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Autore: Rinalamisteriosa    04/10/2008    2 recensioni
Questa è la storia di Lavinia e di suo fratello Maurizio, che grazie a uno “strano” incidente riusciranno a capirsi e a volersi bene.
La prima a urlare per la sorpresa fu Lavinia, ma l'urlo che le uscì di bocca non era il suo.
Era identico a quello del fratello maggiore.

[REVISIONATA]
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Frammenti di vita quotidiana

 

 

 

 

*L'odiato gioco del calcio*

 

 

 

“Accidenti a lui! Mi ha piantata in asso: ha piantato di nuovo la sua sorellina per uno stupido gioco!” imprecò una Lavinia undicenne, più a se stessa che ad altri, visto che era seduta da sola sul secondo gradino della scalinata di casa sua. Lo aspettava da due ore e ancora non si faceva vivo.

“Tornerò presto!” le aveva assicurato con un largo sorriso, prima di darle un bacino sulla guancia e correre via, in direzione del campetto.

Ma ogni giorno era la stessa storia. Lui non tornava. Suo fratello Maurizio preferiva lasciarla da sola, proprio lui che diceva sempre che non lo avrebbe mai fatto, per andare a disputare delle noiose quanto banali partite di calcio.

Uno sport che Lavinia considerava odioso, visto che le portava via l'attenzione del suo fratellone.

 

 

 

II

*Il primo litigio*

 

 

 

“Buongiorno, Lavinia!”  la salutò Maurizio la mattina del giorno dopo, addentando la propria fetta biscottata farcita con la marmellata all'albicocca e sedendosi a fare colazione accanto alla sorella, che non lo degnava di uno sguardo mentre beveva il suo latte con i cereali.

“Che ti prende questa mattina? Come mai sei silenziosa?” chiese dopo un po', preoccupandosi per l'indifferenza della sorella minore.

“Mi sono annoiata ieri...” esordì Lavinia in tono piatto. “Per colpa tua”, aggiunse tra i denti, fissando la credenza.

“Ma Lavinia, dai! Ti ho già chiesto scusa. Credevo avessi capito che-”.

“Stai zitto! Tu non fai altro che sbagliare e poi scusarti!” lo rimproverò.

“Oggi tornerò prima, te lo prometto…” assicurò lui.

“Non è vero. Non fare più promesse che poi non manterrai, basta! Ormai ti conosco bene. E non è tutto: ieri sera ho visto papà che ti dava i biglietti della partita che si terrà domenica allo stadio”.

“Sì. Che bello!” esclamò, con gli occhi sgranati per l'emozione. “Verrà la mia squadra preferita e non-”.

“Non puoi mancare, vero?” completò lei, indispettita. “Certo che no. Come al solito! Basta così, sono stufa. Sono stufa di te e di quello stupido gioco!” quasi urlò.

“Ma… perché?!” chiese in un sussurro incredulo, non capendo. Il calcio non era stupido.

“Non fare finta di non aver capito, scemo! Sai cosa ti dico? Puoi pure trasferirti allo stadio tutti i giorni, a me non frega più niente!” stabilì lei, impietosa e nervosa, alzandosi dal suo posto.

“Scema sei tu! Ehi! Dove stai andando?” la richiamò, alzando il tono della voce.

“A scuola, mi pare ovvio. Da oggi in poi stai sicuro che ci vado da sola! Sono grande ormai...” e senza dare al fratello il tempo di replicare, afferrò svelta la sua cartella e uscì, felice di essersi finalmente sfogata a dovere.

Maurizio, confuso e inquieto come mai lo era stato fino ad allora, smise di bere il suo latte; nella furia di alzarsi e andarsene dalla cucina, fece cadere sonoramente la sedia.

Non tornò indietro a rimetterla a posto.

Questo fu il primo dei loro innumerevoli litigi.

 

 

 

III

*Imbarazzo in bagno (se si fossero scambiati davvero)*

 

 

 

Si sa che, ogni mattina, è essenziale andare in bagno e lavarsi.

È la prima cosa che tutti facciamo, giusto?

A casa loro, poi, ne avevano due di bagni.

Ma Lavinia e Maurizio, quella mattina, si trovavano in una situazione particolare.

 

Maurizio si avvicinò titubante al water e si sedette, aspettando.

“Non puoi stare in piedi. Devi sederti e aspettare finché non scende giù!” le aveva raccomandato qualche minuto prima Lavinia, puntando il dito.

Dopo aver svuotato la vescica, si pulì accuratamente con la carta igienica e iniziò a spogliarsi.

