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Autore: Frava    20/09/2014    5 recensioni
[...]Era stato facile convincerla a farsi accompagnare nel viaggio alla ricerca di Wendell e Monica Wilkins. Non che lei non si fosse lamentata, anzi, lo aveva prima minacciato, poi aveva pianto, e infine lo aveva pregato di lasciarla andare da sola perché “ Non sopporterei di tenerti lontano dalla tua famiglia, Ron!’’. Ma lui le aveva afferrato il viso e l’aveva baciata quasi con rabbia, lei era arrossita, poi aveva farfugliato qualcosa che lui non aveva assolutamente capito poiché troppo preso dal battito accellerato del suo cuore (Ron era stato assolutamente sicuro che gli sarebbe uscito fuori dal petto), e poi le era bastato guardarlo negli occhi per capire che non ci sarebbe stato nulla che gli avrebbe fatto cambiare idea. E infatti adesso si trovavano proprio di fronte all’Ufficio Passaporte e- Per Merlino!- era deserto. Che avessero perso la Passaporta? [...]
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Australia.

“Vuoi sentire una storia?                                                
C'è una r
agazza e c'è una specie di... un uomo magico.
Questa s
toria si svolge in una... in una terra lontana.’"

D
al film "Australia."
 
 
1.
Partenze.
 
 
 


-Sesto livello. Ufficio del trasporto magico.-

Le porte dorate dell’ascensore si aprirono con un tintinnio, accompagnate da una metallica voce femminile. Se la guerra aveva profondamente trasformato l’Atrium del Ministero della Magia, dove i maghi restauratori si stavano prodigando a costruire una nuova statua e rimettere a posto quel che era stato distrutto, Ron poté facilmente notare che il resto dell’edificio era rimasto sempre lo stesso. Sulle eleganti pareti erano ancora affissi grossi manifesti su cui la faccia di Harry Potter, vagamente imbarazzata, faceva bella mostra. Questa volta però, la scritta “ Il Prescelto: Salvatore del Mondo magico ‘’ sostituiva quell’ ‘’Indesiderabile Numero uno’’ che qualche mese prima aveva fatto andare Harry su tutte le furie. Li fissò con un’espressione vuota per qualche momento: nonostante tutto, faceva ancora fatica a credere che quell’incubo fosse finito, forse perché in realtà non lo era affatto. C’erano così tante cose rimaste in sospeso, così tante cose da sistemare, così tante cose che non sarebbero mai più tornate indietro…

Il lieve tocco della mano di Hermione lo fece sussultare e fu grato, quando lo guardò in viso, che lei non gli facesse domande. Era sicuro di avere gli occhi lucidi, o per lo meno la solita faccia scura che aveva su durante le ultime due settimane. Si costrinse a sorriderle e lei sembrò rallegrata. Era incredibile che, dopo tanti anni di litigi, fosse bastato un solo bacio per metterli d’accordo. Trovava inquietante il loro capirsi senza parlare, anche se doveva ammettere che si erano più che allenati durante tutti i mesi di vagabondaggio forzato con un Harry più suscettibile di uno Schiopodo Sparacoda. O forse, più semplicemente, adesso era più facile averla vinta perché bastava baciarla e tutte le sue proteste le morivano sulle labbra.

Era stato facile convincerla a farsi accompagnare nel viaggio alla ricerca di Wendell e Monica Wilkins. Non che lei non si fosse lamentata, anzi, lo aveva prima minacciato, poi aveva pianto, e infine lo aveva pregato di lasciarla andare da sola perché “ Non sopporterei di tenerti lontano dalla tua famiglia, Ron!’’. Ma lui le aveva afferrato il viso e l’aveva baciata quasi con rabbia,  lei era arrossita, poi aveva farfugliato qualcosa che lui non aveva assolutamente capito poiché  troppo preso dal battitto accellerato del suo cuore (Ron era stato assolutamente sicuro che gli sarebbe  uscito fuori dal petto), e poi le era bastato guardarlo negli occhi per capire che non ci sarebbe stato nulla che gli avrebbe fatto cambiare idea. E infatti adesso si trovavano proprio di fronte all’Ufficio Passaporte e- Per Merlino!- era deserto. Che avessero perso la Passaporta?

