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Autore: Lena Mason    22/09/2014    2 recensioni
Un mondo diverso da quello che conosciamo. Un mondo dove a regnare sono creature sovrannaturali: una di queste, di natura diversa e unica, cercherà di conquistare il mondo, ma un gruppo di esseri umani con poteri particolari, supportati da amici speciali, la combatteranno per salvare il mondo. Riusciranno a portare a termine la missione? Il mondo che verrà creato sarà migliore o peggiore del precedente?
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jaggerjack Grimmjow, Nuovo personaggio, Schiffer Ulquiorra, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Diciassettesimo

New Arrivals.

 

Misaka si risvegliò lentamente accorgendosi della presenza dei due vampiri e cercando di alzarsi, ma la mano di Ulquiorra la bloccò: la ragazza guardò verso il vampiro, notando che, stranamente, sembrava stanco.

«Come ho fatto a riprendermi?» fu la prima domanda che uscì con voce roca e impastata.

Nel si alzò dalla sedia e si avvicinò a Misaka, porgendole un bicchiere d’acqua, che la rossa accettò volentieri.

«Sono stata io a curare sia te che Orihime-chan. Vi hanno trasfuso il mio sangue che è in grado di combattere qualsiasi tossina».

«Grazie Nel. Ci hai salvate per ben due volte» rispose Misaka, voltandosi verso Ulquiorra «E grazie anche a te per avermi portata qui».

Ulquiorra si limitò a un cenno del capo, prima di alzarsi e avvisarle che avrebbe chiamato gli altri.

Misaka ne seguì i movimenti rigidi e gli disse:«Prima andate a nutrirvi, lo vedo che siete sfiancati dalla sete».

Nel le sorrise e seguì Ulquiorra fuori, mentre Misaka si stese nuovamente, riprendendo a dormire.

 

La rossa fu svegliata dall’arrivo del resto del gruppo che le si gettò addosso, abbracciandola. Yunalesca la guardò storta prima di borbottare un ‘bentornata’, mentre Grimmjow le diede uno scappellotto per la poco prudenza dimostrata.

Kisuke la salutò e subito dopo le disse che sapevano la vera identità del famigerato Capo, grazie alle informazioni passate da Orihime, la quale rimaneva discosta, lanciando qualche occhiata a Misaka.

La degente chiese a tutti di uscire, lasciandole sole: Orihime le si avvicinò e senza preavviso, scoppiò a piangere.

«Mi dispiace, Misaka! Sono stata completamente inutile contro Nnoitra! Potevi morire a causa della mia incapacità».

«Orihime, non dire assurdità! Non avevamo scampo! Ho solo fatto di tutto per distrarlo fino all’arrivo dei rinforzi! Hai fatto del tuo meglio, non devi preoccupartene! Spiegami cosa è successo quando sono arrivati Ulquiorra e gli altri».

Orihime le spiegò tutto fino a quando Grimmjow non l’aveva allontanata dal campo di battaglia, dicendole che Zephyr aveva palesato la sua vera forza e il suo aspetto da vampiro, divenendo terribile.

«Ne ho avuto paura, sai?».

«Meglio. Se lo temi, difficilmente riuscirà a soggiogarti» le rispose la rossa, ricevendo un sorriso dall’amica.

«Non credo abbia interesse a farlo, comunque. Lui vuole te, Misaka. E non è il solo» concluse Orihime, prima di uscire e lasciare spazio proprio a Zephyr, il quale entrò lentamente, chiudendosi la porta alle spalle.

«Hai fatto una cosa stupida» fu ciò che le disse, prima di avvicinarsi e stringerla, tanto forte da mozzarle il fiato «Ma sono contento che tu stia bene e perciò non ti punirò».

Misaka lo allontanò, guardandolo storto: «Come se potessi farlo, idiota!».

Il probabile litigio tra i due fu interrotto dall’ingresso del medico che doveva controllare le condizione della paziente, la quale, molto infantilmente, fece una linguaccia a Zephyr, il quale uscì scuotendo il capo, rassegnato.