Anche se due volte o tre gli era capitato di vedere la sorella nuda, fu molto imbarazzante guardarsi allo specchio. Entrò svelto nella doccia e si bagnò, insaponando la spugnetta e passandosela con tutta la delicatezza che poteva.

 

Per Lavinia invece fu più difficile e traumatico. Fece come le era stato detto, ma finì con lo sporcare tutto. Dopo aver pulito il water e imprecato contro i suoi genitori sul perché le avevano dato proprio un fratello, anche lei si spogliò ed entrò nella doccia.

“Che schifo! Accidenti! Perché doveva capitare proprio a me?!” pensò, imbarazzata da morire.

 

Dopo aver finito di lavarsi, i due si incrociarono nel corridoio con i rispettivi accappatoi. Maurizio era ancora rosso di vergogna, Lavinia no, ma lo fissava malissimo. E sperò che quella situazione assurda si sarebbe presto risolta, in un modo o nell’altro.

“Tutto bene? Sei stato delicato, vero?” chiese sospettosa.

“S-sì, tranquilla…” rispose lui, a testa bassa. L’asciugamano che teneva avviluppati i suoi lunghi capelli cadde a terra, così quelli nascosero la sua vergogna.

Dov’era una pala per sotterrarsi, quando serviva?

“Ok, vado a indossare la tuta dell'allenamento. Ci vediamo sotto... Ah! Ricorda di asciugare i miei capelli, perché se il mio corpo si ammala ti ammazzo!” gli disse poi di rimando. Subito dopo pensò tra sé: “Fratellone, forse tu ti sarai divertito, ma io no! Rivoglio il mio corpo!”.

 

 

 

IV

*Picnic speciale*

 

 

 

Lavinia aveva già preparato tutto per l’occasione.

Il giardino della loro casa era abbastanza grande per organizzare un bel picnic all'aria aperta, in seguito all'ottimo risultato degli esami di maturità del suo fratellone.

All'appello mancava proprio il diretto interessato, che era dovuto uscire a causa di una chiamata improvvisa.

“Chissà chi l'ha chiamato… è sempre il solito. Quanto ci metterà a tornare da me? Uffa!” si disse, addentando una mela gialla.

Attese una buona mezz’ora, ma il signorino non si degnava di presentarsi.

Imbronciata, Lavinia stava per rientrare in casa, quando...

“Ehi, sorellina! Guarda chi ti ho portato?”.

A sentire il fratello, lei si voltò, gli occhi ridotti a due fessure. Accanto a lui stava una ragazza che Lavinia non aveva mai visto prima.

“Ah... ma bravo! Ti sei fidanzato e non mi dici niente?” domandò un po’ irritata la sorella, fraintendendo la situazione.

“Non è come pensi...” si giustificò infatti il fratello, scuotendo la testa e le mani.

A chiarire, ci pensò la misteriosa visitatrice.

“Lavinia, sono io. Sono Laura, la tua amica della chat”, disse tranquillamente, con un lieve sorriso.

“Laura?!” sbottò lei, fissandola a bocca a aperta per qualche secondo, prima di esclamare: “Non ci credo!”.

Senza risponderle, la bella ragazza dai capelli biondi legati in una coda e dagli occhi azzurro ghiaccio la abbracciò felice.

“Ringrazia tuo fratello se sono qui. È stato proprio lui a convincere i miei genitori a farmi partire per poter stare con voi...” spiegò, staccandosi.

Lui si schiarì la voce per l’imbarazzo.

“Per questo, ho preso il numero di nascosto. Volevo che fosse una sorpresa…” svelò.

“Maurizio?”.

Lui strizzò gli occhi, aspettando una predica inviperita nello stile di Lavinia. Cosa che non arrivò, per cui riaprì gli occhi verdi.

Grazie di cuore”, mormorò la sorella, commossa, stringendo nuovamente la sua amica tra le braccia. Aveva sempre sognato di incontrarla, finalmente stava succedendo per davvero. Questo non era un sogno, no.

“Non devi ringraziarmi...” assicurò.

Ecco il solito modesto.

 

Lavinia fece accomodare Laura, per poi abbracciare anche Maurizio.

“Quanto resterai?” s’informò, il buon umore che la rendeva più affabile e dolce.

“Una settimana”.

Tra discorsi vari e risate, i tre fecero il loro picnic all'aria aperta, dando inizio a una breve convivenza che Lavinia ricorderà per sempre.

 

 

 

  
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