-Hermione  siamo infinitamente in anticipo o mostruosamente in ritardo!?- le chiese mostrandole l’orologio che gli avevano regalato i suoi per i diciassette anni. Hermione lo degnò a stento di uno sguardo mentre mollò la sua mano per frugare nervosamente all’interno della borsetta di perline. Ne riemerse dopo un po’ con una piccola guida dell’Australia Magica e un’espressione decisamente più serena.

- Hermione?-

- Come già ti ho detto per circa quindici volte, anche se a quanto pare non ne hai ascoltata nemmeno una…-

-Sei ingiusta, Hermione. – la interruppe cercando di afferrarla – Ero troppo concentrato a guardare te, per fare attenzione alle tue amabili parole.- le mormorò tra i capelli guadagnandosi una gomitata nella pancia.

-Ahia!- si lamentò tastandosi il punto dolorante. – E questo per cos’era?-

- Perché sei un ruffiano…e continui a non ascoltarmi. – lo rimproverò sgusciando dalla sua presa, ma la sua voce aveva un chiaro tono divertito. – Non c’è nessuno perché Kingsley ha creato questa Passaporta apposta per noi e… te l’ho già detto Ron, è mai possibile che tudavvero non abbia assimilato nemmeno una parola?-

- Io davvero ero troppo impegnato a guardarti.- ma questa volta, la frase gli uscì un po’ troppo seriamente e sentì un fastidioso calore farsi largo in zona orecchie. Anche Hermione per qualche motivo, arrossì.

- Beh, comunque…- continuò imbarazzata ma compiaciuta.-… io non volevo scomodarlo, ha così tanto da fare adesso che è Ministro della Magia, ma lui ha così insistito. Mi aveva addirittura proposto di mandare degli Auror in Australia per cercare i miei genitori, ma non ce l’ho proprio fatta a dire di si. Forse non ha senso, ma sento che è una cosa che devo fare io. Pensi sia stupido?-

-No, credo sia normale.-
Se i suoi genitori fossero stati spersi per un anno intero, in qualche parte ignota, in un altro continente, sicuramente sarebbe andato a recuperarli di persona. Non si sarebbe mai fidato di mandare chicchessia alla loro ricerca, anche se si trattava di una truppa di Auror pluripremiati.

-E poi…- aggiunse dopo un po’, mentre Hermione guardava nervosamente la porta dinnanzi a loro. – Abbiamo trovato l’impossibile quest’ anno, sarà una sciocchezza scovarli, no?-
Hermione non parve molto convinta mentre si lasciò guidare all’interno della stanza.
 
 
 
 
 


Smaterializzarsi era diventato con il tempo qualcosa che Ron aveva iniziato ad odiare. Inizialmente aveva sperato con tutto il cuore di imparare le fantomatiche tre D che l’odioso Twycross continuava a ripetere in continuazione durante le lezioni supplementari ad Hogsmeade. Ma, dopo essere stato bocciato all’esame, aveva seriamente iniziato  a provare una repulsione per quello che prima gli era sembrato un qualcosa di tanto entusiasmante. Era una di quelle cose che continuavano ad affascinarlo ma, come tutto quello che faceva, gli riusciva una schifezza, per cui aveva lasciato ad Hermione questo compito durante tutto l’anno passato e si era rassegnato a farsi scarrozzare in giro. Se possibile però, detestava ancora di più Smaterializzarsi con una Passaporta e, fare un viaggio intercontinentale, peggiorava decisamente la situazione.
Atterrarono bruscamente  sul pavimento duro, stringendo ancora tra le mani un vecchio foulard che era stato usato come mezzo di passaggio. Ron si alzò in piedi a fatica e tese una mano verso Hermione che, con i capelli tutti in disordine, emerse con aria vagamente malaticcia.

-Siamo…siamo arrivati.- mormorò debolmente, levandosi i capelli cespugliosi dalla faccia.
L’Ufficio Passaporte Australiano era quasi del tutto simile a quello inglese: una piccola stanza circolare, piena di scaffali e strane cianfrusaglie, e qualche poltrona per i viaggiatori scombussolati. I quadri appesi alle pareti, di maghi a lui sconosciuti, ricordarono a Ron che si trovavano effettivamente in un altro Paese. Erano in Australia, accidenti. Ed erano soli.

