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Autore: Riholu    21/09/2014    2 recensioni
[Storia ambientata prima degli eventi di B2 e N2]
Ad Unima non c'è più tempo di divertirsi, perché i Pokémon stanno soffrendo per mano di un team sconosciuto.
Non c'è più tempo di giocare al novello allenatore, e Touko dovrà impararlo presto, se vorrà aiutare la sua regione a curarsi dalle Ombre.
Tratto dal testo:
I due ragazzi si guardarono per un attimo, per capire chi è che dovesse parlare.
Alla fine prese parola il primo.
«Ciò che stiamo per dirti probabilmente ti scioccherà un po', ma non è il caso di addolcirti la pillola. Hai comunque l'età per capire, quindi cerca di affrontare la verità con diplomazia. Qualunque sia. E di crederci, soprattutto»
[REVISIONE IN CORSO --> Capitolo 13]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Touko
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Capitolo 91



Wes stava lì, davanti le sbarre, guardando attraverso esse lo sguardo d'odio che Discoball gli stava riservando.
Dopo averlo rivisto, si era istantaneamente “riacceso”.

-Tu, moccioso, che fai qui?! Hai abbandonato la tua regione, come pensi di tornare qua come nulla fosse?! E il bello è che fanno comunque quello che gli dici di fare!!- sbottò l'uomo, alzandosi subito e avvicinandosi alle sbarre.
Le prese tra le mani e avvicinò il volto ad esse, l'enorme capigliatura che sfiorava il tetto della cella.

Il ragazzo non fece una piega nel trovarsi il suo viso a cinque centimetri di distanza, mentre Touko e l'Agente Jenny sobbalzarono per tanta improvvisa vitalità.
Rimase invece a guardarlo con un sorrisetto impertinente.
-Sono qua per farti qualche domanda, caro mio- rispose.

-Ti tirerei un bel pugno in faccia, se non fosse che mi sfracellerei le nocche contro le sbarre... per colpa tua ho perso tutto! I miei sottoposti, i miei Pokémon, i miei sogni di gloria, il mio ritmo!!- continuò a inveire l'altro.

-Per il tuo ritmo non c'è problema, ti basterà ascoltare un po' di musica. No?-.

-Tsk... Che vuoi saperne, tu, piccolo moccioso?... Non sai come mi sento io, non puoi capire- sputò velenoso l'eccentrico uomo, continuando a guardarlo con intento omicida.

Allorché, Wes si stufò.
Non aveva mai avuto molta pazienza con i cittadini di Sulfuria, né con la città in generale. Discoball ne era stato a “capo”, quindi...

Infilò le mani tra le sbarre e lo prese per il colletto degli stracci che erano stati un tempo una sgargiante tuta blu da discoteca, poi avvicinò il viso guardandolo dritto negli occhi.
-Senti un po', Discoball, non ho pazienza per quelli come te. Quindi portami rispetto, capito?- gli sibilò, minaccioso.
Poi sussurrò labialmente qualcosa, solo a lui.

Discoball inorridì nel sentire il suo vero nome venire nuovamente pronunciato, dopo tanto tempo.
-Come... come conosci il mio nome...?- fiatò, sconvolto.

-Sai com'è... la polizia è abituata a conoscere per bene chi deve tenere sotto chiave e chi deve ancora catturare. Tu non sei l'unico che ha un nome d'arte, sai? Anche Venus, non è certo il suo nome di battesimo. Venite entrambi da una qualche regione estera, come tutti quanti gli altri Criptenenti... ma solo il vostro nuovo capo fa eccezione, lui è di qui...- rispose il biondo, lasciandolo andare.

Poi fece una cosa che di sicuro aveva ben poco.
Prese la propria carta d'identità e la passò nella chiusura magnetica accanto alla cella, facendo scattare la serratura di quest'ultima. Afferrò saldamente una sbarra della porta e la tirò, aprendo a Discoball il passaggio verso la libertà.
Cosa che lasciò sconvolti tutti quanti.

