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Autore: Ship_COFFE_Bar    20/09/2014    3 recensioni
AU, Thorki, Raccolta di one-shot;
Venti storie, venti universi diversi, ma sempre lo stesso amore.
...
Dall'undicesimo capitolo:
-Allora, tu sei la mia Hazel Grace?- chiede, passando le dita fra quei fili d'ebano
così soffici.
-E tu sei il mio Augustus Waters?- annuiscono quasi in sincrono, e poi ridono
ancora.
[...]
Thor ricorda ancora quell'ultima estate, e la prima crisi. I dottori furono lapidari;
Schizofrenia.
All'inizio non gli sembrava tanto grave.
"Lo vedo sgusciare attraverso la porta, e poi si avvicina al letto, e mi stringe il collo,
così"
...
Sto in fissa con gli AU -.-
Genere: Dark, Fluff, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate
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Questo capitolo è dedicato a frostgiant, perché il "grazie" che ti devo è enorme.
                                                Chapter eleven:
                                              Colpa delle stelle
 




Il suo nome urlato con quella nota disperata, e le grida isteriche, gli fanno aprire gli 

occhi stancamente.

La sveglia sul comodino indica l'una e un quarto di notte.

Bene. I tranquillanti hanno agito troppo tardi. Bene.

Si trascina giù dal letto, sentendo la voce di sua madre, un sussurro fra le urla, che 

mormora parole dolci.

Il pavimento è freddo. Rabbrividisce al contatto, passandosi entrambe le mani sul 

viso, per scacciare la stanchezza ancora impigliata alle ciglia.

Si prende un momento per metabolizzare. La psicoanalista aveva detto che 

l'avrebbe aiutato, durante le crisi.

Di nuovo, sente urlare il suo nome, adesso spezzato da singhiozzi.

Scivola in corridoio, illuminato solo dalla luce della luna, e vede sua madre, appena 

fuori dalla porta, appoggiata ad essa, che bisbiglia, un sorriso vacillante che 

(lo sa) è il suo ultimo appiglio.

Ha le mani e la fronte pigiate contro il legno, e cerca di sovrastare le urla 

con le sue, che hanno preso a sgorgarle dalle labbra tremanti, e gli occhi, 

spalancati, le pupille ristrette e i pugni contro la porta.

Thor cammina, lentamente, ed ha quasi paura di avvicinarsi.

Arriva vicino alla donna, e le poggia una mano sulla spalla magra e le accarezza la 

schiena scossa dai singulti disperati. Da dentro la porta i lamenti sono sempre più 

forti. Poggia anche l'altra mano sulla spalla di sua madre, indirizzandola verso la  

camera da letto. Ha fatto anche troppo, per questa sera.

La luce in soggiorno è accesa, e vede Odino seduto sulla poltrona, che si rigira in 

mano un bicchiere di whisky, lo sguardo stanco e i capelli più bianchi di quanto

ricordasse.

Non lo guarda, tiene gli occhi puntati a terra, e i suoi sospiri sono rantoli, che si 

perdono nel caos.

Si appoggia alla porta, inspirando profondamente, chiudendo la mano a pugno sulla 

superficie. 

"Toc...toc,toc...toc" poggia l'orecchio sul legno, e sente che i lamenti si sono 

interrotti. Dei passi affrettati, il rumore di qualcosa che scivola sul pavimento e 

s'infrange, e poi, la chiave che gira nella toppa.

Si lascia trascinare dentro, allacciandogli le braccia intorno alla vita.

È sempre più piccolo, sempre di più.

La porta si chiude, e la chiave gira ancora una volta, per essere scaraventata poi 

contro la parete.

La stanza è illuminata solo dal leggero bagliore proveniente da fuori, e Thor vede 

una cornice a terra, accanto al comodino, il vetro spaccato.

-Perché non sei arrivato subito? Dov'eri?!- Loki stringe fra i pugni la sua maglietta, il 

viso per metà affondato contro il suo petto. Gli occhi sono gonfi e rossi di lacrime.

-Stavo dormendo- un pugno leggero, senza forza, gli si abbatte contro il fianco, 

seguito da un lamento affondato sul suo collo.

-Bugiardo. Te ne eri andato. Ti sei stufato di me- quando alza il viso, sbuffandogli 

un singhiozzo sulla guancia, a Thor viene quasi da unirsi al pianto collettivo, 

mischiando il suo dolore a quello di Frigga e di Odino.

Ha i capelli tutti spettinati, delle ciocche appiccicate al viso. Le scosta, posandogli 

un bacio sulla fronte.

-No. Non potrei mai stancarmi di te- abituandosi all'oscurità, riesce a vedere la foto 

racchiusa nella cornice, ricoperta di schegge di vetro.

 Ma non gli serve guardare, non gli serve. Potrebbe descrivere quella foto anche ad 

occhi chiusi. Ogni più piccolo stiramento del viso, i muscoli rilassati, quello sguardo 

inevitabilmente intimidito dalla telecamera.

Sua madre che sorride, tenendoli stretti accanto a sé.

Un'estate di dieci anni prima come un'altra. O forse no. L'ultima.

