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Autore: Lushia    04/10/2008    4 recensioni
Sarà il caldo, sarà la stanchezza, sarà la voglia di dolci, eppure anche Elle, come Alice, si ritrova in uno strano mondo pieno di creature bizzarre e tanti dolci...il paradiso!
Genere: Parodia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cosa succede quando una bambola psicopatica assassina demenziale, decide di scrivere una fanfiction su Death Note x°

 

Il più grande detective al mondo, Elle, era un ragazzo sui 20 anni alquanto trasandato, con enormi occhiaie e la voglia di dolci perennemente presente.
Qualunque sia il caso a cui stava lavorando, non poteva non risolverlo davanti una tazzina di cioccolata calda, con in mano un cubetto di zucchero e accanto una torta alle fragola con 3 strati. Un'accozzaglia da brivido, certo, tuttavia, nonostante i numerosi "spuntini", non prendeva nemmeno un etto.
Quel mercoledi mattina era davvero caldo. L'estate faceva capolino all'orizzonte e la gente si preparava alle meritate vacanze. Tutti ma non Elle.
Quel simpatico giovincello divora-dolci, si trovava come suo solito ad indagare sul caso Kira, seduto sulla sedia davanti al pc, strafogandosi di caramelle zuccherose sotto gli occhi del giovane Matsuda.
Quest'ultimo, era un uomo molto giovane, quasi ancora un ragazzo, entrato in polizia con nobili propositi. Indagava sul caso Kira assieme ad Elle e all'allegra combriccola, anche se, spesso e volentieri, era "decisamente" inutile.
Sospirò, non potè fare altro che continuare il suo lavoro di cameriere part-time, sostituendo l'anziano Watari che attualmente si era assentato per motivi sconosciuti.
-Ma...devi proprio controllarla?- chiese il ragazzo, indicando sullo schermo una Misa seccata che, in quel momento, stava estraendo dallo scaffale un libro.
Il detective ingoiò un'altra caramella di zucchero, osservando prima i dati sul pc e poi la ragazza che si era seduta sul divano.
-Dobbiamo essere certi che non sia più il secondo Kira.- affermò, inghiottendo un altro dolciume.
Mentre Matsuda si allontanava con il vassoio, sospirando per la sua inutile esistenza e progettando di tagliarsi, prima o poi, Elle accese il volume della telecamera nella stanza di Misa, ascoltando con curiosità il libro che la ragazza leggeva a voce alta.
"La giovane Alice si assopì sull'albero, mentre l'insegnante, ancora, continuava la sua lettura.
Si risvegliò giusto in tempo per notare la sfuggevole ombra che passò accanto all'albero ove la ragazza era sdraiata. Si isò, curiosa, scendendo rapidamente dal tronco per poter meglio osservare l'essere che, vestito con uno smocking, fuggeva preoccupato verso la sua tana. Era un coniglio! Esclamò la bambina che, incuriosita dalla stranezz, seguì l'animale nella sua tana.
Si infilò a gran fatica, scivolando giù nel tunnel fino a cascare per terra. Dov'era finita? Dov'era il coniglio? E cos'era quel buon odore di dolci? Cioccolato, caramello, crema, panna..."

