nonno Ukitake ti ha insegnato qualcosina?-.
-Esatto-.
-Hai già trovato qualcuna carina in classe?-.
-Le ragazze non mi interessano-.
-Uh! Gay anche tu?-.
Strabuzzai gli occhi.
-Sei gay?!-.
La nostra conversazione venne prontamente interrotta dalle parole dell'insegnante.
-Urahara, Granz.... Spero steste discutendo dell'importanza di questo kanji nel penultimo versetto che abbiamo letto-.
-Certo signorina Amakata, l'autore ha voluto scriverlo in quel modo proprio per dare più enfasi alla frase ed incalzare meglio il versetto successivo- risposi prontamente.
Lei sembrò convinta del mio discorso, per cui tornò a spiegare.
-Allora?! Ti vuoi degnare di rispondermi?!- sbottai, cercando di mantenere il tono della voce il più basso possibile.
-Dai Fuyu.... Cosa ti aspettavi?! La cosa ti infastidisce?-.
-Assolutamente no-.
-E allora basta.... Dimmi di te piuttosto.... È un po' che non ci vediamo-.
-Quattro anni.... Da quando ti sei trasferito sulla Terra coi tuoi-.
-Avevano entrambi deciso di farmi studiare qui-.
-Lo so.... A mia madre invece si è accesa la lampadina solo questa settimana-.
Ridacchiò sotto i baffi.
-Ti va di pranzare insieme dopo? Magari andiamo sul tetto-.
-Volentieri!-.
-Fuyu, un'ultima cosa-.
-Dimmi-.
-Non trovi che quel ragazzo coi capelli scuri e gli occhi azzurri seduto in fondo alla classe sia carino??-.
Sbuffai, girandomi e guardando di sfuggita la persona che mi aveva indicato il mio amico.
-Non lo so Aki.... Non mi intendo di queste cose....- sospirai, tornando a guardare la lavagna.
Le seguenti quattro ore mi parvero interminabili.
Inutile dire che anche le professoresse di algebra e di musica mi scambiarono per una donna....
Durante la pausa pranzo venni trascinato sul tetto dal mio amico quincy.
Aprii il bento e ci trovai di tutto, a partire dalle omelette fino ad arrivare agli onigiri.
Tessai mi aveva preparato una marea di cose.
Iniziai a mangiare, seduto a terra e con la schiena appoggiata alla ringhiera.
-Non mi hai ancora risposto- fece Aki, dopo qualche minuto.
-A cosa?-.
-Sei gay?-.
-Non vedo perché dovrei.... Domandare è lecito, ma rispondere è solo cortesia- borbottai, divorando due maki.
-Perché siamo migliori amici forse?-.
Sbuffai.
-Non lo so, non mi sono mai trovato in una situazione simile.... Quindi non lo so! Contento?-.
-Decisamente! Altra domanda.... Avresti preferito andare all'Accademia?-.
-....sì, avrei imparato un sacco di cose utili per il mio lavoro.... Sarei riuscito a rilasciare la mia Zanpakuto e a lanciare degli incantesimi di kido-.
-Quelle sono tutte cose che si imparano fuori dalla Shin'o-.
-Cosa ne sai tu.... Sei un quincy- lo pizzicai.
-Ho vissuto qualche anno nella Soul Society anch'io.... E comunque noi quincy siamo molto più forti ed intelligenti di voi shinigami-.
-Sì, nel frattempo però la guerra l'abbiamo vinta noi....-.
Ridemmo.
-Oh, ci sono i tuoi amici di stamattina e due nostri compagni- notò.
Squadrò quattro ragazzi dietro di noi, dei quali riconobbi subito Nagisa e Rei.
Il biondo mi salutò sbracciando, prima di corrermi incontro e fermarsi accanto a me.
-Fuyuko!- esclamò.
-Shh! Non lo urlare!- lo ripresi, posandogli una mano sulla bocca.
Rise.
-Anche tu ti vergogni? Proprio come Haru chan! Perciò, d'ora in poi ti chiamerò Fuyu chan!-.
-Ha....Hazuki san! Ci conosciamo a malapena da cinque ore!-.