 

*

Misaka venne dimessa quindici giorni dopo la fuga dalla sede del nemico, quasi del tutto ristabilita e contenta di respirare aria che non sapesse di disinfettante. All’uscita dell’ospedale trovò, oltre ai suoi genitori, riusciti solo in quel momento a tornare da un viaggio in Russia, anche Yunalesca e Byakuya: quei due passavano molto tempo insieme e Misaka si appuntò mentalmente di fare un bel terzo grado alla sua amica.

La rossa salì in macchina con i suoi genitori e l’amica dai capelli neri, pronta a ricevere il terzo grado che, infatti, non tardò ad arrivare.

Prima le chiesero come stava e poi partirono in quarta con qualsiasi tipo di domanda esistesse: perché, quando, dove, a causa di chi e tutte le altre.

Alla fine si prese anche una bella paternale e raggiunse casa in condizioni peggiori di quando era entrata in ospedale: sfiancata e debilitata.

Yunalesca decise di salire con lei per chiederle per bene cosa fosse successo nel covo del nemico.

«Ci hanno trattato bene, tutto sommato. Ci davano cibo e acqua e a parte qualche svenimento comandato, non ci hanno recato alcun danno. È stato lo scontro con Nnoitra a ridurre Orihime e la sottoscritta in quello stato. Se Zephyr e gli altri non fossero intervenuti, non penso che ora sarei qui a raccontare».

«Ma cosa c’entra la mocciosa in tutto questo?».

«Ti riferisci a Nel? Oh, lei sarà una mocciosa, ma essendo amica di Ulquiorra, ci ha fatte fuggire rischiando la pelle: come avrai capito non è molto potente a livello di attacco, poiché è una Guaritrice».

«Sì, questo lo avevo capito. Mi mancava il perché vi avesse aiutate. Ora è chiaro. Beh, qualcosa di buono il vampiro candeggiato ha fatto, no?».

Misaka si limitò a ridere di gusto, fino a quando il dolore ad una delle costole danneggiate da Nnoitra non fu insopportabile e la obbligò a smettere.

«Ti ha massacrata eh?»

«Puoi dirlo forte. Se quei maledetti vampiri al servizio di Aizen sono anche forti solo la metà di Nnoitra, siamo fottuti. O almeno noi umani. Zephyr e compagnia, potrebbero anche sopravvivere. Forse combattere non è una scelta saggi,  sai? Ma ormai ci siamo, non possiamo fare dietrofront. Non lo senti anche tu? Quanto è pesante l’aria? Come se stesse arrivando una tempesta?».

«Sì. Peccato che non sarà una tempesta, ma una guerra. Zephyr e Byakuya hanno deciso di richiamare quanti più vampiri conoscono. Speriamo accettino in tanti, così avremo almeno una speranza di salvarci tutti».

«Lo spero anche io. Come spero che scoprano il modo per far fuori Aizen: la sua natura è unica. Questo è ciò che mi preoccupa maggiormente».

Le due ragazze rimasero in silenzio per un attimo, riflettendo sull’imminente battaglia per la sopravvivenza, fino a quando Misaka, sorridendo sorniona, non aggiunse:

«A dir la verità, ho un’altra cosa che mi preme sapere».

Yunalesca alzò lo sguardo, rimanendo bloccata e iniziando a sudare freddo: quando aveva quello sguardo, la sua amica non aveva in mente nulla buono, o almeno non per lei.

«Cosa?» chiese la piccoletta, balbettando.

«Com’è che tu e Byakuya il vampiro algido siete sempre insieme?».

La corvina divenne completamente paonazza in viso, iniziando a balbettare frasi sconnesse, facendo così ridere l’amica.

«Oh, avanti! Lo sanno tutti, pure lui, che ti piace. Ma narrami: lui ricambia?».

«Finiscila idiota e impicciona! Non gliel’ho mica chiesto! Non sono masochista».

«Solo il fatto che ti piaccia Byakuya denota un alto tasso di masochismo, cara. Quindi non hai ancora chiesto nulla? Sai che abbiamo un tempo limitato, vero?».

«Non venire a fare la predica a me! Anche tu non hai ancora chiarito con Ulquiorra!».

