-Epilogo-
La
luce dell'alba si fece strada nel dojo, illuminando il pavimento e il
mio viso.
Aprii gli occhi, ma non riuscii subito a capire dove
fossi. Piccoli cerchi di luce si rincorrevano sul soffitto, riflessi
dei vasi di cristallo poggiati sulle mensole.
Mi sembrò
alquanto strano che Sakura non mi avesse svegliato. Probabilmente
doveva essere arrabbiata per quello che era accaduto.
Mi alzai
sentendo tutte le mie ossa intorpidite. Era da tanto tempo che non mi
capitava di dormire per terra e non avevo più diciassette
anni.
Sgranchii il collo, roteando la testa e mi misi in
piedi.
La casa era estremamente silenziosa e ne approfittai per
fare una colazione decente - senza cibo volante.
Presi la tazza
di thè verde e mi misi a sedere sotto il patio, beandomi
dell'aria fresca del mattino.
I
passeri, occupanti abusivi della nostra quercia, cinguettavano
allegramente mentre il cielo lentamente salutava il rosa dell'aurora
per tingersi l'azzurro.
Sorseggiai il tè e mi sembrò
più buono del solito. Forse lo era sempre stato, ma non ci
avevo mai fatto caso.
Silenziosamente percorsi il corridoio
esterno fino alle camere da letto.
Mikoto, come da copione, si
era intrufolata nel nostro letto e dormiva spaparanzata di fianco
alla madre. Rosa e viola. La stessa pelle nivea, liscia come la seta.
Le ciglia lunghe e il sorriso perennemente stampato sul viso, anche
in sogno. Erano la mia luce e quella mattina risplendeva come non
mai.
Accostai la porta e mi diressi verso la stanza di Itachi. La
stessa stanza di suo zio. Abbassai piano la maniglia per evitare di
fare rumore e svegliarlo.
Immobile, come una statua di cera, con
il viso rivolto verso il soffitto. Era la mia copia spiccicata.
Il
nasino piccolo, le labbra sottili e i capelli color pece che
ricadevano spettinati sul viso. Imbronciato persino in sogno. Lui era
la mia speranza.
Mi accinsi a richiudere la porta, quando la sua
vocina assonnata mi chiamò.
"Papà"
sussurrò, stropicciandosi gli occhi.
"Dormi, è
ancora presto" gli risposi, richiudendomi la porta alle
spalle.
Mi allenai come sempre in giardino, fino a che le urla di
Mikoto non diedero la sveglia al resto della casa.
Seguì un
tonfo. Sakura era caduta dal letto per lo spavento.
Rumore di
mobili rotti - altri - e grida confuse.
Il risveglio in casa
Uchiha era diventato alquanto traumatico negli ultimi anni.
Il
kunai che avevo lanciato di sbieco, a causa delle urla, aveva
colpito in pieno uno degli abusivi della grande quercia e non feci in
tempo a nascondere il corpo del reato, che gli occhi verdi di Mikoto
mi si pararono davanti.
"Che fai?" mi chiese con la sua
vocina da angelo... nel corpo di un diavolo.
"Raccolgo le
foglie morte" mi affrettai a rispondere, coprendo il
cadavere.
"Posso aiutarti?"
"Non serve" le
risposi, notando le zampette che, dritte per il rigor mortis, si
facevano strada tra le foglie. Se Mikoto lo avesse visto, avrebbe
urlato per ore.
"Mikoto!" l'urlo disumano di mia moglie
mi salvò.
Mi accorsi che Itachi si era fermato a guardare
la scena e ghignava divertito. Gli rivolsi lo stesso ghigno, ma per
tutta risposta volse il capo dall'altra parte e proseguì
verso
la cucina.
Non aspettai, come al solito, che terminasse la guerra
del cibo per raggiungerli.
"Mamma, Itachi mi ruba i
biscotti!" sentii piagnucolare.
"Itachi, lascia i
biscotti di tua sorella" sbraitò Sakura che non sembrava
in ottima forma. Solitamente i suoi rimproveri erano temuti dai suoi
figli, ma non sembravano avere la stessa grinta di sempre.
"Ma
non è vero che glieli ho rubati" si difese il mio
primogenito.
Mi fermai sul ciglio del fusuma a contemplare la
scena. La teriosfera di Madara aveva meno capacità
distruttiva
rispetto a quei due ragazzini.
"Forza, sbrigatevi. Zio Naruto
ci sta aspettando" li sollecitò la madre.
"Il
baka aspetterà" intervenni, attirando l'attenzione su di
me.
Sakura mi guardò con occhi sgranati, non riuscendo a
capire.
"Ho altri programmi per oggi" comunicai, facendo
una delle mie uscite d'effetto - quelle che lasciano i presenti senza
parole.
Sicuramente Sakura doveva aver cominciato a maledire
tutti i Kami, che al posto di farle scegliere Naruto, l'avevano fatta
innamorare di me, scervellandosi su cosa mi passasse per la testa -
inutilmente.
Non sono mai stato di molte parole e non ho mai
dimostrato interesse verso niente e nessuno, ma sono sempre stato un
ottimo osservatore e conoscitore delle cose e le persone che amo.
