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Autore: Lice_n_Catz    16/09/2014    2 recensioni
Crystal: ragazza inglese dal passato travagliato, per sopravvivere alla dura vita dell'orfanotrofio si è rifugiata nella musica. Ora sta iniziando una nuova vita a Londra con Destiny, ma non immagina di incontrare proprio un membro della band che le ha cambiato la vita, gli One Direction. Sarà amore?
Eliana: ragazza italiana con la passione per la scrittura. Lei ha creato Crystal e anche lei ha qualcosa da dire.
Realtà e fiction si accavallano fondendosi in un tentativo di meta-letteratura.
Genere: Demenziale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7 - Inattese apparizioni spiritiche
 

~~“Signor King per favore, mi allungherebbe un’altra fetta di pane?”
I libri erano allegramente seduti per terra, sulle lisce piastrelle della cucina, dato che la stanza da letto di Eliana diventava sempre più, di giorno in giorno, meno sicura. Umberto, ormai cavaliere indiscusso dell’ordine della Lenticchia, aveva scoperto che le Tre Streghe non apprezzavano particolarmente il clima della cucina, forse a causa della grande porta finestra, o forse a causa della costante presenza del meticcio marroncino. Lenticchia non incuteva timore alle suddette librette, più che altro le infastidiva.
“E’ un cavallo intelligente, sapete? – diceva spesso Umberto – ha capito  subito chi è il nemico e chi sono i buoni.”
“A parte il fatto che continui a dimenticarti che non è un cavallo ma un cane...è una buona cosa”
Rimbeccava sempre Oriana, con il suo solito sorriso sardonico sulle labbra.
Da quando la guerra era scoppiata ufficialmente però, quel sorriso, si era fatto sempre più lacnonico agli occhi di Stephen. L’unica fonte di speranza era stata la comparsa di Maestro Tolkien, si era fin a subito dimostrato disposto ad aiutarli con la sua immensa saggezza di tomo antico. Aveva subito inquadrato la situazione dimostrando un’acutezza mentale che si era vista sono in altri pochi libri. Vi era però un piccolo problema: era saggio, sì, ma anche molto debole, e dopo soli 40 minuti di colloquio aveva avuto bisogno di stendersi e dormire. Il prezzo di tanta saggezza era caro. Per questo motivo erano tutti assieme in cucina, per rifocillarsi con l’unica cosa che ai libri piacesse davvero mangiare: pane in cassetta.

Dovete sapere che i libri ne sono davvero ghiotti, soprattutto quelli vecchi. Sarà la consistenza così simile a quella delle pagine vecchie, sarà il colore bianco latteo o la friabilità. Sta di fatto che se volete attirare un libro selvatico fuori dalla sua tana dovete utilizzare il pane in cassetta.I nostri eroi non sono da meno: Tolkien stringeva tra le quarte di copertina un’intera fetta di pane bianco in cassetta, intento a mangiarla con flemma ma con evidente piacere, tanto che qualche briciolina gli cadeva dalla bocca.
“Comunque, ciò che mi preoccupa di più è quello che mi ha raccontato il signor Eco, a proposito di strane azioni da parte del nemico. Per questo ho deciso di seguirlo: non voglio che voi facciate la stessa fine di tanti altri. Non voglio che Eliana faccia la fine di tanti altri.”
“Noi sappiamo che si arriverà allo scontro a viso aperto, ma non sappiamo come prepararci.”
“Di battaglie ne ho viste tante, quante ne ho combattute assieme all’armata degli Inklings! Voi siete il futuro, non le Tre Streghe. So cosa hanno in mente...”
“Hai visto davvero – intervenne Stephen stupito - cosa facevano con il computer di Eliana?
Oriana scettica rispose prima di Tolkien.
“Anche se sapessimo cosa stavano facendo, non potremmo comunque andare là e usare l’apparecchio. Nessuno di noi sa come si faccia.”
Fu proprio in quel momento ch eaccadde il vero colpo di scena: tutti sanno che un libro antico sa come si organizza una battaglia o come si spia il nemico, ma nessuno si aspetta che sappia come usare un computer di ultima generazione!
“Mi spiace interromperla signorina, ma qui devo dissentire. Io so perfettamente come usare un computer.”
Tutti i presenti strabuzzarono gli occhi, soprattutto Oriana, che era la seconda più moderna presente dopo Stephen, che nonostante la sua giovane età non si era mai dilettato nell’inofrmatica.
“Non fate quelle facce, suvvia. Avendo tanto tempo libero ne ho approfittato per leggere il mio vicino di libreria, un manuale di informatica. E’ stato molto istruttivo...e così posso dirmi che se riusciremo ad arrampicarci sulla libreria, forse potremo capire cosa hanno per le quarte di copertina.”

