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Autore: slanif    18/09/2014    3 recensioni
Una "tranquilla" notte nel dormitorio dei Super Junior...
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donghae, Kang-in, Kyuhyun
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I Borbottii Del Maknae
di slanif
 
 
 
« MALEDIZIONE! »
Il ringhio disumano del maknae, costrinse Donghae a sobbalzare sul letto, spalancando gli occhi spaventato.
Si guardò attorno confuso per qualche secondo, cercando di ricordare chi fosse, dove fosse e identificare il proprietario di quella voce che così poco elegantemente lo aveva svegliato in così tarda notte.
Guardò l’orario sulla radiosveglia: le quattro del mattino e poco più.
« Aish… », gemette sconsolato.
Aveva assolutamente bisogno di riposo, dopo quella settimana così impegnativa, ma evidentemente il maknae era così arrabbiato che non aveva tenuto conto di nessun altro e si era messo ad urlare in piena notte come se fosse mezzogiorno.
Difatti, continuava ad imprecare contro i suoi videogiochi: « Che tu sia maledetto… », ringhiava « Giuro su Shisus che se ti becco non solo ti mando addosso un raggio laser, ma ti stritolo a furia di mazzate… »
Donghae sospirò.
Non si sarebbe mai riaddormentato con tutto quel borbottare, perciò decise di alzarsi dal letto e uscire dalla stanza, dirigendosi verso il salotto dove c’era un impegnatissimo Kyuhyun che, preso com’era, non si accorse nemmeno della sua presenza.
« K… Kyuhyun…? », sussurrò pianissimo Donghae, con tono incerto.
Le spalle del maknae continuarono a rimanere rigide e la sua testa rivolta verso la televisione.
Donghae prese un profondo respiro: « KyuKyu? », ritentò un po’ più forte.
Ancora niente.
Avrebbe voluto andare lì e scuoterlo, ma aveva paura di scatenare un putiferio. Nonostante fosse un suo hyung, Donghae doveva ammettere di avere un certo timore referenziale nei confronti di Kyuhyun. D’altronde era risaputo che uno dei soggetti più gettonati per gli scherzi e gli sfottò e le frecciatine del più piccolo del gruppo era lui e solo lui. E poi diciamocelo: lui era tutto fuorché un uomo di polso.
Sospirò, afflosciando le spalle e le braccia, che gli ricaddero senza forze sui fianchi.
C’era solo una persona che non aveva nessun timore di affrontare il maknae, a parte Leeteuk e Sungmin: Kangin.
Non essendoci Leeteuk a causa del servizio di leva e nemmeno Sungmin perché a casa dei genitori per quella notte, Donghae non poté fare a meno di dirigersi verso la stanza del suo hyung e pregare di non essere fatto fuori per averlo svegliato.
Quando arrivò di fronte alla porta, bussò con mano tremante: « H… hyung? », pigolò con tono terrorizzato.
La porta si spalancò con una forza tale che Donghae quasi cadde a faccia avanti, stecchito dalla paura.
Kangin gli si parò davanti con la sua peggiore faccia funerea: « Che c’è! », ringhiò. Aveva i capelli scompigliati, il pigiama stropicciato e il segno del cuscino sulla guancia e sul collo.
« Hyung… », inghiottì a vuoto Donghae « Kyuhyun sta facendo tanto rumore, in sala, e non riesco a dormire. A me non da retta, puoi dirgli qualcosa tu? », domandò.
In teoria non era vero che Kyuhyun non gli aveva dato retta. Kyuhyun non lo aveva proprio notato! Ma perché Kangin avrebbe dovuto saperlo? Ammettere con se stesso di avere paura del maknae era un conto; ammetterlo con Kangin era tutto un altro paio di maniche…
Kangin fece una smorfia: « Quel maledetto pivello… », ringhiò, spostando Donghae senza problemi dal suo cammino e dirigendosi a grandi passi verso il salotto dove la luce azzurrognola della televisione era meno intensa solo dei borbotti e dei suoni onomatopeici del videogioco con cui Kyuhyun era così avvinto e in competizione.
« MAKNAE MALEDETTO, DEVI PER FORZA FARE TUTTO QUESTO DANNATO CASINO? », urlò a squarciagola Kangin con la solita grazia da babbuino.
Kyuhyun sobbalzò, sorpreso da quell’urlo e tornando finalmente al Mondo reale.
