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Autore: Lithius    19/09/2014    0 recensioni
"A cosa ti serve avere tutto se dentro sei deserto?"
[Larry]
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 7

ZAYN’S POV

Avevo passato la mattinata a cercare tra la calca di studenti la chioma rossa di Sheeran, ma a quanto pareva aveva preferito restarsene a casa costringendomi a rinviare ancora una chiacchierata con lui – non che ne avessi particolare bisogno.
La mia attenzione si era però spostata, verso metà mattinata, sul viso sconvolto del riccio mentre rientrava in classe dopo essere stato trascinato via da Louis, il mio Louis. Tenne quell’espressione scioccata fino alla fine delle lezioni e probabilmente anche dopo. Sono tendenzialmente uno a cui piace osservare le persone, le loro espressioni e per quanto non sopportassi quel ricciolino, devo ammettere che è davvero, davvero bellissimo, anche se mezzo stravolto; aveva le labbra gonfie, per i morsi alle quali le aveva sottoposte per tutta l’ora, le sue guance erano leggermente colorite, nessun rossore eccessivo, solo un lieve schizzo di colore finito lì per caso, ma la cosa che più mi intrigava erano i suoi occhi che non erano del solito verde allego, vivo e spensierato; apparivano – anche a distanza- più scuri e lucidi, non più verde smeraldo, non più verde acqua marina ma verde bosco, foresta, acqua di pozzo stagnato.
Forse Louis aveva già strappato via il cuore a quel ragazzino.
Forse non era davvero più il ragazzo di cui mi ero innamorato.
E chissà perché.

HARRY’S POV

Per una settimana non vidi Louis, le finestre della sua camera erano chiuse, le tende candide tirate per coprire l’interno della stanza e la luce perennemente spenta. A scuola nessuno aveva notizie di lui. Non veniva alle lezioni, non andava agli allenamenti, ma nessuno sembrava preoccuparsene. Persino Ed si comportava come se il suo migliore amico non fosse effettivamente sparito dalla circolazione. E no, un bacio non poteva aver provocato tutto questo. Così, quello stesso pomeriggio, di sabato, ero davanti alla porta della famiglia Tomlinson. Presi coraggio e - dopo tredici sospiri, quattro sbuffi, e cinque sfregate di mani - bussai a quel campanello. La casa era esternamente identica alla mia, come tutte le altre in quel quartiere del resto, il piccolo giardinetto era curato e la veranda presentava due dondoli ad ogni estremità. Fiori, quella casa era ricoperta di fiori; c’erano cespugli di margherite ovunque, rose arancioni crescevano ai lati del gradino che conduceva alla veranda. Peonie, Crisantemi, Tulipani, Garofani, Freesie, Gigli incorniciavano la casa, e provai a concentrarmi su questo mentre attendevo che qualcuno mi aprisse cosa che non so dire davvero bene dopo quanto accadde. Ad ogni modo mi ritrovai davanti una donna piuttosto alta, con gli stessi occhi e lo stesso sorriso del mio Lou – quelle poche volte che lo avevo visto, il suo sorriso- aveva dei lunghi capelli castani e poche rughe sul viso a segnare la sua età che non le impediva di mostrarsi comunque come una splendida donna che ora attendeva io dicessi qualcosa con un sorriso cordiale.
-“Ehm… salve, sono Harry un… un amico di L-Louis…” mormorai quella frase balbettando appena mentre vedevo l’espressione della donna mutare ed il suo sorriso diventare esclusivamente di circostanza, come se le avessi ricordato del suo più grande fardello. Mi fece comunque cenno di entrare facendomi accomodare nell’ampia cucina moderna, divisa dal salone dall’ingresso. Nel complesso la casa era luminosa e i disegni attaccati al frigo con delle calamite rivelavano la presenza di bambini.
-“Comunque io sono Jay, la madre di Lou.” Si inumidii le labbra prima di riprendere a parlare, come se avesse avuto bisogno di pensare a cosa dirmi. “E’ andato a stare per un po’ a casa di suo padre, a Londra, tornerà entro la prossima settimana. Tu sei il figlio dei vicini vero?” Il sorriso tornò ad adornare il volto della donna a quella domanda.
-“Si, si sono io” risposi senza capire bene cosa c’entrasse con Louis. A dire il vero c’erano tante cose che non capivo… avrebbe potuto avvertirmi.
-“Bene, aspetta qui.” Sparì verso il salone dopo avermi lasciato un bicchiere di spremuta davanti e mille pensieri nella mente. Passarono pochi minuti prima che tornasse, porgendomi una scatolina di plastica rigida dalla quale si poteva vedere un bracciale ed un bigliettino piegato.
-“Questo lo ha lasciato per te, sai è molto pignolo su queste cose e prima di andare via mi ha chiesto di conservare questa e dartela nel caso tu fossi venuto qui.”
-“Se non fossi venuto non l’avrei ricevuta?”
-“No.” Dopo quella risposta secca ma gentile mi congedai - troppo curioso di leggere quel biglietto. Ringraziai più volte Jay e nell’esatto momento in cui lei chiuse la grande porta in legno laccata di bianco, mi sembrò di sentirla scoppiare in lacrime – ‘guardi troppi film Harry’, mi dissi mentre mi allontanavo per rincasare con la scatolina stretta in una mano.
 