-Signore, ma cosa sta facendo? Il detenuto non deve essere liberato!- disse l'agente Jenny, sconvolta, mettendogli una mano sul braccio che stringeva la sbarra.

-Wes, ma sei ammattito?- chiese Touko, perplessa.

-Moccioso...?- sussurrò il carcerato, chiedendosi se il Campione fosse tutt'un tratto uscito di senno.
O se fosse invece sempre stato dalla sua parte.
… Ma era impossibile, una cosa simile.

Wes, per tutta risposta, mollò la presa ed entrò nella cella, accostandosi alla porta e lasciandola aperta, gli occhi fissi sul suo vecchio nemico.
-Non sono impazzito... ma voglio vedere quanto Discoball sia disposto a seguire l'ideale dei Cripto. Può benissimo provare a scappare, correre via e raggiungere i suoi compari; ma si troverebbe braccato da me, di nuovo-.

L'uomo che stava fissando con non-curanza deglutì, mentre guardava con desiderio l'uscita, ma il biondo lo smentì ancora una volta.
-Non ti conviene, Discoball... lo sai quanto me che non ti riaccoglieranno tra le loro fila, semmai li raggiungerai. E sai perché?- disse, scuotendo il capo.

-Parla-.

-E' più che probabile che ti abbiano mandato qui per liberarsi di un inetto come te. Diciamocela tutta... non è che tu sia poi così utile, quando ti danno una missione... Peraltro, i Pokémon Leggendari minori sono tre e tre, a Unima... non c'era posto per un quarto, saresti stato una palla al piede-.

-...-.

-Non ti vogliono, là. Ti lascerebbero di nuovo indietro, di nuovo nelle mie mani. Ti conviene restare qua, sei più al sicuro... Lo dico per te, seriamente- continuò il ragazzo, incrociando le braccia al petto e guardandolo preoccupato.

Ma l'altro non volle credergli.
-Tu pensi solo a te stesso, piccola feccia. Non conosci il significato di lavoro di gruppo, non osare dire queste cose sui miei compagni!- gridò, marciando contro di lui infuriato.

-Se è quello che vuoi...- sospirò il ragazzo, prima di slanciarsi contro di lui con la mano destra protesa in avanti.
Lo riacchiappò per il collo, spingendolo indietro con forza e buttandolo a terra di schiena.

La capigliatura si afflosciò a causa dell'impatto e l'uomo sbatté duramente la testa contro il pavimento, facendogli emettere un lamento smorzato.
Non aveva mai avuto un fisico forte, quindi fu un colpo un po' doloroso per lui.

Discoball aprì gli occhi, guardando con astio il suo nemico... solo per trovarlo con gli occhi rosso sangue. Ne ebbe paura.
-Co-cosa...?-.

-I tuoi amati superiori portavano avanti esperimenti sugli umani. Io ne sono reduce. Se ti metterai di nuovo sulla mia strada, non esiterò a uccidere anche te. Ho già provato a uccidere Nascour, quindi non dubitare ancora- rispose freddo il ragazzo, mollandogli il collo e tirandosi su, levandoglisi di dosso.

-Co- Abys!!- sbottò Touko, vedendo il suo migliore amico con quegli occhi.
Corse immediatamente dentro la cella e guardò male il ragazzo.
-Wes, quante volte devo dirti...-.

-Stai tranquilla, sono io. Ormai cooperiamo, io e lui; ha capito che il mio corpo lo comando io, e lui è parte di me. Mi ha dato una mano a buttarlo giù- rispose Wes, alzando le mani come difesa, mentre le sue iridi tornavano dorate.

-Accidenti... vi detesto- sbuffò la brunetta, mettendo il muso.
Ne ottenne un bacino sulla guancia.

Il giovane si girò di nuovo verso l'ex Criptenente, che lo fissava sconvolto e spaurito.
-Beh, perché mi fissi in quel modo?-.

-T-tu... TU SEI UNA OMBRA!!!- strepitò l'altro, indicandolo con un dito mentre si trascinava contro il muro a stento, ancora dolorante per la botta alla testa.