Li
trovai allineati come soldatini nel genken. Era un evento raro che
nascesse da me l'idea di uscire e solitamente prometteva qualcosa di
estremamente noioso.
"Andiamo" dissi in tono
perentorio.
Mi seguirono in silenzio, domandandosi dove li stessi
conducendo, ma non si azzardarono a chiedermi niente.
Il tragitto
non fu lungo e quando Sakura intuì qual sarebbe stata la
meta,
si fermò e mi lanciò uno sguardo interrogativo.
Le
bastò incrociare il mio di sguardo per capire che non aveva
nulla da temere.
Aprii il basso cancello di legno e ci inoltrammo
in una folta distesa d'erba, troppo poco curata per i miei gusti.
Mi
fermai e guardai il grande albero che faceva ombra su di loro.
"Che
ci facciamo qui, papà?" mi chiese Itachi guardandosi
intorno.
Lasciai che ci arrivasse da solo.
Cominciò a
osservare le pietre bianche che spuntavano dall'erba e si
avvicinò
a quella più prossima a me.
Scostò l'erbaccia e
sbarrò gli occhi.
"Perché c'è scritto il
mio nome su questa lapide?" chiese, allontanandosi come se la
pietra l'avesse scottato.
Mi avvicinai a lui e posai la mano sulla
sua spalla.
" Porti il nome di un eroe. Il nome di mio
fratello." gli confessai finalmente, trattenendo a stento
l'emozione.
Ci sedemmo sull'erba e raccontai loro tutta la storia,
incurante di quello che avrebbero potuto pensare.
Itachi mi
tempestò di domande, mentre Mikoto sembrava più
interessata a rincorrere le farfalle che alla mia storia.
La mia
anima sembrava alleggerirsi man mano che procedevo con il racconto.
Era come se ognuno di loro avesse preso un pezzetto del mio dolore e
lo avesse trasformato in pace.
La paura di essere giudicato da
mio figlio era del tutto infondata. Il più crudele giudice
ero
sempre stato io. Mi ero condannato senza prova di appello a una pena
fin troppo pesante da sopportare.
L'abbraccio del mio bambino e lo
sguardo commosso di mia moglie furono la prova inconfutabile che per
una volta avevo fatto la cosa giusta. Mikoto ci guardò
perplessa, era troppo piccola per capire e forse non le sarebbe mai
interessato. Ma per Itachi era stato importante e anche per me.
Guardai
il cielo, immaginando che qualcuno
lassù stesse sorridendo, proprio come me.
Non importava
cosa avrebbero deciso di fare da adesso in poi...
Io
li avrei amati per sempre.
Angolo Autrice
Salve miei adorati lettori!
La storia termina qui. Ovviamente il lieto fine era d’obbligo e francamente penso che fosse anche giusto.
Sasuke finalmente completa il cammino dell’Espiazione, che gli ha consentito di comprendere gli errori che sono stati compiuti in passato e gli ha dato la possibilità di rimediarvi, dando finalmente un nuovo corso al Clan Uchiha.
Ha realizzato, in fondo, le parole di Itachi che era convinto che lui sarebbe stato capace di cambiare il Clan. La nuova generazione Uchiha, è conscia del suo passato – tranne la piccola Mikoto che è tutta sua madre – e da adesso in poi è libera di crescere senza pregiudizi e menzogne.
Il tema del contest richiedeva, appunto, una storia sulle bugie e la storia di Sasuke e Itachi è una fonte inesauribile di materiale.
Spero che la fan vi sia piaciuta... io ho amato molto scriverla perché a differenza delle altre, il romanticismo non è predominante, anche se presente, ma in maniera diversa. Penso addirittura che sia la storia più romantica che io abbia scritto, perché va oltre il sentimento tra uomo e donna, indagando su quello che provano i figli, i fratelli e i genitori.
Ho scelto di scrivere il prologo e l’epilogo in prima persona, mentre gli altri capitoli in terza, per sottolineare il cambiamento di Sasuke.
Il caprone, sappiamo che è un po’ lento di comprendonio, ma alla fine ci arriva alle cose e speriamo lo faccia anche nel manga. * incrocia le dita *
Bene, arriviamo ai ringraziamenti...
Ringrazio manga e MerylWatase per il supporto e per avermi aiutata a trovare le citazioni che ho inserito nella storia – avevo pochissimo tempo e per consegnare la storia ho dovuto richiedere una proroga.
Ringrazio tutti coloro che l’hanno inserita tra le seguite, ricordate e preferite e i lettori in incognito. Le visite sono state tantissime e costanti!
Un grazie particolare a chi l’ha recensita fino a ora : The_Code_End , gaara3, Adhara_, gabriella92, Talitha_love, canada00, manga e MerylWatase e chiunque abbia il buoncuore di recensire questo ultimo capitolo.
La storia è finita, una piccola recensione per farmi conoscere le Vostre opinioni, sarebbe davvero fantastica!
Messaggio Promozionale : Lo so che siete stufi di vedere il mio nome sulla bacheca delle storie pubblicate, ma se tante volte non aveste niente di meglio da leggere, passate a dare uno sguardo a Kitchen.
Un bacione
Blueorchid