-Ma siamo amici, no? E poi condividiamo la stessa disgrazia-.
Altra risata.
Mi stupiva come riuscisse ad essere così spensierato ed amichevole.
-Mangi con noi, Fuyu chan?- chiese, sorridendo -Naturalmente può venire anche il tuo amico-.
Annuii, prima che il nuotatore andasse a chiamare i suoi compagni di club e li invitasse a sedersi accanto a noi.
Lanciai uno sguardo i due ragazzi che erano nella mia stessa classe.
Uno era quello che mi aveva indicato il figlio dell'espada durante la lezione di letteratura, un ragazzo alto con gli occhi azzurri ed i capelli scuri, che pareva molto silenzioso e calmo.
L'altro invece era più alto e con un fisico più atletico, occhi verdi, capelli oliva e la bocca curva un un grosso sorriso, a differenza del compagno.
-Piacere di conoscerti, Urahara san- disse proprio quest'ultimo.
-Tu sei.... Tachibana....? E lui Nanase.... Se non erro-.
-Perfetto! Puoi chiamarmi Makoto-.
Lo guardai con occhi spalancati, quasi avessi visto un fantasma.
Quel ragazzo aveva energia spirituale da vendere.
Fortunatamente il biondo si frappose fra i nostri sguardi, saltellando.
-Mako chan! Haru chan! Facciamolo entrare nel nostro club!! Ha anche un nome da ragazza, è perfetto! Proprio come Rei chan!- propose poi.
-Basta che gli piaccia l'acqua- borbottò il più taciturno, mangiucchiando del pesce.
Incrociò i miei occhi per un secondo, prima di abbassare il capo e fermarsi a guardare il proprio bento.
-Erm.... Io.... Non sono ancora nemmeno sicuro di voler entrare a far parte di un club.... Dopotutto siamo quasi alla fine dell'anno....- balbettai -Aki, tu verresti con me....?-.
-Io faccio già parte di quello di atletica- rispose l'altro.
-Daiiiii!! Fuyu chan!! Sai nuotare?- chiese Nagisa.
-Beh....più o meno....- mormorai.
-E allora basta! Pensa, la prima volta che si è tuffato in una piscina, Rei, è quasi affogato!-.
-NAGISA!!!!- urlò l'altro, tappandogli la bocca.
Tutti scoppiammo a ridere.
Proprio in quel momento Aki assunse un'aria preoccupata.
Mi guardò dritto negli occhi e mi fece capire cosa aveva percepito.
Affinai i sensi e la sentii anch'io....
-Non posso andare io ad uccidere quell'hollow.... Sono passati solo 18 anni.... Non voglio correre rischi- sussurrò -E poi sono molto più visibile di te-.
Sbuffai.
-E va bene.... Dammi dieci minuti al massimo-.
Ingoiai un gikongan e separai l'anima dal corpo, ritornando ad essere uno shinigami a tutti gli effetti.
-Non fare nulla di strano, torno tra poco- ordinai alla pillola che ora stava al mio posto.
Mi voltai e vidi il viso pallido di Makoto, che mi stava indicando con mano tremante.
-Tu.... Tu....- balbettò, sgranando gli occhi.
-Oh santo cielo- esclamai -Aki che cazzo faccio?! Mi può vedere-.
-Tiragli un colpo in testa- rispose il quincy, come se fosse la cosa più semplice del mondo.
-Granz san, con chi stai parlando?- domandò Rei.
-Conversazione tra me e me....-.
-NON POSSO TIRARGLI UN COLPO IN TESTA!- gridai, in preda alla disperazione -GUARDALO! VOGLIO DIRE!-.
Ed indicai il ragazzo, sempre più scioccato, che avevo di fronte.
-Se non lo fai, lo avveleno e risolviamo la questione una volta per tutte-.
-Sei uno psicopatico!!-.
Guardai Tachibana, completamente disorientato e spaventato a morte.
-Mako chan? Che succede?- chiese Nagisa, dandogli uno scossone.
-Bello forte Fuyuko, altrimenti è peggio- borbottò il figlio dell'ex octava espada.
Stropicciai gli occhi, prima di dare un colpo secco al capo del nuotatore, con il fodero della spada.