-Malerio puntava a un esercito di umani Ombra... Ad ogni modo, non preoccuparti: se non mi fai arrabbiare, non rivedrai più quello che dovrei essere; quello che sarei dovuto essere...- rispose il biondo, abbassando il capo.
Poi gli si avvicinò calmo e si chinò su di lui, con una mano protesa in sua direzione, e gli sorrise tranquillo.
-Se ti do un po' di musica, tu risponderai tranquillamente alle due domande che ho da porti?-.

Discoball lo guardò irrequieto, alternando lo sguardo dal suo sorriso alla sua mano.
Non voleva cedere al suo nemico...
… ma aveva troppo bisogno di sentire un paio di note.

Sospirò, sentendosi umiliato, e gli afferrò la mano che l'aiutò ad alzarsi.
Wes gli passò anche un pettine, che egli riconobbe essere il suo: anche questo venne accettato, ed utilizzato subito dopo.

-Cosa vuoi sapere?- chiese rassegnato l'uomo, mentre si sistemava alla bella e meglio la capigliatura a palla.

-Come avete conosciuto il vostro attuale leader?- rispose l'altro.

Il carcerato si rassettò la tuta blu scuro e andò a sedersi sulla panca, piegandosi sulle ginocchia e giungendo le mani, per poi guardarlo.
-E' stato lui a venire da noi-.

-Spiegati-.

-... Eravamo nel caos più totale, dopo che Malerio era stato arrestato e portato via. Neutralizzato il capo, i vari sottoposti hanno cominciato a lamentarsi, a disgregarsi e ad andarsene. Anche noi Criptenenti ci siamo allontanati, siamo andati per le nostre strade – nascondendoci, ovviamente. Successivamente il team Cripto venne riunito da un nuovo Capo Cripto, Malvaro. Ma questo dovresti saperlo, la seconda crociata l'ha portata avanti il tuo caro fratellino-.

-Nuovamente sconfitti, i Cripto si sono smantellati di nuovo... ma un giorno venne quell'uomo. Stavo in un pub di Ipogea con Bito e Rimba, a ubriacarmi con loro, quando dalla porta entrò lui: portava una bandana e una benda su labbra e mento, come se fosse stato ferito pesantemente. C'erano anche macchie di sangue. Comunque si sedette accanto a me, inquietandomi, e si volse verso di me. Mi chiese se ero io Discoball, e là mi chiesi se davvero dovevo rispondere che ero io: poteva essere chiunque, anche se non aveva per niente l'aria di uno buono-.

-Annuii e lui si presentò con il nome di Harkos. I suoi occhi rosso sangue erano raggelanti... Avete gli stessi occhi, ora che ci penso. Mi chiese di unirmi a lui, visto che voleva rifondare i Cripto. Accettai, entusiasmato e terrorizzato, e da lì lui ha cominciato a richiamare tutti i vari soldati che si erano uniti tempo addietro. Alcuni tornarono, altri non si fecero più sentire, terrorizzati da voi dannati Campioni-.

-Mh...- mormorò Wes, riflettendo su quanto gli aveva detto.

-Cosa c'è, non mi credi?- chiese Discoball, stizzito.

-No, no, ti credo. Solo... spuntare così dal nulla è davvero bizzarro-.

-E che vuoi, non l'avevo mai visto prima!- sbottò l'uomo, adirandosi.

-Calmati. Vuoi sapere perché ho gli stessi occhi rossi del vostro nuovo Capo, Discoball?- gli domandò il biondo, guardando il Criptenente in viso.
Lo vide tentennare, ma decise di prenderlo per un sì.
-Sono suo figlio. Harkos è Tsutai Mokura, padre mio e di Michael... e a quanto mi hai detto, Harkos non è altro che la sua Ombra-.

-Questa è bella. Il paparino del nostro arcinemico che si muove proprio contro il figlio. Cos'è, gli hai rotto il cappello o gli hai fregato qualche spicciolo da bambino?-.

-Non chiedermi il perché, non saprei risponderti...- sospirò il ragazzo, calmo.