Il ragazzo si portò l'indice sotto il labbro, distorcendolo lievemente, sorridendo. L'odore denso di dolciumi l'aveva inebriato ed ora ne andava cercando golosamente. Si issò e uscì da quella strana grotta dov'era capitato, osservandosi in giro. Si trovava in una stanza con un tavolo al centro. C'era una sola porta, ma era minuscola.
-E' tardi, è tardi!!- urlò impaurito un ragazzino con orecchie da coniglio. Aveva bianchi capelli riccioluti e occhi azzurri. Indossava uno smocking e aveva sia orecchie che coda batuffolosa come un coniglietto.
Il ragazzino osservò l'orologio tascabile con aria preoccupata.
Il ragazzo gli si avvicinò, senza parlare, guardandolo solo con uno sguardo da ebete.
-Cosa vuoi? Fa presto, vado di corsa!- disse il giovane coniglio, arricciandosi un ricciolo. Il ragazzo lo osservò incuriosito.
-Sai dove viene questo odore di dolci?- chiese, sentendo il profumo di una crostata di mele che usciva da non si sa quale luogo. Dopotutto si trovava in una stanza chiusa...forse l'odore arrivava da dietro la porticina? Il ragazzino scrollò le spalle.
-Mi spiace, ma non ne ho la minima idea!- disse, avvicinandosi ad uno scaffale e prendendo un barattolo di vetro colorato. Gli tolse il tappo ed estrasse da questi una sorta di caramella che ingoiò subito, dopo aver posato il barattolo sul tavolo. A quel punto, il giovane coniglio divenne minuscolo nel senso letterale della parola, diventando alto poco più che otto centimetri.
Il ragazzo osservò prima il coniglio svanire oltre l'uscio, dopo il barattolo sul tavolo. Avrebbe dovuto imitarlo, per uscire da quel luogo. Si avvinò al barattolo ed estrasse la caramella, osservandola come se volesse analizzare una prova in un laboratorio.
Sembrava buona, emanava un odore dolciastro, sembrava ricoperta di zucchero. Si, sicuramente era una caramella gommosa allo zucchero, così la portò alle labbra e la spinse tra i denti, assaporandone il dolce gusto. Appena fatto ciò, il detective si sentì scuotere dall'interno, come se le viscere si stessero rivoltando dentro di lui. Vide la camera ingigantirsi sotto i suoi occhi, ma sapeva che era lui a rimpicciolirsi, come il coniglio di poco fà.
Rimpiangendo quelle buonissime caramelle zuccherose, aprì l'uscio e si ritrovò in una foresta. Dove sarebbe dovuto andare? A rispondere alla sua domanda, ci pensò una voce strana.
-Di quà o di là? Chi lo sa?- chiese una voce cantilenante. Il ragazzo alzò il capo, notando uno strano essere appollaiato sull'albero. Si trattava di un ragazzo con le orecchie e la coda da gatto e aveva i capelli castani.
Il ragazzo fissò il gatto per qualche secondo, prima di chiedergli chi fosse. Il Gatto sorrise beffardo, grattandosi le orecchie ed esponendo un'altra delle sue filastrocche. Ma siccome il detective incominciava a sentire di nuovo l'odore di zucchero, il gatto, scocciato di non avere la sua attenzione, rispose.
-Sono lo StRaito-Gatto e vivo dove si può vivere, non vivendo.- disse, con uno sguardo annoiato. Il ragazzo riportò l'attenzione sullo strano gatto.
-Non si può vivere in un luogo, non vivendo.- disse, avanzando verso un sentiero e lasciando indietro il ragazzo gatto che cercava di capire come, quello strano tipo, lo aveva fregato...
Sentì canticchiare una canzone allegra e stramba e giunse in una radura, dove vide al centro un tavolo e un giovane ragazzo dai capelli rossi che canticchiava allegramente e serviva il té.
Arrivò accanto a loro, quasi silenziosamente, sedendosi senza nemmeno esser stato invitato e osservando con ammirazione i dolci e le torte sul tavolo.
-Oh! c'è un ospite!- disse il ragazzo, che era vestito in modo bizzarro. Indossava uno smocking viola acceso che con i suoi capelli stonava non poco e aveva un gran capello variopinto.
-Benvenuto, benvenuto!- disse, inchinandosi e sbattendo con la fronte sul tavolo -OUCH!- esclamò, massaggiandosela. Il ragazzo appena arrivato lo guardò come se fosse un clown.
-Io sono il Cappellaio Matt! E tu, e tu?- chiese, versando del té su una sedia di fronte al tavolo. La conseguenza di quel gesto fu che dalla sedia si levò una ragazza bionda con orecchie da coniglio, che sbadigliò così forte da coinvolgere anche il Cappellaio Matt. Il ragazzo la osservò curioso.