-Il primo passo è fatto.- le disse quando entrambi riacquisirono un po’ di colorito. Ogni tanto qualche mago straniero spuntava all’improvviso, con la stessa espressione stralunata in volto. – Ora non ci resta che trovare i tuoi genitori, invertire l’incantesimo e portarli a casa. Quando abitanti hai detto che ci sono qui, in Australia?-

Solamente ventitré milioni, Ron.-

-Oh… e a Sydney?-

-Circa quattro milioni.-

-Ah beh, questo restringe decisamente il campo.-
 
 
 
 
 




Il Ministero della Magia Australiano era situato in una delle strette traverse di The Rock, un insieme di strade acciottolate e vicoli ciechi a cinque minuti dalla Circular Quay. Vennero a sapere, grazie alla guida all’Australia Magica che Hermione teneva in borsa, che  l’edificio appariva ai Babbani come un fatiscente palazzo abbandonato, circondato dalle transenne della polizia. Lessero che un tempo quella era stata una zona parecchio malfamata, il punto di arrivo dei detenuti dal porto lì vicino, e storie di fantasmi si tramandavano tra gli abitanti del posto. Trovarono l’uscita dei visitatori grazie a due streghe particolarmente ciarliere, che sembravano fin troppo entusiaste di parlare con dei maghi inglesi.

-Ma allora è vero?- chiesero all’improvviso le due donne, dopo che gli ebbero spiegato come uscire da lì.- Davvero Harry Potter ha sconfitto Tu-sai-chi, tutto solo? Non posso proprio crederci, un ragazzo così giovane …- sospirò teatralmente una delle due.

-Ma ditemi…- la interruppe l’altra che portava un vistoso cappello a punta. – Voi lo conoscete? Sapete che tipo è? -

- Mah…non poi così bene.- disse Ron.- L’avremo visto si e no un paio di volte.-

Hermione fu sopraffatta da un attacco di ridarella per poi arrossire sotto lo sguardo perplesso delle due donne. Si portò una mano alla bocca, trattenendosi imbarazzata. Chiaramente deluse per la loro mancanza di informazioni, le due streghe li condussero all’esterno, dove un paio di bidoni dell’immondizia e un barbone parecchio sbronzo gli diedero il benvenuto.
Il freddo e il buio li inghiottirono, facendoli tremare. Hermione lo aveva avvertito che lì in Australia adesso era inverno, ma fu sorpreso comunque nel notare la differenza di clima. Si strinse nella giacca osservando Hermione, che a sua volta osservava le due streghe allontanarsi. Lei si girò di scatto e lui arrossì come uno stupido, poiché l’aveva beccato a spiarla. Doveva ancora perdere questa abitudine e capire che adesso era liberissimo di farlo quando e dove voleva. Hermione, in ogni caso, parve non notare niente ma intuì, dai suoi movimenti scattosi, che era impaziente di parlare. Prima, però, si accertò che non ci fosse nessuno.

-Un paio di volte, eh?- ripeté Hermione, inarcando un sopracciglio, il viso arrossato dal vento.

- Si, magari tre…- confermò Ron, circondandole le spalle con il braccio. Si beò per un momento del calore che emanava. Gli piaceva quando arrossiva, e se aveva imparato a conoscerla, il rossore soffuso sulle sue guance non era causato solamente dal freddo.

 – Sembra strano detto da me…ma è bello non essere riconosciuti, almeno qui. E’ piacevole all’inizio, però dopo un po’ diventa fastidioso, quasi opprimente. Non so come abbia fatto Harry a conviverci per tutta la vita.- mormorò Ron pensoso, accarezzandole il braccio in maniera un po’ impacciata. Hermione appoggiò la testa sul suo petto, la fronte aggrottata, indecisa sul dirgli che lei glielo aveva sempre detto che la fama era un’arma a doppio taglio e che Harry l’aveva sempre odiata e che lui, invece, era sempre stato troppo zuccone e geloso per darle ragione. Ma si stette zitta e borbottò un “ Già’’ un po’ nervoso. Litigare era l’ultima cosa che voleva, e poi Ron ormai aveva preso l’abitudine di zittirla in maniera molto poco ortodossa. Non che le dispiacesse, in fin dei conti.