Il ragazzo cadde in avanti, ma venne prontamente preso da un suo amico, evitando così che prendesse una rovinosa facciata a terra.
-Makoto!- disse preoccupato Nanase.
Lo guardai con un briciolo di paura e con tantissimo senso di colpa.
-L'hollow- canticchiò Aki, chiudendo gli occhi e muovendo la propria mano sinistra nell'aria, a disegnare cerchi.
-Giusto! Occupati di lui- ordinai, correndo nella direzione della reiatsu.
Accanto all'anima malvagia trovai una ragazza, intenta a combattere contro di essa.
-Vattene, ti farai solo del male!- le urlai.
Lei mi corse accanto, sfruttando il passo lampo.
Fu allora che la squadrai meglio.
Alquanto bassina, con i capelli rossi, gli occhi azzurri ed una maschera che le copriva il capo e l'occhio sinistro.
Perché LEI?!
Perché ?!
Perché IN QUEL MOMENTO?!
-Tu!- esclamai, puntandola con l'indice.
-TU!- ripeté lei, facendo la stessa cosa e guardandomi male.
-Cosa ci fai qui?! Perché non sei a scuola?!-.
-Potrei chiederti la solita identica cosa!-.
-Proteggo la città dagli hollow, cosa sennò?!-.
-E, secondo il tuo genio, io cosa sto facendo?!-.
-Ma tu sei mezza hollow!-.
-E tu sei cretino! A ognuno il proprio problema! Anche se devo dire che il tuo è ben più grave-.
Dio, quant'era acida....
Proprio in quel momento l'adjuchas distrusse un'altalena del parco giochi in cui eravamo.
Mi lanciai su di lui, brandendo la spada e tagliandogli il cranio a metà, cosicché potessi purificarlo.
-Non dovresti fare la finta Dea della Morte in giro, potresti combinare dei casini ed interrompere il flusso di anime! Non sei una shinigami!-.
-La vuoi smettere con queste idiozie?! Mia madre la è, quindi ho ereditato anche i suoi di poteri! E poi si può sapere perché ti ho sempre tra i piedi?!-.
-Casomai sei tu che sei sempre in mezzo come un cespo di prezzemolo! Ti trovo ovunque vada! Strano che stamattina non fossi in classe a rompermi le palle-.
-Stavo poco bene-.
-E una che sta poco bene si lancia in un combattimento corpo a corpo con un adjuchas?!-.
-Sei uguale identico a tua madre, sempre a rimbrottare qualunque cosa-.
-E tu a tuo padre, sempre a combinar casini-.
-Alla fine quello più calmo sono io- si intromise nella conversazione una voce ben nota.
-Ci mancava solo il quincy psicopatico- sbuffò lei -Io me ne vado-.
Col suo sonido scomparve dai nostri occhi.
-Ma tu non dovevi essere a scuola per accertarti delle condizioni di Makoto?! Piuttosto, come sta?- domandai.
-Bene, gli hai solamente quasi causato un trauma cranico.... Gli ho messo nell'acqua una pastiglia che ha inventato mio padre.... Domani starà meglio-.
-Solamente.... Ti prego.... Dimmi che con "tuo padre" intendi Uryu Ishida....-.
-Certo che no-.
Sorrise compiaciuto.
-....credo che il club di nuoto abbia appena perso un proprio componente....-.
Lui mi tirò una pacca dietro la nuca.
-Mi stai facendo parlare da solo, torniamo in classe.... Tra parentesi, la pausa pranzo finisce tra quindici minuti-.
-Uffa, mi tocca mangiare di corsa-.
-Dovresti passare in infermeria, quel ragazzo ha bisogno di un bel lavaggio del cervello-.
-Cazzo è vero.... Però il congegno della cancellazione della memoria ce l'ho a casa!-.
-Vallo a prendere, qual è il problema?-.
-Ho capito....- dissi, con tono sconsolato -Oggi non mangio-.
-Non avresti mangiato comunque, l'anima che hai lasciato nel tuo gigai si è divorata l'intero bento-.
-Ma porca miseria! Lo lascio solo un momento e non rimane neanche un po' del MIO pranzo-.