La squadra annuì e avrebbe anche voluto continuare se Eliana non fosse entrata in quell’esatto momento in casa, interrompendo il concilio di guerra. Subito Umberto salì a cavalo del suo destriero Lenticchia, Oriana e Tolkien subuto si diressero via dalla cucina, mentre King riponeva il pane in cassetta. Uscirono dalla stanza appena in tempo per evitare i passi della ragazza in corridoio. Ed era proprio a causa di questo che Eliana si trovava faccia a faccia col suo cane, nello studio a guardare allibita il meticcio che AVEVA. APPENA. PARLATO.
Quello la guardò in maniera intelligente mentre la ragazza non riusciva a trattenere lo stupore. Il suo cucciolo marroncino non pareva avere nulla di diverso dal solito, nemmeno un pelo, e aveva la lingua fuori come sempre quando la guardava.
Eppure aveva appena parlato!
Stentava a crederci quando la voce paterna di poco prima tornò a parlare da dove stava Lenticchia: "Ascoltami, Eliana. Spegni l'ipad, immediatamente."
Eliana annuì e, ancora prima di chiedersi ulteriormente per che cavolutissimo motivo ci fosse uno scrittore fantasma che faceva tutto da solo, spense brutalmente l’apparecchio.
“Eliana – continuò la voce – siediti.”
Tolkien sapeva che Eliana avrebbe potuto accorgersi che era stato lui a parlare, ma non poteva rischiare che ciò che aveva paventato accadesse davvero. La ragazza, per sua fortuna, era sufficentemente in stato di shock da obbedire senza proferir parola, stringendosi al petto la padella come se non ci fosse altra cosa più preziosa al mondo. Si sentiva tremare da capo a  piedi, e non per la fatica del lavoro, certamente. Le parole uscirono a fatica dalla sua bocca.
“Lenticchia, sei tu che parli?”
Il cane si sedette incurante della domanda e una figura molto simile a un mattone si affrettò a raggomitolarsi dietro di lui. Non era stato Lenticchia, era stato qualcosa che si nascondeva alle sue spalle.
“Non muoverti da lì. Non sono Lenticchia, tuttavia non voglio che tu sappia chi io sia.”
 “Se non sei Lenticchia, CHI SEI?”
Era un’azione pericolosa e tutti e tre i libri lo sapevano, solo il cane pareva felice che la sua padroncina fosse così interessata a lui, per il solo fatto che non capiva perfettamente cosa stava succedendo. Oriana e Stephen si erano nascosti dietro la tower del computer mentre Umberto aveva deciso si mettersi dietro la porta. Tolkien, anche per la sua anziana età aveva preferito rintuzzarsi dietro la porta per non doversi muovere più di tanto ma, Lenticchia, sentito l’odore di pance in cassetta che ancora il libro teneva, si era avvicinato. Questo spiegava il perchè delle famose briciole di pollicino che Eliana aveva seguito fino alla studio.
Tutt’altra era invece la ragione che aveva spinto Tolkien a rivolgere la parola alla ragazza rischiando che scoprisse il loro segreto.
“Sono uno spirito che abita in questa casa. Non ti preoccupare, non ti farei mai del male.”
“NON TI PREOCCUPARE?! Non mi dovrei preoccupare che c’è un spirito in casa mia?!”
“Cara Eliana, hai letto troppi libri sul sovrannaturale per credere che uno spiritello così piccolo possa farti del male.”
“Eri tu che scrivevi?”
“No. Non ero io.”
“E chi era?”
“Domanda a cui è difficile rispondere. Lo farò solamente se tu  accetterai le mie condizioni.”
“Cosa vuoi? Una gallina in sacrifico? Un cono Sammontana?”
“Nulla di tutto ciò, umana. Voglio solo che tu domani mattina, prima di andare al lavoro, lasci il computer acceso...Eovviamente che tu non tenti in alcun modo di vedermi o di scoprire chi io sia.”
“Sai benissimo che lo farò...se mi conosci così bene.”
“Abito qui da sempre, è ovvio che ti consoco bene.”
“Non credo ai fantasmi.”
“Male, ragazza, dovresti invece.”
Eliana sbuffò e si alzò da dove era andando a passi minacciosi verso Lenticchia che, tenendo di aver fatto qualcosa di male, si spiaccicò contro il muro, mettendo la codina tra le gambe. Nessun tentativo di intimare al cane di  levarsi andò a segno e il libro potè rimanere al sicuro dietro il cucciolone terrorizzato. John, nonostante fosse spetasciato contro il muro, riprese parola:
“Ascoltami, fidati! Non ti voglio fare del male...se accetti le mie condizioni risponderò alle tue domande.”
Lei sbraitò battendo furiosa un piede a terra: “VA BENE VA BENE ACCETTO!”
“Allora sappi che mi puoi chiamare John.”
Eliana aggrottò le sopracciglia e arrovesciò le mani sui fianchi, riprendendo possesso della determinazione che da sempre l’aveva caratterizzata.
“Da quando gli spiriti hanno nomi anglofoni.”
“Da quando sono nati in un paese anglofono, ragazzina.”
“Smettila di fare il saccente, John. Dimmi COSA sta succedendo.”
Tolkien si schiarì la voce e iniziò a parlare con flemma.
“E’ successo ciò che io e i miei amici spiriti – al che gli altri tre libri risero di gusto – paventavamo. Continuando a scrivere il tuo racconto, Crystal, il personaggio che tu hai insegnuamente creato, ha preso vita propria, grazie alla magia occulta di Stephenie Mayer. Lei ora è viva come te. L’unica cosa che le manca...è uscire dal sito.”

 
   
 
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