ED’S POV

-“Sheeran! Rosso, fermati!” La voce di Zayn mi raggiunse interrompendo la mia classica corsetta pomeridiana, abitudine presa per provarci almeno a tenermi un po’ in forma. Ricordai delle sue chiamate trovate sul cellulare una settimana prima solo in quel momento, quindi, spinto dalla curiosità più che dalla voglia di parlargli, mi fermai, attendendo che il ragazzo mi raggiungesse.
-“Dio mio! Provo a beccarti da una settimana amico!” Sfoggiò il suo sorriso più splendente, o almeno ci provò, dato che i suoi occhi lo fregarono immediatamente. Spesso il “problema” non è il sorriso, o la mimica facciale, ma proprio gli occhi, e quelli del ragazzo non rivelavano nulla di buono. Ma finsi, come la maggior parte delle volte, forse per non metterlo in difficoltà, forse perché non eravamo abbastanza amici da potergli fare domande sui suoi occhi o forse per semplice noia. Troppo annoiato per ascoltare l’ennesima vita sentimentale travagliata di un ennesimo pseudo amico rimasto scottato dal fascino enigmatico di Louis Tomlinson. Louis, quel benedetto ragazzo doveva scegliere proprio me come amico?
-“Ora mi hai trovato Malik, dimmi tutto.”
-“Non qui, Sheer, vieni.”
Mi lasciai trascinare a casa Malik, doveva essere qualcosa di talmente importante da non poter esser trattata al bar o al parco, e questo non faceva altro che alimentare la mia curiosità. Durante il tragitto non avevo provato ad estorcere informazioni, anzi, avevo seguito la linea della sua conversazione, decisamente piatta e generica, fine a sé stessa. Gli ultimi convenevoli si consumarono mentre, dopo aver rifiutato un bicchier d’acqua o qualsiasi altra cosa, salivo dietro di lui le scale che portavano alla sua camera. Non era la prima volta che entravo in quella casa, o nel dettaglio, in quella stanza, e la trovai esattamente come la ricordavo, fatta eccezione per le tracce di Louis sparse un po’ ovunque. Persino il suo disegno era sparito ed ora al suo posto c’era un poster di una band decisamente alternativa a me sconosciuta.
-“Siediti pure se vuoi, credo ci vorrà tempo.”







EHMEHM
Per prima cosa mi scuso per l'assenza come dire.. enorme?
Il punto è che non ho avuto decisamente troppa ispirazione in questo periodo e di conseguenza
ho preferito aspettare per aggiornare piuttosto che pubblicare un qualcosa
che non avrebbe convinto nemmeno me.
Non faccio promesse ma spero di continuare al più presto, dato che questo era più che altro
un capitolo di "passaggio".
Grazie a chi ha letto, spero vi sia piaciuto.

  
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