-Lei è la Lepre Misolina!- disse, indicandola. La lepre tornò a dormire. -Allora, come ti chiami, eh, eh?- chiese. Il ragazzo pensò fosse meglio rispondere.
-Ellice.- disse, osservando la torta. Il Cappellaio seguì lo sguardo di Ellice e capì al volo.
-Buon Noncompleanno!!- disse con gioia, dando la mano al ragazzo. -ecco ecco- disse, prendendo una fetta di torta e versando del té all'ospite. -Un buon non-compleanno anche a te!!- canticchiò.
Ellice assaporò la torta e bevve un pò del suo té con molta golosità ed appetito. Appena ebbe finito, osservò il Cappellaio.
-Se è un non-compleanno, lo si festeggia tutti i giorni. Non ha senso, si festeggia il compleanno perchè cade una volta l'anno.- disse, alzandosi. Udì una voce urlare "è tardi, è tardi!" perciò decise di seguirla, siccome sperava che quel coniglio gli indicasse una strada per tornare a casa. Intanto, mentre lo osservava allontanarsi, il cappellaio rimase a bocca aperta a pensare a ciò che aveva appena detto Ellice. Lo sbadiglio della lepre Misolina, però, lo riportò alla realtà, così sbadigliò anche lui e poi si riprese, tornando a cantare e a servire del té.
Ellice seguì il bianconiglio lungo un sentiero, riuscì però a fermarla. Il coniglio si voltò, curioso.
-Dove vai?- chiese Ellice, con l'indice sotto il labbro.
-Dalla regina dei cuor di cioccolata!- disse il coniglio, tornando a correre. Ellice lo seguì. L'idea di incontrare questa regina era davvero allettante, dopotutto sperava in un pranzo pieno di dolci e cioccolata.
Entrarono in un giardino maestoso, che fioriva intorno ad un palazzo enorme. Ellice osservò alcuni individui scortare un...ragazzo, si, era un ragazzo che indossava un mantello lunghissimo e un vestito di seta nero e rosso. Sul capo aveva una corona e mangiucchiava una tavoletta di cioccolata con avidità. Aveva una lunga mazza in mano e si stava avvicinando ad una pallina, con l'intenzione di colpirla, per farla passare in un piccolo arco disposto nel terreno.
Ellice si avvicinò ad uno delle guardie, un ragazzo con i capelli corvini che, come gli altri, aveva un abito bianco con un cuore rosso al centro della maglietta.
-Chi siete?- chiese, incuriosito. Il ragazzo dapprima fece segno di star zitto, poi, siccome sembrasse odiare i segreti, decise di parlare.
-Sono una delle guardie di cuori, mi chiamo Matsuda. Lì ci sono Jevanni e Aizawa. Il nostro compito è scortare la regina del cuore di cioccolata, Mello.- disse, indicando un carrello con la scorta di cioccolata. E infatti, Ellice, notò che la regina, appena finita una tavola di cioccolata, interrompeva per qualche secondo il gioco pur di prenderne un'altra, scartarla e addentarla con evidente golosità.
Siccome l'odore di cioccolata era forte, Ellice si avvicinò e ne prese una, addentandola. Dopotutto aveva ancora fame...non l'avesse mai fatto! Le guardie sbiancarono e quando, incuriosito e infastidito dal brusio, si voltò la regina Mello, successe il pandemonio.
-BRUCIATELI VIVI TUTTIIIIIIIII!!!- urlò la regina, e in meno di cinque minuti si ritrovò in un tribunale, senza nemmeno sapere come ci era finito.
La regina Mello, che fungeva da giudice, si trovava seduto dietro un'enorme banco, sul quale c'erano delle tavolette di cioccolata come scorta. Accanto a lui, su un altro banco, c'erano altri dolci, tra cui una crostata di mele. Ellice si illuminò. Era la crostata di cui l'odore si era sentito fino all'entrata di quel mondo pazzesco?
-Colpevole! Sentenza: Bruciato Vivo!- disse la regina, indicandolo con uno sguardo assassino e masticando cioccolata.
Ellice si sentì spaesato, mentre un ragazzo uguale a lui ma con gli occhi rossi, si preparava ad accendere il fuoco per arrostirlo ben bene.
Ad un tratto, sentì un'enorme confusione e una voce che lo chiamava, così si voltò e vide...Light-kun.
-Elle...tutto bene?- chiese, appoggiando dei fogli sulla scrivania, incuriosito perchè Elle sembrava stranamente "troppo" assente. Intanto, sullo schermo gigante, c'era una Misa assopita con un libro di "Alice nel Paese delle Meraviglie" aperto e steso sul petto. Dev'essersi addormentata mentre lo leggeva.
-oh..- il detective sembrava alquanto preoccupato -non sono riuscito a mangiare la crostata...-.

The End °w°
Lo dedico a Suigintou e Frill e alla mitica Wammy's House =ç=/

   
 
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