E siamo all'ultimo capitolo.. Alla fine penso che posterò i ringraziamenti dopo, come in NSSARDS... Spero che quest'ultimo capitolo vi piaccia :) dei, non riesco a credere di essere arrivata alla fine di questa storia...
Poi arriva il grande giorno. Guardandosi allo specchio, il ventre è più grande che mai. Manca un nulla alla nascita di suo figlio, e circolano voci di scommesse circa il suo aspetto.
Secondo alcuni sarà Jotun da un lato e Asir dall’altro, per altri tutto blu con gli occhi azzurri, oppure roseo con gli occhi di brace, e tante altre ipotesi una più strana dell’altra.
A Sif non interessano queste idiozie. Come sarà, sarà. Anche se, non l’ha detto a Helblindi, vorrebbe tanto che avesse i capelli biondi, come quelli che aveva lei da piccola. Ma insomma, lei e lo Jotun non hanno i capelli così chiari. Nella famiglia del Principe tutti hanno i capelli neri, e deve ringraziare Loki per l’oscurità della sua chioma. Quindi è praticamente impossibile..
Quando cominciano le doglie, è eccitata, non impaurita; ma forse perché è suo marito a prendersi tutta l’ansia e (diciamocelo) il terrore. Proprio lui che afferma di avere assistito a numerosissimi parti, non riesce a reggere l’emozione, e se non fosse per i suoi tragici precedenti Sif penserebbe di aver sposato una donnetta.
Non sente nemmeno troppo dolore, non quanto si aspettava, almeno. E la presenza di Helblindi aiuta molto.
Non sa descrivere come si sente, quando le mette suo figlio in braccio. Ha gli occhi grigio chiaro come le nuvole, un colore intermedio tra l’acciaio di suo padre e il cielo di sua madre.
E’ ancora troppo piccolo per capire a chi somiglia di più, ma c’è qualcosa, un particolare del suo aspetto, che colpisce Sif al punto da farla piangere di commozione, sorprendendo lo Jotun che le è accanto al punto da farlo preoccupare.
Quando lui le chiede cosa non va, la valchiria scuote la testa, accarezzando la chioma color del sole sulla testolina del figlio, ermafrodita come il padre.
Un caso? O un segno del destino?
- Prudr -, mormora.
Helblindi alza un sopracciglio. – Come? -.
- Voglio che si chiami Prudr. Come mia madre -, spiega, asciugandosi frettolosamente le lacrime con una mano, perché, anche adesso che è una Principessa di Jotunheim, dentro si sentirà sempre una valchiria.
Ci sarà tempo per spiegare a suo marito le sue ragioni.
Ma adesso vuole solo godersi quel momento perfetto.