Si voltò lentamente verso la fonte di quell’urlo disumano (premurandosi prima di mettere in pausa il gioco) e, fissando Kangin con occhi leggermente allucinati, schioccando la lingua disse: « Mi dispiace, ma sono in curva. »
Kangin quasi si strappò i capelli dal nervoso. Donghae, dietro di lui, sorrise nervosamente: « Non stai giocando con le macchine… », disse.
Kangin lo guardò malissimo: « Donghae, non ti ci mettere pure tu! E’ una metafora! », spiegò.
« Ah. », fu tutto quello che il ragazzo fu in grado di rispondere. Lui le metafore non le aveva mai capite da sveglio, figuriamoci mentre dormiva in piedi.
Quindi Kangin tornò a rivolgersi a Kyuhyun: « Se non spegni quell’affare entro mezzo secondo, giuro che ti trascino in camera con la forza. Sono le quattro, per Dio, possibile che tu non abbia sonno? »
« Adrenalina, Kangin. E’ quella che mi tiene sveglio. », spiegò il maknae.
Kangin recuperò tutto il suo fiato per urlare: « SONO HYUNG! HYUNG, DANNAZIONE! »
« Ah-ah… », annuì svogliatamente Kyuhyun, tornando a concentrarsi sul gioco.
« Ah-ah un cazzo. », rispose Kangin con un ringhio.
« Cinque minuti e ho fatto. », disse il maknae, ignorandolo.
« Giuro che stacco la corrente. », lo minacciò Kangin.
« In quel caso ti denuncio al telefono azzurro per maltrattamento di minore. », disse serissimo Kyuhyun, continuando a giocare senza sosta.
« Sei solo un minorato mentale, Kyu, altro che un minore! », disse con sufficienza Kangin.
Kyuhyun ridacchiò: « Touché. », ammise, senza scomporsi minimamente.
« Ragazzi, io ho sonno… », piagnucolò Donghae.
Kangin lo fulminò con lo sguardo: « Eccolo, l’unico bambino qui presente! »
Kyuhyun rise forte, mentre Donghae li fissava stropicciandosi un occhio assonnato, non cogliendo il sarcasmo di Kangin e la relativa offesa.
« Andate a dormire, io stacco tra poco. Lo prometto, hyung. » Il maknae marcò l’ultima parola, per enfatizzarla. Non usava quasi mai il suffisso onorifico per parlare con gli altri membri, scatenando il disappunto generale, ma se voleva ottenere qualcosa, allora tirava fuori quella carta. Così, sapeva sempre che l’avrebbe avuta vinta.
Donghae tirò appena una manica del pigiama di Kangin: « Hyung, andiamo a dormire… ha promesso che staccherà. », pigolò con voce impastata.
Kangin ignorò Donghae e invece continuò a fissare il maknae che aveva stampato in faccia un sorriso gentile più finto che più finto, per ancora qualche secondo. Poi sospirò e, borbottando, cominciò a camminare di nuovo verso la sua camera: « Ti do venti minuti e poi vengo a prenderti di peso. », minacciò.
« Grazie, HYUNG! », disse il maknae, cinguettando l’ultima parola e dicendola con un tono più alto del necessario.
« Sì, sì… quando mi verranno tutti i capelli bianchi prematuramente verrò a chiedere il conto delle tinte a te! », borbottò Kangin prima di raggiungere la sua camera.
Appena Kyuhyun sentì le due porte chiudersi, tornò a concentrarsi sul suo gioco e a borbottare senza sosta contro di esso fino alle sei della mattina seguente. In sottofondo, il russare rumoroso di Kangin e Donghae, dimentichi di lui e dei suoi borbottii.
« Ah, sono un fottuto genio! », si complimentò con se stesso il maknae, soddisfatto di aver infinocchiato i suoi hyung con una sola parola e aver potuto così continuare a fare quello che gli piaceva di più: cioè quello che voleva lui!
 
 
 
FINE
 

Questo fatto è davvero accaduto. Praticamente in un’intervista in non ricordo quale programma, si accennava al fatto che Kyuhyun è un gamer cronico e che gioca spesso durante la notte, svegliando i suoi hyung col rumore. Una volta in particolare, mentre malediceva i suoi giochi, Donghae si è svegliato ma aveva troppa paura di chiedere a Kyuhyun di smettere, perciò è andato da Kangin a chiedere il suo aiuto; ma nemmeno Kangin era riuscito a far smettere Kyuhyun di giocare.
Questa fan fiction, ovviamente romanzata ecc…, fa riferimento proprio a questo episodio.

   
 
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