-Comunque, qual era l'altra domanda? Hai detto che ne avevi due, per me- gli ricordò Discoball.

-Ah sì, certo. Dove diamine avete la vostra base? In qualche montagna? Non mi va di pedinare qualcuno per raggiungervi... sono stanco di darvi la caccia, se non si fosse capito-.

L'ex Criptenente lo guardò stralunato.
-Ma come... non ci sei arrivato?-.

La domanda lasciò Wes perplesso e infastidito.
-Scusa tanto se ti sembra che pecchi di intuizione. Il Team Cripto non è composto da quattro misere persone, quindi non sareste passati inosservati se foste sbarcati a Unima tutti insieme. Peraltro, nemmeno sarebbe stato geniale venire a poco a poco, perché non avreste avuto dove stare... Va bene che a Unima non sono così tanto diffidenti, però...- borbottò.

Ne scaturì una fragorosa risata da parte del carcerato.
-Quell'uomo è un genio, ha trovato un posto a cui tu non saresti mai potuto risalire, non conoscendo Unima. Grandioso!- esclamò Discoball, esaltato.

-Ti ho detto di non farmi arrabbiare. Di che stai parlando?-.

-Sto parlando dell'Intramondo, belloccio- rispose l'altro, continuando a ridere.

-... Intra-che?-.



N fumava di rabbia, mentre un paio di agenti della sicurezza lo tenevano per le braccia, trascinandolo per le afose e puzzolenti vie di Sulfuria.
“Maledizione a questa stupida regione... Sono tutti così diffidenti e così sulle loro, ma guarda tu che bell'accoglienza per un turista!” inveì tra sé e sé, sbuffando.

Per un attimo fu tentato di divincolarsi, fare uscire Reshiram e tornarsene a Unima: parlare con Touko non era poi così importante... no?
… No, lo era. Doveva avere quelle risposte, non poteva vivere nel dubbio per sempre.

“Quanto mi sta costando vederti, Touko?”.

I due uomini lo portarono finalmente dentro una struttura rinfrescata dal condizionatore, levandolo da sotto il sole.
Con un bel sospirone di gioia, il ragazzo si guardò attorno - per trovarsi davanti una stanza tutta verde.
Che varietà di colori impressionante.

-Della Pena, abbiamo pescato quest'uomo in giro per la città senza lasciapassare- disse una delle due guardie, spingendo avanti il caso in questione.

-Bada a come spingi, tu- borbottò N, guardando male l'omone mentre cercava di levarsi quelle maledette manette ai polsi.

-Silenzio, ragazzo. Dimmi il tuo nome- disse una voce burbera davanti a lui.
Il principe del Team Plasma si volse: un uomo di mezza età, vicino all'anzianità, con folti baffoni lo scrutava severamente.

-N Harmonia-.

-Nome completo, prego-.

-... Natural Gropius Harmonia- rispose di malavoglia il ragazzo, restio a ripetere il suo nome completo.

Vide l'uomo scriversi i primi dati su un foglietto con una splendida stilografica nera.
-Nome alquanto bizzarro. Regione di provenienza?- proseguì dopo, osservandolo.

-Sono di Unima...- rispose N, a disagio sotto quello sguardo raggelante.

-Mh. Che diamine ci fa uno di Unima in giro per Sulfuria? Non mi sembri un turista- domandò Della Pena, giungendo le mani sulla scrivania dopo aver posato la stilografica.

-Sto cercando una persona che è venuta qui-.

-Bene. Ma sei cosciente che per accedere alle città di questa regione occorre un lasciapassare, vero? Firmato e controfirmato. E non è solo uno, ma uno per ogni città. Girare nei posti senza permesso porta a una pena, che peggiora se non hai direttamente un lasciapassare. Solo i Campioni possono girare ovunque- gli spiegò, gentilmente.

-Co-cosa? Uno per ogni città?! Ma se non so nemmeno come prenderne uno!- si lamentò il verde.

