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Autore: Mordred90    22/09/2014    1 recensioni
Allora, ho deciso di scrivere questa storia perché ho sempre voluto leggere un Cross Over con i nostri amatissimi giocatori in versione maghi!
La trama ruota intorno ad un mio OC, maschio, ma non tralascerò i nostri amatissimi personaggi, anzi.
Dal testo:
Non mi fermai a sentire quello che dicevano, ignorandoli per posare i miei occhi sul giovane apparso al mio fianco.
Sussultai nel notare quanto fosse chiara la sua pelle, soffermandomi per un istante sui capelli cremisi prima di comprendere:
Hiroto Kiyama, uno dei Prefetti di Serpeverde.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Claude Beacons/Nagumo Haruya, Jordan/Ryuuji, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Xavier/Hiroto
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Corvonero - Seconda parte



I’m only human and I crash and I break down. Your words in my head, knives in my heart.. >  

Ero comodamente seduto su un muretto del cortile interno, le cuffiette nelle orecchie e Christina Perri che cantava ‘Human’ nell’mp3. Stavo canticchiando senza nemmeno rendermene conto, con la mia voce bassa e melodica soffocata nel tessuto della sciarpa.
Il cielo era plumbeo, faceva freddo ed io mi sentivo dannatamente solo. Per colpa del vento mi pizzicavano gli occhi, tanto da lasciare che qualche piccola lacrima mi rotolasse lungo le guance. Poggiai la testa sulla colonna, alzando gli occhi per osservare le nuvole scure presagio di una tempesta imminente. Odiavo i temporali con tutto il cuore, fin da piccolo avevo il terrore dei tuoni come se invece di essere soltanto forti rumori fossero mostri venuti a prendere la mia vita. Che sciocco che ero.
Da quando avevo parlato con Kazemaru ero irrequieto, mi sembrava di essere osservato e molto spesso sentivo dei passi seguirmi per il corridoio. Sicuramente era una mia impressione, perché mai qualcuno avrebbe dovuto seguirmi?
Certo che Nagumo poteva evitare di lasciarmi da solo..Pensai, stringendo il libro di Rune Antiche al petto prima di chiudere gli occhi con un sospiro stanco. Mi portai una mano al collo, concentrandomi per qualche minuto sul calore che trasmetteva il collare, oggi particolarmente intenso.
Sentii una presenza alle mie spalle, un attimo prima che una mano si posasse su di esse. Sussultai, facendo cadere il libro a terra ed alzandomi di scatto per fronteggiare un’eventuale aggressore.

< Tutto bene? > Il sorriso di scuse di Kidou mi tranquillizzò, portandomi ad annuire imbarazzato mentre mi sfilavo le cuffiette dalle orecchie.

< Si, scusami...ero distratto. > Gli risposi gentilmente, ero sicuro di averlo visto passare un’ora prima in compagnia di sua sorella Haruna ma forse mi ero sbagliato.

< Lettura interessante. > Si chinò a prendere il mio libro, prima di porgermelo. Lo ripresi con un sorriso, annuendo appena.

< Già..> Mormorai semplicemente, seguendolo mentre si incamminava verso la quercia poco lontana.

< Volevo parlarti, ho scoperto qualche cosa. > Mormorò lentamente, quasi stesse soppesando le parole prima di sedersi sul prato ed invitarmi ad imitarlo.

< Oh. Me né stavo quasi dimenticando. > Sbattei più volte le palpebre, prima di imitarlo e puntare lo sguardo sul gruppetto di Serpeverde poco distante.

< Non ci sono molte fonti purtroppo, ma da quello che ho capito è piuttosto raro che un animagus diventi il famiglio di un mago..> Cominciò Yuuto, guadagnandosi la mia attenzione immediata. 

< Quindi non si sa nulla? > Mi raddrizzai, arricciando leggermente la punta del naso all’idea di non poterne sapere nulla.

< Se mi lasciassi finire..> Rispose quasi stizzito, sistemandosi meglio gli occhialini sulla testa mentre io mormoravo delle scuse sentite. < Quando però succede, consciamente o meno, il loro legame è molto più forte del normale. Con abbastanza allenamento possono parlare mentalmente e sapere cosa sta provando l’altro, in modo da sapere se è in pericolo. >

< Davvero? > Sorrisi felice, pensando a quanto mi sarebbe stato utile sapere se Hiroto era in pericolo. Sbattei più volte le palpebre, cercando di riprendermi mentre il ragazzo mi osservava perplesso, cosa stavo pensando? Io e Hiroto non avremmo mai avuto quel tipo di legame..

< Già, ma non finisce qui. > Mormorò lui, scrutandomi con attenzione prima di riprendere a parlare. < Secondi alcuni studiosi quando un’animagus si lega ad un mago è per volere del fato. > Alla mia occhiata perplessa continuò, sorridendo divertito. < Nel senso che si ricollega al mito giapponese del filo rosso...qualcosa simile alle anime gemelle, persone predestinate, chiamale come vuoi. >

< Oh. . .> Riuscii solo a mormorare stupito, arrossendo appena nel ricollegare tutto quello con me e Hiroto. Voleva forse dire che noi eravamo destinati a stare insieme?
Scossi il capo violentemente, cercando di allontanare quel pensiero dalla mia mente. Non era possibile.

< Grazie mille, Yuuto! > Mormorai dolcemente, scostandomi una ciocca di capelli dal viso mentre mi alzavo. Dovevo assolutamente parlarne con gli altri, sicuramente insieme saremmo venuti a capo di quell’enigma.