-Tutti si stancano. Mamma...papà. La dottoressa..- 

-Ma non io- lo stringe più forte contro di sé, avvicinandosi al letto, le cui coperte 

sono buttate a terra, il piumone scaraventato di lato in un impeto di rabbia.

Loki si siede, scuotendo la testa, gli occhi socchiusi.

-Ti stancherai anche tu- scivola fra le coperte, lasciandosi andare.

Le sue guance sono rigate dalle lacrime, e le ciocche scure gli circondano il viso 

come un'aureola.

Un viso che sarebbe la felicità di qualunque artista.

Gli si siede accanto, prendendolo fra le mani. È freddo. Thor circonda entrambi con 

le coperte, trascinandolo nell'accogliente e buio calore delle lenzuola, stretto contro 

di sé.

-Non è vero- sussurra, ancora, le labbra premute contro la tempia.

Loki gli si schiaccia addosso, facendosi piccolo contro il suo petto e intrecciando le 

gambe. Ha i piedi gelati.

-Dimostralo- bisbiglia in risposta, e a Thor sembra di essere tornato bambino, 

quando si raccontavano storie e si scambiavano promesse in quello stesso letto.

-Per cominciare ho usato il codice, no?- dice, riferendosi ai colpi sulla porta.

Il moro aggrotta la fronte, poco convinto.

-E ho rifiutato l'invito dei ragazzi, così ieri sera siamo potuti andare al cinema a 

vedere "colpa delle stelle"- continua, cercando la sua mano e trovandola, nascosta 

sotto al fianco magro.

Intreccia le dita, portandosela al viso.

-È una metafora*- sospira Loki, guardandolo dare un bacio alla pelle pallida.

-Già- ridono, e a Loki sembra proprio di trovarsi in un film; un bellissimo film 

d'amore che finisce bene.

Che deve finire bene.

Sussulta, quando Thor posa le labbra sulle sue, socchiudendo gli occhi.

Li chiude anche lui, perché ha letto da qualche parte che non bisogna credere 

alle persone che tengono gli occhi aperti durante un bacio.

Li chiude e si lascia stringere e accarezzare.

-Lo sai...- mormora contro le labbra morbide.

-Mi sono innamorato di te come quando ci si addormenta*- Thor sorride, 

appoggiando la fronte contro la sua.

-Piano piano...e poi profondamente*- conclude, baciandolo ancora, e assaporando 

il sapore dolce e zuccheroso delle sue labbra, rosse come ciliegie.

Di solito non gli piacciono quel genere di film...ma a Loki il libro era sembrato bello, 

quindi, aveva deciso che poteva anche sacrificarsi.

Ne è valsa la pena.

E poi, il film era veramente bello. 

-Allora, tu sei la mia Hazel Grace?- chiede, passando le dita fra quei fili d'ebano 

soffici come il pelo di un gattino.

-E tu sei il mio Augustus Waters?- annuiscono quasi in sincrono, e poi ridono 

ancora.

Loki sospira.

-A volte vorrei davvero non essere schizofrenico. A volte mi sta bene, perché la 

gente non può insultare uno schizofrenico. Potrei staccargli gli occhi dalle orbite- 

neanche a metà frase, però, Thor lo blocca, mordendogli il labbro inferiore.

Loki emette un gemito di disappunto.

-Perché?- 

-Stavi incominciando a fare il depresso- il moro sbuffa, anche se un sorriso gli 

aleggia sul volto.

-E tu hai appena rovinato tutto, "Gus". E poi, con un film così, non si può non 

deprimersi- 

Thor ricorda ancora quell'ultima estate, e la prima crisi. I dottori furono lapidari.

Schizofrenia.

All'inizio non gli sembrava tanto grave.

"Lo vedo sgusciare attraverso la porta, e poi si avvicina al letto, e mi stringe il collo, 

così" l'immagine di uno spaventato piccolo Loki gli passa davanti agli occhi, mentre 

gli illustra i suoi incubi, stringendo appena il collo fra le fragili mani.

-Secondo me, è un film che insegna molte cose, ma che non punta a deprimere la 

gente. Secondo me, è pieno di speranza- il moro lo guarda stralunato.

-Speranza? Che speranza può esserci? Sono malati terminali- 

-Sì, ma...oh, vabbe', adesso ho sonno- annuncia, stringendolo di più al petto.

Loki mugola.

-Cosa?- chiede, tenendo gli occhi chiusi e la testa affondata nei soffici cuscini.

-Niente, solo...buonanotte?- Thor ci mette un po' a comprendere.

Poi sorride.

-Okay-

C'è un attimo di silenzio, e si sente solo la luce del soggiorno che si spegne e i 

passi di suo padre che torna a letto, prima che tutto torni immobile.

-Okay- 






Angolo autrice:
Le frasi asteriscate, e gli "Okay" finali sono presi dal film "Colpa delle stelle" un capolavoro che ho visto appena ieri sera e che mi ha emozionato tantissimo.
Mi scuso se negli ultimi tempi non mi sono fatta sentire, e anche per il capitolo, che è relativamente corto e senza senso, ma è un periodo difficile, e le mie insegnanti sono folli.
Bene, ditemi cosa ne pensate. Troppo, troppo poco, schifo, troppo schifo...pronunciatevi.
Un saluto

Im a Murder girl
  
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