-Il lasciapassare si prende dai sindaci delle città, facendoti ovviamente seguire da un agente. Come avrai notato, siamo molto diffidenti. Là il sindaco ti concederà, a sua discrezione, il lasciapassare in base al grado di “lavoro” che svolgi: avrai diritto di accesso solo al settore che ti verrà concesso, e se cambierai lavoro dovrai aggiornare il lasciapassare. Ad esempio, tu sei un turista? Puoi accedere solo ai luoghi pubblici-.

-Ah... E i Campioni hanno accesso ovunque perché...?-.

-Perché sono i governatori della regione. Per quanto possano stare spesso via, probabilmente vengono chiamati spesso... serve il loro consenso per molte cose. Ma il signor Wes è spesso a lavoro, quindi ha solitamente il cellulare staccato. Per ora sta interrogando uno dei carcerati di questa città- rispose l'anziano, girandosi verso la porta sigillata alla sua sinistra.

-Wes? C'era per caso una ragazzina bruna con lui? E' lei che sto cercando!- esclamò il ragazzo, avvicinandosi alla scrivania di Della Pena.
Per poi venire ritirato indietro dai due agenti.

-Piano, ragazzo. Se è lei che stai cercando, allora dovrai aspettare; e se lei non vorrà risponderti, non potrai disobbedire: chi gira con uno dei due fratelli è un ospite di riguardo- scosse il capo l'altro.

-Sbaglio o è un po' soppressiva la politica di questa regione?-.

-Questa regione necessita di regole ferree-.

In quel momento la porta chiusa si aprì, facendo passare i diretti interessati e l'Agente Jenny.
L'aria di entrambi non era esattamente rilassata, anzi erano abbastanza preoccupati, per non dire di più.

Appena N rivide Touko, sentì qualcosa sparire dal petto, come se si sentisse sollevato.
-Touko!- esclamò, sorridendo.

La brunetta alzò lo sguardo, visto che guardava a terra, e nel vederlo strabuzzò gli occhi.
-N? Ma che fai tu qui?- gli chiese, perplessa.

-State bene, signore?- domandò invece l'anziano, notando l'espressione del suo superiore.

-No... non sto bene- negò il ragazzo, schivo.
Poi guardò anche lui il principe dei Plasma, severo.
-Che ci fai nella mia regione, Harmonia?-.

-Devo parlare con Touko, non sono affari che ti riguardano- rispose con lo stesso tono l'altro, rispedendo lo sguardo.

-Qua non sei che un esterno, Harmonia. Non hai diritto di parola né di lamentela, sei a casa mia. Quindi bada a come ti poni, non sono dell'umore adatto- sibilò il Campione, guardandolo davvero male.
Abbastanza perché questa volta riuscisse a far tacere il suo rivale.

La ragazza accanto a lui gli strinse la mano.
-Wes, calmo... N, d'accordo, verrai con noi e parleremo- disse, richiamando entrambi.

-Il mezzo di trasporto se lo trova da solo, però. Ah... dopo questa chiacchierata se ne dovrà tornare a Unima, non lo voglio oltre nella mia regione- aggiunse Wes, per poi lasciare la mano della brunetta e dirigersi fuori a passo sostenuto.
Dall'interno dell'edificio lo si vide infilarsi il lungo cappotto blu e allontanarsi, confondendosi sempre più con l'oscurità.

Persino N ne rimase un po' preoccupato.
-Touko... ma cos'ha Wes?- chiese, mentre i due uomini gli levavano le manette.

-Abbiamo scoperto da dove sono passati i Cripto...- rispose lei, salutando gli uomini nella stanza con un inchino e uscendo all'aria aperta.
Si coprì le braccia, accorgendosi di quanto facesse freddo.

Il verde la seguì e le si mise affianco, mentre lei si stava sciogliendo i capelli per coprirsi almeno un po'.
-Da dove sono arrivati?-.

-Dall'Intramondo... ora ti spiegheremo tutto- rispose lei, prendendolo per mano e andando nella stessa direzione in cui si era allontanato Wes.
Mentre camminavano gli strinse la mano, sentendosi al solito a disagio: Sulfuria di sera, con i soli e pochi lampioni accesi, era davvero terrificante.