< Mnh, ti pare...> Rispose distrattamente, prima di puntare lo sguardo su di me e farmi un cenno con il capo nella direzione del gruppetto. < Fudou ti sta fissando da quando ci siamo seduti qui. >

< Eh? > Girai il viso per seguire il punto da lui indicato, scoppiando a ridere subito dopo.

< Cosa? > Domandò lui, visibilmente perplesso ed anche leggermente irritato. Bingo! 

< Non è me che sta fissando, ma te. > Risposi divertito, sorridendogli maliziosamente prima di salutarlo con un cenno e dirigermi verso il mio dormitorio.

Lui rimase seduto dov’era, fissandomi stralunato.

Il Corvonero aveva fatto colpo.


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Mancava poco al coprifuoco, stavo percorrendo lentamente i corridoi in penombra del castello, dirigendomi pigramente verso la sala comune Grifondoro. Mentre sfogliavo svogliatamente il libro che avevo tra le mani, dovevo tenere alto il mio titolo di secchione, non riuscivo ad impedirmi di sorridere. 
Primo: Fudou aveva una cotta per Kidou, avevo sempre pensato che quei due stessero bene insieme.
Secondo: Hiroto mi aveva sorriso. Non proprio, insomma, mi aveva beccato a fissarlo ed aveva allungato le labbra in una smorfia che a me, nella mia infinita saggezza, era sembrato un sorriso.
Sospirai appena, dandomi per l’ennesima volta dell’idiota. Stavo fantasticando su qualcosa che non sarebbe mai accaduto, la mia fantasia ormai vagava a briglie sciolte sopratutto dopo le rivelazioni di Yuuto. Qualcosa mi diceva che non erano sbagliate, un piccolo angolino del mio cuore che, nonostante i mille rifiuti, non si voleva arrendere. Ero senza speranza.

< Eccoti. > Sgranai gli occhi, ritrovandomi presto con le spalle premute contro il muro ed un sorrisetto di sufficienza davanti al viso. Soltanto una persona era capace di aggredirmi e sorridere in quel modo così odioso: Reina.

< Cosa vuoi? > Ringhiai velenoso, per niente dell’umore adatto a stare ad ascoltare le sue moine.

< Mettere in chiaro una cosa. > Rispose con tono quasi mieloso, guardandosi le unghie con fare annoiato. Soltanto allora mi accorsi dei due, grossi, ragazzi del sesto anno che l’affiancavano. A quanto pare aveva paura di affrontarmi da sola, buono a sapersi. Ero nella merda, come avrebbe detto Nagumo se fosse stato lì.

< Non ho voglia nè tempo di stare a sentire le tue paranoie, Yagami. > Sillabai velenoso, muovendo cautamente un passo nella direzione del mio dormitorio. Mossa stupida.

Prima ancora che potessi poggiare il piede per terra i due ragazzi mi afferrarono per le braccia, sbattendomi malamente contro il muro. Sibilai per il dolore, serrando la mascella mentre fissavo con odio la ragazza davanti a me.

< Scusali, non sono molto educati..> Mi sussurrò con finta gentilezza, rigirandosi una ciocca di capelli tra le dita.

< Che cazzo vuoi? > Ribattei seccato, lasciandomi prendere dalla rabbia mentre cercavo, con scarsi risultati, di liberarmi dalla loro presa.

< Come sei scortese. > Mormorò stizzita, poggiandosi le mani sui fianchi. < Forse hai bisogno di una lezione. >

Sebbene me l’aspettassi il pungo che mi colpì allo stomaco mi portò a gemere, piegandomi appena in avanti mentre i miei occhi si facevano lucidi per il dolore.

< Sai, Shun...ultimamente stai infastidendo Hiroto, e questo non va bene. > Continuò lei, come se nulla fosse, tirandomi con rabbia la frangia all’indietro.

< Sono affari nostri, non vedo che cosa c’entri tu. > Risposi lentamente, puntando il mio sguardo ora libero dritto nei suoi occhi.

< E’ il mio migliore amico e non voglio che un pezzente come te nè rovini la reputazione. > Sputò velenosa, facendo un cenno ai ragazzi. 

Ignorai il dolore del secondo pugno, preferendo fissarla fiero prima di socchiudere le labbra in un ghigno molto simile a quelli di Akio.

< Oh, sei gelosa? > Risi di gusto nel vederla irrigidirsi, prima di ricevere un pugno dritto in faccia abbastanza forte da spedirmi a terra.

< Tu sei soltanto un perdente, non meriti nemmeno di guardarlo. > Rispose lei, avvicinandosi nuovamente a me per guardarmi dall’alto in basso.

< Non sono comunque affari tuoi. > Ringhiai, sputando del sangue ai suoi piedi.

< Io ho provato ad essere cortese con te...> Mormorò fintamente affranta. < E’ tutto vostro. > 

Rimasi un istante a guardarla allontanarsi, prima di comprendere quello che intendeva.
Sarebbe stato un brutto quarto d’ora, si.

L’ultima cosa che sentii prima di perdere i sensi fu un calore quasi fastidioso al collo.
Poi non vidi più nulla.




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Sono tornata!
Ebbene si, non mi sono buttata giù dalla vetta della montagna!
Scusate per il ritardo, miei adorati lettori e lettrici! Tra tre giorni esatti pubblicherò il prossimo capitolo. ( Ho mooolto tempo da recuperare).
Detto questo:
La canzone, come ho scritto, è Human di Christina Perry e la traduzione letteraria è: Sono solo un essere umano e mi rompo quando cado. Le tue parole nella mia testa, pugnali nel mio cuore.
Recensioni / Critiche e consigli sono seeempre molto accettati. Perdonatemi se il capitolo è relativamente corto; _ ; 

Grazie a tutti voi. * _ * <3

 
  
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