-Non trovi strano che la notizia della morte di V-Voldemort …- ebbe un attimo di esitazione nel pronunciarlo, dandosi mentalmente della sciocca. Se ci fosse stato Harry, l’avrebbe redarguita. Anche se, probabilmente, adesso il massimo che avrebbe fatto sarebbe stato lanciarle un’occhiata stanca. Le si era stretto il cuore quando l’aveva lasciato alla Tana, più magro e sciupato che mai. La gioia per la vittoria era durata poco, poi come al solito, Harry si era fatto sopraffare dai sensi di colpa. Ovviamente non glielo aveva detto chiaramente. Hermione aveva imparato, dopo sei anni di amicizia con due maschi, che i ragazzi erano diversi dalle ragazze nell'esprimere i propri stati d’animo. Non esibivano le proprie emozioni, non sentivano il profondo bisogno di parlarne. Non aveva scordato quelle settimane in cui era convinta che Ron e Harry non si sarebbero mai più parlati a causa della loro incapacità di esprimere i loro sentimenti. Ma lo aveva capito, dagli sguardi furtivi che scoccava a tutti, e dal mondo in cui pareva volersi isolare dal mondo. L’aveva pregato di andare con loro, ma luiovviamente aveva detto che non voleva essere di troppo. Si sentiva avvilita, e questo era un altro problema che andava risolto. Ma al suo ritorno, si disse. Adesso aveva altro a cui pensare, e portare a casa i suoi genitori era più urgente. Alzò il viso quanto bastava per vedere Ron, evidentemente confuso dal suo improvviso silenzio, e gli sorrise riacquisendo la sua determinazione. – Insomma, com’ è possibile che  il Ministero della Magia abbia già fatto trapelare la notizia? Mi sembra piuttosto strano, considerando che Kingsley, e soprattutto Harry, si sono rifiutati di rilasciare interviste. E poi… tutto solo…- ripeté riportando le parole della strega.- Che storia è mai questa? Sono morte così tante persone per questa causa e…- si interruppe, lanciando un’occhiata ansiosa a Ron. Come poteva essere stata così indelicata? Ma Ron appariva sereno, anche se la presa sul suo braccio si era fatta più forte e iniziava a farle male.

- Saranno tutte panzane.- disse lui guardando fisso un punto lontano, il tono insolitamente serio. Ogni tanto anche Ron aveva iniziato ad assumere degli atteggiamenti Harrieschi, se così si poteva dire. Attraversava delle fasi in cui era parecchio taciturno e ombroso. Eppure non lo aveva ancora visto piangere. Le sarebbe piaciuto che si fosse aperto con lei, che si fosse sfogato. Si sentì immediatamente meschina nel pensarlo, ma non poteva fare a meno di sentirsi un po’ esclusa. In ogni caso, Ron parve riacquisire subito il suo solito tono scherzoso.

 – Magari è stata la Skeeter. Ti immagini, potrebbe essere proprio qui, in questo momento, nascosta sotto forma di scarafaggio dietro quel sacchetto della spazzatura.- le disse cingendole la vita, le orecchie in fiamme. Hermione si meravigliava ogni volta di come Ron potesse essere allo stesso tempo intraprendente ed estremamente timido.

-E secondo te, cosa scriverebbe adesso?- gli chiese lasciandosi stringere, guardandolo di sottocchio.

- Forse rimarrebbe troppo scioccata da quello che sto per fare per poter scrivere…- le mormorò sulle labbra prima di baciarla.

- Mi sa che l’anno prossimo la mamma non ti manderà l’uovo di Pasqua.- affermò staccandosi da lei per guardarla in viso. L’espressione sconvolta di Hermione lo fece sorridere.

- Scemo!.- borbottò lei dandogli un pugno sulla spalla. Ron scoppiò a ridere e fu la prima vera risata da settimane.
 
 
 
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(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)
(© elyxyz)





NdA: Ed ecco qui, un nuovo progetto che spero di portare a termine. Ho sempre desiderato scrivere di questo Missing Moment (?), e spero soprattutto di non deludervi. Avrei un po' di precisazioni da fare: 1) Non ricordo bene se nel libro esistono davvero quei manifesti con la faccia di Harry, o siano solamente un'invenzione del film. ( Se è così, mi prendo una piccola licenza poetica ahahxD Ovviamente io cercherò di riferirmi il più possibile solamente ai libri.) 2) Il fatto dell'uovo, per chi non se lo ricorda, è scritto nel Calice di fuoco quando, dopo gli articoli della Skeeter, la Signora Weasley manda ad Hermione solamente un minuscolo ovetto. Mi ricordo che all'epoca risi come una scema ahah Povera HermionexD In ogni caso, fatemi sapere cosa ne pensate, un bacione, a presto :-*
  
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