Il viso di Misaka si rabbuiò al sentire il nome del vampiro e disse:

«Non vedo cosa ci sia da chiarire. Mi pare evidente che il suo interesse sia volto ad Orihime e che mi ha salvata solo su ordine di Zephyr».

Yunalesca sbuffò pesantemente,si alzò e disse seria: «Continua a raccontarti bugie, arriverà il giorno in cui ti pentirai della tua immobilità».

Misaka rimase da sola con i suoi pensieri, nella camera silenziosa.

 

*

Misaka tornò a scuola cinque giorni dopo l’essere stata dimessa dall’ospedale, venendo accolta da grida di gioia da parte dei suoi amici, a cui si erano aggiunti anche Tatsuki e gli altri. Zephyr, dal giorno del salvataggio della rossa, invece, si era chiuso in se stesso, snobbando persino le schiere di fan adoranti, quando, solitamente, adorava mettersi in mostra.

Misaka capì che qualcosa nel vampiro Antico non andava e così si avvicinò per chiedergli cosa succedeva.

«Mi pare ovvio: voi umani non potete combattere contro qui mostri. Nnoitra non era un problema, ma se c’è qualcuno di più forte di lui, anche io mi troverei in difficoltà».

«Zephyr, questo mondo è il nostro. Non possiamo rimanere fermi a guardare un essere dalla dubbia natura che lo conquista e distrugge senza fare nulla. Non puoi chiederci di rimanere in disparte mentre tutti voi rischiate la vita».

«Misaka, noi non siamo vivi. Abbiamo vissuto talmente tanto tempo che non sarebbe ingiusto morire. Mentre voi umani siete ancora giovani e avete una vita davanti. Capisci cosa intendo?».

«Certo, ma mi dispiace: io, e gli altri credo la pensino come me, non rimarremo nascosti a guardarvi morire. E con questo il discorso è chiuso. Combatteremo, accettalo».

Senza aggiungere altro, la ragazza si voltò dirigendosi dagli altri, dove i vampiri avevano, come ovvio, sentito tutto l’alterco tra i due.

 Le lezioni quel giorno volarono in fretta, lasciando spazio alle attività extrascolastiche e poi all’incontro nell’Emporio Urahara.

Il gruppo riunito prese a discutere sull’imminente battaglia, ascoltando le descrizioni di Orihime, Nel e Misaka, sul nemico: dalla gerarchia ai presunti poteri.

«Sappiamo che Aizen è il capo, seguito da Gin e poi? Il resto dei vampiri com’è suddiviso?» chiese Ichigo.

«Posso spiegarvelo io» intervenne Nel «Aizen ha dato un numero a ciascuno dei suoi sottoposti, partendo dallo zero per indicare il più forte. Io non avevo numero, essendo una Guaritrice, ma loro tre sì» disse indicando i tre ex galoppini di Aizen.

«Io ero il numero Sei» disse Grimmjow, mentre Yunalesca sussurrava un ‘che schiappa’ fin troppo udibile, che le costò un’occhiataccia.

«Io ero la numero tre, mentre Ulquiorra il quattro».

«Il numero uno è Coyote Strak, mentre il due è il vecchio Baraggan. Hanno poteri eccezionali che a stento conosco» disse Nel «So solo che quando il vecchio lo usa, non c’è più nulla da guarire, non so se mi spiego».

«Perfettamente, Nel» rispose Misaka.

Mentre tutti rimanevano in silenzio, Zephyr, zitto fino a quel momento disse: «Questo è un altro motivo per il quale ritengo inopportuno far prendere parte alla guerra dei ragazzi umani».

Una vena di rabbia iniziò a pulsare sulla fronte di Misaka la quale rivolse uno sguardo di fuoco al vampiro, il quale, dal canto suo, le sorrise sornione e disse:

«Non pensare di avere qualche possibilità di sfuggire al mio volere, ragazzina. Se voglio impedirti di combattere, userò qualsiasi potere in mio possesso per farlo».

«Piccolo bas..» le proteste di Misaka furono fermate da una mano di Byakuya.

