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Autore: Naaimaa    22/09/2014    1 recensioni
"Continuo a osservare il mio mondo, il mio piccolo mondo. Il guaio è che non basta riuscire a vivere, ma bisogna anche saperlo fare apprezzando ogni cosa. Ho nelle mani una piuma, niente di più. Eppure sono felice"
Genere: Drammatico, Generale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Camminando mi continuo a chiedere se la mia vita ha davvero un senso. Camminando cerco di capire quale scopo ho. Camminando riesco a pensare, liberamente. Un palazzo da venti piani, io abito al ventesimo. Un palazzo da venti piani, così alto, così resistente. Un palazzo da venti piani, il mio rifugio. Un uccello, una piuma casca. Un uccello, larghe ali. Un uccello, più libero di tutti.
Continuo a osservare il mio mondo, il mio piccolo mondo. Il guaio è che non basta riuscire a vivere, ma bisogna anche saperlo fare apprezzando ogni cosa. Ho nelle mani una piuma, niente di più. Eppure sono felice, quelle sfumature nere e bianche, riescono ad immergerti in loro. Alzo lo sguardo, il cielo è grigio come l’asfalto che mi circonda, come me. Sono grigio dentro e niente potrà rendermi diverso, la mia mente è oscurata da brutti pensieri e il mio cuore invaso dalla paura. I miei occhi vogliono chiudersi e il mio cervello abbandonarmi in un sogno, ma io resisto. Voglio camminare e niente mi fermerà. La fontana si innalza con tutta la sua bellezza, cercando di fare il suo mestiere, ma l’acqua non esce. E’ tutto distrutto ormai, non si vedono più tanti animali in giro, ma specialmente non si vedono persone. Anzi sì, si vedono. Morte. Coltelli o proiettili sono le uniche cose che popolano i loro cadaveri, oltre le mosche ovviamente. Tento di entrare nel bar in cui andavo sempre. La porta è aperta ma non vi è alcun servizio. Il cameriere ha un buco in pieno cuore e sul muro accanto a lui, spruzzi di sangue. E’ morto anche il mio unico amico. Unico e ultimo. Voglio provare a far finta di niente, mi siedo e aspetto che lui mi chieda cosa desidero. E aspetto, i minuti passano lentamente. Ho collegato il ticchettio dell’orologio alle bombe che esplodono, per cui non riuscirò a sentirlo ancora per molto, quindi me ne vado. Le mie mani cercano di infiltrarsi nelle mie tasche, lottando contro chiavi, soldi e un pupazzetto di cui non me ne faccio più niente.
Un bambino ha un coltello conficcato nei pressi della costola, ha la bocca aperta e gli occhi spalancati. Non voglio immaginare il momento in cui morì, non voglio provare altro dolore. Prendo il piccolo pupazzo e glielo metto sulle braccia. Se esiste il paradiso, spero gli arrivi quest’oggetto e lo renda felice. Nonostante non lo conoscessi, vorrei essere io al suo posto in modo che lui possa  resuscitare felicemente. Chiudo gli occhi e la bocca a quel viso innocente, ma ancora passato dai segni di un pianto tremendo. La donna accanto a lui dovrebbe essere sua madre perché hanno gli stessi occhi, lo stesso colore dei capelli e gli stessi lineamenti. E’ stata uccisa allo stesso modo di suo figlio. Che vergogna vivere in questo paese, un paese con un governo prospero alla guerra. Una lacrima sfoggia la sua lucentezza sulle mie guance. Quanto vorrei qualcuno con cui comunicare i miei pensieri, uno che non mi giudici. Se queste persone però, non si sono mai trovate, ora è ancora più difficile.
Un gatto senza una zampa, mi miagola faticosamente, ogni miagolio è una fitta al cuore. Vorrei aiutarlo, trovare cibo per lui, ma non lo trovo neanche per me e non potrei curarlo. Continuo la mia passeggiata, cercando di essere indifferente al bruciore del mio petto, per quel povero essere indifeso.
Sono vicino ad una chiesa e si sente un fastidioso ticchettio. Guardo l’orologio ma è fermo. E’ troppo tardi quando mi accorgo della bomba, perché sono già sulla strada in mille pezzi, morto.
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Angolo autrice:
Lascio a voi le parole. Spero che vi sia piaciuta. Lo so è triste, ma (quasi un anno fa) mi era venuta quest'ispirazione e infatti esattamente 13 mesi fa, la ho scritta.
Recensioni sempre gradite.
Grazie ♥
-Naaimaa
  
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