Mi accompagnò all'Urahara shop, dove recuperammo l'aggeggio per cancellare i ricordi.
Tornammo a scuola e facemmo un passo fino in infermeria.
Rientrai nel corpo materiale ed infilai il gikongan in tasca, promettendogli che avremmo fatto i conti più tardi.
-Come sta....?- chiesi a Rei, cercando di assumere l'aria più preoccupata che potevo.
Grazie a dio c'erano anche gli altri lì.
-Si è appena ripreso.... Fa discorsi confusi, dice di aver visto te con degli hakama neri ed una katana, grazie alla quale lo hai colpito-.
Mi grattai il capo, abbozzando un sorriso sghembo.
-Io?! Hakama neri? Nah.... E poi non ho so maneggiare una katana....-.
Aki scoppiò a ridere, lasciando perplessi i tre presenti.
-Perché non entriamo a vedere come sta Makoto?- propose poi, facendo entrare tutti nella stanza dove il ragazzo era sdraiato, con una benda al collo.
Appena mi vide sussultò.
Tirai fuori l'invenzione di mio padre e gli schiacciai la testa, cancellando la memoria ai presenti.
Uscii da lì ed andai a comprare un panino alla mensa, prima di rientrare in classe per le lezioni pomeridiane.
Due stressanti ore di inglese.
Alle 16, finalmente, l'insegnante ci diede il permesso di tornarcene a casa.
Passai di nuovo in infermeria, prendendo una sedia ed accomodandomi accanto al ragazzo che avevo colpito quello stesso pomeriggio.
Poggiai la testa sulle braccia conserte, a loro volta addossate al letto.
Il nuotatore dormiva, con l'aria crucciata.
Mi sentivo in colpa per quello che ero stato costretto a fare, pensando che avrei potuto nascondermi anziché agire d'istinto ed ingoiare la pillola per l'anima di fronte a tutti.
Non mi sarei mai aspettato che lui potesse vedermi.... Era la prima volta che mi succedeva con un umano dotato di una consistente reiatsu.
Tirai fuori dalla cartella un album da disegno ed una matita, iniziando a disegnare il ragazzo che avevo di fronte, senza tralasciare alcun dettaglio.
Una mezz'oretta dopo avevo finito.
Sospirai, piegando il foglio e lasciandoglielo sotto la mano, scrivendoci sopra un'unica parola.

"Makoto"

Mi alzai, rimettendo a posto la sedia e prendendo la via per l'uscita.
Mi scontrai con l'infermiera, che stava andando a svegliare il ragazzo per mandarlo a casa.
Una volta al negozio mi allenai un po' nel grosso spazio sottostante, prima di fare i compiti e compilare alcuni moduli scolastici.
Nel libro di letteratura trovai un manifesto piuttosto colorato, sul quale c'era dipinto "Iwatobi Swim Club, diventa membro!"
Sorrisi, pensando che lì ci doveva sicuramente essere lo zampino di Nagisa.
Mi tuffai sul futon, slacciando la camicia ed allentando la cravatta, continuando a guardare quel foglio con aria crucciata.
Quella sera tornai nella Soul Society per prendere le ultime cose dalla mia stanza e trasferirle in quella che avevo all'Urahara Shoten.
Incontrai i mio genitori e gli raccontai della giornata e dell'incontro con l'hollow, suscitando le risate sguaiate di entrambi.
Una volta che fui nuovamente sulla Terra mi misi a fare gli ultimi compiti rimasti e poi mi addormentai, dimenticando ancora una volta di mettere la sveglia....












~Angolo Autrice~
Bentornati a tutti quelli che hanno seguito "I'm the Captain of the Twelfth" e benvenuti a quelli che leggono per la prima volta una mia storia :3
Questa porcata è nata tutta dalla mia fissazione per Bleach e Free, che mi ha portato a pensare "e se i personaggi della Iwatobi andassero a scuola con gli shinigami?"
Follia allo stato puro.... 
Coooomunque.... Spero vivamente che questo crossover vi piaccia :3 in seguito potrei anche aggiungere un altro anime (tanto perché è già poco incasinato di suo)
Un bacione :*
Lucy
 
  
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