Capendo il suo disagio, lui le accarezzò la mano, mentre uscivano dalla città per andare verso il canyon, laddove stava la moto del biondo.
Touko chiamò l'amico, non ottenendo risposta, mentre il ragazzo con lei osservava la moto dal design curioso.

La brunetta lo richiamò, ottenendo un miagolio da Pokémon in risposta che le fece alzare la testa.
Lo trovò seduto sulla parete rocciosa, in alto, a guardare le stelle. Umbreon ed Espeon erano con lui, accoccolati vicini, e a chiamarla era stata la micetta lilla, la cui perla purpurea brillava sotto la luce lunare; il volpino nero era praticamente invisibile, le sole ellissi gialle bioluminescenti a far notare la sua presenza.
Di Wes si notavano soprattutto i capelli, schiariti sia dal sole che dalla luna, di un colore simile all'avorio scurito. Tutto il resto sembrava ammantato dall'oscurità.

-Wes...?- lo chiamò di nuovo la ragazza, allontanandosi dalla parete per cercare di vederlo meglio.

Il mulatto si girò appena verso di lei, gli occhi tristi.
-Touko...- disse, con un sospiro.

-Scenderesti di lì?-.

Wes guardò un attimo le mani unite di Touko ed N, e ne fu un po' geloso. Non lo fece notare e scese subito, saltando giù dalla roccia insieme ai due Pokémon.
Vederli tutti e tre insieme in quel momento faceva quasi impressione, con Wes vestito esattamente come quand'era più giovane.

Lo videro avvicinarsi a loro, e la ragazza lasciò subito il verde per andare ad abbracciarlo stretto. Abbraccio che il Campione ricambiò.
-Scusami...- le sussurrò lui, piano.

-Sei preoccupato, Wes, va tutto bene... E' tardi, andiamo in un hotel? N vorrebbe anche sapere che succede...- lo tranquillizzò lei, senza lasciarlo.

-Devo per forza sorbirmelo anch'io?-.

-Unima è anche la sua regione... e lui non è cattivo, lo so. Merita di sapere- gli rispose lei, guardandolo in viso.
Gli accarezzò una guancia, cercando di risollevargli un po' l'animo.

-... D'accordo- sospirò il mulatto, lasciandola.
Si volse verso N, che li osservava a distanza – ma la sua, di gelosia, si notava anche abbastanza bene, cosa che lo divertì.
-Vieni con me- gli disse soltanto, per poi prendere Touko per mano e ridirigersi in città, i due Pokémon al suo seguito.

Il principe non sapeva bene cosa fare né dire, un po' preoccupato da quel buio opprimente. Per altro, girandosi, poteva vedere bene l'immensa distesa di sabbia che proseguiva a perdita d'occhio, sotto un cielo privo di nuvole e colmo di stelle.

Rimase ancora un po' a osservare quel paesaggio misterioso e ammaliatore, poi una piccola folata di vento freddo lo colse, facendolo rabbrividire e svegliare.
Scosse il capo e corse dietro agli altri due ragazzi.

                                                                                          *
Beh... avevo detto di non aspettarvi capitoli tanto presto <.<
Ho trovato la possibilità di scrivere solo ieri, giuro; per quanto già da prima abbia avuto voglia di scrivere. Sapevo cosa e come scriverlo, per cui è stato facile.
Come potrete intuire, spero, ho passato l'esame di riparazione - e ora dovrò passare, questo sabato, quello di passaggio al quinto anno di conservatorio. Eggià.
... Pregate per me (?).

Di nuovo, siamo giunti alla fine di un capitolo.
Certo che Tsutai è proprio furbo... sfruttare l'Intramondo per passare inosservato.

Scusate se mi soffermo poso, ma ho davvero sonno.
Per cui...

Ringrazio per la recensione:
Noel Le Blanc, sempre gentile con me e.e Spero non sia arrabbiata <.<

Vi saluto... alla prossima!
Come vedete, non ho alcuna intenzione di lasciare questa storia in sospeso.
Notte!
   
 
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