«Zephyr non ha tutti i torti, Misaka. E lo sai anche tu. Ma noi non possiamo decidere delle vostre vite, quindi sta a voi: combatterete o no? La scelta è vostra, ma vi chiedo di pensarci. Di valutare i pro e i contro. Ora andate a casa» concluse il vampiro e mentre gli altri scemavano, si avvicinò a Zephyr e disse:

«Sono d’accordo con te, non dovrebbero combattere. E troveremo il modo di tenerli lontani dalla battaglia principale. Dobbiamo richiamare quanti più alleati possibili».

«Io contatterò i miei parenti in occidente. Tu pensa alla tua cerchia di combattenti. Avremo bisogno di aiuto, molto» concluse Zephyr, prima di sparire.

 

Zephyr e Byakuya non si fecero vedere per alcuni giorni, così come Yourichi e Kisuke, troppo presi dal creare e disfare strategie di attacco e difesa.

I due passavano molto tempo insieme e anche Misaka, seppur con qualche remora, aveva accettato il loro rapporto che, come era visibile a tutti, andava oltre la semplice amicizia: la donna passava molto tempo con l’idiota col cappello e all’uomo non pareva dare fastidio.

«Neh, amica idiota, ti va bene tutto questo?» le chiese Yunalesca, gentile come sempre.

«Sì, nana del cavolo. È giusto così, alla fine. Detesto ammetterlo, ma avevano ragione: la differenza di età tra me e lui è troppa; anche Yourichi è molto più giovane di lui, ma rimane comunque una donna adulta. Io sono solo una ragazza».

«Come sei diventata saggia! Allora la smetterai di avere quello sguardo incazzato col mondo?».

«Il mio sguardo poco c’entra con la situazione tra quei due. È dovuto al comportamento di Zephyr: quel piccolo bastardo non me la racconta giusta. So che lui e il tuo tesoruccio Byakuya, faranno di tutto per impedirci di combattere».

«No, scusa. Come hai chiamato Byakuya?» le chiese Yunalesca, con la voce incrinata dalla rabbia.

«Oh, ma siete così carini. Lui che finge di nulla, ma appena Grimmy si avvicina lo fulmina. Ah, la gelosia!» disse la rossa, assumendo una posa plastica classica di tanti Shojo Manga, che fece infuriare ancora di più Yunalesca, la quale prese a rincorrere l’amica.

Zephyr e Byakuya tornarono una decina di giorni dopo la loro partenza, portando con loro alcuni esponenti della razza vampiresca. Non era molti, ma i due spiegarono al resto del gruppo che altri si sarebbero uniti loro a breve.

Alcuni dei vampiri presenti erano molto antichi, anche se non a livello di Zephyr, mentre altri erano chiaramente dei neofiti della razza.

Misaka e gli altri umani sentivano la loro flebile stabilità: la loro voglia di sangue umano era trattenuta dai poteri degli antichi presenti, nonché loro creatori.

«Quindi ci avete chiamati per una guerra? Siete seri riguardo a quell’abominio? Vuole davvero conquistare il mondo?».

«Sì, Aetherios. Aizen vuole il mondo e abbiamo bisogno del vostro aiuto per eliminarlo» intervenne Zephyr, chiamando il vampiro con un nome greco.

«Dov’è tuo padre?» gli chiese un altro dei vampiri antichi.

«Si trova ancora in Romania. Doveva chiudere degli affari e poi ci raggiungerà, Faolan. Sono felice che anche l’Irlanda partecipi in questa guerra: siete combattenti abili e resistenti».

I vampiri antichi si limitarono ad annuire, volgendo la loro attenzione agli esseri umani e ibridi presenti: riservarono qualche occhiata superficiale a tutti prima di voltarsi e sparire da dove erano venuti.

«Oh! Questi sì che erano inquietanti!» esclamò Ichigo, appena fu certo che si fossero allontanati.

«Sì, lo erano, ma non bastano. Io l’ho sentito il potere sopito di Aizen e vi assicuro che è spaventoso» disse, sconfortata, Misaka.

 

 

   
 
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